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GLI INSEDIAMENTI
RUPESTRI
NEL CAPO DI LEUCA
CONTRIBUTO ALLA CARTA ARCHEOLOGICA
DEGLI INSEDIAMENTI RUPESTRI
NEL SALENTO MERIDIONALE
CONGEDO EDITORE
Mariangela Sammarco
Gli insediamenti rupestri nel Capo di Leuca. Contributo alla carta archeologica degli insediamen-
ti rupestri nel Salento meridionale
Operatori culturali:
Concetta Accogli, M. Assunta Branca, A. Elisa Cafiero, Maria Carra, Giuseppe De Giorgi, Pio V.
Fracasso, Antonia Piccinni, Donato Raona, Nicolina Sanapo, A. Laura Santoro, Pasqualina Valente.
Hanno collaborato:
Archeoclub Patù (Michele Brigante, Marco Cassiano, Antonio De Marco, Daniele Lia, Lucio Lia)
Riprese fotografiche:
Giuseppe Negro - Castrignano del Capo
Documentazione grafica:
Fabrizio Brigante
Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo, fotocopia, microfilm o
altro, senza il permesso scritto del CRSEC
ISBN 8880863525
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9 7 888 80 863526 >
PRESENTAZIONE
Il Centro Regionale Servizi Educativi e curiosità ed ampliare gli interessi al fine di
Culturali (C.R.S.E.C.) di Tricase ha voluto assicurare una platea sempre più vasta di
realizzare il progetto su "GLI INSEDIA- cittadini fruitori e partecipi.
MENTI RUPESTRI NEL CAPO DI LEU- L'obiettivo del progetto iniziale è stato
CA" perché desideroso di approfondire e di quello di censire gli insediamenti rupestri
consentire la conoscenza del territorio e del esistenti nel distretto. Ma la realtà del tem-
patrimonio artistico rupestre della nostra po che occorreva per portare a termine nel-
gente, per dare un modesto contributo alla la sua interezza il progetto e la limitata di-
ricerca archeologica ed in particolare al- sponibilità finanziaria hanno circoscritto la
l'architettura spontanea che, semplice nella ricerca alla sola zona Ovest del Capo di
forma e misurata nello spazio, è continua- Leuca e propriamente ai comuni di Castri-
mente oggetto di studio, e non ultimo per- gnano del Capo, Morciano di Leuca, Patù,
ché circondati da tali realtà che non eviden- Salve e loro frazioni.
ziarle sarebbe una grave carenza. Ciò, però, impegna tutti coloro che han-
Riscoprire le proprie radici nel lungo no contribuito alla realizzazione di questo
cammino della storia è un percorso dell'i- volume a continuare lo studio nella zona
dentità culturale dei nostri popoli indispen- occidentale ed a completare il quadro degli
sabile per non far sbiadire le tracce di una insediamenti nel Capo di Leuca.
vita vissuta che, altrimenti, andrebbero a Questo è il desiderio nostro e l'augurio
perdersi nella dimenticanza collettiva. Il con cui licenziamo la pubblicazione.
patrimonio culturale di una comunità espri- Un ringraziamento particolare è rivolto
me e rappresenta l'insieme delle testimo- al gruppo "Archeoclub" di Patù, alla dotto-
nianze storico-culturali e caratterizza l'i- ressa Mariangela Sammarco, autrice del
dentità della società in cui viviamo perché volume, che ha coordinato gli operatori nei
non vi è società senza un passato. loro compiti, al professor Marcello Guaito-
Oggi purtroppo si vive in un presente li, alle autorità regionali che hanno reso
che ha rimosso il passato dalla coscienza. possibile la ricerca e la pubblicazione del
Ecco perché lo scopo prefissato è stato, ed presente volume.
è sempre presente nelle finalità dei
CC.RR.SS.EE.CC., quello di soddisfare la Ottavio CARRIERO
sete delle conoscenze storiche, stimolare le (Dirigente Responsabile C.R.S.E.C.)
PREFAZIONE
Il presente lavoro, sviluppato nell'am- bito delle attività della Cattedra di Topo-
bito del progetto promosso dal C.R.S .E.C. grafia antica dell'Università di Lecce, Fa-
LE/47, Distretto di Tricase finalizzato al- coltà di Beni Culturali e del Laboratorio di
l'approfondimento delJe conoscenze nel Topografia antica del CNR - Università di
territorio salentino, affronta la complessa Lecce che opera nel Progetto Mezzogiorno
tematica degli impianti rupestri, fenomeno e nel Progetto Finalizzato "Beni Culturali"
di grandissima rilevanza, come noto, nella del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Puglia meridionale ed in particolare nel ter-
Scopo di ogni carta archeologica è la
ritorio salentino, che copre un ampio arco
realizzazione di un catasto integrale dei be-
cronologico dalle fasi antiche della preisto-
ni archeologici, realizzato attraverso l'ana-
ria al medioevo ed in qualche caso all'età
lisi sistematica capillare di una determinata
moderna.
zona. Per accatastare è necessario definire,
L'argomento è stato più volte oggetto di interpretare, rilevare il singolo dato archeo-
trattazione, anche ad alto livello scientifi- logico, posizionarIo su una cartografia ade-
co, sia in generale che in alcuni casi parti- guata. Il catasto, scientificamente docu-
colari (ricordo i fondamentali lavori di Co- mentato, è base per la lettura storica dei
simo Damiano Fonseca), ma la ricerca di territori, realizzata attraverso l'interpreta-
Mariangela Sammarco ha voluto proporre zione diacronica dei dati, condizionata dal-
un taglio originale, in precedenza assente le qualità degli elementi raccolti e dallivel-
nelle ricerche di questo tipo: quello dell'in- lo delle specifiche conoscenze.
dividuazione, del censimento, dell'analisi Trasferendo il sistema applicato da tem-
autoptica particolare, della documentazio- po al patrimonio archeologico in ambiti
ne grafica e fotografica, dei complessi di culturali diversi o, come nel nostro caso, a
questo tipo presenti nel settore occidentale contesti particolari, la metodologia di base
del territorio del Capo di Leuca. resta invariata; evidentemente con l'obbli-
go di acquisire la necessaria conoscenza
A parte la motivazione ovvia della gran-
delle basi storiche, delle fonti e del quadro
de quantità e del notevole significato cultu-
cronologico della cultura materiale.
