Bonafin - Vita e Morte Avventurose Di Renart La Volpe
Bonafin - Vita e Morte Avventurose Di Renart La Volpe
Bonafin - Vita e Morte Avventurose Di Renart La Volpe
a cura di
Massimo Bonafin
Edizioni dell’Orso
Alessandria
© 2012
Copyright by Edizioni dell’Orso S.r.l.
15121 Alessandria, via Rattazzi 47
Tel. 0131.25.23.49 - Fax 0131.25.75.67
E-mail: [email protected]
http: //www.ediorso.it
ISBN 978-88-6274-390-7
Introduzione
1
Cfr. Il romanzo di Renart la volpe, a cura di M. Bonafin, Alessandria,
Edizioni dell’Orso, 1998, 20044.
2
Si tratta in particolare dei testimoni C, M (del raggruppamento di codici
abitualmente siglato con γ): per altre informazioni rinvio ancora all’intro-
duzione al volume citato nella precedente nota, o anche a questa risorsa
http://wiki.unimc.it/zoomorfico/index.php/Roman_de_Renart (in lento ma
costante ampliamento).
3
La cronologia del Roman de Renart – come di gran parte della letteratu-
ra medievale romanza – è tutt’altro che precisa: un assetto ancora in so-
6 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
7
Per chi volesse approfondire: cfr. Jacob Grimm, Reinhart Fuchs, Berlin,
bei Reimer, 1834 (rist. Hildesheim-New York, Olms, 1974); Jean Batany,
Scène et coulisses du «Roman de Renart», Paris, Cdu/Sedes, 1989, pp. 73-
107; Karl F. Werner, «Reineke Fuchs. Burgundischer Ursprung eines eu-
ropäischen Tierepos», Zeitschrift für Deutsches Altertum und Deutsche Li-
teratur, 124 (1995), pp. 375-435.
8 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
8
Per tutto quanto accennato in questo capoverso devo rinviare ancora al
cap. 8 del mio Le malizie della volpe, cit.
9
Nelle citazioni non ripeto qui la traduzione italiana che il lettore può
agevolmente trovare nelle pagine di questa antologia.
Introduzione 9
10
«Et Ysengrin apele l’on | le leu par iceste acoison» (vv. 105-6).
11
Il parallelismo fra le due coppie di personaggi è sviluppato con una cer-
ta ridondanza e addirittura amplificato nei versi seguenti alle rispettive
consorti, la lupa e la volpina; il testo tuttavia non è sicuro: non solo, infat-
ti, i vv. 95-134 sono tràditi dal solo manoscritto B, e quindi sospetti d’in-
terpolazione, ma sono avvertibili guasti della lezione stessa: ne discuto nel
capitolo 1 del mio Le malizie della volpe, cit.
10 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
Il valore dell’osceno
12
Sull’estetica dell’osceno nel Medioevo cfr. Wolf-Dieter Stempel, «Mit-
telalterliche Obszönität als literarästhetisches Problem», in Die nicht mehr
schönen Künste. Grenzphänomene des Ästhetischen, hrsg. von Hans-
Robert Jauss, München, Fink, 1968, pp. 187-205.
13
Sulla dialettica fra Medioevo e tempi moderni è utile leggere Hans Ro-
bert Jauss, Alterità e modernità della letteratura medievale, Torino, Bolla-
ti Boringhieri, 1989; aspetti diversi dell’osceno nei testi letterari sono stati
discussi in un seminario genovese (Esibire il nascosto. Testi e immagini
dell’osceno), i cui atti sono pubblicati nella rivista L’immagine riflessa.
Testi, società, culture, 14 (2005), 1-2.
12 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
14
Il movimento dalla fuga di Renart alla sua sistemazione sul covone di
fieno è introdotto da un vero e proprio secondo inizio in cui il narratore fa
il verso al prologo della branche II, quello che precede ogni narrazione del
ciclo renardiano: i vv. 191-194 segnalano la novità di questa branche co-
me i vv. 9-10 esaltavano la peculiarità del cosiddetto Roman de Renart di
Pierre de Saint Cloud.
Introduzione 13
Et je conment i entreroie
Qui nul mal soffrir ne porroie,
Ne qui consirrer ne me puis
De Hersent ne de son pertuis?
Partuis! je ment, ains est grant chose:
Molt est hardiz qui nomer l’ose (vv. 427-32).
15
Cfr. Jean Claude Schmitt, Religione, folklore e società nell’Occidente
medievale, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 124-50.
16
E qualcosa di più: i vv. 438-40 sembrano alludere a pratiche illecite dei
sacerdoti con i chierichetti.
