Manuale Per La Comunicazione in Oncologia
Manuale Per La Comunicazione in Oncologia
Manuale Per La Comunicazione in Oncologia
Manuale per la
comunicazione
in oncologia
a cura di
Stefano Vella e Francesco De Lorenzo
ISS, IRCCS e AIMaC per il
Servizio Nazionale di Accoglienza e Informazione in Oncologia
Progetto di Alleanza Contro il Cancro
Manuale per la
comunicazione
in oncologia
a cura di
Stefano Vella e Francesco De Lorenzo
Manuale per la comunicazione in oncologia.
A cura di Stefano Vella, Francesco De Lorenzo
2011, 135 p.
Il Servizio nazionale di accoglienza e Informazione in ONcologia (SION) è un modello innovativo
indirizzato ad assicurare alla persona con esperienza di cancro e al cittadino un’informazione ade-
guata, personalizzata e aggiornata. È frutto di esperienze pilota avviate già dal 1999 dall’Istituto
Superiore di Sanità, dagli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico oncologici e da AIMaC
(Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici), con l’obiettivo di realizzare il primo Ser-
vizio Informativo a carattere nazionale, organico e capillarmente distribuito sul territorio e basa-
to sull’attività di una rete di 36 Punti Informativi istituiti nelle strutture di oncologia di policlinici
universitari e aziende ospedaliere. Con questa pubblicazione si intende presentare e promuovere
le esperienze, i risultati e le conoscenze raggiunti dal SION, fornire unitamente le procedure e gli
strumenti di attuazione in modo organico e sistematico con la prospettiva di allargare e potenzia-
re quanto già realizzato per rispondere alle esigenze di informazione e di accoglienza in maniera
sempre più adeguata e capillare, come espresso dal piano per la comunicazione e informazione
in oncologia previsto dal Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro -
Anni 2011-2013, approvato dalla Conferenza Stato Regioni nel febbraio 2011.
Parole chiave: cancro; comunicazione; informazione; servizi
Redazione
Laura Del Campo (AIMaC), Giovanna Morini (Settore Attività Editoriali, Istituto Superiore di Sanità).
Grafica e impaginazione
Cosimo Marino Curianò, Giovanna Morini (Settore Attività Editoriali, Istituto Superiore di Sanità).
Prefazione ...................................................................................................................................... 1
Lo scenario
Informazione, privacy e deontologia: l’interesse dei pazienti ................................... 9
L’informazione ............................................................................................................................ 13
La comunicazione ..................................................................................................................... 20
I bisogni ........................................................................................................................................ 29
Cancro e media: il ruolo della speranza ............................................................................ 32
L’operatore
L’accoglienza ............................................................................................................................... 79
Gli operatori dei Punti Informativi ....................................................................................... 86
La formazione psicologica degli operatori sanitari ....................................................... 96
L’integrazione tra operatori ................................................................................................... 100
La formazione del medico nelle abilità comunicative ................................................. 106
Aspetti di etica dell’informazione e della comunicazione .......................................... 114
Appendice
Indice degli autori ..................................................................................................................... 129
Progetto Alleanza Contro il Cancro.
Programma 1, WPS (2008-2009). Le strutture partecipanti .................................... 133
I Punti Informativi del Servizio nazionale di accoglienza
e Informazione in ONcologia ............................................................................................ 134
PREFAZIONE
1 De Lorenzo F, et al. Improving information to Italian Cancer Patients: results of a randomized stu-
dy. Ann Oncol 2004;15:721-5.
2 Gli IRCCS partecipanti al progetto sono: Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano; Ospe-
dale Oncologico, Bari; Istituto Scientifico Tumori (IST), Genova; Istituto Nazionale Tumori (INT),
Milano; Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale, Napoli; Istituto Nazionale Tumori Regina
Elena, Roma.
3 National Cancer Institute (Bethesda, USA), Cancerbackup oggi Macmillan Cancer Support (Londra).
4 SIRIO (modello gestionale per l’informazione ai malati di cancro e alle loro famiglie).
5 SICOP (Sistema Informativo per la Comunicazione Oncologica ai Pazienti).
1
Comunicazione in oncologia
6 Alleanza Contro il Cancro (ACC) è un’associazione senza scopo di lucro istituita nel 2002 per vo-
lontà del Ministero della Salute, con l’obiettivo di realizzare e gestire una rete di informazione e
collaborazione tra gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di diritto pubblico e
privato a indirizzo e/o interesse oncologico.
7 Truccolo I, et al. National Cancer Information Service in Italy: an information points network as a
new model for providing information for cancer patients. Tumori 2011; 97(4):510-6.
8 www.oncoguida.it
9 Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Associazione Italiana di Radioterapia Oncolo-
gica (AIRO), Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO).
2
Prefazione
3
Lettera del Capo dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile
Leonzio Borea a Francesco De Lorenzo
Caro Francesco,
la nostra cultura spesso vede nella malattia e nel dolore gli aspetti ne-
gativi che ne giustificano il rifiuto, impedendo di viverli come eventi anche
naturali. Non di rado, infatti, la malattia può anche rappresentare occasio-
ne di riflessione e di cambiamento. Nella maggior parte dei casi resta, co-
munque, fondamentale il bisogno di comprensione e di aiuto. Il più delle
volte un senso di impotenza e di profondo turbamento si appropria non
solo della persona che si ammala, ma anche dei suoi familiari che non sono
in grado di fornire un adeguato sostegno, avendone essi stessi bisogno.
Nella maggior parte dei casi questi avvenimenti tendono a isolare le fami-
glie dalla società per una sorta di pudore, da un lato, e per l’incapacità di
comunicazione, dall’altro, limitando i contatti esterni. Di qui l’importanza
di una rete informativa capillare che possa rappresentare per il malato e
per la sua famiglia un approdo.
Questa pubblicazione riveste per i giovani volontari del Servizio Civile
Nazionale (SNC), che da anni presidiano i 36 Punti Informativi dell’Asso-
ciazione, dislocati su tutto il territorio nazionale, una guida, un repertorio
imprescindibile di conoscenze che consente loro di fornire ai malati una
precisa informazione.
L’attività assistenziale che caratterizza da sempre il Servizio Civile Naziona-
le (61%) dei progetti approvati ha modo, nelle scelte fatte da AIMaC, di trova-
re la massima esaltazione privilegiando, nella selezione, volontari che hanno
una formazione in ambito psicologico e sociale. Tale scelta particolarmente
apprezzata dall’Ufficio Nazionale Servizio Civile (UNSC) offre ai volontari del
Servizio Civile Nazionale la fortunata opportunità di mettere in campo e al
servizio dei malati la propria formazione culturale e professionale e di ma-
turare un’esperienza professionale ed umana fortemente formativa. Infatti,
la conoscenza delle complesse dinamiche psicologiche può facilitare sia il
dialogo che la richiesta d’aiuto, rendendolo efficace e positivo; aiuta a non
sentirsi soli e a non isolarsi, ma a dare e ricevere, a mettere in comune le espe-
rienze con un senso di condivisione che rende il disagio più accettabile e più
lieve da sostenere, creando così un’osmotica sinergia tra i volontari e i malati.
5
Comunicazione in oncologia
6
LO SCENARIO
Il Punto Informativo attivo presso
la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Lo scenario
9
Comunicazione in oncologia
1 Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Codice di
deontologia medica; 2011.
10
Lo scenario
2 DLvo 30 giugno 2003, n. 196. Codice in materia di protezione dei dati personali. Gazzetta Uffi-
ciale - Suppl. Ordinario n. 174, 29 luglio 2003.
11
Comunicazione in oncologia
3 Garante per la protezione dei dati personali. Linee guida in tema di referti online. Delibera n. 36,
19 novembre 2009. Gazzetta Ufficiale n. 288, 11 dicembre 2009.
12
Lo scenario
L’INFORMAZIONE
Ivana Truccolo
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
1 MedlinePlus: database realizzato dalla National Library of Medicine (NLM) per guidare il cittadino
alle risorse che contengono le informazioni che lo possono aiutare a trovare una risposta alle do-
mande sulla salute. Lo scopo è puramente educativo e non intende sostituire le indicazioni fornite
dal personale sanitario. Questo database propone una lista di risorse accuratamente selezionate,
non un catalogo completo delle stesse. Tuttavia, è MEDLINE, al 98% coincidente con PubMed, il
più importante archivio bibliografico internazionale per la comunità scientifica creato dalla NLM,
che raccoglie circa 16 milioni di citazioni provenienti da 4.800 periodici di 70 Paesi in 30 lingue. È
disponibile dal 1966 (aggiornamento settimanale).
2 Physician Data Query (PDQ), banca dati completa del National Cancer Institute (NCI) di Be-
thesda, che include sommari dettagliati su tutti i tipi di tumore, sul trattamento, lo screening,
la prevenzione, le risorse e cure di supporto per i malati e i loro familiari. Vi si possono trovare,
inoltre, informazioni sulle cure alternative e sui test genetici, un registro di oltre 27.000 studi
clinici condotti nel mondo (di cui più di 8.000 aperti e oltre 19.000 chiusi), e un dizionario che
riporta la definizione di oltre 6.800 termini medici/oncologici e un dizionario dei farmaci che
fornisce informazioni su oltre 2.300 farmaci utilizzati per il trattamento dei tumori e delle pato-
logie correlate.
13
Comunicazione in oncologia
14
Lo scenario
15
Comunicazione in oncologia
7 Termine inglese che significa condiscendenza, conformità. La compliance del paziente è intesa in
generale come la disponibilità, sia consapevole sia inconsapevole, ad accettare un presidio medico
e a trarre da questo il maggior giovamento possibile, e quindi con la corretta aderenza a esso. Tale
presidio può essere un farmaco o una terapia che comprenda modificazioni delle abitudini di vita o
alimentari, per esempio una dieta. La compliance è ridotta nelle persone non collaboranti e spesso
negli anziani, nei quali è più difficile, per motivi fisici e psicologici, ottenere un beneficio completo da
qualsiasi tipo di intervento medico (tratto da: www.sapere.it/enciclopedia/compliance.html).
