Carolyn Wells - Un Alibi Perfetto (Ita Libro)
Carolyn Wells - Un Alibi Perfetto (Ita Libro)
Carolyn Wells - Un Alibi Perfetto (Ita Libro)
Un Alibi Perfetto
Il Giallo Economico Classico - N 163 - 19/07/1997
Personaggi principali
Robert Pembroke
Greta Pembroke
Dottor Masterson
Henry Landon
Laura Landon
Fleming Stone
un vecchio intrattabile
nipote di Robert
medico della famiglia Pembroke
giovane avvocato
sorella di Henry
celebre investigatore
1.
La signorina dell'appartamento di fronte
Gli avvenimenti che sto per narrare ebbero luogo poco dopo che io e mia
sorella Laura avevamo cambiato di casa andando a stabilirci in un
bell'appartamento nella parte ovest della citt, cio nei quartieri eleganti di
New York.
A quei tempi, indaffarato com'ero nel mio studio legale, avevo lasciato
fare a mia sorella, che era rimasta vedova da circa un anno, tutto quanto
riguardava la scelta del nuovo appartamento ed il suo completo
arredamento, cosicch, quando lasciai l'albergo dove temporaneamente
risiedevo per raggiungere Laura al Palazzo Bellavista, trovai molte gradite
sorprese ed ebbi il piacere di apprezzare il suo perfetto buon gusto.
Fu con un senso di viva ammirazione che presi possesso della mia
camera da letto e del mio studiolo, nonch della piccola stanza da fumo
riservata per mio uso personale.
- Sei veramente una sorellina d'oro, mia cara - le dissi mentre, la prima
sera, eravamo a pranzo nel nostro appartamento.
- Te ne accorgi soltanto ora? Vedrai, che verr il giorno che ti innamorerai e poi ti sposerai, e chi sa se la donna del tuo cuore sar capace
di accontentarti come brava padrona di casa come faccio io! Almeno devi
promettermi una cosa, Henry.
Carolyn Wells
- E cio?
- Che mi consulterai nella scelta della tua sposa. Sei sempre cos
immerso nello studio delle tue scartoffie e cos privo di senso pratico...
Dubito fortemente che senza il mio consiglio tu sia capace di trovarti una
buona moglie. Hai capito?
Sorrisi e per un attimo non le risposi.
- A proposito, cara - dissi allora - chi sono le persone che abitano
nell'appartamento di fronte al nostro?
Mia sorella mi lanci uno sguardo indefinibile, poi disse: - Ah! ho
capito. Avrai incontrato la signorina per le scale.
- Sai chi , dunque?
- S, la signorina Greta Pembroke. Abita insieme ad un vecchio zio.
Tengono per cameriera soltanto una donna di colore. - Poi Laura mi
raccont tutto quello che sapeva sul conto dei nostri vicini.
Il vecchio Pembroke era zio in secondo grado della giovane, e, bench
ricchissimo, era molto gretto e di pessimo carattere. Era infermo e non
usciva mai dal suo appartamento. Pareva che trattasse la ragazza da vero
tiranno e che, in conseguenza, la povera signorina fosse molto infelice.
Laura mi disse di aver sentito diverse volte, passando davanti alla porta di
fronte, il vecchio infermo che alzava la voce imprecando contro qualcuno:
non solo, ma qualche volta quella voce penetrante si udiva pure attraverso
il grosso muro che divideva i due appartamenti. C'era da domandarsi se gli
inquilini che abitavano la casa prima di noi non fossero andati via proprio
per questo motivo.
Mia sorella tanto di buon cuore che non rimasi affatto sorpreso quando
mi disse che la poveretta le faceva pena e che sperava di poter fare un
giorno la sua conoscenza.
Avevo incontrato la signorina Pembroke quella sera nell'ascensore
mentre rincasavo dallo studio per il pranzo, e l'avevo veduta entrare nella
casa dirimpetto alla nostra. Poteva avere circa vent'anni ed era alta, snella,
bruna. I suoi grandi occhi avevano un'espressione di tristezza, ma a parte
questo, il suo aspetto era altero, orgoglioso e molto riservato. Non mi
aveva degnato neppure di uno sguardo. Ma dopo aver ascoltato con
attenzione il racconto di Laura, sentii una grande compassione per quella
povera creatura condannata a un'esistenza cos infelice con
quell'intrattabile vecchio.
Nei giorni seguenti vidi diverse volte la signorina Pembroke. Quando
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Avevo allora trentadue anni e sapevo, ormai, che l'unico metodo per
conservare la pace con le donne era quello di dar loro sempre ragione.
Eravamo destinati, per, a stringere una conoscenza intima con i
Pembroke e ad avere molte occasioni di poter giudicare se la signorina
Greta fosse effettivamente meritevole di compassione o meno.
2.
La tragedia
Generalmente il portiere ci consegnava la posta verso le otto di mattina e
quando lui suonava il campanello alla porta dell'appartamento avevo
l'abitudine di aprire e di farmi consegnare la corrispondenza.
Una mattina stavo guardando le lettere che avevo in mano, con la porta
sempre aperta e con la speranza, bene inteso, di vedere la signorina
Pembroke apparire alla porta di fronte, alla quale il portiere aveva gi
suonato, quando ad un tratto udii un piccolo scatto e la porta si apr, ma si
ferm di botto a causa del catenaccio che non era stato tolto.
- Perbacco! - esclam una voce che apparteneva senza dubbio alla donna
di colore. - Non mi ricordo mai di togliere la catena.
La porta si schiuse nuovamente con uno scatto e udii scivolare e togliere
il catenaccio; poi la porta si spalanc mostrando la faccia a luna piena di
una cameriera di colore, alla quale il portiere consegn la posta. Svanita
ogni speranza di vedere la signorina Pembroke, tornai a guardare la posta
ed andai a finire di fare colazione.
Dopo mezz'ora circa uscii per recarmi al mio studio, il quale era situato
nel quartiere degli affari. Laura mi accompagn fino all'ascensore e
stavamo parlando nell'attesa che la cabina salisse quando ad un tratto la
porta della casa di fronte si spalanc e la signorina Pembroke si precipit
verso l'ascensore. Era eccitatissima, il suo viso era pallido e aveva gli
occhi pieni di spavento. A prima vista si poteva capire che era successo
qualcosa di molto grave. Sembr non accorgersi nemmeno della nostra
presenza; si aggrapp al braccio di un vecchio signore che si era intanto
fermato al primo piano, e grid:
- Oh, Dio mio, dottore! Venite... presto! successo qualcosa allo zio!
Ad un tratto sembr accorgersi della nostra presenza e della faccia
sbalordita del fattorino. Tacque e, sempre aggrappata al braccio del
medico, quasi lo spingeva all'ingresso dell'appartamento.
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Charlotte, smetti di fare questi versacci, alzati ed aiuta la signora, che qui
abbiamo molto da fare. Hai capito?
La donna non si mosse e continu a gridare: ma senza curarsi pi di lei il
dottor Masterson mi fece cenno di seguirlo. Mentre attraversavamo l'andito
mi disse: - Non sapevo proprio come fare da solo, con quelle due donne in
simili condizioni ed un cadavere da esaminare. Per di qua, avvocato.
Entrammo nella camera da letto del vecchio. Guardai con interesse la
faccia del morto e, se il dottore non avesse dichiarato che si trattava di
morte, l'avrei creduto addormentato. I tratti del suo volto erano
regolarissimi, ed i capelli bianchi leggermente ondulati si rovesciavano
all'indietro sulla fronte spaziosa.
- Che bell'uomo! - esclamai involontariamente.
- Lo conoscevate? - mi domand il dottore lanciandomi uno sguardo
penetrante.
- No - risposi. - E' la prima volta che lo vedo. Abito in questa casa
solamente da quindici giorni.
- Robert Pembroke era infatti una bella figura di uomo - disse
Masterson. - Tuttavia, con tutto il rispetto dovuto ai morti, debbo
confessare che c' ben poco di buono da dire sul suo conto. La sua morte
improvvisa mi meraviglia molto, per. Non arrivo a capire come possa
essere avvenuta. Sono stato il suo medico curante per tanti anni e non ho
mai constatato che avesse una tendenza all'apoplessia. Eppure... deve
essere stata proprio l'apoplessia la causa della sua morte... almeno da
quello che posso giudicare senza un esame pi accurato.
Mentre parlava, il dottore esaminava il cadavere e notai che il suo viso
esprimeva una sorpresa sempre crescente.
- Sembra addormentato - dissi.
- Gi, proprio cos. Non vi traccia di uno spasmo qualsiasi. Le membra
sono composte e perfino rilassate, come se la morte lo avesse colto nel
sonno, e ci non indicherebbe affatto un colpo di apoplessia.
- Un attacco cardiaco, forse?
- Non soffriva affatto di cuore - rispose Masterson, sempre intento al suo
esame. - Soffriva di gotta, di cattiva digestione, di reumatismi e molti altri
acciacchi inerenti alla vecchiaia; ma non aveva alcuna malattia organica,
ed ero convinto che avrebbe continuato ancora per molti anni a tormentare
quella povera ragazza.
- Aveva un pessimo carattere, lo so - dissi sentendomi in dovere di
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aggiungere qualcosa.
- Pessimo! - esclam Masterson. - Altro che! Era crudele e prepotente;
un vero vecchio tiranno.
- E si sfogava con la povera nipote?
- E come! Bench la signorina non sia affatto di carattere remissivo. Lei
lo sapeva tenere a bada quando voleva. Io so che...
Il dottore tacque e continu ad esaminare il cadavere.
Avrei voluto fargli tante domande, ma tacqui anch'io. Gli affari della
signorina Pembroke non mi riguardavano, eppoi sembrava che il dottore
non parlasse con me, ma piuttosto con se stesso.
- Ecco una chiave - disse, porgendomi una piccola chiave luccicante tenetela voi un momento, avvocato, perch senza dubbio avr la sua
importanza.
- Dove l'avete trovata? - domandai.
- Qui sul letto, accanto al cadavere. Probabilmente l'aveva messa sotto il
guanciale. Sembrerebbe la chiave di una cassetta di sicurezza o di qualcosa
di simile.
Misi la chiave in tasca, pensando che mi avrebbe procurato un'occasione
per parlare con la signorina Pembroke.
- Confesso che qui non ci capisco niente - disse il dottore finalmente. Un uomo non pu morire senza che ci sia una causa. Ora, qualsiasi causa
di morte si rivela attraverso determinati sintomi, ma qui sintomi non ce ne
sono. Di che cosa pu esser morto quest'uomo?
- possibile che si tratti di un assassinio? - domandai.
- Quello no! Per amor di Dio! morto nel sonno. Ma in che modo?
Ad un tratto il medico si drizz con l'aria di chi abbia preso una
decisione. - Per caso abita un medico in questo palazzo?
- S - risposi. - Sta al primo piano. Debbo chiamarlo?
- S, per favore. Ditegli che il dottor Masterson desidera consultarsi con
lui per una cosa grave. Grazie.
Mi precipitai fuori dall'appartamento e nell'attraversare l'andito vidi che
la signorina Pembroke aveva ripreso conoscenza. Giaceva sul divano,
mentre mia sorella le applicava delle pezzette sulla fronte; aveva gli occhi
aperti. Vidi che la cameriera aveva smesso di gridare e che stava appiattita
nel suo angolo a guardare Laura con occhi pieni di ammirazione.
Il medico era in casa e fui subito introdotto nel suo studio.
- Ho il piacere di parlare col dottor Post? Sono l'avvocato Landon.
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Qualche bel quadro era appeso al muro e vi erano anche due o tre specchi
antichi. Tutto mi appariva normale trattandosi della camera da letto di un
vecchio signore facoltoso. Era stato un uomo di pessimo carattere, ma ci
non gli aveva impedito di essere anche un uomo di buon gusto; e confesso
di avere un debole per il buon gusto. Poi ripensai che probabilmente la
nipote era, almeno in parte, la ragione di quest'ordine; e questa idea mi
fece molto piacere.
Ad un tratto scorsi in terra, ai piedi del letto, due pezzetti di carta o di
cartoncino. Come per istinto, senza riflettere a ci che facevo, mi chinai a
raccattarli e li buttai nel cestino della carta straccia. Notai che erano dei
biglietti d'ingresso per un teatro, usati s'intende. Mi ricordai di aver sentito
dire che il signor Pembroke non usciva mai di casa. Per, naturalmente, la
signorina Greta poteva essere andata lei stessa a teatro, o forse qualche
persona che era venuta a far visita li aveva lasciati cadere. Stavo riflettendo
cos, vagamente, quando il dottor Masterson disse:
- Vogliate scusarmi, avvocato, debbo pregarvi di lasciarci soli per
qualche istante. Quest'affare misterioso sta assumendo un aspetto sempre
pi grave ed necessario, per il momento, che noi conserviamo il segreto
professionale.
- Ma certamente! - risposi, molto impressionato della gravit del volto
del vecchio medico. - Non desidero altro che di aiutarvi e sono
completamente a vostra disposizione.