Introduzione 19
17
Cfr. Jean Batany, «Renardie féline et ambiguïté cléricale: Les Vêpres
de Tibert le Chat», Cahiers de civilisation médiévale, 39 (1996), pp. 365-
71.
20 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
18
Mi permetto di rinviare, per una prima trattazione, al cap. 4 di M. Bo-
nafin, Contesti della parodia. Semiotica, antropologia, cultura medievale,
Torino, Utet libreria, 2001.
19
Per questo motivo ho ritenuto di riportare in appendice questa interpo-
lazione della branche 17; sugli spunti qui allusi, debbo rinviare ancora al
mio Le malizie della volpe, cit. (cap. 6).
20
Rinvio, per un approfondimento, al contributo di Carlo Donà, «Tradi-
zioni etniche e testo letterario», in Lo spazio letterario del Medioevo. Il
Medioevo volgare, I. La produzione del testo, Roma, Salerno, 1999, t. 1,
pp. 307-335, nonché al mio intervento alla tavola rotonda «Cultura, livelli
di cultura e ambienti nel Medioevo», in stampa negli atti del VII Conve-
22 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
21
Cfr. Michail Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, Tori-
no, Einaudi, 1979.
24 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
22
Cfr. Ernesto De Martino, Morte e pianto rituale, Torino, Bollati Borin-
ghieri, 1975.
Introduzione 25
Massimo Bonafin
1
Le Roman de Renart, édité d’après le manuscrit de Cangé, par M.
Roques, Paris, Champion, 1948-1963, 6 voll.
2
G. Tilander, «Notes sur le texte du Roman de Renart», Zeitschrift für ro-
manische Philologie 44 (1924), pp. 658-721.
3
L. Foulet, Le Roman de Renard, Paris, Champion, 1914, p. 96.
30 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
c. Bibliografia:
1
Se il riferimento a una fonte (scritta) è un richiamo comune all’auctori-
tas, non è invece ancora chiaro chi o che cosa si celi dietro questo Aucupre.
34 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
2
Per la discussione e l’interpretazione dei vv. 79-132 seguiamo Tilander,
«Notes», cit. pp. 716-720.
Genesi di Renart e Isengrino 37
lo trattenevano
70 qualunque fosse e l’addomesticavano.
Quelli che fece uscire Eva
non poteva mai trattenerli:
appena uscivano dal mare,
andavano nel bosco dietro al lupo.
75 Quelli di Adamo si addomesticavano bene,
ma quelli di Eva inselvatichivano.
Tra gli altri ne uscí
la volpe e diventò selvatica:
aveva il pelo rosso come Renart,
80 era molto agile e malandrina.
Colla sua astuzia ingannava
tutte le bestie che incontrava.
Quella volpe rappresenta
Renart che sapeva tanti imbrogli:
85 tutti quelli che possiedono l’arte d’ingannare
sono ormai tutti chiamati Renart,
da Renart e dalla volpe.
Sapevano molte cose l’uno e l’altro:
se Renart sapeva truffare gli uomini,
90 la volpe sapeva ingannare le bestie.
Avevano proprio lo stesso sangue
gli stessi costumi e lo stesso carattere.
Allo stesso modo, d’altra parte,
Isengrino, zio di Renart,
95 era (sappiate) un gran brigante,
giorno e notte un ladro matricolato:
equivaleva a quel lupo
che rubò le pecore di Adamo.
Tutti quelli che sanno rubare bene
100 e notte e giorno rapinare
sono a buon diritto detti Isengrino.
Questi furono entrambi d’una schiatta
e d’un’idea e d’un cuore,
38 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
3
Per l’ordinamento e le correzioni dei versi 112-123 cfr. Tilander, «No-
tes», cit. p. 718.
4
Lett. «se una è gatta l’altra è micia».
40 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
Ne s’apartienent autrement,
140 Se mes bons livres ne me ment.
Por ce que li gorpis disoit,
Qant il avec le lou aloit: 3892
«Biaus oncles, que volez vos faire?»,
Le voloit a s’amor atraire,
145 Li lous disoit par amor fine
Au gorpil, vers qui n’ot haïne: 3896
Par amistié s’entr’apeloient
Oncles, neveu, qant se voioient.
A Renart puet l’en bien aprandre
150 Grant sen, qui bien i viaut entendre; 3900
Car cil Renart vos senefie
Çaus qui sont plain de felonie,
Qui ne finent del agaitier
Con puissent autrui engingnier, 3904
155 Ne ja li fel liez ne sera
Le jor qu’autrui n’engingnera.