16
Lo scenario
8 www.salute.gov.it/imgs/C_17_primopianoNuovo_264_documenti_itemDocumenti_0_file
Documento.pdf
17
Comunicazione in oncologia
9 CAPHIS (Consumer and Patient Health Information Section) è una sezione della Medical Library Asso-
ciation (MLA) (www.mlanet.org), autorevole fonte di informazione su temi che riguardano la salute,
con oltre 5.000 iscritti tra istituzioni e singoli individui. La MLA promuove l’eccellenza nei servizi di
informazione sulla salute forniti attraverso le biblioteche biomediche o professionisti del settore (bi-
bliotecari, documentalisti, esperti della divulgazione dell’informazione, di formazione professionale
e promozione della salute) allo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza, l’educazione e la ricerca.
18
Lo scenario
Bibliografia
1. Carlsson ME. Cancer patients seeking information from sources outside the health
care system: change over a decade. Eur J Oncol Nurs 2009;13:304-5.
2. De Lorenzo F, et al. Improving information to Italian cancer patients: results of a ran-
domized study. Ann Oncol 2004;15:721-5.
3. Fulda PO. PDQ: the National Cancer Institute’s computerized database for physicians
76. The Journal of the Louisiana State Medical Society: official organ of the Louisiana.
State Med Soc 1990;142:49-50.
4. Silbajoris C, et al. Creating the first MedlinePlus “Go Local” service: lessons and recom-
mendations from the evaluation of NC Health Info. Med Ref Serv Q 2007;26:75-86.
5. Rutten LJ, et al. Information needs and sources of information among cancer patients:
a systematic review of research (1980-2003). Patient Educ Couns 2005;57:250-61.
6. Street RL, Jr. Mediated consumer-provider communication in cancer care: the empo-
wering potential of new technologies. Patient Educ Couns 2003;50(1):99-104.
7. Rimer B, et al. Informed consent: a crucial step in cancer patient education. Health
Educ Q 1984;10(Suppl):30-42.
8. Truccolo I, et al. Quando l’utente è un paziente. Biblioteche Oggi 1998;16:26-30.
9. McPherson CJ, et al. Effective methods of giving information in cancer: a systematic
literature review of randomized controlled trials. J Public Health Med 2001;23:227-34.
10. Eysenbach G, et al. Empirical studies assessing the quality of health information for
consumers on the World Wide Web - A systematic review. JAMA 2002; 287:2691-2700.
11. Mazur DJ. Information disclosure and beyond: how do patients understand and use
the information they report they want? Med Decis Making 2000;20:132-4.
12. The librarian’s role in the provision of consumer health information and patient edu-
cation. Medical Library Association. Consumer and Patient Health Information Sec-
tion (CAPHIS/MLA). Bull Med Libr Assoc 1996;84:238-9.
13. Truccolo I, et al. Un codice deontologico per informare il paziente. Biblioteche Oggi
2009;27:81-4.
19
Comunicazione in oncologia
LA COMUNICAZIONE
Maria Antonietta Annunziata
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
20
Lo scenario
Necessità di:
a. Ampliamento del concetto di responsabilità terapeutica (curare e prendersi cura)
in modo che la persona malata, sentendosi compresa e meno sola,
possa curare se stessa attraverso atteggiamenti più fiduciosi e attivi
b. Utilizzo della relazione, costruita attraverso una comunicazione efficace,
come luogo di cura
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Comunicazione in oncologia
Emittente Ricevente
Codifica Decodifica
Messaggio Risposta F
“.........” “.........” e
e
d
Decodifica Codifica
b
a
Ricevente Emittente c
k
Contesto
Figura 1 - La comunicazione umana
22
Lo scenario
23
Comunicazione in oncologia
1 Con il termine “agenda” s’intende ciò che il paziente porta con sé e con la sua malattia nel momento
in cui va dal medico e rappresenta il vissuto di malattia (illness). Implica la necessità di una comuni-
cazione, è relazionale. L’agenda comprende quattro dimensioni: 1. sentimenti; 2. idee e interpreta-
zioni; 3. aspettative e desideri; 4. contesto.
24
Lo scenario
25
Comunicazione in oncologia
La comunicazione in oncologia
In oncologia, e in generale in ambito sanitario, capita spesso di confon-
dere la comunicazione con l’informazione.
L’informazione è notizia, trasferimento di dati. L’obiettivo è modificare le
conoscenze di chi la riceve. Il trasferimento di notizie non è garanzia di co-
municazione: l’informazione è lo strumento necessario, ma non sufficiente,
26
Lo scenario
RELAZIONE
COMUNICAZIONE
INFORMAZIONE
Aspetto verbale
Unidirezionalità
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Comunicazione in oncologia
aiuto è il piano umano, vale a dire l’attenzione all’altro come persona e non
solo come malato. Piano umano, quindi, vuol dire essere interessati al mon-
do personale del paziente, ai suoi vissuti emotivi.
La comunicazione in oncologia ha i seguenti obiettivi:
• creare un rapporto basato sulla fiducia;
• far emergere le preoccupazioni e i vissuti del paziente e comprenderne
i bisogni;
• “educare” il paziente e la famiglia nel senso di condurli gradualmente il
più vicino possibile alla realtà clinica;
• dare informazioni complesse e “cattive notizie”;
• aumentare la propria competenza di operatore sanitario nel gestire si-
tuazioni complesse dal punto di vista emotivo e discutere argomenti
difficili (passaggio a cure palliative, morte).
In ambito sanitario, quindi la comunicazione è un importante strumen-
to per costruire e mantenere nel tempo una relazione globalmente tera-
peutica ed esige, pertanto, la formazione continua degli operatori sanitari.
Bibliografia
1. Borella VM. La comunicazione medico-sanitaria. Le transazioni sulla salute nella comuni-
cazione ospedaliera, ambulatoriale e di pronto soccorso. Milano: Franco Angeli; 2009.
2. Annunziata MA. Ethics of relationship. From communication to conversation. Commu-
nication with the cancer patient. Information & Truth. Ann N Y Acad Sci 1997;809:400-
10.
3. Watzlawick P, et al. Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio Ubaldini;
1971.
4. Moja EA, et al. La visita centrata sul paziente. Milano: Raffaello Cortina; 2000.
5. Cheli E. Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale. Una introduzione interdisci-
plinare. Milano: Franco Angeli, 2009.
6. Meharabian A. Non-verbal communication. Chicago: Aldine Publishing Co.; 1972.
28
Lo scenario
I BISOGNI
1 Termine inglese, è la forma aulica di stress, di cui condivide il significato (stress significa sforzo, pres-
sione, stimolo, in grado di suscitare una reazione nella psiche o nelle funzioni organiche; è stato
universalmente adottato per designare tutti quegli stimoli fisici, psichici ed emotivi che possono
turbare il normale stato di quiete fisica e mentale dell’individuo). In particolare, il termine distress
rappresenta l’aspetto negativo dello stress, e si contrappone a eustress, che rappresenta l’aspetto
positivo dello stress inteso come sindrome di adattamento).
2 Termine inglese che letteralmente significa osservanza, conformità. Indica il grado di adesione del
paziente alla prescrizione del medico.
3 Termine inglese che indica il processo che porta alla decisione. Riferito al paziente è il processo che,
attraverso l’acquisizione di conoscenze e informazioni, gli consente di condividere le scelte terapeu-
tiche con i curanti.
4 Questo concetto è sintetizzato nel termine inglese patient empowerment, che si può tradurre con
responsabilizzazione del paziente, fornendogli gli strumenti per acquisire la piena consapevolezza
sulla propria salute e per esercitare il diritto di scelta sulle cure.
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Comunicazione in oncologia
30
Lo scenario
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Comunicazione in oncologia
1 Detto anche IOM. È un’organizzazione non governativa, non a scopo di lucro statunitense fondata
nel 1970. Fa parte delle Accademie Nazionali statunitensi (le altre sono l’Accademia Nazionale delle
Scienze, l’Accademia Nazionale di Ingegneria e il Consiglio Nazionale delle Ricerche). Lo scopo dello
IOM è di esprimere pareri su questioni che riguardano la scienza biomedica, la medicina e la salu-
te, svolgendo il ruolo di consulente nazionale per migliorare la salute pubblica. È indipendente dal
Governo federale degli Stati Uniti e fa affidamento sull’opera volontaria di scienziati ed esperti che
lavorano nell’ambito di un rigoroso sistema formale basato sulla revisione tra colleghi (peer-review).
Lo IOM fornisce informazioni e consulenza autorevoli, basate sull’evidenza e super partes sulla poli-
tica sanitaria e scientifica a politici, professionisti, responsabili di qualunque settore della società e,
naturalmente, al pubblico.
2 Azienda leader in Italia nella fornitura di supporto marketing e consulenza basata su ricerche di
mercato ad hoc. Fondata nel 2003, è presieduta da Nicola Piepoli.
3 Termine inglese che indica il numero di spettatori o ascoltatori che hanno seguito una certa trasmis-
sione televisiva o radiofonica o un dato messaggio pubblicitario in una determinata fascia oraria.
La rilevazione avviene per via statistica, tramite apparecchi appositi installati presso le abitazioni di
alcune famiglie. L’audience si calcola in valore assoluto (numero di spettatori) relativo ad un deter-
minato lasso di tempo, oppure in misura percentuale di pubblico raggiunta, calcolata o stimata sul
totale del pubblico in visione/ascolto nello stesso lasso di tempo. In questo caso si parla di share.
32
Lo scenario
4 È un metodo messo a punto negli Stati Uniti che di recente è stato tradotto e adattato per la cul-
tura italiana e oggetto di corsi specialistici per dirigenti di struttura (OncoTalk Italia). Negli USA è
finanziato dal National Cancer Institute, l’ente americano che ha il controllo su tutte le attività in
campo oncologico.