rale, storico e talvolta anche artistico, delle
attestazioni di questo tipo nel Salento e del- È superfluo ricordare come la situazio-
l'assenza ad oggi di una documentazione ne generale del patrimonio nazionale dei
precisa, l'autrice evidentemente ha voluto beni culturali, dal punto di vista della ricer-
trasferire in un lavoro di taglio cronologico ca come da quello della tutela, sia ancora
diverso le esperienze e le metodologie ma- tutt'altro che soddisfacente, nonostante un
turate nel corso della sua formazione uni- evidente incremento dell' impegno degli
versitaria e nella sua tesi di laurea, dedicata addetti ai lavori e delle iniziative dell' Am-
alla redazione della carta archeologica del ministrazione; in particolare è ancora lar-
territorio dell' antica città di Vereto, espe- gamente deficitaria per quanto riguarda la
rienze che sta tuttora svi luppando nell' am- conoscenza dei beni, che è premessa indi-
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spensabile per qualsiasi tipo di intervento: evidente anche dai dati della ricerca qui
di accatastamento, tutela, valorizzazione. presentata. Non a caso su questo tema si
Le valutazioni percentuali sull'entità concentra da tempo lo sforzo del Ministero
numerica e le tipologie del patrimonio, per i Beni e le Attività Culturali e di molti
spesso citate a livello politico e riportate gruppi di ricerca.
dai mezzi d'informazione, con ampia ag- La carenza percentuale di informazioni
giunta di imprecisioni, sono in genere ba- sul patrimonio impone a tutti gli operatori
saty su campionature troppo ridotte condi- del settore di concentrare e mettere a frutto
zionate da esigenze particolari, come ad nel modo migliore i risultati delle diverse
esempio la Carta del rischio, oppure basate iniziative in corso, evitando dispersioni e
su monitoraggi empirici o impressioni per- duplicazioni. Punto fondamentale della
sonali. Per quanto riguarda il patrimonio questione è l'esigenza del trasferimento dei
archeologico è possibile indicare su base dati derivanti dalle iniziative di ricerca, e
oggettiva alcune percentuali, in particolare più in generale dalle attività che portano di-
per i Beni del territorio : il numero delle rettamente o meno ad un incremento della
evidenze archeologiche conosciute, in bi- conoscenza nel settore pubblico della cata-
bliografia o negli archivi, a parte le aree in logazione e quindi della tutela, in sostanza
proprietà pubblica, accessibili o meno, e nel quadro generale organizzato dagli Isti-
quelle oggetto di studi specifici, è bassissi- tuti e dalle Direzioni Centrali del Ministero
mo, inferiore a15% di quanto è ancora esi- e gestito operativamente dalle Soprinten-
stente. In alcune regioni la percentuale del denze; trasferimento che dovrebbe avveni-
noto è bassissima. In Puglia è il 2%. In al- re in modo più possibile veloce, quasi in
cuni settori della Sicilia, Calabria e Basili- tempo reale. Con pari rapidità dovrebbe es-
cata, mancano del tutto segnalazioni. Meno sere trasferito dagli organismi periferici e
dagli uffici preposti nelle idonee azioni di
dell'l % delle presenze archeologiche nel
tutela.
territorio è sottoposto a forme ufficializzate
di tutela, cioé è sottoposta a vincolo, indi- Tornando al tema in esame i dati pre-
pendentemente dalla gerarchia di valori sentati, anche se in percentuale forzata-
scientifici e monumentali delle stesse. mente modesta rispetto all'entità del patri-
monio, costituiscono a mio avviso un pro-
Evidentemente il problema della cono- totipo di lavoro che sarebbe opportuno re-
scenza e della valutazione dei Beni, in bre- plicare ed incrementare, soprattutto con
ve della catalogazione, individuato come iniziative di ricerca promosse dagli Enti
prioritario subito dopo l'Unità d'Italia, al Pubblici preposti al governo ed alla conser-
momento della Costituzione della Direzio- vazione del territorio. Lavori di questo ge-
ne Generale Antichità e Belle Arti del Mi- nere, opportunamente sistematizzati, po-
nistro della Pubblica Istruzione, è oggi, a trebbero trovare ad esempio una applica-
maggior ragione, di grandissima urgenza: zione immediata nei vari tematismi del Si-
più del 50% dei Beni culturali di ogni tipo stema Informativo Territoriale che la Pro-
nel territorio, noti o meno, sono a forte ri- vincia di Lecce sta strutturando con grande
schio, soggetti a progressiva cancellazione varietà e profondità di dettaglio, ponendosi
ad un ritmo che varia, a seconda delle re- nello specifico settore della pianificazione
gioni e della situazione, tra il 2% ed il 5% tra le più attente ed attive a livello naziona-
di quanto esistente per anno, cosa peraltro le. Questo sforzo contrasta purtroppo col
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livello infimo o del tutto inesistente di pro- Beni Culturali. Il rinnovato interesse delle
gettazione e controllo urbanistico di alcuni ricerche di topografia archeologica appli-
comuni salentini ai quali non si potrà mai cate al medioevo, dopo i primi pioneristici
perdonare il degrado in qualche caso non lavori degli anni 50 e 60 nella Puglia set-
recuperabile di valenze ambientali e monu- tentrionale del Bradford, dello Schmiedt e
mentali eccezionali. della Alvisi, sta fornendo una quantità di
dati nuovi veramente imprevedibile e po-
Per concludere mi sembra opportuno trebbe in breve produrre risultati veramen-
segnalare il contributo che il lavoro di Ma- te eccezionali anche in rapporto alla valo-
riangela Sammarco porta alla conoscenza rizzazione ed alla promozione frutto del
dei modi del popolamento del territorio in patrimonio culturale della nostra regione
età medievale, collegandosi alle numerose
iniziative in atto in questo settore soprattut-
to ad opera dei ricercatori della Facoltà di Marcello GUAITOLI
INTRODUZIONE
Questo lavoro prende avvio da un pro- bariche. Il fenomeno registra un periodo di
getto di ricerca promosso dal C.R.S.E.C . massimo sviluppo nei secoli della seconda
LE/47 Di/>tretto di Tricase, finalizzato al- colonizzazione bizantina, tra XI e XII se-
l'approfondimento delle conoscenze del colo quando, in un generale clima di ripre-
patrimonio culturale salentino' . sa economica, di mobilità sociale e più vi-
Oggetto della nostra indagine sono gli va e consapevole religiosità, ad una cre-
insediamenti rupestri del Salento meridio- scente concentrazione demica delle campa-
nale - limitatamente ai territori comunali gne corrisponde un potenziamento dell' e-
di Salve, Morciano di Leuca, Patù e Castri- lemento rupestre e la grotta assume così
una pluralità di funzioni, come abitazione,
gnano del Capo - , significativa testimo-
struttura di servizio, luogo di culto, cappel-
nianza di quella "civiltà del vivere in grot-
te" che ha lungamente caratterizzato il pae- la funeraria. Questo processo di popola-
saggio rurale dei nostri territori. mento rupestre si esaurisce poi gradata-
mente nel basso medioevo, dal XIV secolo
Le caratteristiche geomorfologiche del in avanti l .