Al engingnier li sont onni
Privé ou estrange ou ami: 3908
Ja un seul n’en esparnera,
160 Ja si chier ami ne sera.
Et avec cele felonie
A il le cuer tout plain d’envie, 3912
Et envie est cele racine
Ou tout li mal prenent orine.
165 Avec felonie et envie,
Escharsetez est lor amie, 3916
Et escharsetez est tel chose
Que toz tens ait la borse close;
Escharsetez est une vice
170 Qui forment aime avarice. 3920
Avarice a le mont sorpris:
Cil est clamez dolanz chaitis,
Se rante n’a, se il n’usure,
Or ai parlé outre mesure, 3924
175 Car cil qui les granz rantes ont,
Ce sont cil qui maint maus en font;
Mout en puet l’en vilmen parler,
Genesi di Renart e Isengrino 41
5
In corsivo le lezioni tratte da C secondo l’ed. Le Roman de Renart,
d’après les mss C et M, par N. Fukumoto, N. Harano, S. Suzuki, Tokyo,
France Tosho, 1983, 1985, 2 voll.
Genesi di Renart e Isengrino 43
6
Questi tre versi non sono chiari e anche il confronto delle lezioni non è
risolutivo: il tema sembra comunque ancora quello dell’intersezione-so-
vrapposizione fra la volpe e Renart.
44 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
1
Le Roman de Renart, publié par E. Martin, Strasbourg, Trübner, 1882,
1885, 1887, 3 voll.; rist. anast. Berlin, De Gruyter, 1973.
2
Le Roman de Renart, texte établi et traduit par J. Dufournet et A. Méli-
ne, Paris, Flammarion, 1985, 2 voll.
3
H.-J. Uther, The Types of International Folktales: a Classification and
52 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
c. Bibliografia:
Et li provoire Mauvoisin
Son chen apele «Or ça, or ça!
Ja a cestui n’eschapera –
Fet soi li prestres – gel vos di,
350 Puis qu’a la pel l’aura saisi.
Or l’abaton entre les chens,
Si verron que fera li miens.»
Lors ont tuit de rechef hué.
Et Tybert s’est tant avalé,
355 Quant il ruerent lor bastons,
Qu’il sailli entre les arçons
Del polein qui fu esfreés.
Les granz galoz s’en est tornés
Tot le chemin de Blaaignié.
360 Et li braconnier tot iré
Por le chat qu’il orent perdu,
Ont le provoire bien batu,
Puis apelent lor chens batant.
Et li prestres s’en vait plorant
365 Aprés Tybert tot le chemin,
Toz soul fors que de Mauvoisin
Son chen qui aprés vait trotant.
Et Tybert veit esporonant
Et galope et retient son frein:
370 Molt par siet bien sor le polein.
Tybert le prestre regarda
Qu’aprés lui vient, tot tressua.
«Avoi, dan prestres – dit Tybert –
Tex cuide gaaigner qui pert,
375 Et autre enborse le gaain.
Mal dol li sorde et mal mahain
De son catel et de son cors
A proveire, quant il vet fors
Por le mester Damledeu fere
380 Qui vout les bestes contrefere!
Dahez ait prestre veneor!
Il doit vivre d’autre labor,
Puis qu’il est a prestre sacrez
Et tant fet q’il est ordenez,
Renart e Tibert in chiesa 73
1
Il senso del passo esige che il prete chieda se qualcuno ha visto un gatto
a cavallo, come osserva Batany, «Renardie féline», p. 367.
Renart e Tibert in chiesa 77
2
Gioco di parole nell’originale probabilmente fra poit (‘tira peti’) e point
(‘tira colpi’).
78 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
3
Allude alla credenza che i cavoli siano un rimedio all’ubriachezza, a cui
il prete sembra in preda.
80 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
4
Cioè cistercense, della celebre abbazia fondata da san Bernardo nel 1115.
82 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
5
Base dell’insegnamento medievale, divise in trivio (grammatica, dialet-
tica, retorica) e quadrivio (aritmetica, geometria, musica, astronomia).
88 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
6
Intendo questo couplet come risposta di Renart; tutta la discussione
scimmiotta la disputa sugli universali, fra realisti e nominalisti.
94 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
7
Nell’originale gioco di parole su tence / tencer (tinca/contendere).
96 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
Si avvicinava la notte,
795 la gente se ne era andata.
Giungono in chiesa e vi entrano:
le lampade erano state accese
e la gente se n’era andata.
Dice Renart: «Su, cominciate!
800 Per Dio, vi siete attardato troppo:
se ne vanno tutti senza aver sentito i vespri.»
«Messer Renart, non vi angustiate,
avranno vespri a sufficienza.
