Regolamento Didattico Ateneo
Regolamento Didattico Ateneo
Regolamento Didattico Ateneo
REGOLAMENTO DIDATTICO
DI ATENEO
(Emanato con D.R. n. 462 – 2016, prot. n. 11633 – I/3 del 15.04.2016)
«I termini relativi a persone che, nel presente Regolamento, compaiono solo al maschile si
riferiscono indistintamente a persone di genere femminile e maschile. Si è rinunciato a
formulazioni rispettose dell’identità di genere per non compromettere la leggibilità del testo e
soddisfare l’esigenza di semplicità dello stesso»
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Indice
PARTE PRIMA
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INDICE
Art. 1 – Definizioni
Art. 2 – Autonomia didattica
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
Articolo 1 - Definizioni
1. Il presente Regolamento disciplina, ai sensi delle norme di legge, delle disposizioni ministeriali e
delle direttive statutarie, gli ordinamenti didattici e i criteri di funzionamento dei corsi di laurea, di
laurea magistrale e di specializzazione, dei dottorati di ricerca e dei master universitari attivabili
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dall’Università degli Studi di Foggia. Esso disciplina inoltre le attività e i servizi di orientamento,
di sostegno, di aggiornamento, di perfezionamento e di formazione permanente e ricorrente.
2. Gli ordinamenti didattici di riferimento dei corsi di laurea, di laurea magistrale e di
specializzazione attivabili dall’Università, definiti su proposta dei competenti organi e dai
Dipartimenti ai sensi della normativa in vigore, nel rispetto del Regolamento di cui all’art. 11 del
decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, sono stabiliti nella
Parte seconda del presente Regolamento.
3. I singoli Dipartimenti disciplinano l’organizzazione didattica dei corsi di studio e i servizi
didattici integrativi che fanno ad esse capo, nonché le modalità di definizione degli obiettivi, dei
tempi e dei modi con cui le competenti strutture didattiche provvedono collegialmente alla
programmazione, al coordinamento e alla verifica dei risultati delle attività formative. Per ogni
attività deve in ogni caso essere individuata la struttura o la singola persona alla quale viene
conferita la relativa responsabilità.
4. I Regolamenti didattici dei singoli corsi di laurea e di laurea magistrale sono predisposti ai sensi
del successivo art. 22 e sono approvati secondo quanto stabilito dallo Statuto di Ateneo.
5. I corsi di studio interdipartimentali e i servizi didattici organizzati da più Dipartimenti sono
disciplinati da regolamenti specifici predisposti d’intesa tra i Dipartimenti interessati.
6. I Regolamenti delle scuole di specializzazione sono disposti ed emanati nel rispetto della
normativa vigente e, nello specifico, dei decreti ministeriali in vigore, recanti le pertinenti classi.
7. Le disposizioni delegate all’Università, ai sensi della vigente normativa, con riguardo ai corsi di
dottorato di ricerca costituiscono materia dei vigenti Regolamenti in materia di dottorato di ricerca
e in materia di Scuole di Dottorato.
8. Le procedure amministrative per l’immatricolazione e l’iscrizione all’Università e quelle relative
alle carriere degli studenti e alla loro gestione sono stabilite dall’apposito Regolamento tasse.
9. L’Università garantisce adeguate forme di pubblicità dei procedimenti e delle decisioni assunte
in materia didattica. In tutti i casi in cui si attivino procedure che richiedano l’intervento di più
organi collegiali, il responsabile di ciascuno di essi dispone affinché le proprie proposte vengano
opportunamente rese note anche attraverso la rete informatica dell’ateneo.
Per ogni attività didattica promossa dall’ateneo viene resa pubblica la struttura o la persona alla
quale è attribuita la responsabilità dell’attività stessa.
10. I pareri sulle materie che, ai sensi della normativa in vigore, richiedono il pronunciamento di un
organo dove siano rappresentati in ugual numero docenti e studenti sono espressi dalle
Commissioni didattiche paritetiche di Dipartimento.
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1. Ai sensi della normativa vigente, possono essere attivate iniziative didattiche interdipartimentali
e interateneo. Rientrano in tale genere di iniziative didattiche i Corsi di Studio interdipartimentali, i
Corso di Studio interuniversitari, i Corsi di Tirocinio Formativo Attivo (TFA), i Dottorati di ricerca
consorziati, i Corsi di Master congiunti.
Articolo 5 - Dipartimenti
1. I Corsi di studio, al termine dei quali, previo superamento dell’esame finale, vengono rilasciati i
titoli di studio di cui all’art. 10, comma 1, raggruppati in Classi di appartenenza in base alle
definizioni stabilite dai Decreti ministeriali, sono contrassegnati da denominazioni particolari,
indicative di specifiche competenze scientifiche e professionali, che sono deliberate, su proposta
delle Strutture didattiche interessate o del Senato Accademico, dal Consiglio di Amministrazione.