territorio del Capo di Leuca hanno indub-
biamente agevolato la diffusione dell'edili- L'interesse per il fenomeno rupestre
zia rupestre: la facilità di scavo, la friabilità medievale si sviluppò negli ultimi decenni
della calcarenite, la configurazione morfo- dell'Ottocento, nell'ambito di una polemi-
logica della regione delle serre hanno per- ca romantica sulla spontaneità e l'autono-
messo la realizzazione di un'architettura mia delle esperienze artistiche locali, di
rupestre complessa e articolata. L'ubica- contro alla teoria di una dipendenza assolu-
zione e la distribuzione geografica degli in- ta dai modi e dalle espressioni d'arte di Bi-
sediamenti in grotta non furono casuali, sanzi02 . Gli orientamenti di studio succes-
bensì dovute a fattori morfologici, litologi- sivi furono dominati dalla tesi "panmona-
ci, idrogeologici, aspetti che rendono il po- stica" per cui l'intera arte bizantina del me-
poi amento ipogeo salentino un fenomeno ridione d'Italia doveva essere considerata
originale e autonomo. come risultato della mediazione operata
L'utilizzazione e la frequentazione delle dai monaci greci giunti nella provinc ia ita-
grotte sono attestate dalla preistoria fino al- liana durante le diverse fasi delle invasioni
l'età altomedievale, con una soluzione di arabe e delle persecuzioni iconoclaste; le
continuità durante il periodo classico, numerose grotte, le cripte, gli anfratti ipo-
quando si opera uno spostamento dei nu- gei vennero classificati univocamente co-
clei insediativi. Tra V e VI secolo d. C. il ri- me impianti monastici basiliani e cripte
torno da parte delle popolazioni meridiona- eremitiche.
li alla vita in grotte si colloca nel periodo di
crisi dell' intelaiatura istituzionale dello Nel vivace dibattito sorto a partire dai
stato e di decadenza del ruolo delle città se- primi anni Sessanta del Novecento si deli-
guito alle invasioni delle popolazioni bar- neò una nuova metodologia di studio. Una
significativa svolta in tal senso venne da- che e la loro organizzazione spazi aie. Sono
gli studi di Adriano Prandi 3 ; egli sottoli- insediamenti umani economicamente e so-
neò come la locuzione "cripte basiliane" cialmente organizzati che, pur concepiti sul
applicata ai luoghi di culto rupestri dell'I- modello del borgo medievale, costituisco-
talia meridionale e specialmente del Sa- no una valida alternativa al popolamento
lento avesse assunto ormai una funzione urbano.
astrattamente tipizzante e il valore di una
formula erroneamente indicativa di una Gli insediamenti rupestri nel Salento
'generica tipologia rurale, Il problema dei non presentano le stesse caratteristiche di
monasteri rupestri va dunque ridimen sio- accentramento e di complessità riscontra-
nato. In Puglia infatti, a differenza di altre bili in altre aree geografiche, quali quelle
regioni dell'Italia meridionale bizantina, del tarantino, per risultare momenti episo-
come Calabria e Sicilia, dove il monache- dici di limitata consistenza e di sseminati in
simo bizantino appare ampiamente atte- un raggio molto vast0 6 .
stato, non si so no conservati testi agiogra-
fici né notizie dell 'esistenza di eremiti o Un primo gruppo tipologico è costitui-
di un utilizzo in senso esicastico di queste to dai villaggi a destinazione civil e, costi-
grottell . tuiti da un numero variabile di grotte di-
sposte anche su più livelli, con strade di
Iniziò così un ripensamento generale della accesso e collegate da sentieri e scalette,
problematica; si cominciò a parlare di una con pozzi, cisterne e canalizzazioni. Il ti-
"civiltà tupestre" ormai affrancata da quella po di casa-grotta che vi si trova può essere
dimensi one "eremitica" e monastica che a costituito da un vano più o meno articola-
lungo la tradi zione storiografica le aveva im- to, con nicchie di varia forma e grandezza
posto, ed essendo stato superato ogni pregiu- e alcove ad arcosolio con cusc ino rispar-
dizio circa la dignità architettonica degli inse- mi ato . Nella zona del focolare è quasi
diamenti , si cominciò a riflettere sul signifi- sempre presente un foro per J'aerazione e
cato di questa "civiltà del vivere in grotta" sulle pareti sono inci se croci di varia fog-
nell'ambito più ampio del paesaggio natura- gia.
le, agrario e urbano dell' antichità.
L'altra tipologi a nota nel Salento è quel-
Gli studi e le ricerche avviati da Cosimo la del luogo di culto isolato, cri pte dalla
Damiano Fonseca5 sulla scorta di queste pianta più o meno articolata7 , che sovente
teorie innovative hanno portato alla com- conservano tracce della decorazione pitto-
prensione dell'effettivo ruolo dei villaggi rica s. Abbandonata l'i dea di un utilizzo
rupestri nel quadro del popolamento rurale monastico ed eremitico delle cripte, la nuo-
e nella complessa realtà dell'insedi amento va chiave di lettura per la comprensione di
umano non solo pugliese ma dell'intera queste grotte, dell a loro funzion e e fruizio-
area mediterranea. ne, sarebbe da ricercare nella committenza
eminentemente privata cui sembrerebbero
Sebbene il fenomeno non si presti a una legat i lo scavo e la decorazione delle chie-
catalogazione schematica per la varietà se rupestri, come indicano anche le iscri-
delle sue espressioni, sono state studiate le zioni dedicatorie superstiti e le molte figu-
tipologie degli insediamenti rupestri, le lo- re dei committenti affrescate ai piedi delle
ro caratte ri stiche architettoniche, urbani sti- immagini sacre, e nella funzion e funpr;Jri;J
delle cripte - fin dalle origini spazio privi- con il monumento noto col nome di "Cen-
legiato per le sepoIture, in Oriente come in topietre" .
Occidente -, come attesta la presenza di
tombe all'interno e immediatamente all'e- Lo strumento più aggiornato di cui si
sterno delle chiese rupestri 9 . Si può dunque dispone è rappresentato dal volume sugli
pensare ad un ruolo privato delle chiese ru- insediamenti rupestri del basso Salento
pestri, legato ad una liturgia non ufficiale curato da C. D. Fonseca, in cui si pubbli-
che non veniva celebrata quotidianamente, cano i risultati di indagini sistemat iche
ma solo in alcune occasioni, come per condotte sulle testimonianze rupes tri no-
esempio nel dies natalis del santo titolare o te l4 . Alla descrizione dei singoli insedia-
nella commemorazione di un defunto. menti si affianca una breve rifles s ion e
sulle tipologie del fenomeno rupestre sa-
Sotto l'impulso dei Convegni di Studio lentino che, a causa della totale mancan-
sulla Civiltà rupestre medievale 10 si effet- za di scavi stratigrafici, della docume nta-
tuarono esplorazioni sistematiche del terri- zione storica scarsissima e irrilevante e
torio e si inventariarono, catalogarono e dello stato di avanzato degrado in cui si
descrissero le numerose evidenze rupestri trovano le grotte, continua ad essere po-
di cui si conservava memoria in una docu- co conosciuto e rispettato. Il lavoro di ca-
mentazione disomogenea e confusa, sosti- talogazione appare però incompl e to in
tuita allora con carte archeologiche delle quanto non comprende alcuni te rritori
aree d'interesse. dell'estremo Salento, quali la zona di S.