Accendete questi ceri, piuttosto
805 – dice Tibert – perché l’uffizio
si deve celebrare per bene in chiesa
e si deve fare con tutti i crismi.
Aprite le porte di questo cancello,
ci vedremo ancora molto chiaro.
810 Devo leggere le antifone
e voi prendete questo messale
e tornate alla vostra mansione,
a questi versetti e a questi salmi.»
E Renart comincia a girare con i palmi
815 le pagine del messale così in fretta
che non avreste potuto contarle.
Quando sono pronti al loro compito,
si sono alzati tutti e due.
Tibert ha indossato la cotta,
820 poi è salito sull’altare.
Tibert si tolse il cappello
e cominciò in questo modo:
«Domine, labia mea …»
«Che Dio ti aiuti, questo cos’è?
825 – gli ha risposto Renart –
Questi sono i mattutini, stupido sciocco,
che vuoi dirci al posto dei vespri.»
Tibert cominciò a ridere,
così gli disse: «Quali sono allora?»
830 «Deus in adjutorium –
fa Renart – è l’inizio
che bisogna dire come prima cosa,
98 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
8
Ripresa satirica delle caratteristiche della polifonia liturgica dell’epoca.
102 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
9
Gioco di parole con l’omografo seint nel senso di ‘campane’.
Renart e Tibert in chiesa 111
10
Cioè una fatica sprecata, per poco risultato.
116 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
1
Le Roman de Renart, publié par E. Martin, Strasbourg, Trübner, 1882,
1885, 1887, 3 voll.; rist. anast. Berlin, De Gruyter, 1973.
2
Le Roman de Renart, texte établi et traduit par J. Dufournet et A. Méli-
ne, Paris, Flammarion, 1985, 2 voll.
134 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
c. Bibliografia:
3
L. Foulet, Le Roman de Renard, Paris, Champion, 1914, pp. 109-111.
Branche 7: La confessione di Renart 135
Si se conmence a dementer
Con d’iloc porra escaper.
Que que il se vait dementant,
310 Es vos un escofle volant
Qui iloc s’aloit reposer
Por ce q’il est las de voler:
Vers le mullon s’est adreciez.
Renart le voit, si s’est dreciez.
315 «Sire – fait il – bien veignez vos!
Seés vos ci dejoste nos,
Lez ceste lasse creature
Qui est ici en aventure
Et en dotance de morir.
320 Sire, bien puissiez vos venir:
Vos soiez hui li bien venuz.
Or m’a Dex fait molt grant vertuz
Q’il vos a ici envoié:
Or serai confés, ce croi gié.»
325 Li escofles le vit plorer,
Lez lui s’est alez demorer,
Et si li conmence un sarmon
Por reconforter le gloton.
«Renart – ce dist sire Huberz –
330 Par le temple ou Dex fu oferz,
Clerc et provoire sont tuit fol.
Ja Dex ne place que je vol
De sus cest fein a terre seche,
Se ome vaut rien qui ne peche,
335 Ne hons qui n’a fet asez mal.
Li pautonnier, li desloial,
Li traïtor, li foimentie,
Cil sont des peines d’enfer quite.»
Atant a son sarmon feni.
340 «Bau frere – fait il – or me di!
Or pues tes pechés rejeïr,
Et je sui toz pres del oïr.»
«Sire – dist Renars – volentiers.
J’ai esté set mois toz entiers
345 Parjure et escuminiez.
La confessione di Renart 153
incomincia a preoccuparsi
di come fuggire da lì.
Mentre si stava lamentando,
310 ecco un nibbio in volo
che si accingeva a posarsi,
poiché era stanco di volare.
Si è diretto verso il covone,
Renart lo vede e si alza:
315 «Signore – disse – siate il benvenuto!
Sedetevi qui vicino a noi,
accanto a questa povera creatura
che è qui all’avventura,
e con il timore di morire.
320 Signore, che voi possiate venire a proposito,
voi siate oggi il benvenuto!
Ora, Dio mi ha fatto un grandissimo miracolo,
poiché qui vi ha inviato,
ora potrò confessarmi, credo.»
325 Il nibbio lo vide piangere,
è andato a posarsi accanto a lui,
e comincia un sermone
per confortare quel briccone.
«Renart – fece Messer Hubert –
330 per il tempio dove Dio fu presentato,
chierici e preti sono tutti folli.
Non piaccia a Dio che io spicchi il volo
da questo covone fino alla terra ferma,
se vale qualcosa chi è senza peccato
335 e chi non ha fatto assai del male.