- Grazie. Debbo dirvi che affrontiamo una situazione gravissima; ma vi
prego di non farne parola con le persone di l nel salotto.
3.
Greta Pembroke
Tornai nel salotto lasciando i due medici in consultazione.
Bench questa stanza fosse il duplicato del nostro salotto dell'appartamento di fronte, aveva tutto un altro aspetto a causa del suo arredamento di lusso. Mia sorella ed io eravamo di gusti molto semplici, ed
in casa nostra tutto sembrava pi arioso, pi luminoso. Qui, invece, i
mobili erano quasi tutti antichi, pesanti, le pareti erano scure; qua e l
erano appesi quadri di valore; anche i tendaggi erano scuri e pesanti e vi
erano parecchi oggetti di bronzo e di maiolica antica disposti su appositi
tavolini o piedistalli. Sentii istintivamente che tutto questo rifletteva il
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altro che dovrebbe esserne avvisato? Non dovreste, per esempio, informare
il legale del vostro povero zio?
Non mi aspettavo certo il risultato che le mie parole produssero
sull'atteggiamento della ragazza. Aveva ripreso completamente il dominio
di s. Ma ora lo perse di nuovo improvvisamente. Invece di piangere, per,
and in collera. Le sue guance si accesero di un rosso vivo, i suoi occhi
lampeggiarono. La sua voce tremava quando rispose alla mia domanda;
ma di una rabbia mal celata.
- Il legale dello zio! - esclam con accento di sdegno. - l'ultima
persona che vorrei avvisare.
Le parole in se stesse sorprendevano, ma mai come il tono con cui
furono pronunziate.
- Allora non lo manderemo a chiamare - disse Laura con molta calma. Non dovete agitarvi in questo momento. - E ci dicendo mi gett uno
sguardo di rimprovero che non era affatto meritato, giacch, come
avvocato, avevo fatto una domanda pi che giustificata. Inoltre, quella
specie di voltafaccia da parte di mia sorella mi meravigli non poco. Non
era stata lei, prima, a covare un sentimento di diffidenza nei riguardi della
signorina Pembroke? E adesso la difendeva come una donna difende
un'altra per solidariet di sesso, non solo, ma mi avrebbe voluto anche
rimproverare per aver formulato un suggerimento pieno di buon senso!
Ma dovevo ancora imparare che Greta Pembroke riservava sempre delle
sorprese.
Improvvisamente come era venuto, il suo accesso di collera spar e con il
volto calmo e quasi senza espressione si rivolse a me, dicendo: - Avete
perfettamente ragione, avvocato. Sono convinta che bisogner chiamare il
legale del povero zio. l'avvocato Leroy, Graham Leroy e... immagino
che sia il mio dovere di informarlo subito della morte dello zio.
- Non vedete di buon occhio l'avvocato Leroy? - domandai impulsivamente. Se vi avessi pensato prima non avrei forse posto una
domanda cos personale.
- No, l'avvocato Graham Leroy una persona che non mi piace. Ma
questo non vuol dire. Lui incaricato di tutti gli affari del povero zio, e,
inoltre, stato il suo amico e consigliere personale da tanto tempo. In
considerazione di tutto questo so che debbo mandarlo a chiamare - e
sospir come se la sua decisione fosse presa unicamente per uno stretto
senso di dovere.
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4.
La scoperta del dottor Post
Pochi minuti dopo arriv il signor Lawrence. Aveva la chiave di casa e
fece il suo ingresso nel salotto con l'aria di una persona di famiglia.
- Ebbene, Greta, che cosa successo? - incominci. Poi vedendo degli
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5.
Tracce diverse
- Il magistrato!... - esclam Greta con voce di spavento. - E che cosa
potr fare?
- necessario chiamarlo, figliola - rispose il dottor Masterson - dato che
il vostro povero zio non morto di morte naturale.
- Ma che cosa far? - insist Greta.
- Interrogher tutti e cercher di scoprire chi ha commesso il delitto.
- Ma si capisce, Greta - interpose Lawrence. - Quando si tratta di un
delitto bisogna sempre mandarlo a chiamare.
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- Sta bene - disse Greta - ma tutto questo tanto terribile che ancora non
riesco a convincermi che lo zio sia veramente... Chi l'ha ucciso? Un ladro?
E che cosa hanno rubato?
- Non lo sappiamo, Greta cara - le rispose il cugino. - A tutto questo,
appunto, ci penser il magistrato e la polizia.
Per parte mia ero contento di non aver nulla di urgente da fare allo
studio e decisi di rimanere dov'ero fino all'arrivo del Magistrato. Il dottor
Masterson aveva gi telefonato ed il Magistrato era gi per strada assieme
ad un Ispettore. Laura riusc a convincere Greta di andare a riposare un
poco in casa nostra, dove sarebbe rimasta fino a che Masterson non
l'avesse chiamata.
Il dottor Post disse che ritornava nel suo studio, ma che sarebbe salito di
nuovo appena l'avessero chiamato.
- Senza dubbio c' qualche cosa di grosso sotto quest'affare - mi disse
prima di uscire, con l'aria di una persona che la sa lunga.
- Questo un assassinio eseguito col massimo sangue freddo e con la
pi grande astuzia. Il criminale non pu essere un ladro comune.
- Pu darsi - risposi - ma in ogni modo compete al Magistrato di scoprire
e punire l'assassino. Noi non possiamo fare niente.
- Si dovrebbe fare qualcosa - insist Post. - Dovremmo frugare da per
tutto per scoprire delle tracce.
- Dottore - dissi - io sarei ben lieto di farlo. Come voi vorrei mettermi
subito all'opera. Ma noi dobbiamo sottostare alle decisioni del dottor
Masterson, nella qualit di dottore di famiglia. Dobbiamo quindi rispettare
i suoi desideri e quelli della signorina Pembroke.
Allora Post se ne and a malincuore e notai che Masterson ne sembrava
quasi contento.
- Tutto questo molto oscuro - disse al giovane Lawrence. - Confesso
che non ci capisco niente.
- orribile! - esclam George coprendosi il viso con le mani. - Ieri nel
pomeriggio ero qui e sembrava che lo zio Robert stesse meglio del solito
ed era molto... - si ferm. Masterson complet la frase.
- Molto di malumore volete dire?
- Precisamente. Non l'ho mai visto tanto furibondo e per nulla. Si scagli
contro Greta finch la poveretta si mise a piangere.
- Dove state di casa ora, George? - domand Masterson.
- Ho un piccolo appartamento a Washington Square. Ora Greta verr a
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stare con me. Tutto questo terribile, per lei star meglio senza lo zio.
- Eredita forse qualche cosa? - domandai.
- Greta ed io siamo gli unici eredi - rispose George con molta
franchezza. - Il testamento dello zio non un segreto. Lo fece molto tempo
fa e dato che noi siamo i suoi unici parenti ci ha lasciato il patrimonio in
parti eguali. A me non importa niente del denaro, ma sono contento per
Greta. Lo zio l'ha trattata sempre molto male per i denari. Io me li sono
potuti guadagnare, ma lei molto orgogliosa e non ha mai voluto accettare
denari da me. Cosicch, fra la grettezza e il cattivo carattere dello zio, la
poveretta ha fatto per tutto il tempo una vita impossibile.
- Allora non posso rimpiangere la morte del signor Pembroke - dissi io a parte il fatto che la causa della sua morte stata tanto orribile. Credete
che sia stata l'opera di ladri?
- Non vedo altra possibilit - rispose Lawrence - non ho ancora guardato
intorno qui. Tutto questo mi odioso; ma immagino che il magistrato far
presto a mettere tutto in chiaro.
- Al contrario di voi, mi interessa un poco il lavoro poliziesco, e se
volete sar lieto di fare qualche cosa - dissi.
Lawrence sembrava non aver capito.
- Che io sappia, lo zio non aveva un nemico al mondo - continu
pensieroso - quindi dev'essere stato un ladro o un intruso di qualche specie.
- Per ha usato metodi un po' strani per un ladro - dissi, pensando allo
spillone. - Vi dispiace se do un'occhiata intorno? Mi piacerebbe trovare
l'altro pezzo di quello spillo.
- Quale spillo? - domand Lawrence.
- Lo spillone col quale vostro zio stato ucciso. I dottori dicono che era
uno spillo da cappello da donna e che si era spezzato vicino alla ferita.
Il giovanotto rabbrivid.
- S - continuai. - E se potessimo trovare la parte della capocchia che si
spezzata potrebbe servire per rintracciare l'assassino.
- S, capisco. Ebbene, sono sicuro, andate a cercare quanto vi pare. Ma
vogliate perdonarmi se non vi aiuto. Se necessario, chiamer i migliori
investigatori, ma io non posso far niente di tal genere.
Credevo di capire il suo atteggiamento, data la sua stretta parentela col
morto, e col suo permesso ero deciso di perquisire l'intero appartamento.
Eravamo rimasti soli durante la nostra conversazione, perch il dottor
Masterson era ritornato nella camera del morto e la cameriera, Charlotte,
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6.
Ha inizio l'indagine
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7.
La mia deposizione
- Il vostro nome?
- Henry Landon.
- Abitate in questo palazzo?
- S, nell'appartamento di fronte, a questo piano. Il mio appartamento
un duplicato di questo.
- Raccontatemi, dunque - disse il signor Ross - tutto quello che sapete di
questo affare.
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Greta era seduta sul divano, accanto a mia sorella. Alla domanda
rivoltale, cominci ad agitarsi.
- So che... ieri lo zio aveva nel suo cassetto una cospicua somma di
denaro.
- Da dove proveniva questo denaro?
- Il suo legale, l'avvocato Leroy, glielo consegn l'altro ieri sera.
- Ammontava a diecimila dollari, come questo promemoria sembrerebbe
indicare?
- Credo... credo di s.
Che cosa aveva la ragazza? Se avesse rubato lei stessa il denaro, non
avrebbe potuto dimostrare pi imbarazzo. Per parte mia l'idea che Greta
Pembroke avesse potuto commettere un furto era pi che assurda, ma
vedevo chiaramente che gli altri uomini presenti non condividevano il mio
parere.
- Il signor Pembroke aveva l'abitudine di tenere presso di s delle
cospicue somme di denaro?
- No, di solito mai.
- Allora come si spiega che ci sia avvenuto in questa circostanza?
- Non lo so con certezza - rispose Greta. Ora sembrava preoccupata e
sorpresa e non pi impaurita come prima. - Credo... che aspettasse una
visita da parte di un signore, al quale doveva consegnare il denaro.
- Sapete il nome del signore? - Era... no, non lo so.
Credo che nessuno dei presenti rimanesse convinto della veridicit di
questa risposta, che venne fatta con troppa esitazione e incertezza.
- Siete sicura, signorina, di non sapere il nome del signore al quale il
denaro era destinato?
Ora Greta non era pi incerta. - No, non lo so! - esclam. - Mio zio non
aveva l'abitudine di confidarsi con me per i suoi affari. Ma spesso parlava
ad alta voce e, senza volere, avevo sentito pronunciare delle frasi fra lui e
l'avvocato Leroy che mi avevano fatto capire che il denaro era destinato ad
un signore che doveva passare a prenderlo.
Il Magistrato si rivolse a George Lawrence. - E voi, sapete qualcosa
riguardo a questo denaro?
George, che fino a quel momento era rimasto a guardare la cugina,
apparentemente immerso nei propri pensieri, si scosse leggermente e
rispose, con l'aria di chi casca dalle nuvole: - No, non so niente di tutti
questi affari. Vidi mio zio per pochi minuti ieri nel pomeriggio; ma non mi
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Greta.
- No. - Ma ebbi l'impressione che la ragazza non dicesse la verit. Aveva
pronunciato quel "no" con troppa enfasi.
- Non sapete nulla di questo telegramma?
- No. Mio zio non mi metteva mai al corrente di cose simili. Ad ogni
modo sono sicurissima che nessuno venuto a fargli visita ieri sera.
Dopo qualche altra domanda di poca importanza fui rimandato al mio
posto e mia sorella fu chiamata a deporre. Non poteva far altro che
confermare quello che io avevo gi dichiarato, e disse, inoltre, che non
aveva mai scambiato una parola con la signorina, n varcato la soglia di
casa Pembroke prima di quella mattina.
Poi venne la volta di Charlotte.
Appariva sovreccitata, e il Magistrato fu costretto ad imporle di
rispondere con brevit alle sue domande senza divagare.
- A che ora vi siete alzata stamattina?
- Verso le sette.
- Avete preparato la prima colazione?
- S... il caff, le uova col prosciutto e...
- Non importa... vedeste nessuno prima di mettere in tavola?
- Soltanto il portiere, quando andai alla porta a prendere la posta.
- E costui suon il campanello?
- S, lo fa sempre. Aprii la porta ma c'era la catena... la dimentico
sempre...
- Da quanto tempo siete a servizio di questa famiglia?
- Da sei mesi. Ma stavo per andarmene, non potevo sottostare a quel
vecchio, mi trattava sempre male. La padroncina tanto una brava persona
ma lui, per l'amor di Dio...