Tali denominazioni vengono indicate anche dall’indicazione della Classe di appartenenza.
2. La proposta di istituzione e attivazione dei Corsi di Studio, deve essere corredata di un progetto,
che dimostri la disponibilità di un numero adeguato di Professori e Ricercatori dotati delle
competenze specialistiche necessarie, e del testo dell’Ordinamento corrispondente; tale proposta
prima di essere sottoposta all’attenzione degli Organi collegiali centrali di governo viene esaminata
dalla Commissione Didattica Paritetica di Dipartimento, dal Nucleo di Valutazione di Ateneo e
dalle assemblee consultive previste dall’art. 11, comma 4 D.M. 270/2004. Successivamente il
progetto, approvato in sede ministeriale, entra in vigore con decreto rettorale a partire dall’inizio
del successivo anno accademico. L’istituzione di nuovi corsi di studio può avvenire previo
ottenimento dell’accreditamento iniziale a seguito della verifica del possesso dei requisiti
determinati con DM 30 gennaio 2013, n. 47.
I predetti corsi, devono superare la verifica dei requisiti di Assicurazione della Qualità.
3. Ogni proposta deve essere corredata di un elenco di docenti (ordinari, associati e ricercatori) che
si fanno garanti della qualità culturale e didattica del Corso di Studio.
4. I Corsi di Studio possono anche essere attivati mediante accordi tra diversi Dipartimenti
dell’Ateneo (Corsi di Studio interdipartimentali) o convenzioni tra diversi Atenei (Corsi di Studio
interuniversitari). I Regolamenti didattici dei Corsi di studio interdipartimentali e interuniversitari
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determinano le particolari norme organizzative che ne regolano il funzionamento sul piano della
didattica e attribuiscono ad uno tra i Dipartimenti o ad uno tra gli Atenei convenzionati l’iscrizione
degli studenti e la responsabilità amministrativa del Corso, salvo eccezioni previste dagli accordi o
dalle convenzioni.
5. Nel caso di disattivazione del Corso di Studio, l’Ateneo assicura la possibilità per gli studenti già
iscritti di concludere gli studi e di conseguire il relativo titolo.
6. La disciplina dell’organizzazione dei Corsi di Studio è dettata dallo Statuto di Ateneo e, in
particolare, dall’art. 36.
7. Gli Ordinamenti ed i Regolamenti didattici di Corso di Studio disciplinano, nel rispetto dei
Decreti ministeriali, i singoli Corsi. I primi contengono l’insieme delle norme generali che regolano
i curricula dei Corsi di Studio; i secondi ne specificano gli aspetti organizzativi.
8. L’insieme delle norme dei Regolamenti didattici dei Corsi di Studio attivati all’interno di un
Dipartimento (o dei Corsi di Studio interdipartimentali) confluiscono annualmente, entro i tempi
stabiliti dal Senato Accademico, nel Documento di Programmazione didattica (Manifesto degli
Studi) del Dipartimento o dei Dipartimenti interessati.
1. L’unità di misura del lavoro richiesto allo studente per l’espletamento di ogni attività formativa
prescritta dagli Ordinamenti didattici dei Corsi di Studio per conseguire un titolo di studio
universitario è il credito formativo universitario.
2. Al credito formativo universitario, di seguito denominato credito, corrispondono, a norma dei
Decreti ministeriali, 25 ore di lavoro per studente, comprensive di ore di lezione, di esercitazione,
di laboratorio, di seminario e di altre attività formative richieste dai Regolamenti didattici, oltre le
ore di studio e comunque di impegno personale necessarie per completare la formazione per il
superamento dell’esame oppure per realizzare le attività formative non direttamente subordinate
alla didattica universitaria (tesi, progetti, tirocini, competenza linguistica e informatica, ecc.). Ai
sensi dell’art. 5, comma 1, del D.M. 270/2004, eventuali variazioni in aumento o in diminuzione
delle predette ore per singole classi, entro il limite del 20 per cento, sono possibili, su richiesta dei
Dipartimenti, esclusivamente in seguito a Decreto ministeriale.