Maria di Leuca, dove si segnala la pre-
Punto di partenza per l'organizzazione senza di "insediamenti vari" non suffi-
del presente lavoro è stata la constatazione cientemente documentati, o i territori co-
che la documentazione esistente sulle testi- munali di Patù e Salve, ricchi di prez iose
monianze rupestri salentine, consistente in testimonianze della cultura rupestre fino-
opere di catalogazione più o meno scrupo- ra sconosciute ovvero ignorate .
lose effettuate nei decenni scorsi, appare
episodica e settori aIe. Da qui nasce l'esigenza di fornire un o
strumento utile ad agevolare la conoscen-
Gli studi del Gabrieli ll e di Alba za del patrimonio rupestre del Salento me-
Medea l2 offrono dei modelli ancora poco ridionale, e dunque la ricerca, l'analisi, la
puntuali e metodo logicamente poco rile- documentazione delle singole evidenze e,
vanti di inventariazione, che non si disco- conseguentemente, la loro conservazione.
stano dalla teoria panmonastica dell' origi- Alla volontà di produrre una catalogazio-
ne e della funzione degli insediamenti ru- ne analitica e programmatica si deve di-
pestri . fatti affiancare un deciso impegno di sal-
vaguardia e tutela degli insediame nti ru-
Il censimento delle cripte rupestri della pestri e la scelta di inserire il patrimonio
Puglia, i cui dati sono pubblicati negli Atti rupes tre nel contesto della gestione del
del [ Convegno Internazionale di Studi sul- territorio .
la Civiltà rupestre medioevale del Mezzo-
giorno d'Italia l 3, riportava nella provincia Le fasi del lavoro si sono articolate in
di Lecce 69 cripte, due delle quali nel terri- momenti differenti; alla base vi è la rico-
torio di Patù, definite "irrintracciabili" a gnizione diretta del territorio e il rinveni-
causa di una probabile confusione creata mento delle evidenze rupestri che si è prov-
veduto a documentare graficamente e foto- I-Il (1961), pp. 1-30; idem Monumenti salelltini ine-
graficamente; se ne è determinata l'esatta diti o malnoti /I. San Giovanni di Patù e altre chiese
di Terra d'Otranto in Palladio IX, III-IV (1961), pp.
ubicazione posizionando il punto su una 103-136 e Aspetti archeologici dell'eremitismo in
base cartografica ufficiale l 5, destinando a Puglia in AAVV, L'eremitismo in Occidente nei se-
ogni oggetto un numero di riferimento pro- coli XI e XII, Milano 1965, pp. 435-456. L'incipit a
gressivo l6 • tale processo di rivisitazione della intera problemati-
ca fu dato dallo studio di due monumenti dell'estre-
mo Salento: la chiesa di San Giovanni e la cosiddet-
Sono state individuate complessiva- ta Centopietre, entrambi a Patù .
mente 59 grotte; tra queste ne sono state se- 4 In assenza di testi scritti e di fonti documentarie
lezionate 20, delle quali si pubblicano il ri- il solo modo per definire un eventuale utilizzo mona-
stico dei complessi criptologici resta l'indagine ar-
lievo planimetrico, la documentazione fo- cheologica. Molto spesso difatti ci si imbatte in tipolo-
tografica e una scheda descrittiva in cui so- gie rupestri anomale che non sembrano avere riscon-
no stati inseriti elementi di rilevanza asso- tro altrove, difficilmente collocabili in un periodo sto-
rico determinabile sulla base dei soli dati forniti dal ri-
luta quali la denominazione l?, J'ubicazio- levamento topografico delle evidenze rupestri.
ne, il territorio comunale di afferenza e, 5 A c. di C. D. FONSECA, La civiltà rupeslre me-
quando esistente, la bibliografia di riferi- dievale nel Mezzogiorno d'Italia. Ricerche e proble-
mento J8 . mi, Atti I Convegno Internazionale di Studi sulla Ci-
viltà rupestre medievale nel Mezzogiorno d' Italia
(Mottola-Casal rotto 1971), Genova 1975; idem Il pas-
saggio dal dominio bizantino allo stato normanno
nell'Italia meridionale, Atti Il Convegno Internazio-
nale di Studi sulla Civiltà rupestre medievale nel Mez-
zogiorno d' Italia (Taranto-Mottola 1973), Taranto
1977 e Habitat, Strutture e Territorio:nuovi metodi di
ricerca in tema di civiltà rupestre, Atti III Convegno
Internazionale di Studi sulla Civiltà rupestre medieva-
le nel Mezzogiorno d'Italia (Taranto-Grottaglie 1975),
Galatina 1978. Si vedano in particolare il contributo di
B. VETERE, Lafacies rupestre del territorio neretino
in a c. di C. D. FONSECA, Le aree omogenee della
Civiltà Rupestre nell 'ambito dell'Impero bizantino: la
NOTE Serbia, Atti IV Convegno Internazionale di Studi sulla
Civiltà rupestre medievale nel Mezzogiorno d'Italia
* Desidero esprimere un caro ringraziamento al (Taranto-Fasano 1977), Galatina 1979, pp. 163-176 e
professor Cosimo Pagliara per avermi dato la possibi- le analitiche ricerche di F. LEMBO, Gli insediamenti
lità di portare avanti questa ricerca; sono inoltre grata rupestri nel Salento. Nuovi rilevamenti e proposte di
al professor Marcello Guaitoli e alla professoressa studio in a c. di C. D. FONSECA, Le aree omogenee,
Marina Falla Castel franchi per i loro preziosi consigli. cit. infra, pp. 179-195.
I Tale continuità dell'insediamento in grotta teo- 6 Cfr. C. D. FONSECA, La civiltà rupeslre in
rizzata in studi recenti (C. D. FONSECA, La civiltà Puglia, cit., pp. 78-79.
rupeslre in Puglia in AAVV, La Pugliafra Bisanzio e 7 Per una ampia classificazione e lettura tipologi-
l'Occidente (Civiltà e Cultura in Puglia 2), Milano ca dei santuari rupesri si veda il recente lavoro di F.