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Una tremenda complicazione
- Non ci importa niente di sapere quello che pensate dei vostri padroni interruppe il Magistrato. - A chi avete consegnato la posta?
- Alla signorina.
- Dov'era la signorina?
- In camera sua, che si finiva di vestire.
- E dopo che cosa avete fatto?
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Pembroke.
- E lui glielo rifiut?
- Le disse che glielo avrebbe dato qualora avesse sposato quell'avvocato
Leroy.
A questo punto si interpose George Lawrence. - Non considero
necessario divulgare certe cose di carattere personale, e tanto meno per
mezzo di una persona di servizio - protest.
Io condividevo il suo parere e ammiravo il modo dignitoso e serio con
cui si opponeva a simile procedura.
- In un caso come questo, signor Lawrence - disse il Magistrato - la
legge in diritto di attingere informazioni da qualsiasi fonte che possa
essere ritenuta attendibile. Per conto mio questa donna dice la verit.
- Ma scusate - disse Lawrence - voi state facendo un'inchiesta con lo
scopo di scoprire chi ha ucciso il signor Pembroke. Non capisco in che
modo vi pu aiutare il ficcare il naso nelle cose personali della signorina.
- possibile - rispose freddamente Ross - che le cose personali della
signorina Pembroke possano avere qualche rapporto con lo scopo della
nostra inchiesta. Per, sono d'accordo con voi fino ad un certo punto. Sar
meglio che la signorina in persona ci dica la verit. Volete favorire,
signorina?
Il volto del dottor Masterson aveva un'espressione pi preoccupata che
mai. Mi domandavo che cosa poteva essere che lo turbava tanto.
Greta, al contrario, sembrava molto serena ed aveva nuovamente assunto
quel portamento altero che avevo visto tante volte prima di conoscerla. Il
Magistrato la guardava con gentilezza, ma le rivolse la parola con una
freddezza pari a quella che dimostrava Greta.
- Il vostro nome?
- Greta Pembroke.
- Qual il vostro grado di parentela col defunto?
- Nipote in secondo grado. Robert Pembroke era il fratello di mio nonno.
- Abitavate insieme a lui?
- Da quando avevo sedici anni.
- Era buono con voi? - No.
- E perch non era buono con voi?
- Non lo so. Forse perch non aveva un buon carattere. Soffriva molto di
gotta.
- Era crudele con voi? - S.
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9.
George Lawrence
L'insinuazione era tremenda, mostruosa... eppure...
Dato che Greta, come lei stessa aveva dichiarato, aveva messo il
catenaccio e dato che non era stato tolto che quando Charlotte and ad
aprire la mattina, bisognava concludere che nessuno poteva essere
penetrato in casa durante la notte attraverso la porta. E siccome
l'appartamento era gemello del nostro, sapevo bene che non esisteva
un'altra porta. Non vi era un ingresso di servizio.
Secondo l'ispettore Crawford, le finestre erano rimaste chiuse
dall'interno durante la notte. Quelle delle camere da letto, che generalmente erano lasciate un poco aperte, erano provviste di congegno
antifurto. Quindi bisognava escludere l'ipotesi di assassinio. Ammesso
questo, chi aveva ucciso il signor Pembroke?
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Greta aveva ripreso i sensi, ma giaceva ancora sul divano con gli occhi
chiusi.
Il magistrato chiam George Lawrence.
Era evidente che il giovanotto faceva un grande sforzo per dominarsi.
- Sono indignato della vostra insinuazione - disse. - Non stata mia
cugina a uccidere lo zio.
- Non vi stata nessuna accusa in merito - rispose Ross freddamente. Fate la vostra deposizione.
- Non posso dirvi niente che possa gettar luce sul mistero - disse
Lawrence. - Ero qui ieri dopo pranzo, fra le cinque e le sei. Mio zio era
molto di cattivo umore. Ho parlato un poco con Greta e verso le sei me ne
sono andato.
- Dove siete andato?
- Sono andato direttamente al mio appartamento a Washington Square.
- E poi?
- Mi sono vestito e sono andato a pranzo con degli amici che abitano
nella Sessantesima Strada. Si capisce che questa mia asserzione pu essere
controllata.
- Non mettiamo affatto in dubbio la vostra parola - disse Ross. - E avete
passato la serata nella medesima casa dove avete pranzato?
- S. Me ne andai alle ventitr e mi recai subito a casa mia. Arrivai a casa
verso le ventitr e mezzo.
- Com' che sapete l'ora con tanta esattezza?
- Ne sono certo perch il facchino mi disse che l'orologio di portineria
segnava quell'ora. Mi accompagn sopra con l'ascensore e andai subito
nelle mie stanze. Ho dormito tutta la notte e non ero ancora uscito di
camera quando mia cugina mi ha chiamato al telefono. Come vi ho gi
detto, non ho nulla da dire che possa gettar luce sul delitto. Ma vi avverto
che far di tutto per risolvere questo mistero e per liberare mia cugina da
questo assurdo sospetto.
Ho gi detto di aver avuto una buona impressione di George Lawrence
dal primo momento che lo vidi. Ora mi entusiasmai del suo atteggiamento
leale ed affettuoso verso Greta. Era vero che nessuna accusa era stata
finora avanzata nei riguardi della ragazza, ma era tuttavia molto evidente
che non solo il Magistrato ma anche la giuria la riteneva colpevole.
- Avete sempre la chiave di questo appartamento? - prosegu il
Magistrato, dopo una breve pausa.
Carolyn Wells
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- S. Ce l'ho sempre. Vado e vengo quando voglio. Di giorno non c' mai
la catena alla porta.
- E la notte c'?
- S. Quando abitavo qui ero quasi sempre l'ultimo a rincasare e la
mettevo a posto io. Mia cugina mi ha detto che l'ha sempre messa lei,
prima di ritirarsi, da quando sono andato via.
- Non andavate d'accordo con vostro zio?
- No, affatto. Me ne sono andato proprio a causa del suo cattivo
carattere. Speravo che, andando via io, sarebbe stato pi buono con Greta,
ma purtroppo non stato cos.
- Anche voi eravate al corrente del contenuto del testamento di vostro
zio?
- S. Non ne faceva nessun segreto. Ci ha sempre detto che eravamo i
suoi unici eredi, ma bench si mostrasse desideroso di lasciarci il suo
patrimonio, non era affatto generoso verso di noi mentre era in vita.
- Qual la vostra professione, signor Lawrence?
- Sono un artista... cio, faccio illustrazioni per libri e riviste.
- Guadagnate bene?
- Abbastanza. Sono di gusti semplici e non ho bisogno di molto denaro.
Desidero fare buon uso della mia eredit, ma tuttavia avrei voluto non
averla per molti anni ancora.
Quest'ultima frase ston alquanto ai miei orecchi. Aveva un non so che
di ipocrisia.
- Che voi sappiate, il signor Pembroke aveva dei nemici?
- Che sappia con certezza, no. Per lo meno, nessuno che potrei
sospettare di voler commettere un delitto. Ma so ben poco, come ho gi
detto, degli affari dello zio o delle sue conoscenze. Lui era poco espansivo
ed io, da parte mia, non sentivo nessuna curiosit di sapere cose di quel
genere.
- Aveva delle visite?
- S, qualcuna.
- Che persone erano?
- Uomini d'affari, il suo legale, vari agenti che agivano per suo conto e
qualche volta persone estranee che venivano a chiedere sottoscrizioni per
scopi di beneficenza, oppure per presentargli qualche progetto finanziario.
- E lui li riceveva sempre?
- Sempre. Per lui le visite costituivano uno svago, dato che non usciva
Carolyn Wells
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mai di casa.
- Potete dirci niente, signor Lawrence, circa questi oggetti che sono stati
rinvenuti nella camera del signor Pembroke?
George degn di uno sguardo indifferente i vari oggetti disposti sul
tavolo davanti al magistrato.
- Vi assicuro che non ne so assolutamente niente - rispose.
- Non avete un'idea chi possa essere il "G.S." che ha posto le sue iniziali
in fondo al telegramma?
Quale non fu la mia sorpresa quando vidi Lawrence rivolgersi alla
cugina con un sorriso cos spontaneo che sembrava la conseguenza di un
pensiero umoristico. Ma la mia sorpresa fu ancora pi grande quando
Greta gli lanci un sorriso altrettanto spontaneo che esprimeva una perfetta
comprensione del suo pensiero.
- Ne sapete qualcosa? - domand allora il Magistrato, reso un po'
perplesso dall'atteggiamento del testimone.
- Non ne sono certo - rispose George. - Ma vi dir quello che so. Per
molti anni lo zio aveva temuto un certo personaggio che lui usava
chiamare "G.S.". Quando gli abbiamo chiesto che cosa rappresentassero
queste iniziali, ci ha risposto che si trattava di un certo George Strong, ma
lo disse in modo da lasciarci intendere che questo non era il vero nome. Ci
siamo abituati a considerare questo "G.S." come un personaggio irreale,
esistente soltanto nella fantasia dello zio. Qualche volta ci diceva
scherzando: "Se non sto attento, 'G.S.' mi far la festa", oppure " 'G.S.' non
deve mai sapere questa cosa". Noi siamo del parere, per, che questo
individuo dev'essere stato un tempo socio dello zio in affari.
- Molto tempo fa?
- S, credo. Il legale di mio zio potrebbe darvi informazioni pi
esaurienti in proposito, ma dato che lui non qui, vi dir io quel poco che
so. Pare che lo zio e questo G.S. acquistassero in societ, molti anni fa, una
piantagione di cotone. Sul principio gli affari andarono male. Poi lo zio
acquist anche la parte del cosiddetto George Strong e in seguito le cose
migliorarono moltissimo. Sono certo che lo zio ag con la massima
correttezza nei riguardi del suo socio, ma pare che George Strong si fosse
messo in testa che lo zio avesse un obbligo morale con lui di versargli in
seguito una parte dei profitti. Non so altro e non so neppure se ho capito
bene i dettagli della faccenda. Ma so che George Strong non era il vero
nome dell'individuo e che, per qualche motivo, lo zio lo temeva.
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10.
Il verdetto: "una o pi persone?"
Io ero in uno stato d'animo veramente deplorevole. Non potevo
concepire l'idea che Greta fosse la colpevole; eppure si era comportata, a
dire il vero, in modo molto strano. I suoi svenimenti, i suoi pianti,
contrastavano in pieno con il suo atteggiamento calmo e freddo quando
parlava dello zio. Non aveva dimostrato nessun dolore per la sua morte, e
infatti pareva che dovesse avere tutte le buone ragioni di essere contenta
per la sua scomparsa. Poi di nuovo mi ricordai di essere stato io stesso a
Carolyn Wells
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mettere in evidenza il fatto che la catena della porta non era stata tolta, ed
era proprio questo punto che costituiva il pericolo per Greta. Quindi, dato
che ero stato proprio io a cacciarla in quella terribile situazione, era mio
dovere porgerle tutto l'aiuto di cui ero capace.
Arrivato a questa conclusione e non avendo nessun dubbio circa quello
che sarebbe stato il verdetto della giuria, presi subito le mie decisioni e,
mettendomi a sedere accanto a Greta, cominciai a parlare sottovoce.
- Signorina Pembroke - dissi - temo che purtroppo questa dolorosa
faccenda andr a finire davanti al Tribunale. Potreste essere anche costretta
a subire delle noie e ad essere anche forse detenuta per qualche giorno.
Vorrei chiedervi se avete un legale al quale poter affidare il vostro caso e
la vostra difesa.
- No - rispose Greta freddamente - non conosco nessun legale al quale
desidererei chiedere un consiglio, eppoi io non ne vedo la necessit.
- Non vorreste per caso consultarvi con l'avvocato Leroy?
- No davvero, per nessunissima ragione.
- Non vi chiedo di spiegarmi le vostre ragioni - dissi - ma vi faccio
presente che lo considero necessario. Dovete avere un vostro legale, data
la situazione delicata in cui vi trovate.
Greta mi guard con un'espressione indescrivibile. Eravamo seduti un
poco appartati; mia sorella parlava con George Lawrence, quindi ero
sicuro che nessuno poteva udire quello che dicevamo.
- Mio cugino mi aiuter - disse Greta - ed anch'io lo aiuter. Noi
Pembroke siamo leali ed affezionati. Quindi non credo che avremo
bisogno di nessuno. Il testamento dello zio esplicito, e non vi saranno
difficolt da superare per ci che lo riguarda; in ogni modo si trova presso
l'avvocato Leroy, che si occuper di tutto. George ne sar l'esecutore
testamentario. Lo so gi, e ci penser lui insieme a Leroy a sistemare tutto
senza che io me ne debba occupare personalmente.
Dopo questo discorso non sapevo come fare per far comprendere a Greta
la gravit della sua situazione. Evidentemente, lei non si era resa conto di
come la pensava il Magistrato nei suoi riguardi. Sapevo che aveva
assolutamente bisogno dell'aiuto di un legale; inoltre, volevo essere io il
suo avvocato.