3. Ai sensi dell’art. 5, comma 2, del D.M. 270/2004, la quantità di lavoro medio svolto in un anno
da uno studente impegnato a tempo pieno negli studi universitari è fissata in 60 crediti. I
Regolamenti didattici dei Corsi di Studio stabiliscono i crediti corrispondenti all’interno di ogni
tipologia di attività formativa contemplata dalla Classe corrispondente (secondo l’elencazione
esemplificativa contenuta nell’art. 10, comma 1 del D.M. 270/2004), tenendo presenti le
quantificazioni del numero minimo di crediti che dovrà essere riservato a ciascun tipo di attività
(secondo il D.M. 270/2004, art. 10, comma 2)
4. La frazione dell’impegno orario complessivo riservata allo studio personale o ad altre attività
formative di tipo individuale è determinata per ciascuna attività formativa nel Regolamento
Didattico del Corso di Studio e tale impegno non potrà, comunque, essere inferiore al 50%
dell’impegno orario complessivo.
5. I crediti corrispondenti a ciascuna attività formativa sono acquisiti dallo studente con il
superamento dell’esame o di altra forma di verifica del profitto stabilita dai Regolamenti dei Corsi
di Studio, ferma restando la quantificazione in trentesimi per la votazione degli esami e in
centodecimi per la prova finale, con eventuale lode ed ulteriori annotazioni di merito.
6. Il Senato Accademico delibera in ordine ai modelli di documentazione (registri didattici con
verifica delle firme di presenza ove richieste, modelli dei verbali di esame, libretti curriculari
personali dello studente, moduli per la certificazione rilasciati dalle Segreterie Studenti, ecc..) e alle
ulteriori modalità (procedure informatizzate, ecc.) che consentono di procedere alla verifica dei
CFU acquisiti dagli studenti nonché alla verifica della frequenza delle attività formative dei corsi di
studio.
7. I Regolamenti didattici dei Corsi di Studio possono stabilire il numero minimo di crediti da
acquisire da parte dello studente in tempi determinati e le modalità di verifica periodica, in forme
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diversificate tra studenti impegnati a tempo pieno negli studi e studenti contestualmente impegnati
nello svolgimento di altre attività lavorative.
1. Presso ogni Dipartimento è istituita una Commissione didattica paritetica di Dipartimento, quale
osservatorio permanente delle attività didattiche svolte presso i Corsi di Studio.
2. La composizione e il funzionamento delle Commissioni Didattiche di Dipartimento sono
disciplinati, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 41 dello Statuto, dai singoli Regolamenti di
funzionamento dei Dipartimenti.
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1. La laurea è conseguita al termine del corso di laurea. A coloro che conseguono la laurea compete
la qualifica accademica di dottore.
2. I corsi di laurea sono istituiti nell’ambito delle classi individuate dal DM 16 marzo 2007 e dal
DM 19 febbraio 2009 e hanno l’obiettivo di assicurare agli studenti un’adeguata padronanza di
metodi e contenuti scientifici generali, anche nel caso in cui siano orientati all’acquisizione di
specifiche conoscenze e competenze professionali.
3. L’acquisizione delle conoscenze e competenze professionali, di cui al precedente comma, è
preordinata all’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro anche ai fini dell’esercizio di attività
professionali regolamentate nell’osservanza delle disposizioni nazionali e dell’Unione europea.
La durata normale dei corsi di laurea è di tre anni.
4. I corsi di laurea aventi gli stessi obiettivi formativi qualificanti e le conseguenti attività formative
indispensabili sono istituiti nella medesima classe. Tali corsi hanno identico valore legale.
I corsi istituiti nella stessa classe, ovvero quelli appartenenti a gruppi definiti dagli specifici
ordinamenti didattici sulla base di criteri di affinità, condividono attività formative di base e
caratterizzanti comuni per un minimo di 60 crediti prima della eventuale differenziazione dei
percorsi formativi in curricula. Sono comuni le attività formative che presentano la stessa
denominazione, o denominazioni dichiarate equipollenti, e che afferiscono al medesimo settore
scientifico-disciplinare con uguale numero di crediti.
I diversi corsi di laurea afferenti alla stessa classe devono differenziarsi per almeno 40 crediti. La
differenziazione è calcolata come somma dei valori assoluti delle differenze dei crediti per ciascun
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settore scientifico-disciplinare. Nel caso in cui i corsi di studio siano articolati in curricula, la
predetta differenziazione deve essere garantita tra ciascun curriculum di un corso di studio e tutti i
curricula dell’altro.
5. L’Università può istituire un corso di laurea nell’ambito di due diverse classi, qualora il relativo
ordinamento soddisfi i requisiti di entrambe le classi.
Nel caso di corsi interclasse, gli studenti indicano al momento dell’immatricolazione la classe entro
cui intendono conseguire il titolo di studio, fermo restando che possono modificare le loro scelte,
purché queste diventino definitive al momento dell’iscrizione al terzo anno.