1980, pp. 43-44) sarebbe confermata dai risultati delle DELL' AQUILA e A. MESSINA, Le chiese rupestri
campagne di scavo condotte all'interno degli insedia- di Puglia e Basilicala , Bari 1998.
menti stessi. Un ulteriore aiuto al problema è venuto S Sulle problematiche della pittura rupestre si ve-
dall'analisi della toponomastica dei territori interessa- dano i contributi di M. FALLA CASTELFRANCHI,
ti, che conserva numerosissimi riferimenti all'aspetto La pittura bizantina in Salento (secoli X-XIV) in a c.
morfologico e sociale del fenomeno rupestre. di B. VETERE, Ad ovesl di Bisanzio. Il Salento me-
2 C. DIEHL, L'art byzantin dans l' Italie méridio- dievale, Atti Seminario di Studi (Martano 1988), Ga-
naie, Parigi 1894; E. BERTEAUX, L'arI dans l'lta- latina 1990, pp. 127-214 e La decorazione pittorica
lie méridionale, Parigi 1904. delle chiese rupeslri in F. DELL' AQUILA, A. MES-
:I A. PRANDI, Monumenti salentini inediti o SINA, Le chiese rupestri, cit. alla nota precedente,
malnoti I. Le "Centopietre di Patù n, in Palladio IX, pp. 129-143 con la bibliografia precedente.
9 La teoria circa questa nuova funzione dell 'edili- SE, II NE, II NO) e per il dettaglio i Fogli delle ae-
zia religiosa rupestre è esposta nel volume di M . FAL- rofotogrammetrie al 5000 dei relativi territori comu-
LA CASTELFRANCHI, Pittura monumentale bizan- nali.
tina in Puglia, Milano 1991, in particolare pp. 89-90. 16 Nella numerazione, le cifre da I a 4 sono asse-
lO Cfr. la bibliografia citata a nota 5. gnate alle evidenze rupestri del territorio di Salve,
Il G. GABRIELI,/nventario topografico e biblio- quelle da 6 a 14 comprese nel territorio di Patù, infi-
grafico deLLe cripte basiliane in Puglia, Roma 1936. ne da 15 a 59 alle grotte del territorio di Castrignano
12 A. MEDEA, Gli affreschi deLLe cripte eremiti- del Capo.
che pugliesi, Roma 1937. 17 Quando il nome non sia tramandato tradizio-
l'A. CHIONNA, Gli insediamenti rupestri della nalmente o attestato in documenti, ovvero esistano
Puglia in a c. di C. D. FONSECA, La civiltà rupestre differenti tradizioni onomastiche, si è preferito ado-
medievale, cito a nota S, p. 149. perare il nome della località affiancato da numeri di-
14 C. D. FONSECA , A. R. BRUNO, V. IN- stintivi nel caso di più evidenze.
GROSSO, A. MAROTTA, Gli insediamenti rupestri 18 Per l'impostazione metodologica della scheda-
nel Basso Salento, Galatina 1979. tura ci si è attenuti ai principi fissati in R. CAPRA-
15 Come base cartografica per il posizionamento RA, G. JACOVELLI, Per un questionario degli in-
dei singoli rinvenimenti sono state utilizzate le tavo- sediamenti rupestri in Rivista Storica del Mezzogior-
lette dell'I.G .M. in scala 1:25.000 (F" 223 I SO, I no, V (1970), pp. 90-103.
CARTA ARCHEOLOGICA
BK
km
SCHEDE
SCHEDE PRESENTATE NEL TESTO
2. Cripta affrescata nel canale "Fano" 25. Grotta l nel canale "S. Vincenzo"
3. Grotta 2 nel canale "Fano" 26. Grotta 4 in località "Pennini"
5. Cripta affrescata 27. Grotta 2 nel canale "S. Vincenzo"
8. Grotta 3 in località "Vereto" 28. Grotta 3 nel canale "S. Vincenzo"
13. Cripta di S. Elia 29. Grotta 4 nel canale "S. Vincenzo"
14. Grotta dei Tarantini 34. Grotta 5 nel canale "S. Vincenzo"
15. Grotta in località "Martina" 35. Grotta 6 nel canale "S. Vincenzo"
16. Grotta l in località "Scaledde" 37. Grotta 8 nel canale "S. Vincenzo"
17. Grotta 2 in località "Scaledde" 39. Grotta l O nel canale "S. Vincenzo"
18. Grotta 3 in località "Scaledde" 42. Grotta 12 nel canale "S. Vincenzo"
2. CRIPTA AFFRESCATA NEL CANALE "FANO"
La grotta è situata a circa 150 m. Sud- stante nell'atto della benedizione. A sini-
SudOvest dalla Masseria "Fano", lungo la stra della testa si conservano le lettere gre-
.dorsale orientale del canale "Fano" (terri- che {} A[rIOI], ma non resta alcuna traccia
torio comunale di Salve). del nome. Il Santo è abbigliato con una ve-
ste di colore rosso terminante con una bor-
La cripta è caratterizzata da una pianta
dura ocra decorata con motivi a rombi.
allungata articolata in due ambienti; l'aula
è priva di partizioni, ha pianta rettangolare Accanto è raffigurato un personaggio
(m. 2,70x3,20) con asse orientato NordEst- nimbato senza barba, il cui volto è ricono-
SudOvest e soffitto piano (alt. max. m. scibile nonostante la caduta che coinvolge
1,75); lungo la parete orientale e quella oc- la zona del naso, della bocca e dell' attacca-
cidentale corre un gradino-sedile; al centro tura del collo, identificabile con S. Panta-
della cella, in corrispondenza dell'ingres- leone, come indica il nome affrescato alla
so, è scavata una fossa di forma vagamente destra del capo: IIANTA. Il Santo indossa
squadrata (m. 1,45x85), forse una tomba un corto mantello rosso che copre le spalle
terragna interna. Un tramezzo litoide alto e un abito blu arricchito ai lati e sull' orlo
fino al soffitto, a stretto varco centrale fian- inferiore da una bordura ocra. AI di sopra
cheggiato da due finestrelle, separa l'aula del capo, in corrispondenza della cornice, e
dall'abside a pianta quadrangolare voltata nella zona sinistra del volto si conservano
a botte l9 ; nella zona absidale, sulla parete dei piccoli lembi di uno strato di affresco
settentrionale, è scavata una nicchia semi- che doveva sovrapporsi a quello più antico.
circolare e si conservano scarsi frammenti Nonostante la perdita della parte centrale
di affresco, resi del tutto indecifrabili. della figura si conserva ancora all' altezza
del petto la mano destra che sembra regge-
Sulla parete meridionale della cella si
re un oggetto scuro. Nell'iconografia tradi-
osservano ancora i resti della decorazione
zionale S. Pantaleone è rappresentato come
pittorica ad affresco, miracolosamente con-
giovane martire imberbe o nella variante
servatasi nonostante le condizioni di avan-
con la barba scura; in molte raffigurazioni
zato degrado in cui versa il monumento. Si
regge un attributo che fa riferimento alla
riconoscono otto personaggi nimbati cam-
sua attività medica: una scatola di medici-
piti su sfondo bicromo, blu intorno alla te-
nali, un coltello o delle tenaglie, strumenti
sta e color ocra dalle spalle in giù 20 , all'in-
chirurgici idonei a collocarlo tra i santi me-
terno di un unico riquadro reso da una sem- dicFI.
plice cornice rossa monocroma e da uno
stretto listello bianco. Di seguito si scorge la figura stante di
un santo abbigliato con una veste rosa or-
Da Sud si riconoscono le teste aureolate
nata sull' orlo inferiore con un gallone a
di due personaggi; in basso, in corrispon-
motivi geometrici. La parte superiore del-
denza della seconda figura, si conserva un
l'immagine, sebbene interamente conser-
lembo di abito bianco.
vata, si presta ad una difficile lettura a cau-
Segue l'immagine di un personaggio sa della scarsa visibilità della superficie
barbato con nimbo perlinato, rappresentato dell'affresco. cooerta da muffe.