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Comunicazione in oncologia
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Lo scenario
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Comunicazione in oncologia
36
Lo scenario
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IL SERVIZIO NAZIONALE DI ACCOGLIENZA
E INFORMAZIONE IN ONCOLOGIA
Il Punto Informativo attivo presso
l’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri di Roma
Servizio Nazionale di Oncologia
1 Termine inglese che significa letteralmente professionista della salute, operatore sanitario.
2 Termine inglese che significa letteralmente consumatore di sanità.
41
Comunicazione in oncologia
3 Alleanza Contro il Cancro (ACC) è un’associazione senza scopo di lucro istituita nel 2002 per vo-
lontà del Ministero della Salute, con l’obiettivo di realizzare e gestire la rete di informazione e
collaborazione tra gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico e privato a
indirizzo e/o interesse oncologico.
4 L’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici (AIMaC) è una ONLUS costituita da malati
di cancro, parenti e amici, docenti universitari, avvocati, medici, psicologi, infermieri, imprenditori,
giornalisti ed esperti di comunicazione. Si prefigge di fornire informazioni e sostegno psicologico
ai malati di cancro e ai loro familiari, avvalendosi di operatori specializzati nel servizio di counsel-
ling. AIMaC promuove i diritti dei malati, l’accesso ai benefici previsti dalle leggi in campo lavora-
tivo, previdenziale e assistenziale; svolge attività di studio e di ricerca con Ministero della Salute,
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; INPS; CENSIS; Istituto Superiore di Sanità; Federazio-
ne Italiana Medici di Medicina Generale; Associazione Italiana Oncologia Medica, Associazione
Italiana Radioterapia Oncologica e altre società scientifiche; Istituti di Ricerca e Cura a Carattere
Scientifico; università.
42
Servizio Nazionale di Oncologia
43
Comunicazione in oncologia
IL MODELLO
44
Servizio Nazionale di Oncologia
Istituti Nazionali dei Tumori1 e poi anche nelle strutture ospedaliere ove
è presente un reparto di oncologia, sono oggi equamente distribuiti sul
territorio nazionale.
La rete dei Punti Informativi e SION, quindi, s’identificano strutturalmen-
te. Pertanto SION, allo scopo di garantire la corretta operabilità e organiz-
zazione della rete costituita, ha la responsabilità di istituire nuovi Punti In-
formativi, di organizzarli in modo uniforme e di gestirne armonicamente
l’attività, soprattutto in termini di condivisione di strumenti, modalità ope-
rative e scelte strategiche.
Dal punto di vista pratico, l’attività di SION e, dunque, dei Punti Informativi
è regolata da un organo di coordinamento che ha le seguenti responsabilità:
• elaborare strategie, direttive, linee guida riguardanti le attività e iniziati-
ve utili al funzionamento del Servizio;
• garantire l’omogeneità nell’erogazione del servizio dei Punti Informativi,
modulandone nel corso del tempo l’attuazione, in base alle specificità
dell’utenza;
• vigilare sull’efficienza del servizio e l’efficacia della risposta al bisogno
(servizio all’utenza, formazione degli operatori, raccolta e gestione dei
dati sul bisogno e sulla risposta, come anche indagini miranti a conosce-
re il gradimento degli utenti);
• valutare la validità delle proposte avanzate da singoli Punti Informativi
che vadano a modificare significativamente una qualunque delle attivi-
tà collegate al Servizio;
• essere il referente per l’eventuale allargamento della rete, nel caso altre
strutture si propongano di aderire al Servizio aprendo nuovi Punti Infor-
mativi, anche in ambienti diversi dagli ambiti ospedalieri (biblioteche
pubbliche, biblioteche scolastiche, ecc.);
1 Dal punto di vista giuridico, gli Istituti Nazionali dei Tumori operanti in Italia sono riconosciuti
come Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), e ciò li identifica come ospedali di
eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione
e gestione dei servizi sanitari. Il Ministero della Salute ha la vigilanza sugli IRCCS per garantire che
la ricerca da essi svolta sia finalizzata all’interesse pubblico con una diretta ricaduta sull’assistenza
del malato, anche perché sono di supporto tecnico e operativo agli altri organi del Servizio Sani-
tario Nazionale per l’esercizio delle funzioni assistenziali al fine del perseguimento degli obiettivi
del Piano Sanitario Nazionale in materia di ricerca sanitaria e per la formazione del personale. Il
riconoscimento del carattere scientifico è la procedura attraverso cui queste realtà ospedaliere
emergenti, che trattano particolari patologie di rilievo nazionale, sono qualificate come IRCCS.
Dati e informazioni sulle attività degli IRCCS sono pubblicate nell’area tematica Ricerca sanitaria,
aggiornata con le disposizioni del DLvo 288/2003 concernente il riordino di questi Istituti (tratto
da www.salute.gov.it/ministero/sezMinistero.jsp?label=ssn&id=18).
45
Comunicazione in oncologia
2 Acronimo dall’inglese Consumer and Patients Health Information Section, la sezione del sito della
Medical Library Association (MLA) dedicata ai cittadini “consumatori della salute” e dunque in pri-
mis ai pazienti. La MLA è un’organizzazione americana non a scopo di lucro, cui aderiscono oltre
1.100 istituzioni e 3.600 soci, che opera nel campo dell’informazione scientifica e in particolare
sulla salute.
46
Servizio Nazionale di Oncologia
Bibliografia
1. Truccolo I, et al. Un codice deontologico per informare il paziente. Biblioteche Oggi
2009;27:81-4.
2. Team del Progetto: “Miglioramento della comunicazione a livello nazionale: Servizio
Nazionale Informativo sul Cancro” - Programma 1 2006 di Alleanza Contro il Cancro-
Istituto Superiore di Sanità. Procedure di qualità del Punto Informazione e Accoglienza
(http://eprints.rclis.org/handle/10760/16118).
3. National Network of Libraries of Medicine. The consumer health reference interview and
ethical issues (http://nnlm.gov/outreach/consumer/ethics.html).
4. Medical Library Association. Consumer and Patient Health Information Section; c2000-
2010 (http://caphis.mlanet.org/).
47
IL PUNTO DI ACCOGLIENZA
E INFORMAZIONE
La helpline di AIMaC
Punto di accoglienza e informazione
IL PUNTO INFORMATIVO:
REQUISITI E ASPETTI ORGANIZZATIVI
Rosaria Bufalino
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
1 Dal punto di vista giuridico, gli IRCCS sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di
ricerca nel campo biomedico ed in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari.
Il Ministero della Salute ha la vigilanza sugli IRCCS per garantire che la ricerca da essi svolta
sia finalizzata all’interesse pubblico con una diretta ricaduta sull’assistenza del malato, anche
perché sono di supporto tecnico e operativo agli altri organi del Servizio Sanitario Nazionale
per l’esercizio delle funzioni assistenziali al fine del perseguimento degli obiettivi del Piano
Sanitario Nazionale in materia di ricerca sanitaria e per la formazione del personale. Il “rico-
noscimento del carattere scientifico” è la procedura attraverso cui queste realtà ospedaliere
emergenti, che trattano particolari patologie di rilievo nazionale, vengono qualificate come
IRCCS. Dati e informazioni sulle attività degli IRCCS sono pubblicate nell’area tematica Ricerca
sanitaria, aggiornata con le disposizioni del DLvo 288/2003 concernente il riordino di questi
Istituti (tratto da: www.salute.gov.it/ministero/sezMinistero.jsp?label=ssn&id=18).
51
Comunicazione in oncologia
2 CAPHIS. Ethical considerations. 1. Mettere a disposizione un ambiente accogliente, in cui sia ga-
rantita la riservatezza.
3 CAPHIS. Ethical considerations. 3. Procurarsi quante più informazioni possibili. 4. Controllare i ter-
mini tecnici su un dizionario o un’enciclopedia medica. 6. Fornire le informazioni più complete per
soddisfare la richiesta dell’utente.
52
Punto di accoglienza e informazione
4 Termine inglese che ha vari significati, tra cui quello di consultazione delle fonti di informazione.
5 Il Servizio Civile Nazionale, istituito con la Legge 6 marzo 2001, n. 64 è un modo di difendere
la patria, il cui dovere è sancito dall’articolo 52 della Costituzione; una difesa che non deve
essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla condivi-
sione di valori comuni e fondanti l’ordinamento democratico. Dal 1° gennaio 2005 il Servizio
Civile Nazionale si svolge su base esclusivamente volontaria. Per ulteriori informazioni con-
sultare il sito: www.serviziocivile.gov.i e vedi pag. 56 del presente manuale.
53
Comunicazione in oncologia
54
Punto di accoglienza e informazione
si. L’helpline di AIMaC offre alle persone malate, ai loro familiari o amici
l’opportunità di essere ascoltati; il fine del servizio è, infatti, non solo il tra-
sferimento di conoscenze, ma anche un ascolto attento e disponibile che
delinei uno spazio in cui l’utente si senta accolto e supportato. Nel fornire
l’informazione si considerano attentamente l’interlocutore, la sua doman-
da, il suo contesto e le sue risorse, che cosa e quanto desideri conoscere,
i canali comunicativi preferiti. Questo lavoro di accoglienza globale della
persona e di analisi della domanda secondo un paradigma bio-psico-so-
ciale prevede un lavoro d’équipe da parte dei vari operatori della helpline.
AIMaC dalla sede nazionale di Roma collabora con i Punti Informativi
e li sollecita alla rilevazione dei dati relativi agli utenti e ai bisogni da loro
espressi. Questo monitoraggio consente ad AIMaC di proporsi come inter-
locutore qualificato nell’ambito di specifici progetti finanziati dal Ministero
della Salute ai maggiori istituti di cura oncologici per la realizzazione e lo
sviluppo di programmi di umanizzazione delle cure, assistenza globale e
comunicazione in oncologia.
Rispondere agli utenti significa prima di tutto imparare ad ascoltare
ciò che la persona chiede in una visione più allargata o allargabile della
prima domanda esplicita, mettersi in contatto non solo con una malattia,
un sintomo o un problema, ma anche e soprattutto con una persona.