I delinquenti, gli sleali,
i traditori, gli spergiuri,
costoro sono liberi dalle pene dell’inferno.»
Con questo conclude il suo sermone.
340 «Caro fratello – soggiunse – dimmi:
ora puoi confessare i tuoi peccati,
ed io sono pronto ad ascoltarti.»
«Signore – fece Renart – con piacere.
Per sette lunghi mesi sono stato
345 spergiuro e scomunicato,
154 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
Se tu estoies a Chambli
Et ele estoit a Ronqueroles,
Por que les terres fussent moles,
505 Ne t’iroit ele auan veoir,
Toz jors i porroies seoir.
Eincois requerroit un tafur
Qui auroit le vit gros et dur,
Dunt el feroit tenter sa plaie
510 En leu d’estopes et de naie.
Il n’a el sieqle si grant tente,
S’ele estoit enz, que ja la sente,
Ne plus que se ce fust neanz.
Car la plaie qui est dedens
515 Li fu trop ferue en parfont.
Cest plaie que cist archer font
Ele a a tot le meins deus fonz:
Mes icele plaie est parfons,
Si n’est plaie el monde si griés.
520 Que cele garist de legiers,
Que l’en puet tenter et chercier:
Mes ci ne puet mires tocher,
Par oignement ne par poison
N’i puet nus metre garison.
525 Si metroit l’en por neent peine
Qu’el n’ert james de cel mal seine.
La mer seroit avant tarie
Qu’ele fust de cel mal garie.
L’en ne porroit sa rage esteindre,
530 Nus ne porroit au fons ateindre.
Et se en la plaie n’a tente,
Por nient i met l’en s’entente.
Ice vos di je sanz relés
Qu’ele n’en garira jamés,
535 Ainz ardra pardurablement:
Car c’est plaie sanz finement.
Et une itele vielle sece
Art plus de fotre q’une mece.
Ele a toz jors le con baé,
540 En meins de leu a l’en gaé
La confessione di Renart 163
Se tu fossi a Chambly
e lei fosse a Ronquerolles,
direbbe che la terra è troppo bagnata
505 per non venirti a visitare per un anno:
in eterno lì potresti stare.
Al tuo posto sceglierebbe un ceffo
che avesse il cazzo duro e grosso,
da cui farsi esplorare la piaga,
510 al posto della stoppa e della filaccia.
Non esiste al mondo sonda abbastanza grossa
che, una volta introdotta, ella la avverta,
più che se non ci fosse nulla.
Poiché la ferita che ha dentro di lei
515 le fu inferta troppo profondamente.
La ferita che procurano gli arcieri,
per lo meno ha solo due fori;
ma quella di Hersent è tanto profonda
che non esiste ferita al mondo più grave.
520 Infatti la prima guarisce facilmente,
perché la si può sondare e ispezionare,
ma quella di Hersent un medico non può toccarla,
né con unguenti né con pozioni,
nessuno può sanarla.
525 Sarebbe tempo sprecato per niente,
perché mai da quel male sarà sanata.
Più facilmente si prosciugherebbe il mare,
prima che ella fosse guarita dal suo male.
Nessuno potrebbe estinguere la sua frenesia,
530 nessuno potrebbe arrivare al fondo.
E se alla ferita non vi è sonda adatta,
è inutile darsi da fare.
Questo vi dico senza indugio,
che ella non guarirà mai,
535 anzi arderà in eterno,
perché questa ferita è senza fine.
Una tale vecchia vizza
arde dalla voglia di fottere più di una miccia.
Ha sempre la fica spalancata:
540 in meno spazio attraversa un guado
164 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
1
Correzione di Tilander, «Notes», p. 677.
La confessione di Renart 165
1
L. Foulet, Le Roman de Renard, Paris, Champion, 1914, pp. 103, 115.
2
Cfr. E. Suomela-Härmä, Les structures narratives du Roman de Renart,
Helsinki, Suomalainen Tiedeakatemia, 1981.
182 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
c. Bibliografia:
1
Su questo gioco cfr. Tilander, Lexique, pp.123-124.
220 Vita e morte avventurose di Renart la volpe
1
Secondo l’ed. Martin al posto dei vv. 1013-1016 il manoscritto M reca
questa interpolazione.
La Processione di Renart 275
La Processione di Renart
Introduzione p. 5
Genesi di Renart e Isengrino 29
Renart e Tibert in chiesa 51
Confessione di Renart 133
Morte di Renart 181
Appendice: La processione di Renart 273
Bibliografia 285
Gli Orsatti
Testi per un Altro Medioevo
Collana diretta da Massimo BONAFIN, Nicolò PASERO, Luciano ROSSI