- - 30
Fig. 1. Salve. cripta affrescata nel canale "Fano",
pianta.
Dovevano seguire le figure di tre perso- 20 La bicromia dello sfondo è caratteristica già
naggi, dei quali non si conservano che nota di alcuni affreschi bizantini del Salento, in par-
ticolare dei più antichi. Si ritrova a Carpignano Sa-
scarse e labilissime tracce. lentino nella cripta di Santa Cristina i cui affreschi
sono datati all'XI secolo; a Casaranello nella chiesa
Bibliografia: A. SIMONE, Salve. Storie e leg- di Santa Maria della Croca, con un ciclo di affreschi
gende, Milano 1981, p. 52. datato agli inizi dell'XI secolo; a Vaste nella cripta
dei SS. Stefani (XI sec.) dove "si tocca l'apice della
produzione pittorica di tipo bizantino in Puglia" (M.
NOTE FALLA CASTELFRANCHI, La pittura bizantina in
Salento (secoli X-XIV) in a c. di B. VETERE, Ad
1~ Il solo esempio fino ad ora noto nel Salento di Ovest di Bisanzio. Il Salento medievale, Galatina
chiesa-cripta a navata unica con iconostasi in pietra 1990,p.144).
integra era la cripta di San Pietro a Sternatia (cfr. C. 21 Cfr. G. KAFTAL, Iconography ojthe Saints in
D. FONSECA, A. R. BRUNO, Y. INGROSSO, A. Centrai and South Italian Schoois oj Painting, Firen-
MAROTIA, Gli insediamenti rupestri, op. cit., pp. ze 1986, pp. 838-848, n. 280; BIBLIOTH ECA
195-198). SANCTORUM X s. v. Pantaleone, colI. 107-118.
01 ______
~. ~ ______ 2______-LI
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3 ______ 4 ~IL- ____ 5______-JI6m.
~I
31 - -
Fig. 2. Salve, cripta affrescata nel canale "Fano", in- Fig. 3. Salve, cripta affrescata nel canale "Fano", in-
gresso. terno.
- - 32
Fig. 4. Salve, cripta affrescata nel canale "Fano", pa- Fig. 5. Salve, cripta affrescata nel canale "Fano", pa-
rete orientale. rete orientale: S. Pantaleone e Santo anonimo.
33 - -
Fig. 6. Salve, cripta affrescata nel canale "Fano", pa- Fig. 7. Salve, sorgente in grotta nel canale "Fano".
rete orientale: S. Pantaleone.
35 - -
Fig. 8. Salve, grotta 2 nel canale "Fano", ingresso. Fig. 9. Salve, grotta nel canale "Fano", pi anta .
5. CRIPTA AFFRESCATA
È ubicata a circa m. 50. SudEst da via Pe- rea antistante la cripta, attualmente delimi-
schiera, nell'abitato di Giuliano (Comune di tata da un imponente muro a secco.
Castrignano del Capo), in proprietà privata. L'ingresso è costituito da un semplice
Mediante una rampa a gradini coperta varco rettangolare (m. 1,83xO,95) scavato
scavata nel banco roccioso si accede all'a- nel banco roccioso.
- - 38
Fig. Il. Giuliano, cripta affrescata, esterno: rampa Fig. 12. Giuliano, cripta affrescata, esterno: rampa
d'accesso. d'accesso.
NOTE
Lungo le pendici nord orientali della st/Sud-SudEst; il soffitto è piano (alt. max .
Serra di Vereto, a circa m. 330 Nord-Nor- m. 2,50). Lungo la parete occidentale corre
dEst dalla Cappella della Madonna di Vere- un gradino-sedile; nella parete settentrio-
to, comune di Patù, è scavata un' ampia nale, parzialmente crollata per la pressione
grotta. esercitata dalle radici di un grosso albero
L'ingresso di forma quadrangolare (m. che sovrasta la grotta, si apre una nicchia di
forma quadrangolare.
I ,28x2,05) si apre nel costone roccioso alle
pendici della collina; il vano unico (m.
7,80x5,05) a pilastro centrale ha forma ret- Bibliografia: C. DAQUINO, I Messofii e Vere/o,
tangolare e orientamento Nord-NordOve- Manduria 1991 . p. I RR.
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47 - -
Fig. 21. Patù, cripta di S. Elia, ingresso. Fig. 22. Patù, cripta di S. Elia, interno: ingresso c
rampa d'accesso.
- - 48
di una cornice decorata con elementi geo- rebbe legata alla temperie iconoclasta del IX
metrici si scorgono un' aureola perlinata di secolo, in perfetta sincronia con la presenza
colore gial10 bordata di blu e la parte supe- di vescovi iconoclasti in Puglia26 •
riore di un volto coperto da un manto bi- L'altro brano forse da mettere in rela-
cromo, blu e rosso, forse l'immagine di una zione con questo clima aniconico è la pri-
Vergine. Ai lati della cornice sono campite mitiva decorazione della chiesa di S. Mari-
altre due croci dipinte di rosso. na a Muro Leccese, dove al di sotto dello
Lungo la parete di fondo, sul lato me- strato di X secolo si intravede una croce di-
ridionale, ricompare la decorazione a cro- pinta di rosso, forse riferibile al1a prima
ci dipinte di rosso, affrescate ad una di- metà del IX secolo 27 .
stanza regolare di circa un metro l'una L'analisi dei brani pittorici superstiti nella
dall'altra. cripta di S. Elia non ha tuttavia consentito di
Una simile decorazione si conserva all'in- distinguere con chiarezza se si sovrapponga-
terno della cripta di S. Nicola presso Mottola, no differenti fasi cronologiche e pittoriche, né
dove in occasione di un recente restauro è dunque se la decorazione a croci dipinte di
stata rinvenuta sotto lo strato più recente una rosso possa essere ascritta ad una fase ante-
decorazione a semplici croci dipinte di rosso riore rispetto al ciclo d'affreschi databile al
che, insieme all'immagine affrescata nella lu- XIV secolo, ovvero se si tratti di una peculia-
netta esterna che rappresenta la crocifissione re decorazione che prevedeva la commistione
sul Golgotha espressa per simboli, sembre- di simboli aniconici e immagini sacre.