- So che corro il rischio di offendervi, signorina - dissi, dopo una breve
pausa - ma ripeto che fareste bene a consultare un legale. Volete
permettermi, per lo meno, di sentire il parere dell'avvocato Leroy non
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- In ogni modo, signorina - dissi, fingendo una calma che non potevo
sentire - consideratemi pure come il vostro legale, da ora in poi.
Greta si tolse le mani dal viso e mi guard tristemente.
- S, va bene - disse con semplicit.
Il verdetto della giuria era quello che mi aspettavo. Robert Pembroke era
stato assassinato da persona o persone ignote fra le ore ventitr e la
mezzanotte di mercoled. La giuria proponeva la detenzione provvisoria
della signorina Pembroke e della cameriera, Charlotte.
Per gli altri, per, il verdetto arriv come un fulmine a ciel sereno.
- Detenere Greta! - esclam Lawrence, fuori di s. - Ma sono pazzi!
- Scusate, signor Lawrence... come avrebbe fatto un intruso ad entrare
nell'appartamento stanotte? - disse il Magistrato.
- Non lo so. Spetta a voi di scoprire come entrato. Avete tutti gli
oggetti rinvenuti, che sono sufficienti di per s a rintracciare qualsiasi
ladro. Se necessario, impiegate degli investigatori... I migliori possibili.
Non preoccupatevi della spesa, pensate soltanto a scoprire l'individuo che
ha commesso il delitto. E intanto rinunciate al vostro assurdo proposito di
detenere mia cugina!
Anche la cameriera dette in lamentele e preghiere, con pianti e urla. Dio mio! perch non mi sono licenziata prima che succedesse questa
tragedia! Padroncina cara, vero che avete ucciso il signor Robert? Ed
avete anche rubato il denaro? Non vi credevo davvero capace di far tanto
male, signorina mia!
- Silenzio! - grid Lawrence, ma era inutile.
- vero, s, vero! - strill Charlotte. - Il signor Robert ha detto alla
signorina Greta che se non sposava quel Leroy non le avrebbe lasciato pi
nulla e la signorina ha dovuto ucciderlo per forza, si capisce!
George Lawrence s'impadron della donna con la forza e riusc ad
imporle silenzio. Per fortuna, fra le grida ed i suoi singhiozzi, le sue
dichiarazioni erano state cos incoerenti che il Magistrato e la giuria, che
stavano discutendo animatamente fra di loro, non potevano aver capito.
11.
Il catenaccio
Greta rimase seduta, rigida come se fosse stata tramutata in pietra.
Bisognava agire, e subito. Balzando in piedi dichiarai di assumere da
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- Non lo so... oh, s... era qui l'altro ieri sera, perch ieri Greta mi
raccont della terribile discussione che ebbero con lo zio. Era talmente
fuori di s che Greta disse a Leroy di andarsene.
- Dev'essere stato un vecchio proprio terribile - dissi alludendo a
Pembroke e pensando alle sofferenze di Greta.
- Lo era davvero - ripose Lawrence.
- Per - continuai - bisogna vendicare la sua morte. Dobbiamo agire, e
agire subito.
- S, vero - assent Lawrence, lasciandosi sfuggire un sospiro. - Per
parte mia far tutto il possibile, ma siccome non mi piace il ruolo di
investigatore, vi prego, Landon, di volermi scusare. Occupatevene voi, e vi
sar grato del vostro aiuto.
Mi misi subito al lavoro ed esaminai a fondo tutte le finestre
dell'appartamento, una per una. Mi accertai che non vi fosse nessun
ingresso secondario e di servizio. Poi esaminai con cura la porta di casa.
Essa poteva essere aperta soltanto con una chiave speciale "Yale": a parte
questo fatto, nessuna chiave poteva servire se c'era il catenaccio. Guardai
la pesante catena di ottone, la misi nel cursore e aprii la porta per misurare
l'apertura che ne risultava. C'entrava appena la mia mano. Sarebbe stato
impossibile per un uomo passar la mano per quella apertura e far scivolare
indietro la catena: dato che, per toglierla, fui costretto a richiudere la porta,
come Charlotte aveva fatto quella mattina.
Cominciai a rendermi veramente conto, per la prima volta, di dover
fronteggiare una situazione terribile.
Entrai nella camera del morto. Qui trovai l'Ispettore Crawford in
ginocchio, alla ricerca dello spillone spezzato. Insieme, si esamin
minuziosamente il pavimento e tutto il mobilio, ma non vi era traccia di
sorta di quello che cercavamo.
- Si capisce - dissi finalmente. - L'intruso ha portato via con s il
rimanente dello spillone, dopo averlo spezzato. - Ma che cosa dite mai? esclam l'Ispettore quasi con rabbia. - E' assolutamente escluso che si
possa trattare di un intruso. Neanche uno scheletro da museo passerebbe da
una porta che si apre di soli dieci centimetri. E poi, gli uomini non usano
spilloni da cappello. Quella un'arma femminile.
12.
Greta diventa nostra ospite
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tardi e aspettavo soltanto che tu fossi venuto per far servire in tavola. Mi
dispiace, ora, di non aver invitato anche il signor Lawrence: avr fame,
poveretto.
- Oh, lui si arranger - disse Greta - ma spero che ritorner qui oggi
perch dovr mettermi d'accordo con lui circa la mia futura residenza.
Mentre ci sedevamo a tavola, io risposi: - Spero che vorrete considerare
questa come casa vostra, signorina, per un po' di tempo. E poi dovete
ricordarvi che sono responsabile della vostra persona.
- Intendete dire... che sono... in stato d'arresto?
- Non precisamente. Siete detenuta sotto la mia custodia, perch forse
dovrete comparire davanti al Tribunale.
Dopo colazione ritornammo nel mio studiolo.
- Dovete sapere, signorina - cominciai - che, come vostro legale, far
tutto quello che mi sar possibile in questa dolorosa circostanza. Da parte
vostra, per, spero che vorrete onorarmi della vostra pi completa fiducia.
- Intendete dire... che vi dovr dire tutta la verit.
- S, tutto quello che sapete. Se no, non posso fare niente per voi.
- Ma... io non ho altro da dire, ho gi detto tutto quello che so. Segu un
attimo di silenzio. Poi la ragazza prosegu:
- Non mi credete... lo sento. Perch dubitate della mia parola?
- Perch, come avvocato, sono costretto a formulare i miei giudizi sui
fatti che io stesso osservo e sui fatti che intuisco dalle dichiarazioni da voi
fatte - risposi. - Ora, ditemi, credete che sia possibile che Charlotte abbia
commesso il delitto?
- No, non lo credo. Lei non aveva nessun motivo.
- Allora... chi poteva avere un motivo?
- Che io sappia... nessuno, all'infuori di me e di mio cugino George.
La risposta era in s assai sorprendente.
- Voi non lo avrete commesso certamente - dissi, un po' per punirmi di
qualsiasi ombra di dubbio che potevo nutrire in cuor mio. - E poi
Lawrence non poteva entrare in casa, a meno che...
- A meno... che cosa? - fece Greta, guardandomi fisso negli occhi, con
una strana espressione.
- A meno che voi stessa o Charlotte non lo abbiate fatto entrare.
Invece di andare in collera, come mi ero aspettato, la ragazza tentenn
lentamente il capo e rispose: - Io non ho fatto questo e nemmeno Charlotte.
Lei non aveva alcun motivo.
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13.
Greta fa la misteriosa
- Ed ora, signorina, debbo nuovamente pregarvi di confidarvi
pienamente con me. Oltre ad essere il vostro legale e consigliere, sono
anche il vostro amico.
La ragazza alz gli occhi con uno sguardo di implorazione.
- Credetemi, lo farei tanto volentieri! Ma non posso!... Sono le
circostanze che mi costringono ad agire cos. Vorrei dirvi tutto, ma non
posso, credetemi, avvocato, non posso!
- Io vi credo - dissi. - Confesso la mia incapacit di comprendervi, ma
prometto di credervi.
- Non mi comprendo nemmeno io - disse con molta tristezza. - Ho tanto
bisogno di sentire una persona amica vicino a me!
- So bene che ne avete bisogno, e la troverete senz'altro in mia sorella.
So che vi vuol gi bene e dipender da voi che lei diventi un'amica buona e
fedele.
Cos dicendo mi alzai in piedi. Dovevo recarmi allo studio, dove avevo
una pratica da svolgere.
- Vi ringrazio di cuore, avvocato - disse Greta - e sono grata a vostra
sorella di voler estendere la sua amicizia ad una ragazza cos sfortunata
come me.
La lasciai con Laura e, uscito di casa, mi diressi subito allo studio. Mi ci
volle un'oretta per portare a termine quella pratica, dopo di che, dando
Carolyn Wells
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giustamente che sarebbe inutile proseguire con le ricerche nei riguardi del
telegramma.
- Certamente. In ogni modo, per, il telegramma non ci serviva a nulla,
dato che n "G.S." n nessun'altra persona avrebbe potuto passare da una
porta chiusa col catenaccio.
"Quel maledetto catenaccio!...", pensai. Ma sarebbe stato perfettamente
inutile esternare la mia convinzione a Ross. Lui era altrettanto sicuro della
colpevolezza di Greta quanto lo ero io della sua innocenza.
Restituii il biglietto al Magistrato, presi la chiave e me ne andai.
Convinto che "agire" era l'unico rimedio contro il "fantasticare" intorno a
questo caso misteriosissimo; salii su di un'auto pubblica e mi feci portare
direttamente alla Banca, dove mi era stato detto che il defunto aveva il suo
conto corrente.
Qui, per, mi dissero che la chiave non apparteneva n alla sede centrale
n a nessuna delle succursali. No; non avevano idea a quale banca o
societ essa potesse appartenere.
Con una costanza ammirevole, feci il giro di tutte quante le banche pi
famose di New York. Niente. Cominciai a sospettare che non mi volessero
dare soddisfazione, non essendo a conoscenza della mia identit e neppure
dello scopo della mia ricerca. Allora mi recai all'ufficio della ditta che
aveva fabbricato la chiave - il nome vi era inciso sopra - e finalmente,
dopo aver fatto un'ampia e precisa dichiarazione circa il caso e presentato
prove indiscutibili della mia identit, fui informato che la chiave era stata
fabbricata per la Societ Cassette di Sicurezza Manhattan.
14.
La signora Alton
La Societ Cassette di Sicurezza Manhattan!
Andai immediatamente agli uffici della Societ e chiesi di parlare col
Direttore. Riuscii, dopo non poche difficolt, a convincerlo dell'urgenza
del caso e dell'importanza della chiave stessa, e mi disse che questa
apparteneva ad una cassetta intitolata ad una certa signora Alton che
abitava nella Cinquantottesima Strada Ovest.
Guardai l'orologio. Erano le diciassette passate. Decisi di andare subito
dalla signora. Salutai e ringraziai il Direttore della Manhattan e dopo
qualche minuto mi trovavo di nuovo in un'auto pubblica che mi portava
Carolyn Wells
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trovata la chiave?
- Nell'appartamento del signor Robert Pembroke. Credo che questo fatto
possa essere spiegato assai facilmente: Graham Leroy anche il legale del
signor Pembroke, e avr lasciato cadere la chiave mentre si trovava in
visita da lui.
- Ma... questo sarebbe un caso di imperdonabile distrazione! - esclam la
signora, indignata.
- Sta a voi, signora, spiegarvi coll'avvocato Leroy, su questo punto dissi alzandomi in piedi. - Mi dispiace di avervi disturbato e vi ringrazio
della vostra cortesia.
- Ma la chiave... la lascerete a me, non vero?
- Mi rincresce molto, ma non posso farlo. Mi stata affidata da un
funzionario. Vi prometto, per, di consegnarla all'avvocato Leroy. Buon
giorno, signora.
Me ne andai molto perplesso. La chiave, dunque, era in possesso di
Leroy. Lui doveva averla lasciata nella camera da letto di Pembroke. Non
l'avrebbe fatto apposta, quindi lo aveva fatto senza accorgersene. Era stata
trovata nel letto del morto. Non sotto il guanciale. Si supponeva soltanto
che fosse stata prima sotto il guanciale. Poteva essere caduta dalla tasca di
qualcuno che si fosse chinato sopra il dormiente...
Ma Graham Leroy! L'idea era assurda! E poi c'era la domanda che
sussisteva sempre: come sarebbe potuto entrare?
A questo punto mi ritornarono in mente due parole, due terribili parole,
pronunciate dal Magistrato: "Connivenza e complicit".
Se Leroy fosse entrato nell'appartamento a qualsiasi ora durante la notte
di mercoled, non poteva essere stato senza la connivenza o la complicit
di Greta o di Charlotte.
Cercai di dissipare questi tristi pensieri con una boccata d'aria fresca e
diressi i miei passi verso casa, dove arrivai verso le diciotto.
