Mata El Meskin Preghiera

Scarica in formato docx, pdf o txt
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 4

☩ UN PASSO DEL VANGELO PER TE

«La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e
ognuno si sforza per entrarvi. È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un
solo trattino della Legge.» (Lc 16,16-17)

Chiudere la porta
Quando Dio ti chiede di chiudere la porta prima di pregare, vuole ricordarti di separare l’attività
esterna alla tua camera dall'attività interna, e questo va fatto per quanto riguarda il cuore, i sensi e le
persone.
Riguardo al cuore, è necessario che tu getti via assolutamente tutte le preoccupazioni, i pesi, le
ansietà e i timori nel momento in cui ti poni di fronte a Dio, in modo che ti sia possibile entrare
nella pace vera che sorpassa ogni comprensione. In questo senso chiudere la porta significa
consolidare il proprio cuore al sicuro, dietro la separazione che si erge tra il mondo carnale e il
mondo spirituale, separazione che equivale a una morte. In altri termini, quando chiudi la porta
dietro di te, devi considerarti come morto al mondo carnale e posto di fronte a Dio, per beneficiare
della sua provvidenza e per invocare la sua misericordia.
Riguardo ai sensi, sei generalmente assillato la pensieri che si sono fissati nella tua mente, le
immagini che hanno colpito la tua fantasia, la parole che hai memorizzato e ancora da altre
esperienze che si sono impresse in te attraverso i sensi. Oltre al resto, tutto ciò comporta anche
modelli spregevoli verso i quali la tua coscienza può essersi sentita attratta: allora i sensi li hanno
ritenuti e la mente vi si è aggrappata.
Questi modelli di comportamento a volte li fai rivivere deliberatamente, altre volte li richiami
furtivamente e contro la tua stessa volontà, altre volte ancora sei costretto a invocarli senza nessun
motivo particolare e indipendentemente dalla volontà e dalla coscienza: vengono così a crearti un
amaro conflitto interiore. È perciò estremamente opportuno, ogni volta che entri nella tua camera,
che tu agisca d’anticipo ed espella dalla coscienza questi pensieri, chiedendo perdono davanti a Dio
con contrizione e pentimento, fermamente deciso a trasformare il loro ricordo in un’occasione di
orrore e di rifiuto.
Chiudere la porta della tua camera significa porre tra lo spirito e i sensi della carne, il Cristo
crocifisso, cioè mortificare le membra del corpo che appartengono alla terra: “Voi, agli occhi dei
quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso” (Galati 3,l); “Mortificate quella parte di voi
che appartiene alla terra” (Colossesi 3,5). Se invece non rinunci a queste esperienze, a queste cose
viste e sentite, se non le confessi come colpe, aborrendole ogni volta che entri nella tua camera,
allora esse non solo ti privano della capacità di pregare e di stare di fronte a Dio, ma riescono
perfino a trasformare la tua camera in un luogo impuro.
Riguardo alle altre persone, succede a te come a tutti di trovarti sempre e costantemente legato agli
altri; ti può capitare quindi di venirti a trovare emotivamente turbato dall'amore verso una persona,
il che ti conduce a ricercare una vicinanza fisica che ti priva della tua indipendenza e della tua
libertà interiore, che sono il fondamento della preghiera, dell’amore per Dio e della crescita
spirituale; oppure puoi essere preoccupato per le condizioni delle persone che ti sono care, per la
loro salute o il loro avvenire, fino al punto di non prenderti più cura della tua crescita spirituale e
della tua salvezza; oppure puoi essere scosso dall'ostilità, l’opposizione, il rancore, il disaccordo e
l’odio nei confronti degli altri, a tal punto che l’amarezza ti invade completamente e ti impedisce di
liberarti dai pensieri malvagi e da desideri di vendetta; oppure puoi sentirti portato verso gli altri
senza accorgertene, finendo per andartene a spasso a destra e a sinistra, unicamente per mettere in
mostra le tue capacità, il tuo acume spirituale, la tua bravura e trovare così degli ammiratori che
alimentino il tuo autocompiacimento.
In questi casi chiudere la porta della tua camera significa troncare qualsiasi rapporto mortifero che ti
lega a qualcuno e che provoca la distruzione della tua anima: “Quale vantaggio infatti avrà l’uomo
se guadagnerà il mondo intero e poi perderà la propria anima?” (Matteo 16,26)
Questo non significa che devi interrompere rapporti con quanti hanno bisogno di te o con coloro di
cui tu hai bisogno, né che devi dissociarti dagli altri uomini. Si tratta invece di purificare le tue
relazioni con gli altri in modo che tutto concorra all'armonia della tua crescita spirituale. Devi
quindi smettere di disperderti in vane preoccupazioni per gli altri - atteggiamento che non giova a
nulla e a nessuno - devi porre un freno alla malizia e morire al desiderio di essere glorificato dagli
uomini.