- - 50
Fig. 26. Patù, cripta di S. Elia, parete orientale: parti-
colare del cartiglio.
Bibliografia: V. ROSAFIO, Vereto città messapi- RUM IV, s. v. Elia, colI. 1022-1057.
ca del Basso Salento, Lecce 1968, p. 82; C. DAQUI- 25 Giovanni 8,12.
NO, I Messapi e Vereto, Manduria 1991, pp. 187-188. 26 Cfr. M. FALLA CASTELFRANCHI, La deco-
razione pittorica, cit., p. 136.
27 Cfr. M. FALLA CASTELFRANCHI, Pitture
NOTE
"iconoclaste" in Italia meridionale? Con un'appen-
24 Risulta impossibile precisare a quale santo con dice sull'oratorio dei Quaranta Martiri nelle cata-
questo nome faccia riferimento la titolatura della combe di Santa Lucia a Siracusa in Bisanzio e l'Occi-
cripta. Per un cfr. si veda BIBLlOTHECA SANCTO- dente: arte, archeologia, storia, Roma 1996, p. 413.
51 - -
Fig. 27. Patù, cripta di S. Elia, abside: decorazione a Fig. 28 . Patù, cripta di S. Elia, parete occidentale: la
croci rosse. Vergine (?)
53 - -
Fig. 29. Patù, località "San Gregorio", grotta dei Ta-
rantini, pianta.
La grotta è ubicata sul promontorio di San poco oltre, nei punti in cui la calce è cadu-
Gregorio (Comune di Patù), a circa m. 30 Su- ta, sono visibili numerosissimi segni incisi
dEst dalla linea di costa, in proprietà privata. sulla roccia, tra i quali sono riconoscibili
Un ampio accesso rettangolare (m. almeno due immagini di imbarcazioni a
5,60x l ,81) immette in un vano unico a vela triangolare. Le incisioni ricompaiono
pianta rettangolare (m. 5,50x4,30x2,08). Il sulla parete meridionale, dove appaiono ad
soffitto è piano; il piano pavimentale è sta- altezze diverse numerose croci, tra cui una
to recentemente piastrellato; le pareti sono croce latina poggiante su un supporto trian-
ricoperte da uno strato di calce grossolana. golare, ed è leggibile una data: 1768.
Sulla parete orientale si apre una picco- Bibliografia: R. CONGEDO, Salento scrigno
la nicchia quadrangolare (m . 0,51 xO,67); d 'acqua, Martina Franca 1984, p. 165.
/
- - 54
Fig. 30. Patù, località "San Gregorio", grotta dei Ta- Fig. 31 . Patù, località "San Gregorio" , grotta dei Ta-
rantini, ingresso. rantini , parete orientale: incisioni.
55 - -
Fig. 32. Castrignano del Capo, grotta in località
"Martina", ingresso.
Questa grotta ipogea di piccole dimen- due angoli si trovano due gradini quadran-
sioni si trova a circa m. 370 Ovest dalla golari risparmiati nella roccia.
strada provinciale per Castrignano, in loca-
lità "Martina" (territorio comunale di Ca-
strignano del Capo).
Essa è scavata nel banco roccioso ad
una profondità di circa m. 2 rispetto al pia-
no di calpestio esterno; vi si accede me-
diante una piccola rampa a gradini attual-
mente interrati. L'ingresso quadrangolare
(m. I ,82x 1,36) è sormontato da una nic-
chia, probabilmente successiva all' escava-
zione della grotta, e ad esso si addossano
due muri a secco che formano un piccolo
dromos di accesso con copertura alla cap-
puccina, anch'esso verosimilmente poste-
riore.
L'invaso ha forma rettangolare (m.
2,90x I ,90), soffitto piano (alt. max. m.
l,50) e orientamento NordOvest-SudEst; il
pavimento in roccia è coperto da un leggero
interro. Lungo la parete settentrionale sono
scavate tre nicchie di differenti dimensioni;
sulla parete sud occidentale sono incise due
lettere: una D ed una A con traversa angola-
ta; lungo la parte meridionale si apre un'al-
tra nicchia (m. 0,40x0,46xO,28), mentre ai
57 - -
Fig. 33. Castrignano del Capo, località "Scaledde",
grotta I.
A circa m. 200 Ovest dalla strada pro- misura m. 1,50x I ,27x l ,50 ed ha pianta se-
vinciale Castrignano-Leuca, in località micircolare; la copertura è a botte; il piano
"Scaledde", è scavata nel banco roccioso pavimentale è coperto da interro ed è in-
una grotta di piccole dimensioni. Il vano gombro di detriti.
59 - -
Fig. 34. Castrignano del capo, località "Scaledde",
grotta 2: pianta.
La grotta è ubicata lungo il limite set- una nicchia ad arcosolio intonacata (m.
tentrionale di un vasto uliveto in località 0,45x0,40) con incavo centrale (m.
"Scaledde", a circa m. 150 Ovest dalla 0,30xO,20); lungo tutta la parete sono inci-
strada provinciale Leuca-Castrignano se numerosissime croci di varia grandezza.
(territorio comunale di Castrignano del
Capo). AI centro si apre un ampio varco qua-
drangolare che immette in un piccolo vano
La tipologia è insolita: un lungo nartece a pianta pressoché semicircolare
(m. 8,80x 1 ,55x2, 1O) con orientamento (2,30x 1,20) voltato a botte.
EstOvest è scavato nel banco roccioso; nel-
la parete di fondo sono scavati 7 incavi A circa m. lO in direzione SudOvest è
quadrangolari di dimensioni variabili ed scavata una cisterna con annessa vasca.
o 2 3 6 m
~!--~~--~!----~!----~--~--~,
- - 60
Fig. 35. Castrignano del Capo, località "Scaledde", Fig. 36. Castrignano del Capo, località "Scaledde",
grotta 2: ingresso. grotta 2: croci incise.