C'era George Lawrence. Ne ero contento, pensando che forse avrei
saputo da lui qualcosa della vita del signor Pembroke e delle sue
conoscenze. Decisi di non dir nulla delle scoperte che avevo fatto durante
il pomeriggio, ma di annunciare la mia intenzione di proseguire nella
ricerca di un delinquente vero e proprio, che avrebbe potuto commettere il
delitto a scopo di furto, entrando dalla finestra.
Feci cos, e George Lawrence si mostr molto soddisfatto delle mie
intenzioni. Disse che naturalmente ci doveva esser qualcun altro, al di
Carolyn Wells
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15.
Chi "G. S."
Bench mi fossi deciso di non far parola del biglietto firmato "Gerard
Stump", ritenevo opportuno far cadere il discorso su "G.S." per vedere se
Greta dicesse qualcosa del biglietto.
- Ritenete possibile, signor Lawrence - domandai - che quel "G. S." che
invi il telegramma possa essere venuto all'appuntamento ieri sera,
all'insaputa di tutti?
- Ma scusate... come poteva entrare? - domand Lawrence.
- Questa un'altra questione. Ammettendo, per mera ipotesi, che sia
entrato, perch non cerchiamo di sapere chi e che cosa venuto a fare?
Carolyn Wells
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- Mia cara sorellina - dissi - gi che sei dotata di tanta fantasia, puoi
spiegarci come il signor George Strong pu essere riuscito ad entrare in
casa?
- semplicissimo - rispose Laura. - Il signor Pembroke lo aspettava e
siccome era tardi e gli altri erano a letto, si alzato ed andato a aprirgli
da s.
- Va bene - dissi. - E ora, dopo che questo terribile signor Strong ha
commesso l'orrendo delitto, chi lo avr accompagnato alla porta e rimesso
a posto il catenaccio?
Un silenzio profondo segu le mie parole. Troppo tardi mi accorsi di
aver avanzato un quesito tremendo. Se qualcuno aveva rimesso a posto il
catenaccio dopo che il misterioso individuo era uscito dall'appartamento,
chi poteva essere questo qualcuno se non Greta o Charlotte?
Greta era agitatissima e le sue labbra erano diventate bianche.
- E che cosa dobbiamo fare per rintracciare questo "G. S."? - domand
Lawrence, dopo una pausa che sembrava carica di tensione. - Il
telegramma stato spedito da East Lynnwood, ma sarebbe molto difficile
rintracciare una persona laggi sapendo soltanto le iniziali G. S. Vi sono
tanti nomi maschili che cominciano con G.
- Potrebbe anche non essere un uomo - disse Laura. - Vi sono anche
molti nomi femminili che cominciano con G. ... Greta, per esempio.
- Le mie iniziali non sono G. S., per - disse Greta - e poi non ho
mandato un telegramma allo zio.
Il tono leggero con cui la ragazza pronunci questa frase mi meravigli.
Sembrava quasi che l'idea la divertisse.
- Per - prosegu - potrebbe essere stata anche una donna, e ci
spiegherebbe lo spillone da cappello.
Ero veramente perplesso. Greta sapeva che il "G. S." del telegramma era
il "Gerard Stump" che aveva firmato il biglietto. Lei sapeva, dunque, che
G. S. non era una donna. Perch faceva l'ingenua? Era possibile che
cercasse di coprire le tracce di G. S. e che sapesse molto di pi intorno alla
tragedia di quello che io non mi fossi immaginato?
- Io non credo che sapremo mai nulla - disse Laura. - Mi sembra che
questo sia uno di quei misteri che non vengono mai risolti. Chiunque possa
esser stato ad entrare tanto abilmente nell'appartamento, quando non vi era
nessuna via d'ingresso, sar stato abbastanza abile da non lasciarsi
scoprire.
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Tanto George che Greta guardarono mia sorella come turbati dalle sue
parole, e questo fatto mi turb a mia volta.
Poi, riuscii a sviare la conversazione su vari argomenti di carattere
generale ed appresi diversi fatti inerenti la vita del signor Pembroke, ed
anche di George Lawrence. Di quest'ultimo, seppi che apparteneva a vari
circoli della metropoli, che giocava volentieri a poker e al biliardo, e,
infine, da una frase che lui stesso si lasci sfuggire, capii che ogni tanto
giocava in Borsa. Mi sembrava strano che un giovane pittore potesse
permettersi il lusso di abitare un appartamento in un quartiere elegante di
New York ed avere ancora del denaro disponibile per giocare in Borsa. Ma
in ogni modo non si poteva assolutamente sospettare di lui in rapporto al
delitto, dato che la presenza del catenaccio escludeva in modo categorico
l'ipotesi che avesse potuto servirsi della chiave di casa. Inoltre aveva un
alibi perfetto da presentare.
Dopo il pranzo io esternai il desiderio di uscire di casa. Sentivo il
bisogno di esser solo e di poter riordinare un poco le mie idee. Lawrence
disse che avrebbe passato la serata ad esaminare le carte lasciate dal signor
Pembroke e Laura voleva mandare la sua ospite a letto presto per farla
riposare dopo la terribile giornata che aveva passato.
Uscii di casa e mi diressi a grandi passi verso Broadway. Le strade
illuminate, movimentate da un traffico intenso e rigurgitanti di folla,
agivano come un calmante sui miei nervi sovraeccitati.
Era inutile perdersi in questo groviglio di avvenimenti misteriosi, nella
formulazione di ipotesi pi o meno strampalate. Avendo incominciato le
mie ricerche, avevo deciso, se ci mi fosse stato possibile, di portarle in
fondo. Preferivo trovare da me le prove sfavorevoli alla causa di Greta,
ammesso che tali prove esistessero, piuttosto che lasciarle scoprire da un
investigatore qualsiasi; ma c'era poco da fare in materia di investigazioni a
quell'ora della notte.
Passai davanti ad un teatro di variet.
Ah! Gi! In un attimo mi ricordai dei biglietti del teatro che avevo
trovato sul pavimento in camera del signor Pembroke. Mi diressi verso il
Teatro Nazionale. Il programma era gi inoltrato, v'erano poche persone
intorno al botteghino dei biglietti e mi fu facile conversare con l'impiegato,
il quale era un giovanotto assai espansivo.
- Avete un pienone stasera! M'immagino - dissi per rompere il ghiaccio.
- Altroch! Tutte le sere. Capirete, con le sorelle Dolly!
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- Che vi ricordiate, i posti erano tutti esauriti anche nella serata del 16
ottobre? - domandai.
- Sicuramente. Quella era proprio una serata di gala. Perch?
- Non potreste dirmi, per caso, chi prenot i posti numero uno e numero
tre in fila G, per quella sera?
- Dite un po'... che cosa credete che sia io? Non sono mica un registro,
sapete! E perch lo volete sapere?
- Oh... ricerche della polizia - risposi. - Come potrei fare per sapere chi
furono le persone che occuparono quei posti?
- Mettete un avviso sui giornali.
- In che senso?
- Per esempio, un'inserzione nella colonna personale, in cerca delle
persone che occuparono i posti.
- Ma non risponderebbero mica... avrebbero paura di esser presi.
- Gi, vero. Ho un'idea... sentite, chiedete nella vostra inserzione a
coloro che occuparono i posti subito dietro alla fila G., di comunicare con
voi. Cos, forse potrete sapere qualcosa delle persone che stavano davanti,
non vi pare?
- Giovanotto - dissi - la vostra un'idea meravigliosa! Vi sono molto
obbligato e vado subito a metterla in atto. Buona sera e grazie.
Gli lasciai una buona mancia e senza perder tempo mi recai nella
redazione di uno dei maggiori quotidiani della metropoli. Compilai la mia
inserzione e la consegnai ad un impiegato, il quale mi assicur che sarebbe
apparsa nell'edizione della mattina seguente.
Lasciai gli uffici del giornale e mi avviai a piedi, lentamente, nella
direzione di casa mia, cercando invano di riordinare i miei tumultuosi
pensieri. Pi pensavo, per, pi mi convincevo che la situazione della
signorina Pembroke era disperata.
Non volli ingannare me stesso. Era innamoratissimo di questa donna
misteriosa, disgraziata, bersagliata e nonostante tutti gli indizi sembrassero
fatalmente indicare la sua colpevolezza, ero tuttavia convintissimo che era
assolutamente innocente, ed ero deciso a fornire le prove della sua
innocenza davanti a tutto il mondo.
16.
Arriva Graham Leroy
Carolyn Wells
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siano innamorati?
- Niente affatto. Lawrence innamorato, o forse crede di esserlo, della
signorina Milly Waring. Il suo affetto per Greta non altro che
l'attaccamento che sente per la sua unica parente.
- E Greta? - domandai, cercando di nascondere la mia ansia.
- Anche lei gli vuol bene per la stessa ragione. Non innamorata di
nessuno, per ora. Per, mio caro, debbo dirti che si interessa di te in modo
particolare.
- Davvero? Ne sei certa?
- Oh, come sei sciocco! Credi che io sia cieca? So anche che sei
innamoratissimo di lei e lo sei stato dal primo giorno che l'hai veduta!
- vero, perbacco! - esclamai. - Mi conosci meglio di me stesso.
Credevo di volerle bene da oggi soltanto, ma hai ragione tu, le ho voluto
bene dalla prima volta che l'ho vista.
- Fatti coraggio, allora. Se sai fare...
- Lo spero - dissi. - Quando questo orribile mistero sar stato risolto,
andremo tutti via di qui, da questa casa.
- Oh, s - disse Laura. - Il pensiero di un altro trasloco mi fa spavento,
ma non rimarrei in questo triste palazzo per tutto l'oro del mondo!
La mattina Leroy rientr a New York. Dal suo studio telefon a Greta
dicendole che sarebbe venuto da lei nel pomeriggio e che desiderava
vedere anche Lawrence.
Dato che Greta era nostra ospite, il colloquio ebbe luogo in casa nostra.
Il cadavere del vecchio Pembroke era stato trasportato all'obitorio, ma
Greta aveva preferito rimanere con noi, anzich ritornare nella triste casa
dove si respirava un'atmosfera di morte.
Leroy era davvero un bell'uomo. Bench lo avessi gi veduto parecchie
volte, non mi ero mai reso conto che fosse dotato di una personalit tanto
attraente. Era alto, ed aveva gli occhi e i capelli bruni, con fili di argento
sulle tempie: ci che conferisce sempre un aspetto di grande distinzione
agli uomini di una certa et. Inoltre, era vestito con un'eleganza
impareggiabile.
Lui venne incontro a Greta con un'aria di leggera commozione e le fece
le sue condoglianze. Greta, al contrario, lo salut e lo ringrazi con molta
freddezza, anzi altezzosamente.
Lawrence gli fece un'accoglienza un po' pi cordiale, ma era evidente
che n lui n la cugina lo vedevano di buon occhio. Furono fatte le
Carolyn Wells
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17.
Leroy il colpevole?
Rimanemmo tutti come pietrificati e per qualche istante nessuno fece
parola. La prima a rompere il silenzio fu Greta. - Non posso fraintendere la
vostra insinuazione, signor Buckner - disse in tono freddissimo. - Voi
osate insinuare, infatti, che l'avvocato Leroy possa essere stato nella
camera dello zio a tarda ora mercoled sera. Permettetemi di ricordarvi che
sono stata io a mettere al posto il catenaccio circa alle ore ventitr e quindi
sarebbe stato materialmente impossibile per l'avvocato entrare nella casa
dopo quell'ora.
Segu un'altra pausa imbarazzante.
- Volete dirmi, avvocato Leroy - cominci Buckner fingendo d'ignorare
il discorso di Greta - dove eravate mercoled sera?
- Sono partito per Utica - rispose Leroy.
- A che ora siete partito?
- Piuttosto tardi.
- Con quale treno?
- Con un treno della notte.
- Quello di mezzanotte?
- S, quello di mezzanotte. - Questa risposta fu data in tono di
esasperazione.
Eravamo tutti come elettrizzati.
- Dove eravate fra le ventitr e la mezzanotte di mercoled sera? prosegu Buckner.
- Rifiuto di rispondere a questa domanda - rispose Leroy seccamente.
- Dovete rispondere, avvocato. Siete andato alla stazione molto prima
della partenza del treno?
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- No.
- Da casa vostra siete andato direttamente alla stazione?
- Direttamente no, forse, ma non mi sono nemmeno fermato.
- Allora che cosa avete fatto, gi che dite di non esserci andato direttamente?
- Ho girato un po' a piedi.
- E perch avete fatto questo?
- In parte per fare un po' di moto ed anche perch non volevo giungere
alla stazione fin verso l'ora della partenza del treno.
- Nel girare un po', siete venuto anche da queste parti?
- Rifiuto di rispondere a questa domanda.
- Dovete rispondermi, avvocato.
- Non sono tenuto a farlo qualora la mia risposta mi dovesse coinvolgere
nella faccenda.
- Allora debbo dirvi che il vostro rifiuto conta per una risposta affermativa. Suppongo, quindi, che vi trovavate da queste parti fra le ventitr
e la mezzanotte di mercoled.