Bibliografia
1. National Network of Libraries of Medicine. The consumer health reference interview
and ethical issues (nnlm.gov/outreach/consumer/ethics.html).
55
Comunicazione in oncologia
56
Punto di accoglienza e informazione
57
Comunicazione in oncologia
Bibliografia
1. Italia. Legge 6 marzo 2001, n. 64. Istituzione del Servizio Civile Nazionale. Gazzetta Uf-
ficiale n. 68, 22 marzo 2001.
2. Italia. Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Circo-
lare 17 giugno 2009. Norme sull’accreditamento degli enti di Servizio Civile Nazionale.
58
Punto di accoglienza e informazione
IL MATERIALE INFORMATIVO
PER PAZIENTI E FAMILIARI
Il cancro non è una malattia unica, ma ne esistono oltre 200 tipi diversi
(1). A questa varietà nella patologia si somma anche una diversificazione
dei pazienti oncologici a livello sociale e culturale, come evidenziato da di-
verse indagini statistiche (ad esempio, i dati estratti dal database DAISY1) in
cui emergono differenze per fascia d’età, sesso, formazione culturale, espe-
rienze di vita e quant’altro (2).
A fronte di questa diversificazione è necessario personalizzare l’informa-
zione (3). Solitamente ciò significa che all’utente sono fornite informazioni
su misura, basate su un modello di comportamento, sui dati demografici,
sui bisogni o preferenze indicati espressamente. Bisogna considerare, tut-
tavia, che una corretta informazione scientifica, supportata da una valida
ed esaustiva letteratura, non può comunque rispondere totalmente alle di-
verse esigenze e necessità del destinatario dell’informazione. Un opuscolo
informativo, infatti, può esporre in modo chiaro e semplice un argomento
di carattere specialistico rivolto anche a un pubblico non esperto, ma per
poter parlare di personalizzazione dell’informazione, nel senso più ampio
del termine, è necessaria una mediazione tra chi produce le informazioni e
chi le fruisce. È questo ruolo di mediatore che viene svolto dal referente del
servizio informativo (4, 5).
Associazioni di volontariato (tre le quali la stessa F.A.V.O.2), società scienti-
fiche e anche istituti di ricerca e cura a carattere scientifico negli ultimi anni
si sono impegnati nella pubblicazione di guide, opuscoli e altro materiale
informativo o nella creazione di siti web allo scopo di incentivare la cultu-
ra del diritto del paziente all’informazione. Obiettivo prioritario - e ciò vale
1 DAISY (DAtabase Information SYstem) è un software elaborato dall’Istituto Nazionale dei Tumori
di Milano e implementato dai referenti dei Punti Informativi con i dati relativi alle richieste d’infor-
mazione dei servizi e alle risposte fornite dagli operatori stessi.
2 La Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) è nata come
associazione delle associazioni di volontariato al servizio dei malati di cancro e delle loro
famiglie con l’obiettivo di creare sinergie fra le varie organizzazioni e assicurare una rappre-
sentanza istituzionale per il riconoscimento di nuovi bisogni e di nuovi diritti (www.favo.it).
59
Comunicazione in oncologia
3 L’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici (AIMaC) è una ONLUS costituita da malati
di cancro, parenti e amici, docenti universitari, avvocati, medici, psicologi, infermieri, imprenditori,
giornalisti ed esperti di comunicazione. Si prefigge come scopo quello di fornire informazioni e
sostegno psicologico ai malati di cancro e ai loro familiari avvalendo di operatori specializzati nel
servizio di counselling. AIMaC promuove i diritti dei malati, l’accesso ai benefici previsti dalle leggi
in campo lavorativo, previdenziale e assistenziale; svolge attività di studio e di ricerca con Mini-
stero della Salute, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; INPS; CENSIS; Istituto Superiore di
Sanità; Federazione Italiana Medici di Medicina Generale; Associazione Italiana Oncologia Medica,
Associazione Italiana Radioterapia Oncologica e altre società scientifiche; istituti di ricerca e cura a
carattere scientifico; università.
60
Punto di accoglienza e informazione
Bibliografia
1. Airtum Working Group, et al. Italian Cancer Figures - report 2010. Cancer preva-
lence in Italy: patients living with cancer, long-term survivors and cured patients
[I tumori in Italia - rapporto 2010. La prevalenza dei tumori in Italia: persone
che convivono con un tumore, lungosopravviventi e guariti]. Epidemiol Prev
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the German Cancer Information Service in Heidelberg [Die Bedeutung von Informa-
tion für Krebspatienten und Erfahrungen aus der Arbeit des Krebsinformationsdien-
stes in Heidelberg.] Bundesgesundheitsblatt, Gesundheitsforschung, Gesundheitsschutz
2004;47:957-68.
5. Truccolo I, et al. A pilot project of a cancer patient library in Italy: results of a custom-
er-satisfaction survey and its products. Health Info Libr J 2006;23:266-74.
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Comunicazione in oncologia
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omized study. Ann Oncol 2004;15:721-5.
8. Stromborg MF, et al. Evaluating written papers education materials. Semin Oncol Nurs
1991;7:125-34.
9. Hutchison C, et al. Evaluation of an information booklet for patients considering par-
ticipation in phase I clinical trials in cancer. 15. Eur J Cancer Care 2002;11:131-8.
10. Bianchet K, et al. Il parere dei pazienti circa la qualitá del materiale informativo di
carattere divulgativo: un’indagine in campo oncologico. AIDA Informazioni 2005;23:
13-26.
62
Punto di accoglienza e informazione
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Punto di accoglienza e informazione
Sintesi conclusiva:
66
Punto di accoglienza e informazione
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Comunicazione in oncologia
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Punto di accoglienza e informazione
vo, assume un ruolo più attivo nel processo che coinvolge le fasi di creazio-
ne, produzione, distribuzione, consumo1. Tuttavia, per un cittadino-paziente
che si trova, per definizione, in condizione di fragilità, non è facile essere in
grado di distinguere il grano dal miglio nel mare magnum dell’informazione
(5). È compito delle organizzazioni sanitarie rafforzare la capacità effettiva dei
pazienti di non farsi manipolare; supportare in modo trasparente il loro biso-
gno di saper distinguere le informazioni attendibili da quelle non attendibili
per potersi affidare consapevolmente ai curanti, collaborare attivamente alle
scelte terapeutiche, mobilitare le migliori energie personali per affrontare la
malattia. È nostra ferma convinzione che i servizi di informazione rivolti ai pa-
zienti e alla comunità debbano supportare il Servizio Sanitario Nazionale in
tale delicato compito, in quanto possiedono le conoscenze, le competenze e
le capacità necessarie. Gli operatori dei Punti Informativi, oltre ad accogliere
le persone desiderose di maggiore informazione sulla malattia, a decodificare
le loro richieste, a stabilire un rapporto di rispetto ed empatia, devono anche
saper cercare le fonti informative più appropriate, selezionandole attraverso
criteri il più possibile obiettivi e trasparenti, riuscendo a valutare la qualità dei
documenti reperiti (6-9).
Negli ultimi 10-15 anni, dopo l’esplosione del web, si è detto e scritto molto
sul tema della valutazione della qualità dell’informazione. Dalla vasta lettera-
tura scientifica sull’argomento, si evincono alcune raccomandazioni comuni a
chi si occupa di informazione al pubblico su temi di carattere sanitario:
• promuovere la presenza di informazione sulla salute;
• garantire a tutti i cittadini una pratica non autoritaria di accesso all’infor-
mazione;
• rendere disponibile a tutti informazione di alta qualità su Internet.
1 Il Web 2.0 è una nuova visione di Internet che ha appena cominciato a influenzare il nostro modo
di lavorare e interagire con le informazioni disponibili in rete. Non è un software specifico, né un
marchio registrato, ma un insieme di approcci per usare la rete in modo nuovo e innovativo. Si
tratta delle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li pro-
duce o dal sito in cui vengono creati. L’informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano
liberamente da un sito all’altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso. Que-
sto paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultane-
amente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi. Il Web 2.0 è un prodotto open-source, che
permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati più diffusi.
Questo permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite so-
pra le informazioni precedenti. Web 2.0 lascia ai dati un’identità propria, che può essere cambiata,
modificata o remixata da chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un’identità,
la rete si sposta da un insieme di siti web a una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare
le informazioni collettivamente (tratto da: www.masternewmedia.org/it).
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Punto di accoglienza e informazione
6 www.eso.net/listEvents/1007_3rd_International_Conference_Cancer_on_the_Internet.html
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7 SAM (Suitability Assessment of Materials), è contenuto nel manuale “Teaching Patients with Low
Health Literacy, 1996 accessibile all’indirizzo: www.hsph.harvard.edu/healthliteracy/resources/
doak-book/index.html
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Punto di accoglienza e informazione
CRITERI
Titolo/autore/data del documento (su supporto cartaceo o elettronico o disponibile su web)
da valutare:
Trasparenza
1. Il responsabile della risorsa è indicato? Sì/No
2. Sono indicate istituzioni di riferimento? Sì/No
3. Sono indicate le fonti delle informazioni? Sì/No
4. Sono assenti conflitti di interesse? Sì/No
5. Il documento dichiara di aderire a codici di qualità riconosciuti? Sì/No
6. Si dichiara che l’informazione prodotta non si sostituisce Sì/No
al rapporto medico paziente?
Appropriatezza
7. Il titolo è esplicativo del contenuto? Sì/No
8. Titolo e contenuto sono coerenti? Sì/No
9. È chiaro lo scopo della risorsa? Sì/No
10. Il documento è destinato a un pubblico poco esperto? Sì/No
11. È indicato che il documento è destinato al paziente?