Tratto da "Consigli per la preghiera" di Matta el Meskin

☩ UN PASSO DEL VANGELO PER TE


«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito
e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.» (Mt 23,15)

La preghiera, opera fondamentale nel cammino spirituale


Come ti è indispensabile lavorare costantemente e restare legato alla terra per poter vivere, dandoti
da fare con la mente e con il corpo per ottenere un boccone di pane e un sorso d’acqua, così per il
tuo essere interiore è indispensabile restare sempre in relazione con Dio, affinché il soffio
d’immortalità metta le radici nel tuo spirito e lo renda adatto alla vita eterna.
La relazione con Dio è quella che chiamiamo preghiera: in realtà si tratta di un’azione. Devi perciò
riconoscere che solo in virtù di un atto spirituale il tuo spirito viene nutrito e riceve direttamente da
Dio le energie per crescere. Ciò di cui devi essere convinto è che ogni contatto con Dio è preghiera,
ma non ogni preghiera è contatto con Dio! Molti infatti pregano senza esservi preparati e senza
alcun desiderio di comunicare con Dio, ma questa non è preghiera, perché la preghiera è un’opera
realizzata in collaborazione tra l’uomo e Dio. Se la “camera” è quindi il “luogo” messo a parte da
Cristo per l’opera della preghiera interiore, ne consegue che per tutto il tempo che vi trascorri devi
necessariamente perseverare nell'opera della preghiera; questo significa che devi sempre restare in
contatto spirituale con Dio.
Dio può concedere a qualcuno l’opportunità di restare a lungo nella propria camera, come è il caso
del monaco, che è giustamente ritenuto un cristiano che è entrato nella camera e che ha chiuso
definitivamente la porta dietro di sé: questi non vuole avere più alcun rapporto con la mondanità e
con le sue vane preoccupazioni.
A un altro può darsi che Dio conceda la possibilità di restare nella propria camera solo alcune ore al
giorno. Ma alla maggior parte della gente non è possibile restarvi se non per un’ora al giorno, e alle
volta addirittura per un tempo ancora più breve. In ogni caso questa differenza di tempo disponibile
per dimorare e pregare nella propria camera è compensata in altri modi dallo Spirito Santo, quando
uno è fedele e sincero nel proprio cammino spirituale. Infatti, nella misura in cui tu aneli veramente
alla preghiera, lo Spirito ti concede, anche in poco tempo, delle grosse opportunità di rallegrarti e di
sentirti ricolmo della presenza di Dio Non devi quindi rattristarti per la scarsità del tempo
disponibile per appartarti nella camera; devi piuttosto assicurarti di essere pronto e pieno di
desiderio di comunicare con Dio: allora ti accorgerai che i minuti possono essere come giorni.
In genere, comunque, il lamento per la scarsità del tempo disponibile per la preghiera è solo una
falsa scusa per giustificare l’”io” nella sua negligenza, trascuratezza e indifferenza nello stare di
fronte a Dio.

☩ UN PASSO DEL VANGELO PER TE


«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio
che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i
venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha
costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande.» (Mt 7,24-27)

L’effusione dello Spirito Santo nelle parole della preghiera


Quando chiudi la porta nelle tre direzioni accennate sopra - e cioè nei confronti del cuore, dei sensi
e delle persone - quando ti prostri per tre volte nel nome della Santa Trinità come gesto indicativo
del tuo desiderio di Dio, quando sollevi le mani, gli occhi e il cuore verso il cielo, allora lo spirito
della preghiera scende su di te. È in quel momento che ogni atteggiamento viene trasformato in un
contatto con Dio e tu vivi, per poche o molte ore, alla presenza di Dio.
Se inizi a pregare animato da questo spirito (soprattutto se utilizzi i Salmi), ti accorgerai che le
parole delle tue labbra non sono quelle solite: a poco a poco esse assumeranno per te significati,
orientamenti e promesse nuove. Infatti, anche se la parola pronunciata dalla bocca è identica a
quella contenuta nel salmo, cionondimeno essa ti apparirà come pronunciata da Dio per fornirti una
risposta esauriente, un’occasione di conforto, una promessa di aiuto e di salvezza. E questo
nonostante che la preghiera sembri uscita unicamente da te: è lo Spirito santo che si inserisce
segretamente nella preghiera e inizia a risponderti con le stesse parole che hai pronunciato.
Questa è la chiave che introduce nella vita interiore: senza l’intervento dello Spirito santo nella
preghiera le parole diventano deboli e prive di un messaggio preciso e personale: “Similmente
anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia
conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi” (Romani 8,26).
Concretamente, lo Spirito santo non cesserà mai di guidarti, se manterrai il cuore docile e la mente
aperta, ma completerà le parole della preghiera e delle letture in maniera estremamente sapiente. Di
conseguenza, qualsiasi preghiera o lettura tu faccia senza avere la mente aperta e l’intenzione di
ascoltare la voce dello Spirito, rimarrà estranea a una sana vita spirituale, e praticandola non ne
ricaverai alcun vantaggio tangibile: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei
cieli” (Matteo 7,21); “Pregherò con lo Spirito, ma pregherò anche con la mente” (1Corinzi 14,15).

Potrebbero piacerti anche