- E anche se ci fosse? - intervenne Greta. - L'avvocato Leroy poteva
essere da queste parti quanto voleva ma non poteva entrare in casa nostra,
quindi ci del tutto senza importanza.
- Precisamente - disse George Lawrence. - Se non si pu provare che
l'avvocato riuscito a penetrare in casa attraverso una porta chiusa a
chiave e col catenaccio, non ci riguarda affatto dove lui possa essere stato
all'ora del delitto.
- Siete tutti fuori strada - disse Leroy. - S'intende che il delitto stato
commesso da un ladro di professione che entrato in un modo a noi
sconosciuto.
- E quale motivo avrebbe potuto avere un ladro di professione? domand Buckner.
- Il furto del denaro - dissi io, grato a Leroy di aver deviato la discussione in questo senso.
- Potete dirci qualcosa riguardo ad una somma rilevante di denaro che si
ha ragione di ritenere sia stata presso il signor Pembroke la notte della sua
morte? - domand Buckner a Leroy.
- Vi posso dire questo: gli consegnai una consistente somma di denaro,
diecimila dollari, quando lo vidi marted sera - rispose Leroy.
- Avete fatto questo dietro sua richiesta?
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non dire queste tue supposizioni senza fondamento a nessuno, hai capito?
Laura se ne offese un po', ma poi sorrise e disse che, nonostante la mia
ingiusta denigrazione delle sue facolt intuitive, mi perdonava.
Ma non potevo scordarmi di quello che Greta mi aveva detto e, cio, che
Leroy era un uomo indegno di fiducia e senza scrupoli. E adesso che
Laura, col suo intuito, lo giudicava un mascalzone, cominciavo a
domandarmi veramente che razza di individuo potesse essere.
18.
L'appartamento a Washington Square
Non sapendo che pesci pigliare, decisi di rivolgermi all'Ispettore
Crawford. Non lo ritenevo un bravo investigatore, ma ero arrivato ad un tal
punto di esasperazione che bisognava che facessi qualche cosa.
Gli telefonai, ma riuscii soltanto dopo molte insistenze a convincerlo di
dedicarmi un poco del suo tempo preziosissimo. Finalmente mi concesse
un quarto d'ora nella sua abitazione privata.
Non appena iniziata la nostra conversazione, mi avvidi che Crawford
non si interessava del caso Pembroke appunto perch riteneva che la sua
soluzione fosse gi un fatto compiuto. Lui non era n molto colto n molto
affabile, ma era dotato, come dovevo ben presto accorgermi, di una certa
testardaggine che gli impediva di comprendere un qualsiasi punto di vista
che non fosse il suo.
- So che la signorina Pembroke ha ucciso suo zio - mi disse - perch non
possibile che il delitto sia stato commesso da nessun altro. Ho esaminato
tutte le finestre; la porta era chiusa a chiave e poi col catenaccio.
L'appartamento era, per modo di dire, ermeticamente chiuso, la notte del
delitto.
- Allora voi ritenete, Ispettore, che non esistesse nessun'altra via
d'ingresso all'infuori delle porte e delle finestre, non vero? Quindi siete
certo che il vecchio stato ucciso o dalla nipote o dalla cameriera.
- Oppure da tutte e due - aggiunse Crawford.
- Questa, dunque, sarebbe la vostra opinione personale - dissi.
- Lo affermo come un fatto indiscutibile - mi rispose in tono categorico.
- Tutte le testimonianze lo indicano inesorabilmente. C' il motivo, c' la
possibilit materiale e c' anche l'arma a portata di mano. Che cosa volete
di pi?
Carolyn Wells
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dopo che lui era uscito, e questo non coinciderebbe con l'ipotesi che lei
non poteva saper nulla del delitto.
- Verissimo. Per, la vostra idea ci pone davanti ad un altro problema:
ammettiamo pure che Lawrence sia andato in casa Pembroke mercoled
sera e che sia poi uscito di nuovo. Il facchino addetto all'ascensore lo
avrebbe saputo e lo avrebbe raccontato quando ha fatto la sua deposizione.
- Un momento, Ispettore. In primo luogo, il facchino che stato
chiamato a deporre non era quello che faceva il turno di notte: quello non
stato ancora interrogato. Ad ogni modo, poi, Lawrence dice di avere un
perfetto alibi e di poter produrre i testimoni se ci fosse necessario.
- Allora siamo da capo - disse l'Ispettore con un'aria di dispetto.
- Sentite, Ispettore. Non vi avrei nemmeno fatto il nome di Lawrence se
avessi potuto fare quello che desidero senza la vostra collaborazione. Si
tratta di questo. Voglio andare nell'appartamento di Lawrence e perquisire
tutte le stanze. Non ho nessuna ragione specifica per farlo, ma ho la
sensazione che possa condurre a qualche cosa di concreto. Non posso dire,
in verit, che sospetto Lawrence di aver commesso il delitto, n che dubito
del suo alibi. Non ho la minima idea di come avrebbe potuto entrare
nell'appartamento. Ma so che aveva, o che avrebbe potuto avere, un
motivo per desiderare la morte di suo zio, ed su questo punto
apparentemente insignificante che ho intenzione di basare il mio
interessamento nei suoi affari. Non potrei perquisire il suo appartamento
da solo, ma siccome voi, nella vostra qualit di funzionario, potete farlo,
desidero andarvi con voi, e subito.
Crawford acconsent senz'altro alla mia proposta. Nonostante la sua
indifferenza nei riguardi del caso Pembroke, l'idea di una perquisizione
aveva subito destato in lui 1'"istinto del segugio".
Sapevo che Lawrence avrebbe passato l'intero pomeriggio a esaminare i
documenti lasciati da suo zio e che quindi avrei avuto via libera per
qualche ora almeno. Salimmo in un'auto pubblica e ci facemmo condurre
subito a Washington Square.
L'appartamento abitato da George Lawrence, se non proprio di lusso, era
tuttavia molto elegante. Consisteva di un salotto grande che serviva anche
da studio, di una camera da letto con bagno annesso e di una piccola
cucina.
- Facciamo una perquisizione ognuno per conto nostro - sugger
l'Ispettore - e dopo faremo un confronto. Non ho speranza di trovar
Carolyn Wells
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19.
Un colloquio con Greta
Tornai a casa depresso. Ero convinto, contrariamente alla mia volont,
che l'ispettore Crawford avesse ragione. Laura e Greta mi aspettavano nel
mio studio con un bel fuoco acceso.
Fuori faceva freddo, e l'aspetto accogliente della casa, nonch il piacere
che provai nel vedere Greta seduta nella mia poltrona prediletta, mi fecero
dimenticare per un istante le mie gravi preoccupazioni.
Era gi tardi e Laura fece servire quasi subito il pranzo, dopo il quale
ritornammo nello studio, dove ci venne portato il caff. Quando la
cameriera ebbe portato via le tazzine vuote, Laura disse di aver qualche
cosa di urgente da sistemare, pregandoci di scusarla, che sarebbe ritornata
dopo una mezz'oretta. Mia sorella ha sempre avuto molto tatto.
Fu con vero dispiacere che mi accinsi a rompere quell'atmosfera di lieta
serenit che avevo trovato al mio ritorno a casa, ma bisognava farlo perch
Greta era in grave pericolo. Senza preamboli le dissi che dovevo parlarle
Carolyn Wells
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molto seriamente.
Il suo modo di fare cambi all'istante. Divent di nuovo riservata, altera,
fredda. Non mi lasciai scoraggiare e continuai:
- Mi rincresce che vi debba dispiacere che io vi parli di queste cose, ma
dovete capire di trovarvi in una situazione delicatissima. Non vorreste
confidarvi con me e dirmi tutto quello che sapete? Vi chiedo, nel vostro
interesse, di essere franca con me.
- Non posso essere franca con voi - rispose con un sospiro che rivelava
la tristezza della sua anima. - Credetemi, non posso. Quello che potrete
apprendere, non lo apprenderete mai da me.
- Perch non potete parlarmi con franchezza? Avete paura di dirmi tutto?
- Non posso rispondere nemmeno a questa domanda. Vi ripeto,
avvocato, che non posso fornirvi informazioni di sorta.
- Allora, debbo rivolgervi alcune domande e voi dovete rispondere
almeno a quelle. Prima di tutto, perch non avete detto niente del biglietto
indirizzato a vostro zio da parte di Gerard Stump?
- Chi ve ne ha parlato? - La ragazza si agit.
- L'ispettore Crawford lo ha trovato nella vostra camera - risposi. Siccome non avete voluto dire tutto quello che sapete, i funzionari hanno
ritenuto loro dovere perquisire l'appartamento in cerca di un qualsiasi
indizio che potesse gettare luce sul mistero.
- E voi ritenete che il biglietto sia servito a ci?
- Esso prova che voi avete taciuto con intenzione dell'arrivo del biglietto.
Perch avete fatto questo?
- Rifiuto di dirvene la ragione.
- Signorina, non lo fate. Danneggiate la vostra causa se rifiutate di
parlare con me. Sono il vostro legale e se desiderate che io vi salvi dal
pericolo in cui vi trovate, dovete aiutarmi in tutto e per tutto.
L'espressione del suo volto mut alla gravit delle mie parole e i suoi
occhi si riempirono di lacrime.
- Avete ragione... forse sarebbe meglio se vi raccontassi tutto... ma non
posso... non posso! - Si copr il volto con le mani. Tremava in tutta la
persona. Ma non pianse. Ad un tratto scopr il viso e mi guard con aria
decisa.
- Non vi era una ragione speciale per non dire nulla del biglietto - disse.
- L'avevo dimenticato, ecco tutto.
- L'avevate dimenticato! - esclamai, guardandola negli occhi. Lei li
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abbass in fretta.
- Non precisamente dimenticato, ma credevo che non avesse alcuna
importanza.
- Oh, questo poi! Ieri sera abbiamo parlato di "G.S." insieme con vostro
cugino e ci siamo domandati chi poteva essere. A quell'ora avevate gi
letto il biglietto di Gerard Stump, nel quale lui diceva che non sarebbe
venuto qui mercoled sera come aveva in precedenza telegrafato. Perch
non ci avete detto nulla?
- Forse non sar stato il medesimo "G.S." - disse Greta.
- Voi sapevate che era il medesimo, perch il biglietto si riferiva al
telegramma.
- Gi, vero. Non ci avevo pensato. Non sono molto brava nel fingere,
dopo tutto.
- Temo di no - dissi molto seriamente.
- Che cosa volete da me? - domand la ragazza ad un tratto, quasi
sottovoce. - Domandatemelo e ve lo dir.
- Vi chiedo - dissi lentamente, parlando anch'io sottovoce - di dirmi
francamente perch non avete fatto alcun cenno al biglietto di Gerard
Stump.
- Perch volevo che i sospetti si fermassero su "G.S.".
- Conoscete questo Gerard Stump?
- No, non lo conosco. Non avevo mai sentito quel nome prima di leggere
il biglietto. Ma so che "G.S." un nemico dello zio, e perch non poteva
darsi che lui fosse venuto a ucciderlo anche dopo avergli inviato il
biglietto? Forse questo era un tranello.
- Signorina Pembroke, voi non credete che G.S. sia venuto qui mercoled
sera. Voi sapete che non venuto, e inventate tutto questo all'unico scopo
di deviare i sospetti su di lui. Non vero?
- S - rispose la ragazza con un fil di voce. - Mi avete chiesto di
rispondervi con franchezza, e l'ho fatto.
Il suo volto era pallidissimo, le mani le tremavano, il suo sguardo
vagava intorno come se si sentisse smarrita.
- Signorina, mi dispiace moltissimo che insistiate nel non voler parlare.
Parler io per voi. Voi, dunque, cercate di deviare i sospetti su "G.S." per
salvaguardare voi stessa o qualcun altro che vi preme.
- Come fate a sapere questo? - la domanda fu quasi un grido.
- Non mi difficile immaginarlo - dissi con amarezza. - E non neppure
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doveva servirvi?
- Non ve lo posso dire, mi dispiace.
- Ma ne avevate bisogno, non vero? Lo avete chiesto a vostro zio e lui
ve lo ha negato.
- Lui rispose che se... se io... se io lo volevo... ma che cosa vi sto
dicendo? Ma io lo sapevo.
- Lui rispose che vi avrebbe dato quello ed altro se voi aveste sposato
Leroy, non vero?
- S - disse Greta, guardandomi negli occhi.
- Ma siccome volevate il denaro e non volevate sposare Leroy, la
condizione imposta da vostro zio non vi piacque. cos?
- S... - disse Greta con gli occhi smarriti. - S, vero.
Per questa ragione che non sapevo ancora, la ragazza continuava a
nascondermi la verit. Ero convinto che facesse questo per uno scopo ben
definito.
- Io rinuncio a interrogarvi - dissi ad un tratto, assumendo un tono meno
grave. - Non posso arrivare a nessuna conclusione con voi stasera, nei
nostri rapporti di cliente e di avvocato. Sar meglio riprendere la nostra
conversazione domani. Buona notte, signorina.