Datazione
12. È presente la data di produzione? Sì/No
(edizione, copyright, stampa)
13. È presente la data di aggiornamento? Sì/No
(edizioni successive alla prima o aggiornamento della pagina web)
Interazione
14. Gli autori invitano l’utente ad interagire? Sì/No
15. Il paziente può valutare il documento? Sì/No
16. Vengono indicati indirizzi utili al paziente Sì/No
nella scelta della struttura cui rivolgersi?
Accessibilità
17. Il documento è facilmente reperibile? Sì/No
(disseminazione sul territorio, disponibilità di copie…)
18. La consultazione del documento non dipende da vincoli tecnologici? Sì/No
(tecnologie obsolete, software proprietari...)
19. La consultazione è libera da restrizioni di ordine amministrativo o legale? Sì/No
(abbonamenti, copyright, iscrizione a siti, iscrizione ad un servizio...)
73
Comunicazione in oncologia
74
Punto di accoglienza e informazione
Bibliografia
1. Bell D. The coming of post industrial society. New York: Basic Books; 1973.
2. Gagliardi A, et al. Examination of instruments used to rate quality of health informa-
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3. Santoro E. Web 2.0 e medicina. Come social network, podcast, wiki e blog trasformano
la comunicazione, l’assistenza e la formazione in sanità. Roma: Il Pensiero Scientifico
Editore; 2009.
4. Bianchet K, et al. Il parere dei pazienti circa la qualitá del materiale informativo di
carattere divulgativo: un’indagine in campo oncologico. AIDA informazioni 2005;23:
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11. Eysenbach G, et al. Does the Internet harm health? Some evidence exist that the In-
ternet does harm. BMJ 2002;324:238-9.
12. Eysenbach G, et al. The role of e-health and consumer health informatics for evidence-
based patient choice in the 21st century. Clin Dermatol 2001;19:11-7.
75
L’OPERATORE
Il Punto Informativo attivo presso
l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova
L’operatore
L’ACCOGLIENZA
Maria Antonietta Annunziata
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
Gli atteggiamenti
Nell’ambito della relazione di aiuto si fa generalmente riferimento agli
atteggiamenti descritti da Rogers1 - empatia, accettazione positiva incon-
dizionata e congruenza - quali elementi sufficienti per realizzare gli obietti-
vi di una relazione efficace dal punto di vista terapeutico (3).
1 Carl R. Rogers, nato nel 1902 in Illinois, è uno dei più importanti esponenti della psicologia clinica
americana. Ha lavorato come terapeuta al Rochester Guidance Center dal 1931 al 1940; è stato
professore in numerose università americane; nel 1964 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a
una serie di ricerche sulla psicologia di gruppo.
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Comunicazione in oncologia
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L’operatore
Le abilità comunicative
Le abilità che intervengono nella relazione di aiuto e che sono più utili
in ambito sanitario sono ascoltare, fare domande, dare informazioni. Va,
tuttavia, segnalato che nei contesti di counselling sono citate anche altre
abilità.
Ascoltare. È un’abilità centrale nel processo di comunicazione. L’acco-
glienza trova il suo coerente sviluppo nella qualità dell’ascolto da parte
dell’operatore. È il presupposto primario per una comunicazione efficace,
in quanto è lo strumento che permette di entrare nello schema di riferi-
mento dell’altro e decodificare correttamente i suoi messaggi. Il significa-
to che assume il termine “ascolto” va oltre la percezione uditiva di suoni e
81
Comunicazione in oncologia
82
L’operatore
83
Comunicazione in oncologia
Bibliografia
1. Cheli E. Relazioni in armonia. Milano: Franco Angeli; 2009.
2. Annunziata MA. Ethics of relationship. From communication to conversation. Commu-
nication with the cancer patient. Information & truth. Ann N Y Acad Sci 1997;809:400-
10.
3. Rogers C. Terapia centrata sul cliente. Molfetta (BA): La Meridiana; 2007.
4. Borella VM. La comunicazione medico-sanitaria. Le transazioni sulla salute nella comuni-
cazione ospedaliera, ambulatoriale e di pronto soccorso. Milano: Franco Angeli; 1997.
5. Moja EA, et al. La visita centrata sul paziente. Milano: Raffaello Cortina; 2000.
85
Comunicazione in oncologia
Il codice deontologico
Il codice deontologico è un corpus di norme, elaborato all’interno di una
determinata categoria professionale, cui i membri devono conformarsi nel-
lo svolgimento della loro attività. Non si tratta semplicemente di norme
vincolanti e limitanti ma, in senso positivo, di un riferimento atto a definire
e certificare le competenze del professionista, richiamandolo a una costan-
te e vigile riflessione sul proprio agire, sotto il profilo morale. L’approvazio-
86
L’operatore
ne, negli ultimi anni, di diversi codici deontologici relativi a varie profes-
sioni sanitarie è, peraltro, un indicatore della veloce moltiplicazione delle
figure specialistiche.
Ciò che caratterizza e identifica l’operatore del Punto Informativo è la
sua funzione di mediatore tra chi produce le informazioni e chi ne fruisce.
In senso più tecnico, la mediazione consiste nel veicolare le informazioni
selezionandole e personalizzandole; in un senso più ampio, che coinvolge
la sfera della relazione umana e dell’emotività, la mediazione innesta un
“collegamento tra l’anonimo macrocosmo della scienza e l’irripetibile mi-
crocosmo della persona”(1). L’operatore è quindi un vero e proprio “attore
all’interno del sistema di assistenza e cura” (2).
Visto il ruolo chiave rivestito dall’operatore, la definizione di un codice di
condotta appare assolutamente necessaria al fine di tutelare sia gli opera-
tori stessi, stabilendone l’identità e i limiti d’azione, sia gli utenti, chiarendo
loro ciò che possono e debbono aspettarsi da chi attua il servizio. Poiché
l’operatore del Punto Informativo è considerato a tutti gli effetti un opera-
tore sanitario, la definizione del suo codice deontologico deve muoversi
nell’alveo di quattro principi guida specifici per l’ambito sanitario, ossia:
autonomia: rispetto per l’autodeterminazione del paziente e suo
coinvolgimento nelle decisioni che lo riguardano;
beneficialità: orientamento al bene della persona-paziente secondo i
suoi valori e il suo interesse;
non maleficialità: evitare ciò che nuoce o danneggia il paziente;
giustizia/equità: opporsi a discriminazioni e ingiustizie e promuovere
un’equa distribuzione delle risorse.
Per la stesura del codice deontologico degli operatori dei Punti Infor-
mativi il riferimento fondamentale è stato il codice etico della National
Network of Libraries of Medicine (NNLM)1, elaborato in collaborazione con
esperti dell’argomento e bibliotecari biomedici che operano nei servizi per
i consumatori di salute delle biblioteche pubbliche statunitensi2. Il codice
etico per gli operatori dei Punti Informativi si può così riassumere:
1 È la rete nazionale statunitense che riunisce le biblioteche di medicina, il cui obiettivo è favorire i
progressi della scienza medica e migliorare la salute pubblica, fornendo a tutti gli operatori sanitari
statunitensi parità di accesso ai dati biomedici e migliorando l’accesso da parte del pubblico alle in-
formazioni che possono consentire di prendere decisioni informate sulla propria salute. Il program-
ma è coordinato dalla Biblioteca Nazionale di Medicina e vi partecipano le biblioteche di scienze
sanitarie e i centri di informazione. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito: http://nnlm.gov
2 La versione integrale del documento è disponibile alla pagina http://nnlm.gov/outreach/consu
mer/ethics.html
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L’operatore
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L’operatore
5 In italiano, invece sarà presto disponibile www.cignoweb.it, banca dati di pubblicazioni informa-
tive sul cancro: libri, opuscoli, schede informative su vari aspetti della malattia, siti web descritti e
valutati, articoli, ecc.
6 Alcuni esempi sono: Associazione Italiana Malati di cancro, parenti e amici (www.aimac.it); Fonda-
zione Federico Calabresi (www.accmed.org); Associazione Laura Coviello (www.alc.it); Attivecome
prima (www.attivecomeprima.org); Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (www.airc.it).
7 La Salute di Repubblica; Corriere Salute del Corriere della Sera; Bollettino di Informazione sui Farmaci
- scheda per i pazienti; Minuti; Medicina Naturale; Medicinae Doctor; Nursing Oggi, ecc.
8 Il Web 2.0 è una nuova visione di Internet che ha appena cominciato a influenzare il nostro modo
di lavorare e interagire con le informazioni disponibili in rete. Non è un software specifico, né un
marchio registrato, ma un insieme di approcci per usare la rete in modo nuovo e innovativo. Si
tratta delle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li pro-
duce o dal sito in cui vengono creati. L’informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano
liberamente da un sito all’altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso. Que-
sto paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultane-
amente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi. Il Web 2.0 è un prodotto open-source, che
permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati più diffusi.
Questo permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite so-
pra le informazioni precedenti. Web 2.0 lascia ai dati un’identità propria, che può essere cambiata,
modificata o remixata da chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un’identità,
la rete si sposta da un insieme di siti web a una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare
le informazioni collettivamente (tratto da: www.masternewmedia.org/it).
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Comunicazione in oncologia
9 Termine inglese utilizzato in ambito informatico per riferirsi a coloro che hanno il doppio ruolo
di creatori e fruitori di informazioni, anche se non si tratta di professionisti. È formato dall’unione
delle parole producer e consumer (rispettivamente, produttore e consumatore). Sulla rete, un
prosumer è colui che crea, rimaneggia e pubblica materiale di diverso genere, da documenti
testuali a foto, video, musica, Il termine prosumer è stato coniato negli anni ottanta. Esempi lam-
panti si trovano su Flickr, YouTube, DeBaser, ecc.
10 Esempi: QUICK, IQT, misurasiti di www.partecipasalute (Vedi pag. 70).
11 I codici etici offrono una serie di criteri che i gestori di siti possono impegnarsi a rispettare. Fra que-
sti: l’HONcode (Vedi pag. 70); l’E-health code of ethics/Internet Health Coalition (Vedi pag. 70).