61 - -
Scavata lungo il versante occidentale secondo blocco squadrato che poggia sul
del canale "S. Vincenzo", nel territorio co- piano di calpestio parzialmente interrato.
munale di Castrignano del Capo, a m. lO La grotta ha un unico vano, il cui invaso ha
SudEst dalla strada provinciale Leuca-Ca- una forma vagamente quadrangolare (m.
strignano, la grotta presenta un accesso di 4,35x2,60); il soffitto è piano (altezza mas-
forma rettangolare (m. 1,13xO,77) scavato sima al centro m. 1,70). A destra dell'in-
nel banco roccioso sormontato da un archi- gresso, dove si notano i fori per l'alloggia-
trave lapideo; la soglia è costituita da un mento di una porta ed una croce incisa, si
blocco di pietra calcarea, che precede un trova il focolare costituito da una nicchia
- - 64
Fig. 39. Castrignano del Capo, canale "S. Vincenzo",
grotta l, interno: parete occidentale.
l ,08xlxO,34, presenta una grande croce in- (m. 0,41x0,45xO,27) ed un secondo vano a
cisa profondamente all'interno di un riqua- pianta circolare di dimensioni minori (m.
dro. Un'altra nicchia di dimensioni minori 2xO,77xl,60), con copertura a botte e pavi-
(m. 0,51 x0,40xO,27) è ricavata lungo la pa- mento piano.
rete meridionale; \' angolo sud-occidentale
reca evidenti tracce di un allargamento suc- Di seguito si apre un'altra nicchia [cl di
cessivo che ha provocato la parziale can- grandi dimensioni (m. 0,86xO,53xO,59)
cellazione di una nicchia conservatasi nella sulla cui parete sinistra è incisa una croce.
p~rte inferiore.
All'esterno della grotta, sulla destra del- Bibliografia: A. C. MORCIANO, Grolle rupestri
l'ingresso, lungo il medesimo fronte roc- nel territorio di S. Maria di Leuca, S. Mari a di Leu-
cioso, si aprono una nicchia quadrangolare ca 1990, p. 41, n. 22.
o 2 3 4 5 6m
l I I I I I
69
71 - -
Lungo il versante orientale del Canale tema. Lungo la parete meridionale e quella
"S . Vincenzo" (Comune di Castrignano del settentrionale sono scavate numerose nic-
Capo), a circa m. 350 Est dalla strada pro- chie di dimensioni variabili e sono visibi1i
vinciale Leuca-Castrignano si trova una alcune croci incise.
grotta naturale scavata nel costone roccio-
so. L'ingresso è largo circa m. 3 e ha un'al-
tezza di m. 2; la lunghezza complessiva è Bibliografia: A. C. MORCIANO, Grotte rupestri
di m. 28, l'altezza è irregolare in quanto nel territorio di S. Maria di Leuca, S. Maria di Leu-
l'interro varia, aumentando nella parte in- ca 1990, p. 40, n. 21.
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73 - -
Fig. 48. Castrignano del Capo, canale "S. Vincenzo",
grotta 4, interno: parete occidentale.
La grotta è scavata nel versante occi- fitto piano. Nella parete occidentale, in as-
dentale del canale "S . Vincenzo", a m. 75 se con l'ingresso, è scavata una nicchia ret-
Est .dalla strada provinciale Leuca-Castri- tangolare (m. O,85xO,67), a sinistra della
gnano, nel territorio comunale di Castri- nicchia è incisa una croce.
gnano del Capo.
Il varco d'accesso, di forma rettangola- Bibliografia: A. C. MORCIANO, Grotte rupestri
re, immette in un semplice vano di forma nel territorio di Leuca, S. Maria di Leuca 1990, p.
semicircolare (m. 3,23x2,80x l ,45) e a sof- 37, n. 19.
75 - -
Fig. 49. Castrignano del Capo, canale "S. Vincenzo",
grotta 5.
A circa m. 600 Est dalla strada provin- pideo; l'invaso di forma circolare misura
ciale Castrignano-Leuca, lungo il versante m.2,20xl,54xl,30.
orientale del canale "S. Vincenzo" è scava-
ta una grotta di piccole dimensioni. Bibliografia: A. C. MORCIANO Grotte rupestri
L'ampio varco d'accesso di forma ret- nel territorio di S. Maria di Leuca, S. Maria di Leu-
tangolare è sorretto da un rozzo pilastro la- ca 1990, p. 34, n. 16.
79 - -
È ubicata lungo il versante orientale del miato nella roccia (m. 1,67xO,84). Sulla
canale "S. Vincenzo", a circa m. 300 Est parete meridionale si apre una nicchia di
d~alla strada provinciale Leuca-Castrigna- forma quadrangolare (m. 0,45xO,50xO,30)
no. e alla base si conserva parte di un gradino -
sedile largo circa cm. 30. In corrisponden-
L'ingresso scavato nel banco roccioso za del varco d'accesso si conservano i fori
ha forma quadrangolare; la grotta è costi- per l'inserimento dello stipite di una porta.
tuita da un vano unico a pianta quadrango-
lare e soffitto piano (dimensioni m.
2,20x2,50xl,75). Nella parete orientale, in Bibliografia: A. C. MORCIANO, Grotte rupestri
asse con l'ingresso, è ricavata una nicchia- nel territorio di S. Maria di Leuca, S. Maria di Leu-
alcova rettangolare con il cuscino rispar- ca 1990, p. 35, n. 17.
- - 80
Fig. 52. Castrignano del Capo, canale "S. Vincenzo",
grotta 8, pianta.
La grotta si trova a circa m. 800 Est dal- Le pareti di entrambi i vani conservano
Ia strada provinciale Leuca-Castrignano, in numerose croci incise.
una diramazione del canale "S. Vincenzo".
La grotta è sov rastata da un piccolo
Due ingressi rettangolari scavati nel ban- trullo di pietre a secco.
co roccioso danno accesso a due piccoli va-
ni paralleli a pianta semicircolare (m. Bibliografia: A. C. MORCIANO, Grotte l'IIpe·
2,40x2x2 e m. l ,40x I ,70x l ,30), comuni- stri nel territorio di S. Maria di Leuca, S. Maria di
canti tra loro per mezzo di uno stretto varco. Leuca 1990, p. 30, n. 13.
83 - -
Fig. 54. Castrignano de l Capo, canale "S. Vincenzo",
grotta 12, ingresso.
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TAY. 5. Sal ve. cripta affrescata ne l canale " Fa no", TAY. 6. Sal ve, cript a affrescata ne l canale "'Fano".
In gresso, parete ori ent ale: S. Panta leone e Santo anonimo.
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TAY. 13. Patù, cripta di S. Elia, interno: ingresso e TAY. 14. Patù, cripta di S. Elia, interno: decorazioni
rampa d ' accesso. a croci rosse.
101 - -
TAY. 15. Patù , cripta di S. Elia, interno, parete orien-
tale: Santo anonimo.
- - 102 - - - - -- - -- - - - - - -- -- - -- - - - -- - -
TAY. 16. Castrig nano del Capo, canale "S. Vincen- TAY. 17. Castri gnano del Capo, località "Pennini ",
zo", grott a I, ingresso. grotta 4, ingresso.
103 - -
INDICE
Pubblicazioni:
- I segni religiosi del nostro ambiente
- Guida turistico-culturale del Capo
di Leuca
Impresa e sviluppo nel Salento
meridionale
- Pittori e dipinti nel Salento meri-
dionale
Piante spontanee commestibili
nella tradizione del Capo di Leuca
- Insediamenti rupestri nel Capo di
Leuca