E cos dicendo mi alzai e uscii dalla stanza.
20.
Il fazzoletto con le iniziali
I funerali di Robert Pembroke dovevano avere luogo nel pomeriggio di
sabato. Il vecchio aveva avuto pochissimi amici e la cerimonia doveva
svolgersi in forma molto semplice, partendo dalla cappella mortuaria. Mia
sorella ed io decidemmo di esser presenti per il rispetto dovuto ai nostri
amici, bench non avessimo mai conosciuto personalmente il defunto.
Il sabato mattina non vidi Greta perch era ancora in camera quando
uscii per recarmi allo studio. Quando vi arrivai trovai sul mio tavolo una
lettera di certo Jerome Decker.
La calligrafia non prometteva molto bene, ma il contenuto mi rivel che
lo scrivente di trovava al Teatro Nazionale la sera del 16 ottobre. Il signor
Decker aggiungeva che, siccome aveva occupato il posto n. 3 della fila H,
trovandosi quindi dietro al numero corrispondente della fila G, desiderava
moltissimo sapere in che modo poteva rendersi utile portando questo fatto
Carolyn Wells
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a mia conoscenza.
Telefonai immediatamente al numero indicatomi nella lettera ed il signor
Decker promise di venirmi a trovare entro un'ora.
Arriv quasi subito. Era un tipo vistoso, con un vestito a scacchi, una
cravatta rossa e portava il cappello all'indietro. La sua voce ed il suo modo
di fare erano perfettamente in carattere.
- Che c', amico?
Lui disse il pi brevemente possibile quello che sapeva.
- Sicuro - disse, senza un attimo di esitazione. - Eravamo una comitiva
di otto amici quella sera l. William Rivers e Bob Pierson erano davanti,
nei posti uno e tre di fila G. Sono ottimi ragazzi... non c' mica nulla di
male, no?
- State tranquillo, signor Decker - risposi. - Si tratta di un affaretto fra
noi due. Io vi chiedo l'indirizzo di questi due vostri amici, ma questo non li
implicher assolutamente in nulla, ve lo garantisco. Poi, se lo desiderate,
non sar nemmeno necessario fare il vostro nome.
- Perbacco, potete fare il mio nome quanto vi pare ed anche quello di
William e di Bob. Sono certo che non avranno nulla in contrario. Sono
ragazzi onesti, sapete.
L'atteggiamento franco e leale del signor Decker mi piacque. Ebbi subito
l'impressione che n William n Bob, i due cari suoi amici, avessero ucciso
il signor Pembroke. Questa volta mi ero cacciato in un vicolo cieco.
Non mi rimaneva altro da fare che di prendere nota dei nomi e degli
indirizzi dei due "ragazzi" in questione e di porgere un adeguato compenso
al signor Decker per il suo disturbo.
Tornai a casa a mezzogiorno. Strada facendo, pensavo insistentemente a
quei biglietti. Forse ero stato ingannato da questo Decker; forse lui aveva
inventato tutta la storia allo scopo di prendersi la mancia. Poteva darsi che
i suoi due amici, oltre ad essere buoni ragazzi, fossero anche creature della
sua fantasia, e che lui, Decker, non fosse altro che un avventuriero il quale
era riuscito a gabbare un povero avvocato imbecille. Ad ogni modo, non
avevo fatto nulla di male ed ero riuscito ad ottenere gli indirizzi dei due. In
seguito avrei raccontato la storia al giudice inquirente e ci avrebbe pensato
lui, caso mai, a continuare le ricerche in quella direzione. Dopo i funerali
mi recai direttamente all'ufficio di Buckner. Ero convinto che bisognava
agire subito. Sapevo che Buckner avrebbe iniziato le sue indagini non
appena terminati i funerali; sapevo anche che, a meno che altri indizi non
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casa del signor John S. Harding. Lui ve ne dar conferma. Va bene adesso?
- A che ora avete lasciato la casa del signor Harding?
- Non lo saprei dire... verso le ventitr o la mezzanotte, forse.
- E dove siete andato poi?
- Santo cielo! Non posso ricordarmi di ogni passo che ho fatto. Credo di
essermi fermato qui al Circolo prima di andare a casa... anzi, ne sono certo.
- Allora vi saranno dei soci oppure qualche cameriere che potranno
testimoniarlo?
- Testimoniarlo! Sentite, avvocato... rifiuto nel modo pi categorico di
continuare questo colloquio. Non so nulla del vostro signor Pembroke n
del suo assassino. Non so nulla di quel fazzoletto, che voi dite di aver
trovato nella camera dell'ucciso, salvo che mio. Se la vostra gente vuol
arrestarmi, che vengano pure, ma fino a quel momento non interrogatemi
oltre. Buona sera.
Nonostante il mio desiderio di credere nella colpevolezza di quest'uomo,
ci mi riusc molto difficile. Cercai di convincermi che il suo
atteggiamento potesse essere un bluff. Mi consolai pensando che ad ogni
buon conto avevo rintracciato il proprietario del fazzoletto e che avevo
appreso da lui tutto ci che potevo. Mi congedai da lui e uscii dal Circolo
per tornare a casa.
21.
L'investigatore Fleming Stone
A casa, mia sorella e Greta mi aspettavano per il pranzo. Greta era assai
gi di morale e, nonostante gli sforzi che faceva Laura per animare la
conversazione, n io n la nostra ospite avevamo molta voglia di
discorrere.
Greta si ritir assai presto in camera, accompagnata da mia sorella, ed io
rimasi a lungo nel mio studiolo, seduto nella mia poltrona prediletta
accanto al fuoco, a meditare profondamente. A conti fatti, eravamo allo
stesso punto di prima: non era venuto alla luce nessun indizio che potesse
far deviare i sospetti dalla persona di Greta, cio dalla donna che amavo.
Ad un tratto mi venne un'idea: l'investigatore Fleming Stone!
Perdinci!... Perch non ci avevo pensato prima? Soltanto poche
settimane prima Stone aveva risolto il mistero del caso Maxwell, che era
sembrato insolubile, con una bravura che aveva meravigliato non soltanto
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Un attimo ancora, e la stringevo fra le mie braccia. - Tesoro! mormoravo, baciandola con tenerezza. In quel momento dimenticai tutto e
mi accorsi soltanto di essere l'uomo pi felice del mondo.
- Caro - mi disse ad un tratto, cercando di liberarsi dalle mie braccia e
con gli occhi pieni di lacrime - questo non pu essere, non deve essere! Io
sono sospettata di aver commesso un delitto e non puoi amarmi fino a che
non sar provata la mia innocenza.
- Ma sei innocente, non vero?
- Questo non te lo dico, lo devi scoprire da te... Anzi, no... non voglio
che tu lo scopra. Desidero che tutto rimanga per sempre avvolto nel
mistero.
- Come, mia cara!... non vuoi che arrivi a scoprire chi ha ucciso tuo zio?
- Oh, no, no! - grid in tono di implorazione. - Ti scongiuro, Henry, non
cercare di sapere chi stato!
- Senti, Greta. Se lasciamo le cose al punto in cui sono, tu sarai accusata,
senza alcun dubbio, di aver assassinato tuo zio. Io sono convintissimo
della tua innocenza e sono innamorato di te. Ci rimane una cosa sola da
fare, ed io la far: mi rivolger subito a Fleming Stone.
- Chi Fleming Stone?
- Il pi bravo investigatore degli Stati Uniti. Se lui acconsente a darci la
sua collaborazione per il nostro caso, sono certo che riuscir a risolvere il
mistero.
- Oh, non chiamate un investigatore! - esclam Greta, agitandosi. Almeno, non rivolgetevi al signor Stone! Sono certa che scoprirebbe tutto.
- E non questo che vorresti? - dissi guardandola attentamente.
- No, no... non lo voglio! La morte dello zio deve rimanere per sempre
un mistero!
- Sarai sempre pi misteriosa tu - dissi a malincuore. Il volto di Greta era
diventato di nuovo bianco, chiuso, impassibile.
In quel momento entr mia sorella, reduce da una piccola passeggiata.
Greta la salut in fretta e si ritir in camera.
- Che cos' successo, Henry? - domand Laura ansiosamente. Le
raccontai tutto quello che era successo fra me e Greta durante la sua
assenza.
- Stai tranquillo, mio caro, vedrai che tutto andr a finire bene - mi disse
affettuosamente quando ebbi terminato il mio racconto. - Io conosco Greta
meglio di te. E' innocente, innocentissima anzi, soltanto la tensione
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22.
Una visita alla signorina Waring
Quando mi svegliai la mattina dopo mi resi conto di essere, con ogni
probabilit, l'uomo pi felice della metropoli. Incoraggiato com'ero
dall'assicurazione datami da Fleming Stone che il mistero Pembroke
sarebbe stato chiarito prima di quella sera stessa e dal pensiero che Greta
mi amava, ebbi la sensazione che il mio avvenire fosse addirittura
raggiante.
Andai all'appuntamento con Fleming Stone ed insieme ci recammo
subito all'ufficio del Giudice inquirente.
Il fatto che Stone si fosse degnato di interessarsi del caso fece una
grande impressione su Buckner. Era notorio che Stone si occupava
unicamente di misteri ritenuti insolvibili.
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- Ecco gli oggetti che sono stati rinvenuti - disse Buckner, ponendoli uno
ad uno sul tavolo. Non c'era il telegramma strappato e mi resi conto che
Buckner lo aveva omesso perch lo riteneva annullato dalla lettera di
Gerard Stump.
Stone guard brevemente la chiave e il fazzoletto. Prese in mano i
biglietti e l'orario ferroviario, ma poi li ripose subito mormorando come fra
s: - Molto, molto abile! Abilissimo!
Buckner lo guardava stupito. - Ma se tutti questi oggetti sono stati
rintracciati da un proprietario diverso! - esclam. - Confesso che li
ritenevo di poca importanza come indizi.
- Va bene lo stesso - disse Stone. - Volete mostrarmi lo spillo ora?
Buckner prese lo spillo da un cassetto e glielo porse.
- Ecco l'arma. Se la capocchia vi fosse rimasta attaccata si poteva forse
rintracciare la proprietaria dello spillo, ma questa piccola parte non stata
rinvenuta. Senza dubbio lei ha fatto ci a bella posta, rivelando di essere,
come avete detto voi, signor Stone, una delinquente abilissima.
Stone prese lo spillo e lo guard attentamente. Poi prese una lente
d'ingrandimento dalla tasca del panciotto e lo esamin a lungo.
- Questo non uno spillone da cappello - disse finalmente. - Non
nemmeno una parte di esso. Lo spillo quasi tutto qui, e la capocchia
stata tolta intenzionalmente. Era stata gi levata prima che lo spillo venisse
adoperato come arma.
- Permettetemi di chiedervi come fate a sapere questo, signor Stone? domand il Magistrato con molto rispetto.
- semplicissimo - rispose l'investigatore. - Se osservate bene questa
parte attraverso la lente d'ingrandimento, vedrete dei segni che indicano
come la capocchia sia stata tolta. Vedrete, per circa un quarto di
centimetro, una leggera decolorazione causata dall'applicazione del vetro.
Da una parte, poi, vedrete un frammento piccolissimo di vetro che
rimasto attaccato all'acciaio. Se la capocchia fosse stata tolta senza volere,
oppure malamente, probabile che dell'altro vetro ancora sarebbe rimasto
attaccato allo spillo. La capocchia stata, quindi, tolta a bella posta e con
molta cura, forse colpendola con un oggetto pesante oppure calpestandola.
Il frammento di vetro attaccato allo spillo , se lo guardate contro luce, di
un colore rosa violaceo. Quindi lo spillo, se non mi sbaglio, di quelli che
i fiorai di lusso usano per accompagnare i mazzi di violette che escono dai
loro negozi. Non mi risulta che questi spilli con la capocchia color
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violaceo siano mai stati usati per uno scopo diverso da quello a cui ho
accennato, ma tutto possibile, s'intende. Dico un fioraio di lusso, perch i
fiorai di altre categorie usano generalmente spilli con la capocchia nera. I
grandi negozi di fiori freschi adoperano carta viola per avvolgere i mazzi
di violette, li legano con un nastro viola e li mettono in scatole di cartone
color viola. Ultimamente, poi, questi spilli con la capocchia violacea sono
diventati di moda per fare tutto un insieme armonico. Tutto questo
dovrebbe aiutarci nelle nostre ricerche, perch sar senza dubbio pi facile
rintracciare uno spillo da violette che non un comunissimo spillone da
cappello.
Quando Stone ebbe terminato la sua ampia e chiarissima esposizione, ci
congedammo.
- Non possibile che la capocchia sia stata spezzata dopo che lo spillo
stato adoperato per commettere il delitto? - domandai.
- No - disse Stone decisamente. - Non sarebbe possibile spezzare una
capocchia di vetro con le dita in simili circostanze. E poi, con ogni
probabilit, sarebbero stati rinvenuti dei frammenti di vetro sul guanciale.
- Frammenti di vetro! - esclamai. - Perbacco! Ce li ho in tasca io!