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Bibliografia
1. Truccolo I, et al. Un codice deontologico per informare il paziente. Biblioteche Oggi
2009;81-4.
2. Viafora C. Malattia. In: Compagnoni F (Ed.). Etica della vita: bioetica, vita, morte, malattia,
tossicodipendenze, sessualità, psichiatria, risorse, professione, ricerca. Cinisello Balsamo
(MI): San Paolo;1998. p. 81-116.
3. Biondi M, et al. La Mente e il cancro. Insidie e risorse della psiche nelle patologie tumorali.
Roma: Il Pensiero Scientifico Editore; 1995.
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Comunicazione in oncologia
LA FORMAZIONE PSICOLOGICA
DEGLI OPERATORI SANITARI
Anita Caruso1, Maria Antonietta Annunziata2
1
Istituti Fisioterapici Ospitalieri, Roma
2
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
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3 Termine inglese che si presta a una vasta gamma di significati, interpretazioni e definizioni, toccan-
do le più diverse discipline: dalla psicologia alla filosofia, fino ai corsi di auto-aiuto e motivazionali. Il
concetto di base fa riferimento all’accrescimento spirituale, politico, sociale o della forza economica
di un individuo o di una comunità e spesso allo sviluppo della fiducia nelle proprie capacità. L’em-
powerment può quindi definirsi come un processo che dal punto di vista di chi lo esperisce significa
“sentire di avere potere” o “sentire di essere in grado di fare”. In economia, nell’ambito di gestione
dell’impresa di servizi, con il termine empowerment ci si riferisce a tutte quelle attività che mirano a
conferire al front office autorità, capacità e strumenti per servire al meglio il cliente.
4 Vedi nota pag. 102.
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L’operatore
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Comunicazione in oncologia
legati alla malattia e/o alle terapie (dolore, supporto nutrizionale, psicolo-
gico, spirituale, sociale, ecc.) e l’inserimento precoce delle cure palliative.
Il sistema èquipe, se funzionale, interagisce con quello rappresentato dal
paziente e dalla sua famiglia agendo come un sistema a rete che pro-
tegge e sostiene. Questo è reso possibile dalla messa in comune e dal
confronto interno con le conoscenze riguardanti la persona malata, la sua
storia passata, il suo sistema di supporti sociali, i suoi bisogni attuali, le
sue difese e le sue risorse.
Il fine ultimo del processo di integrazione è la costruzione di una rete
di interventi che sia aderente e rispondente a quella specifica situazione
costituita dai bisogni di quella determinata persona malata di cancro
in quel particolare momento della sua storia clinica. Solo nel recipro-
co rispetto delle diverse modalità operative e delle specifiche compe-
tenze, gli operatori possono pensare di elaborare tra loro una modalità
comune di approccio al paziente oncologico, partendo ognuno dalla
parzialità del proprio punto di vista, ma con il desiderio di integrarlo e
condividerlo.
Il lavoro in èquipe si riflette nel coinvolgimento di tutti i soggetti implica-
ti nella cura del paziente e passa attraverso un processo di condivisione e
gestione delle informazioni e delle emozioni. L’integrazione degli operatori
può rappresentare, quindi, un’occasione di crescita personale e professio-
nale per tutto il team di cura. Spesso l’operatore si trova a dover gestire
situazioni complesse cariche di responsabilità e implicazioni emotive con-
nesse con la malattia oncologica, senza la possibilità di condividere con i
colleghi ed elaborare in maniera adeguata gli eventi con i quali si confronta
quotidianamente.
Il benessere fisico ed emozionale degli operatori è compromesso nel
momento in cui essi sperimentano quella condizione di stress caratterizza-
ta da un esaurimento delle risorse emotive, da sentimenti di spersonalizza-
zione e di insoddisfazione lavorativa, definita burnout2.
2 Termine inglese che descrive l’esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le per-
sone che esercitano professioni d’aiuto, qualora queste non rispondano in maniera adeguata ai
carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere. Maslach e Leiter (2000) hanno per-
fezionato le componenti della sindrome attraverso tre dimensioni: deterioramento dell’impegno
nei confronti del lavoro, deterioramento delle emozioni originariamente associati al lavoro e un
problema di adattamento tra persona e lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest’ultimo. In
tal senso il burnout diventa una sindrome da stress non più esclusiva delle professioni d’aiuto, ma
probabile in qualunque organizzazione di lavoro. In parole semplici, è uno stato di esaurimento
psico-fisico che viene denominato anche sindrome da burnout.
102
L’operatore
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Comunicazione in oncologia
104
L’operatore
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michel M (Ed.). La sofferenza psichica in oncologia. Modalità di intervento. Roma: Caroc-
ci; 2005. p. 139-53.
105
Comunicazione in oncologia
1 È il primo appello lanciato su scala mondiale per chiamare alla lotta comune, nel nuovo millennio,
medici, industrie, politici, pazienti. Nata dal primo Vertice Mondiale contro il Cancro tenutosi a
Parigi nel febbraio 2000, con la collaborazione di prestigiosi scienziati, capi di governo e responsa-
bili dei massimi organismi internazionali, la Carta raccoglie dieci articoli che riguardano gli aspetti
più importanti della lotta contro il cancro: 1. i diritti dei pazienti oncologici sono diritti umani; 2.
eliminare lo stigma associato al cancro; 3. ampliare le frontiere della conoscenza; 4. garantire il
diritto alla cura di qualità del cancro; 5. promuovere la prevenzione contro il cancro; 6. priorità allo
screening e alla diagnosi precoce; 7. potenziare il ruolo attivo del paziente; 8. migliorare la qualità
della vita dei pazienti; 9. sostenere le strategie locali contro il cancro; 10. sviluppare reti di coope-
razione. L’iniziativa partita dalla capitale francese fa i conti con il futuro della realtà della malattia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nel 2020 il numero dei nuovi casi di cancro si
aggirerà intorno a venti milioni, rischiando così di diventare il flagello del XXI secolo. L’aumento
dell’età media della vita, il cambiamento degli stili di vita, il consumo di tabacco, il degrado am-
bientale e altri fattori sono solo alcuni dei segnali di un aggravamento che interessa il mondo nella
sua complessità di popolazione e di strategie politiche ed economiche.
2 Presentata ufficialmente a Copenhagen nel 2003 l’organizzazione nota con l’acronimo di ECPC è
la prima organizzazione paneuropea dei malati di cancro, che si propone di rappresentare tutte
le principali neoplasie, con l’obiettivo di farsi portavoce delle esigenze dei pazienti, di diventare il
primo referente delle istituzioni europee in modo che si stabiliscano direttive comuni in tutti i Pa-
esi, in modo che tutti i malati di cancro possano ricevere lo stesso trattamento ovunque si trovino.
ECPC si propone di sostenere la ricerca scientifica nella lotta contro i tumori e anzi, di collaborare
a stretto contatto con la comunità scientifica, proprio per far sì che la voce dei malati sia più forte
e autorevole di fronte ai politici.
106
L’operatore
107
Comunicazione in oncologia
108
L’operatore
7 È un particolare tipo di esercizio che richiede ai partecipanti di svolgere il ruolo di “attori”, ossia di
rappresentare alcuni ruoli in interazione tra loro, mentre altri partecipanti fungono da osservatori
dei contenuti e dei processi che la rappresentazione manifesta. È una rappresentazione improv-
visata e quasi teatrale di una scena simile a quello che può accadere nella realtà. Il role play mira
a rendere i partecipanti consapevoli dei propri atteggiamenti, evidenzia i sentimenti e i vissuti
sottesi alla situazione creata e rinvia alla dimensione soggettiva, alle modalità di proporsi nella
relazione e nella comunicazione. Le caratteristiche di questo metodo forniscono molteplici stimoli
all’apprendimento attraverso: l’imitazione e l’azione; l’osservazione del comportamento degli altri
e i commenti ricevuti sul proprio; l’analisi dell’intero processo.
109
Comunicazione in oncologia
110
L’operatore
111
Comunicazione in oncologia
Bibliografia
1. Marinelli A, et al. La relazione medico paziente e il consenso informato. In: Bianco AR
(Ed.). Manuale di Oncologia Medica 4° edizione. Milano: McGraw-Hill Companies; 2007.
2. Costantini A. Considerazioni etiche e psicosociali in Oncologia. In: Lopez M, Gebbia
N, Cascinu S, Marchetti P (Ed.). Oncologia Medica Pratica - III Edizione. Roma: Società
Editrice Universo; 2010.
3. Fallowfield L, et al. Efficacy of a cancer research UK communication skills training mo-
del for oncologist: a randomised controlled trial. Lancet 2002;359:650-6.
4. Razavi D, et al. How to optimize physicians’ communication skills in cancer care: re-
sults of a randomized study assessing the usefulness of post-training consolidation
workshop. J Clin Oncol 2003;21:3141-9.
5. Back AL, et al. Teaching communication skills to medical oncology fellows. J Clin Oncol
2003; 21:2433-6.
6. Buckman R. La comunicazione della diagnosi in caso di malattie gravi. Milano: Raffaello
Cortina Editore; 2003 (titolo originale: How to break bad news. Johns Hopkins Univer-
sity Press, 1992).
7. Costantini M, et al. Diagnosis and prognosis disclosure among cancer patients. Re-
sults from an Italian mortality follow-back survey. Ann Oncol 2006;17:853-9.
8. Costantini A, et al. Overcoming cultural barriers to giving bad news: feasibility of trai-
ning to promote truth-telling to cancer patients. J Cancer Education 2009;24:180-5.
9. Grassi L, et al. Manuale pratico di psiconcologia. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore;
2003.
10. Costantini A. Psicoterapia di gruppo a tempo limitato. Milano: McGraw-Hill; 2000.
11. Lenzi R, et al. Communication training in oncology: results of intensive communica-
tion workshops for Italian oncologists. E J C 2011;20:196-203.
113
Comunicazione in oncologia
Il destinatario primario del testo che segue non è il medico clinico, che
è protagonista, insieme al paziente, di quel rapporto a due molto partico-
lare che s’instaura nell’alleanza terapeutica o, più in generale, nel rapporto
tra medico e paziente (sebbene sia auspicabile che anche il medico clinico
possa trovare qualche spunto di utilità), bensì l’operatore che mette a di-
sposizione dei pazienti e dei loro familiari informazioni pratiche su esami
diagnostici, terapie disponibili e loro effetti collaterali, centri di cura, ecc. Si
può pertanto dire che l’etica di cui si parla in queste pagine riguarda l’infor-
mazione che non ha soltanto (e primariamente) una dimensione “privata”,
come nel rapporto tra medico e malato, ma anche “pubblica”, nel senso che
la comunicazione riguarda informazioni di interesse generale, anche per
altri pazienti affetti dalla medesima patologia.
I problemi riguardanti l’informazione ai pazienti si trovano, sotto il pro-
filo tecnico, al crocevia tra etica, deontologia e diritto (1). Sotto il profilo
delle relazioni umane, essi sono al centro di complesse dinamiche psico-
logiche (2-4). In una prospettiva storica, il modo con cui il paziente viene
informato è uno degli esempi più emblematici dell’evoluzione che si è
determinata in pochi decenni: dall’atteggiamento paternalista che ha ca-
ratterizzato per secoli il rapporto medico-paziente si è passati, negli anni
in cui la bioetica ha iniziato a configurarsi come disciplina a sé stante, ad
attribuire una grande importanza alle autonome scelte individuali. Paral-
lelamente a una sempre maggiore assimilazione dei sistemi sanitari ad
aziende si è anche poi attribuita, negli anni recenti, una crescente impor-
tanza alla negoziazione e alla contrattazione nei rapporti tra cittadino e
operatore sanitario (5, 6). Quest’evoluzione ha comportato, in generale,
un diverso atteggiamento nel gestire le informazioni (e, in campo onco-
logico, spesso anche nel gestire la verità) da “somministrare” al paziente:
non più in “piccole dosi”, come una medicina, ma, in nome della traspa-
renza, con la maggiore completezza possibile, con i conseguenti evidenti
vantaggi e svantaggi.
114
L’operatore
Dall’informare al dialogare
Uno degli effetti più rilevanti della contemporanea “società dell’infor-
mazione” è senz’altro il fenomeno di “democratizzazione del sapere”, in par-
ticolare di quello medico, ossia la sempre più ampia diffusione delle infor-
mazioni sanitarie e il sempre più facile accesso ad esse (8). Un’analisi etica
dell’informazione e della comunicazione in oncologia non può prescindere
dalla presa d’atto di tale mutato scenario, nel quale il paziente, da una par-
te, spesso non si rivolge innanzitutto al medico per ricevere informazioni
sulla propria malattia, dall’altra, può avanzargli richieste più dettagliate op-
pure inappropriate a seconda della correttezza delle informazioni autono-
mamente raccolte. Si possono creare, quindi, nuove forme di competenze
per i pazienti, legate in vario modo alla capacità di raccogliere informazio-
ni, al punto che qualcuno afferma che uno degli effetti dell’accesso più fa-
cile alle informazioni mediche è la diffusione di una sorta di imperativo ad
essere o presentarsi come “pazienti esperti” capaci di mettere in discussio-
ne le affermazioni del medico oppure comprendere chiaramente quanto
viene da lui riferito e porre senz’altro in atto le sue indicazioni (9, 10).
In un senso o in un altro non si può negare che questa forma di demo-
cratizzazione del sapere medico condizioni pesantemente la relazione me-
dico-paziente. Nella fattispecie, gli aspetti maggiormente coinvolti posso-
no essere sintetizzati come segue: cambiamento dell’impatto psicologico
della malattia; aumentata attenzione e sensibilità all’incertezza clinica e alle
differenze di opinione relative al trattamento da porre in essere; presa d’at-
to che la medicina è un campo disciplinare in veloce cambiamento e che
i medici non possono conoscere tutto; timore relativo alla gestione della
salute; “consumismo della salute”; campagne di tutela dei diritti promosse
da organizzazioni di volontariato e gruppi di supporto; mutate aspettative
di cura della salute; diminuzione della disponibilità ad accettare passiva-
115
Comunicazione in oncologia
117
Comunicazione in oncologia
Bibliografia
1. Chalmers K, et al. Information, support and communication needs of women with
family history of breast cancer. Cancer Nurs 1996;12(5):285-92.
2. Bar-Tal Y, et al. Whose informational needs are considered? A comparison betwe-
en cancer patients and their spouses’ perceptions of their own and their partners’
knowledge and informational needs. Soc Sci Med 2005;602(7):1459-65.
3. Rees CE, et al. Exploring the information flow: partners of women with breast cancer,
patients, and healthcare professionals. Oncol Nurs Forum 2002;27(8):1267-75.
4. Rees CE, et al. The information concerns of spouses of women with breast cancer:
patients’ and spouses’ perspectives. J Adv Nurs 1998;28(6):1249-58.
5. Activecitzenship. Cittadinanzattiva: Carta europea dei diritti del malato. Bruxelles, 15
novembre 2002.
6. Muir Gray JA. The resourceful patient. Oxford: Rosetta Press; 2002.
7. Albrecht TL, et al. Strategic physician communication and oncology clinical trials. J
Clin Oncol 1999;17(10):3324-32.
8. Hardey M. Doctor in the house: the Internet as a source of lay health knowledge and
the challenge to expertise. Sociol Health Illn 1999;21(6):820-35.
9. Blumenthal D. Doctors in a wired world: can professionalism survive connectivity?
Millbank Q 2002;80(3):525-46.
10. Ziebland S. The importance of being expert: the quest for cancer information on the
internet. Soc Sci Med 2004;59(9):1783-93.
11. Keinan G, et al. The effects of stress and desire for control on the formation of causal
attributions. J Res Pers 2001;35(2):127-37.
12. Pittman ST, et al. Deprivation of control and the attribution process. J Pers Soc Psychol
1980;39(3):377-89.
13. Fetting JH, et al. Effect of patients’ expectations of benefit with standard breast can-
cer adjuvant chemotherapy on participation in a randomized clinical trial: a clinical
vignette study. J Clin Oncol 1990;8(9):1476-82.
118
ESEMPIO
DI BEST PRACTICE
Il personale del Punto Informativo attivo presso
l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Martino di Messina
Esempio di Best practice
121
Comunicazione in oncologia
1% 1%
9%
Mammella
2%
3% Apparato gastroenterico
39% Torace
Distretto testa-collo
12%
Apparato genito/urinario
Apparato emopoietico
3% Cute
Tiroide
Encefalo
12%
Altre sedi
18%
5%
1% 1% Paziente
2%
Genitore di paziente
30%
Figlio di paziente
20% Coniuge
Parente
Amico/conoscente
Cittadino
2% 1% Medico
Infermiere
12% Volontario
16%
10% Altro
Figura 2 - Tipologia di utenza (caratteristiche dei pazienti: età media 50,6 anni (range 19-
88 anni); sesso: maschi 33%, femmine 67%; istruzione: licenza elementare 11%; licenza di
scuola media inferiore 27%; licenza di scuola media superiore 40%; diploma di laurea 21%;
specializzazioni 1%)
122
Un esempio di Best practice
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
emio dire
Il canncro de radiotera ia
pia
Il can ella ma n-retto
Il can o della mella
Il can cro del cervice
ella p one
Sess Il melaonstata
e canma
di ca cro
Il linf ncro
I trat La nutr dema
...
Il linf ancro av capelli
zato
Hod in
dico llo stomakin
I tumai miei figco
li?
La te ancro ael rebrali
Il can del do to
cro d lore
cro d Fatigue
e
udi c e
zion linici
e risp peso
Dom perdita private
...
La ca tamentizione
n
Le as Gli st iroid
oste
i non
terap
fega
el re
g
o
cro d polm
n
La ch so cosa
di
m
a
e
ella t
r
cro d l colo
Il c ta dei
i
Il c ori c
tti de ualità
lato
I lin ma d
rapia
e
ande
Non
a
du
La
cro d
Neop sicur
l ma
r
o
c
e
Il can
Cosa
lasia
Il ca
I diri
Figura 3 - I libretti della Collana e della Biblioteca del Girasole di AIMaC distribuiti
123
Comunicazione in oncologia
124
Un esempio di Best practice
125
APPENDICE
Il Punto Informativo attivo presso
il Presidio Ospedaliero San Salvatore di L’Aquila
Appendice
Bianchet, Katia
Struttura Operativa Semplice Dipartimentale di Psicologia Oncologica,
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
Psicologo, psicoterapeuta (analisi transazionale). Dal 2003 al 2009 psicologa borsista e contrat-
tista presso la Biblioteca Pazienti e quindi la SOSD dell’IRCCS Centro di Riferimento Oncologico,
Istituto Nazionale Tumori di Aviano (PN). Dal 2010, dirigente psicologo presso la Struttura Ope-
rativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile e Neurologia Pediatrica dell’Istituto per l’Infanzia
Burlo Garofolo di Trieste.
Brunetti, Serena
UOD Psiconcologia, Dipartimento di Scienze Oncologiche,
Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza, Università di Roma
Psicologo e psicoterapeuta. Psicologo a contratto presso l’Unità Dipartimentale di Psiconcologia,
Ospedale Sant’Andrea di Roma. Docenza nel Master di Psiconcologia e relazione con il paziente
presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza, Università di Roma. Vincitore della selezione
pubblica di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento dell’attività
di tutoraggio degli studenti del Master Biennale di II livello in Psiconcologia e relazione con il pazien-
te presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza, Università, Roma.