- Fatemeli vedere - disse Stone. - Forse ci risparmieremo molta fatica.
Quando li ebbe guardati disse con molta calma: - Dovevate dirmelo
subito. Perch avete taciuto?
- Me ne sono dimenticato - risposi con franchezza. - Non avevo la
minima idea che si potesse trattare di un indizio tanto importante.
- Dove li avete trovati?
- Nello studio di George Lawrence.
- Come! Non mi avete mai detto di aver perquisito lo studio di
Lawrence. Perch lo avete fatto? Immagino che non desideriate nascondermi nulla, vero?
- No davvero - dissi. - Sono soltanto mortificato di non essermi accorto
dell'importanza di questo vetro rotto e di non avervelo raccontato subito. E
stata una grande mancanza da parte mia, ma vi assicuro che non l'ho fatto
apposta.
- I frammenti possono oppure non possono avere un gran significato disse Stone. - In che punto dello studio li avete rinvenuti?
- Sulla lastra del focolare - risposi.
- Uhm. Pu anche essere stato calpestato l, con un tacco di scarpa. E
questo Lawrence, che specie di uomo ? Ha un debole per le donne, per
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23.
Le dichiarazioni di Lawrence
Fleming Stone mi guard in modo strano. - Come fate a sapere che ha
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un alibi perfetto?
- Me lo ha detto.
- Perch ve lo ha detto? Temeva forse di essere accusato?
- No, non credo. Parlavamo insieme in presenza di sua cugina e lui disse
che, nel caso fosse stato chiamato a render conto dei suoi movimenti nella
sera del delitto, avrebbe avuto un alibi perfetto. Dunque, come possiamo
sospettare di lui, nonostante la coincidenza dei frammenti di vetro
colorato?
- Ah! Sicch lui pu provare un alibi perfetto? - ripet Stone con un
lampo di soddisfazione negli occhi. - Vi ha detto anche, forse, la natura del
suo alibi?
- S, me lo ha detto. Ma non sarebbe meglio, invece di sentirlo da me,
che noi andassimo direttamente a casa sua e che lui ve lo raccontasse da
s?
- Molto meglio - assent Stone.
Ci dirigemmo subito a Washington Square. Lawrence era in casa e ci
ricevette nel suo studio. Non sembrava affatto imbarazzato per la visita
dell'investigatore, mi salut cordialmente e si dichiar dispostissimo a
raccontarci tutto quello che potevamo desiderare.
- Volete dirmi - cominci Stone che cosa avete fatto mercoled
scorso?
- Vediamo. Mi sono alzato tardi e sono rimasto qui nello studio fino
all'ora di colazione. In mattinata lavorai sopra qualche disegno che sto
facendo per l'illustrazione di un libro. Verso mezzogiorno andai fuori a far
colazione insieme ad un mio amico, un collega, in una trattoria italiana.
Dopo, andai a prendere la signorina Waring, giacch avevo preso
l'impegno di accompagnarla a teatro. Siamo andati a teatro, e poi siamo
tornati a casa Waring con la macchina di suo padre.
- Un momento - disse Stone. - Non vi siete fermati in nessun posto,
all'andata oppure al ritorno?
- No - rispose Lawrence - in nessun posto.
- All'infuori del fioraio - disse Stone tranquillamente.
E mi parve che Lawrence si scuotesse leggermente nel sentire
pronunciare queste parole. Per rispose, con voce ferma: - Ah, gi, non mi
ricordavo. Ci siamo fermati un momento a comprare delle violette per la
signorina Waring.
- E dopo il teatro avete accompagnato la signorina a casa?
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domande.
Ci salutammo con molta cordialit e, lasciando Lawrence nel suo studio,
scendemmo le scale. Stone insistette nel voler scendere a piedi, nonostante
che la distanza fosse di quattro piani, ed io, naturalmente, acconsentii.
Arrivato al pianterreno, Stone si ferm in portineria, una piccola stanza a
destra dell'ingresso, vicino all'ascensore. Qui, dopo aver gettato uno
sguardo all'orologio che era appeso al muro, si rivolse la facchino di
servizio.
- Vi ricordate, giovanotto, di aver visto il signor Lawrence rincasare la
sera di mercoled scorso? - domand.
- S, che me lo ricordo - disse il ragazzo.
- Che ore erano?
- Le ventitr e venticinque minuti precise, signore.
- Come fate a ricordarvene con tanta precisione?
- Perch quando il signor Lawrence entr, il suo orologio si era fermato
e mi chiese l'ora esatta a questo orologio qui.
- Avrebbe potuto guardare da s, no?
- Gi, vero. Ad ogni modo me lo domand ed io glielo dissi. Poi
l'accompagnai su con l'ascensore e lui mise a posto il suo orologio strada
facendo. Sul punto di scendere mi disse: "Avete detto le ventitr e
venticinque". Ed io risposi di s.
- L'orologio di portineria segna sempre l'ora esatta, immagino? - disse
Stone. Cos dicendo guard il suo orologio da polso. C'era la differenza di
un minuto solo.
- Sissignore, all'incirca. Quella sera, per, mi sembrava pi tardi quando
il signor Lawrence rincas. Fui sorpreso nel vedere che non erano ancora
le ventitr e mezzo, ma si vede che mi ero sbagliato perch quest'orologio
non segna mai pi di due minuti di differenza.
- A che ora cessa di funzionare l'ascensore?
- Mai, signore. Funziona tutta la notte.
Fleming Stone ringrazi il ragazzo e gli dette una mancia, poi uscimmo.
- Vorrei perquisire l'appartamento Pembroke - disse.
- Desiderate anche un colloquio con la signorina? - domandai.
- S, sar meglio. Prima, per, vediamo l'appartamento.
- Prima di tutto andiamo a mangiare - dissi, e lo invitai a casa mia.
Accett di buon grado, chiedendomi di aspettarlo perch doveva
telefonare.
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Prima che avessi tempo di rispondere era gi sparito dietro una bottega.
Mi raggiunse di nuovo dopo due o tre minuti dicendo: - Ed ora non
pensiamo pi a questa faccenda fino a dopo colazione.
Non so perch, ma ebbi la netta sensazione che Stone avesse dato un
colpo di telefono alle autorit avvisandole della necessit di sorvegliare
oppure di arrestare qualcuno. Questo qualcuno non poteva essere
Lawrence, dissi fra me, dato il suo alibi; non poteva essere Greta, perch
Stone non sapeva quasi nulla nei suoi riguardi; naturalmente non poteva
essere Charlotte. Quindi doveva essere qualcuno a me sconosciuto.
Ad un tratto, per, mi ricordai dell'agitazione di Greta quando le avevo
prospettato l'idea di rivolgermi a Fleming Stone.
Strada facendo raccontai l'incidente a Stone e bench non sembrasse
attribuire nessun peso ai sentimenti di Greta nei suoi riguardi, ebbi tuttavia
l'impressione che lui considerasse importante l'atteggiamento della ragazza
per qualche altro motivo.
- E' strano - disse - che alla signorina Pembroke non debba piacere l'idea
di rivolgersi ad un investigatore, dal momento che, come voi mi avete
detto, il signor Lawrence vi disse a pranzo ieri sera che lui desiderava
ricorrere all'opera di uno dei migliori investigatori.
- Non lo capisco nemmeno io - risposi. - Ma debbo dirvi francamente,
signor Stone, che la signorina stata per me un enigma da principio. Non
solo la credo innocente: ma ho per lei un sentimento pi vivo ancora che
forse non dovrei nemmeno confidare ad un estraneo. Eppure i suoi discorsi
ed i suoi modi di fare sono tanto misteriosi che non so assolutamente che
cosa pensarne.
Stone mi guard con grande comprensione. - Il mistero pi profondo di
tutti per noi uomini la donna.
24.
La catena delle prove
Mia sorella ci ricevette con molta cordialit e Greta, bench mantenesse
un dignitoso riserbo, accolse Stone con la massima cortesia.
A tavola, mi accorsi che, nonostante Stone fingesse la massima indifferenza nei riguardi della ragazza, lui studiava molto attentamente ogni
espressione del suo volto.
Notai che, ogni volta che si faceva il nome di George Lawrence, Greta
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ricordarsi del catenaccio. Anche lo zio Robert lo faceva spesso, con tanta
forza che credevo qualche volta che avrebbe finito per spezzare la catena.
- Non c'era pericolo che la catena si spezzasse - disse Stone. - Ma i
frequenti scatti hanno forzato la parte del cursore vicino all'orlo della
porta, di modo che il metallo si a poco a poco consumato e la palla in
fondo alla catena pu essere tolta se una persona lo sa fare, ma non con
tanta facilit come dall'altra parte, vero?
Mentre parlava Stone fece la dimostrazione della sua teoria. Con un giro
la palla usc dalla parte del cursore vicino all'orlo della porta, senza che ci
fosse bisogno di farla scivolare alla parte opposta. Mi accorsi subito che
questo movimento poteva essere compiuto anche stando fuori della porta,
dato che vi era spazio sufficiente per far passare la mano e liberare la
catena in questo modo.
- Voi eravate a conoscenza di questo? - domand Stone, rivolgendosi a
Greta.
- Lo temevo - rispose la ragazza. Credo che se non fosse stata sotto lo
sguardo di quegli occhi magnetici, non avrebbe neppure potuto parlare. Mi ricordo che una sera, quando George stava qui di casa, misi il
catenaccio a posto senza pensarci ed andai a letto. La mattina dopo,
quando seppi che era entrato lo stesso, mi meravigliai, ma pensai di
essermi ingannata e di non aver messo il catenaccio. Ma avevo osservato
anch'io che il cursore era consumato da questa parte ed avevo anche
pensato che bisognava farne mettere uno nuovo.
Finalmente tutto mi era chiaro. Greta aveva sospettato di George fin da
principio. Ed ora la sua testimonianza confermava in pieno la colpevolezza
di lui.
Lui se ne accorse e, evidentemente vedendosi perso, esclam:
- inutile... sar meglio che confessi tutto. Ho ucciso lo zio Robert. L'ho
ucciso con uno spillo da violette, non con uno spillone da cappello.
L'avevo appuntato sotto il rovescio della mia giacca mercoled nel
pomeriggio, quanto ero a teatro. Ero disperato a causa di perdite forti in
Borsa quella mattina. Sapevo che lo zio Robert non mi avrebbe dato il
denaro necessario per rimettermi a galla, perch lui era contrario al gioco
di Borsa. A casa mia tolsi la capocchia dello spillo, calpestandolo col tacco
della scarpa, poi appuntai lo spillo al mio abito ed andai a pranzo in casa
Waring. Sapevo che alla morte dello zio avrei ereditato abbastanza per
riparare alle mie sfortune ed essere un uomo ricco. A poco a poco l'idea di
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ucciderlo stava diventando una fissazione per me. Sapevo di poter entrare
nell'appartamento anche se c'era il catenaccio, perch l'avevo gi fatto
qualche altra volta rincasando a notte inoltrata. Non avevo nessuna
intenzione di coinvolgere mia cugina e non credevo possibile che si
potesse scoprire uno spillo conficcato dentro la carne. Lasciai casa Waring
alle ventitr precise, e richiamai l'attenzione sull'ora a bella posta. Venni
qui a piedi, camminando lentamente e pensando a tutti i dettagli del mio
piano. Decisi, come il signor Stone ha osservato, di lasciare dietro a me
qualche indizio per fuorviare le indagini. Raccolsi biglietti usati e li misi in
tasca. Dopo poco vidi qualche cosa che luccicava in terra e lo raccolsi: era
una chiave. Quale fu la mia meraviglia quando con questa chiave venne
rintracciato l'avvocato Leroy! Era stata lasciata cadere vicino a casa nostra
e penso che Leroy l'abbia perduta mentre camminava su e gi sotto le
finestre pensando a mia cugina, in attesa di recarsi alla stazione. Entrai in
questo palazzo. L'ascensore era in salita. Sgusciai su per le scale, dove
raccolsi anche l'orario ferroviario. Poi entrai qui...
Lawrence si ferm ad un tratto. Sembrava che la visione di quello che
era seguito fosse troppo terribile perfino per l'uomo che aveva commesso il
delitto.
- E il fazzoletto? - domand Stone.
- Mi fu inviato per errore dalla stiratrice, insieme alla mia biancheria rispose Lawrence.
- E come mai l'avete portato qui?
- Me lo ero messo in tasca senza accorgermi che non era uno dei miei.
- E poi avete pensato che vi poteva servire, non vero, a causa delle
iniziali diverse?
- S. - Questo fu pronunciato con un fil di voce.
- E dopo?
- Dopo... sono uscito, come in un sogno. Nessuno mi ha visto scendere
le scale. Arrivato a casa mia ho fatto come voi avete detto con l'orologio di
portineria. Ho fatto male a voler precisare tanto l'ora col ragazzo...
- Precisamente - disse Fleming Stone. - Un alibi perfetto non possibile
se non autentico, e se un alibi autentico si prova da s, senza l'aiuto di
nessuno.
FINE
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