Bufalino, Rosaria
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Dal 2005 gestisce il coordinamento organizzativo “Rete Oncologica Lombarda-ROL”; dal 2004 per
la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori (INT) di Milano coordina progetti d’informazione al
paziente oncologico, organizza e segue le attività del Punto Informativo dell’Istituto; 2003-2006: re-
sponsabile del Coordinamento Uffici/Macrofunzioni-Direzione Scientifica di INT Milano; 2002-2007:
coordinatore del Comitato Tecnico di Alleanza Contro il Cancro; 2000-2005: responsabile del pro-
getto speciale “e-Oncology” (INT di Milano) orientato a sviluppare e diffondere la ricerca clinica e la
formazione medica a distanza. È autore di 59 pubblicazioni scientifiche.
129
Comunicazione in oncologia
Capone, Daniela
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
Dopo la laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo educatore professionale ha seguito corsi di
formazione professionalizzanti e master organizzati da AIEOP, AIMaC (Associazione Italiana Malati
di Cancro, parenti e amici), Regione Puglia, Università di Lecce. Ha operato come volontaria a Lecce
presso l’Associazione “La Nostra Famiglia” e il reparto di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale V.
Fazzi; come educatore professionale, con borsa di studio su progetti di ricerca, presso l’Area Giovani-
Radioterapia Pediatrica e la Biblioteca Pazienti dell’IRCCS Centro di Riferimento Oncologico, Istituto
Nazionale Tumori di Aviano (PN).
Caruso, Anita
Servizio Formazione, Istituti Fisioterapici Ospitalieri, Roma
Psicologo, psicoterapeuta. Dirigente responsabile del Servizio Formazione degli Istituti Fisioterapi-
ci Ospitalieri di Roma; direttore del Corso Biennale in Psicologia Oncologica; vice presidente della
Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO) e della Federazione Italiana delle Società Scientifiche di
Psicologia (FISSP). Ha coordinato per l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena numerosi progetti di
ricerca. Coordinatore scientifico della Commissione Nazionale SIPO “PSICONCOGEN” sugli aspetti
psicologici del counselling genetico. Ha partecipato come relatore e moderatore a numerosi conve-
gni, ha organizzato molteplici eventi formativi. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici.
Colombo, Cinzia
Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità,
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano
Dopo la laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito un master in co-
municazione scientifica. Dal 2003 è ricercatrice all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri,
laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità. Principali attività: indagini su asso-
ciazioni di pazienti e società scientifiche, corsi di formazione per rappresentanti di pazienti e com-
ponenti laici di comitati etici, divulgazione di informazioni medico-scientifiche, valutazione dell’in-
formazione sulla stampa e Internet. È autore di articoli scientifici a livello nazionale e internazionale.
Costantini, Anna
UOD Psiconcologia, Dipartimento di Scienze Oncologiche,
Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza, Università di Roma
Psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’Unità Dipartimentale di Psiconcologia, Ospedale Sant’Andrea
di Roma. Professore, a contratto di Psicologia dei Gruppi e di Psiconcologia, coordinatore scientifico Ma-
ster in Psiconcologia e Relazione con il Paziente, Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza, Università
di Roma. Direttore Scientifico e docente nei corsi OncoTalk Italia sulla comunicazione in oncologia, te-
soriere della Società Italiana di Psiconcologia, membro dell’American Group Psychotherapy Association
e del Quality of Life Group dell’European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC).
Ha pubblicato 5 libri e oltre 150 lavori scientifici su temi di psicologia, psiconcologia e psicoterapia.
De Lorenzo, Francesco
AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici), Roma
Professore ordinario di biochimica. Fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Malati di Can-
cro, parenti e amici (AIMaC), l’unico servizio informazioni per il cancro operante in Italia, e della
Federazione italiana delle Organizzazioni di Volontariato in Oncologia (F.A.V.O.), il sindacato dei
malati di cancro che riunisce oltre 500 associazioni. Membro effettivo dell’Osservatorio Nazionale
del Volontariato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. È vice presidente dell’European
Cancer Patients Coalition (ECPC). Fondatore della Fondazione San Raffaele Incontro (Amelia, TR), in
cui ha realizzato un centro odontoiatrico di eccellenza per la cura di soggetti in riabilitazione nella
Comunità Incontro e nei SERT, nonché di soggetti diversamente abili.
130
Appendice
Farisco, Michele
BIOGEM IRGS Istituto di Ricerca G. Salvatore, Ariano Irpino (AV)
Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Napoli
Dottore di ricerca in “Etica e Antropologia. Storia e fondazione” presso l’Università del Salento, è attual-
mente assistente alle cattedre di Filosofia morale e antropologia filosofica presso la Pontificia Facoltà
Teologica dell’Italia Meridionale sezione S. Tommaso di Napoli. Impegnato in progetti di ricerca su argo-
menti di bioetica e di biogiuridica, è autore di diversi saggi e articoli, su riviste nazionali e internazionali.
Florita, Antonio
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Laureato in lettere presso l’Università degli Studi di Milano, ha frequentato un master universitario in
biblioteconomia. Dal 2004 a oggi è collaboratore della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tu-
mori di Milano, dapprima presso la Biblioteca e, successivamente, nella gestione del Punto Informati-
vo per pazienti e familiari SIRIO, istituito dalla Direzione Scientifica nell’ambito del Servizio nazionale
di accoglienza e Informazione in ONcologia (SION). Ha partecipato all’ideazione dei corsi di formazio-
ne dedicati agli operatori dei Punti Informativi del SION, per i quali svolge anche l’attività di docente.
Franchina, Veronica
UOC Terapie Integrate in Oncologia, AOU Policlinico G. Martino, Messina
Laurea magistrale in “Teorie della comunicazione e dei linguaggi”, Facoltà di Scienze della Forma-
zione dell’Università di Messina; webmaster e segretario lingua inglese office automation; attività
di elaborazione e gestione dati, segreteria di presidenza del corso di laurea in Medicina e chirurgia
dell’Università di Messina. Ha collaborato con AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti
e amici) in particolare per la somministrazione dei questionari sulla “condizione assistenziale dei
pazienti oncologici in Italia” (CENSIS) e per le attività di Servizio Nazionale Civile connesse con il
progetto InformaCancro presso l’Unità Operativa Complessa (UOC) Terapie Integrate in Oncologia
dell’Università di Messina.
Manenti, Fabio
UOC Terapie Integrate in Oncologia, AOU Policlinico G. Martino, Messina
Dopo la laurea in Psicologia conseguita presso l’Università di Messina, s’iscrive alla scuola di specia-
lizzazione in Psicoterapia umanistica esistenziale. È iscritto all’albo dell’Ordine degli Psicologi della
131
Comunicazione in oncologia
Regione Sicilia. Ha collaborato con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina
ed è stato volontario AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici) nell’ambito
del Servizio Civile Nazionale (progetto InformaCancro). Collabora con diversi istituti scolastici statali
della città di Messina.
Petrini, Carlo
Unità di Bioetica, Presidenza, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Responsabile dell’Unità di Bioetica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Respon-
sabile di progetti di ricerca nazionali e internazionali nel settore della bioetica. Autore di oltre 400
lavori scientifici, ad alcuni dei quali sono stati attribuiti premi. Membro di commissioni ministeriali
e a livello nazionale nel settore della bioetica. Membro dei comitati etici dell’ISS e di altre istituzioni
nazionali. Membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita. Docente universitario a
contratto per corsi di bioetica.
Tramontana, Antonia
Servizio Formazione, Istituti Fisioterapici Ospitalieri, Roma
Psicologo, psicoterapeuta. Consulente in sessuologia clinica; consulente psicologa per l’attività for-
mativa presso il Servizio Formazione degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma. Attività di segre-
teria organizzativa e tutoraggio per il corso biennale in Psicologia Oncologica organizzato dall’Isti-
tuto Nazionale Tumori Regina Elena con il patrocinio della Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO)
e per numerosi corsi di psicologia che gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri rivolgono al personale inter-
no. Ha pubblicato lavori scientifici.
Truccolo, Ivana
IRCCS Centro di Riferimento Oncologico (CRO), Aviano (PN)
Laurea in sociologia presso l’Università di Trento; diploma e master in Biblioteconomia e documen-
tazione presso lo IAL-Università Cattolica. Dal 1984, avvio e gestione della biblioteca dell’IRCCS Cen-
tro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (PN).. Principali attività: gestione
della produttività e della documentazione scientifica, dell’informazione divulgativa di qualità ai
pazienti e cittadini; pubblicazioni rivolte a dar voce alle narrazioni dei pazienti. Appassionata alla
collaborazione con il mondo del volontariato, autrice di articoli e comunicazioni scientifiche a livello
nazionale e internazionale, attiva in associazioni professionali.
Zanghì, Mariangela
UOC Terapie Integrate in Oncologia, AOU Policlinico G. Martino, Messina
Laureata in medicina e chirurgia, specializzazione in oncologia medica; docente del corso di laurea in
Medicina e Chirurgia SSD MED 06, Università di Messina; docente della Scuola di Specializzazione in
Oncologia, Università di Messina; docente di oncologia del corso di laurea in Tecniche di radiologia
medica per immagini e radioterapia, C.I. Scienze Interdisciplinari Cliniche 1° come coordinatore del cor-
so. Attualmente svolge la propria attività assistenziale e ricerca nell’Unità Operativa Complessa (UOC).
Terapie Integrate in Oncologia con day-hospital di Chemioterapia del Policlinico Universitario Messina.
132
Appendice
Strutture partecipanti
AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici), Roma
Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Roma
CRO (Centro di Riferimento Oncologico), Aviano (PN)
F.A.V.O. (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncolo-
gia), Roma
Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano
Fondazione IRCCS S. Raffaele del Monte Tabor, Milano
IEO (Istituto Europeo di Oncologia), Milano
IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino - IST - Istituto Nazio-
nale per la Ricerca sul Cancro, Genova
IRCCS Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG)
IRE Istituto Nazionale Tumori Regina Elena IRCCS, Roma
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano
Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Istituto Tumori Giovanni Paolo II - IRCCS Ospedale Oncologico, Bari
133
Comunicazione in oncologia
134
Appendice
135
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