6. Per conseguire la laurea lo studente deve aver maturato 180 crediti comprensivi di quelli relativi
alla conoscenza obbligatoria, oltre che della lingua italiana, di una seconda lingua dell’Unione
europea, indipendentemente dal numero di anni di iscrizione all’Università.
1. La laurea magistrale è conseguita al termine del corso di laurea magistrale. A coloro che
conseguono la laurea magistrale compete la qualifica accademica di dottore magistrale.
2. I corsi di laurea magistrale sono istituiti nell’ambito delle classi individuate dal DM 16 marzo
2007 e dal DM 8 gennaio 2009 e hanno l’obiettivo di fornire agli studenti una formazione di livello
avanzato per l’esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici.
La durata normale dei corsi di laurea magistrale è di due anni.
3. I corsi di laurea magistrale aventi gli stessi obiettivi formativi qualificanti e le conseguenti
attività formative indispensabili sono istituiti nella medesima classe. Tali corsi hanno identico
valore legale.
I diversi corsi di laurea magistrale afferenti alla stessa classe devono differenziarsi per almeno 30
crediti. La differenziazione è calcolata come somma dei valori assoluti delle differenze dei crediti
per ciascun settore scientifico-disciplinare. Nel caso in cui i corsi di studio siano articolati in
curricula, la predetta differenziazione deve essere garantita tra ciascun curriculum di un corso di
studio e tutti i curricula dell’altro.
4. L’Università può istituire un corso di laurea magistrale nell’ambito di due diverse classi, qualora
il relativo ordinamento soddisfi i requisiti di entrambe le classi.
Nel caso di corsi interclasse, gli studenti indicano al momento dell’immatricolazione la classe entro
cui intendono conseguire il titolo di studio, fermo restando che possono modificare le loro scelte,
purché queste diventino definitive al momento dell’iscrizione al secondo anno.
5. Per conseguire la laurea magistrale, fatti salvi i corsi di studio a ciclo unico regolati da specifiche
disposizioni in materia, lo studente, comunque già in possesso di laurea, deve aver maturato 120
crediti come da ordinamento e Regolamento didattico del corso di studio cui è iscritto,
indipendentemente dal numero di anni di iscrizione all’Università.
6. Sono definiti corsi di laurea magistrale a ciclo unico i corsi di studio per i quali nell’ambito
dell’Unione europea non sono previsti titoli universitari di primo livello, nonché i corsi di studio
finalizzati all’accesso alle professioni legali.
Ai corsi a ciclo unico si accede con il diploma di scuola secondaria superiore.
La loro durata normale è di cinque o sei anni.
Per conseguire la laurea magistrale nei corsi a ciclo unico, lo studente deve aver maturato 300 o
360 crediti, a seconda della durata del corso, indipendentemente dal numero di anni di iscrizione
all’Università.
Leggi vigenti e nelle forme previste dall’art. 31 del presente Regolamento. Altri specifici requisiti
di ammissione, nonché gli eventuali crediti formativi universitari aggiuntivi rispetto al titolo di
studio già conseguito, ritenuti necessari per l’ammissione sono stabiliti dai Decreti ministeriali.
3. Per conseguire il Diploma di Specializzazione lo studente deve avere acquisito un numero di
crediti, determinato da specifiche norme di legge o da direttive dell’Unione Europea. La durata
normale dei Corsi di Specializzazione oscilla fra uno e sei anni e viene stabilita dai rispettivi
Regolamenti didattici.
1. In attuazione dell’articolo 1, comma 15, della legge 14 gennaio 1999, n. 4, l’Ateneo può attivare
Corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente e aggiornamento
professionale, successivi al conseguimento della Laurea o della Laurea magistrale o Laurea
specialistica, alla conclusione dei quali sono rilasciati i Master universitari.
2. I Master universitari possono essere di primo e di secondo livello. Per accedere ai Master di
primo livello è necessario aver conseguito la Laurea. Per accedere ai Master di secondo livello è
necessario aver conseguito la Laurea magistrale o Laurea specialistica.
3. Per conseguire il Master universitario lo studente deve aver acquisito almeno 60 crediti oltre a
quelli acquisiti per conseguire la Laurea o la Laurea magistrale o Laurea specialistica. La durata
minima dei Corsi di Master universitario è dunque di un anno.
4. L’offerta didattica dei Corsi di Master universitario deve essere specificamente finalizzata a
rispondere a domande formative di cui, in base alla adeguata strumentazione di rilevazione attivata
dall’Ateneo, è stato possibile individuare l’esistenza reale sul territorio nazionale. A tale scopo
l’impostazione dei Regolamenti didattici relativi deve essere ispirata ad esigenze di flessibilità e
adeguamento periodico al mutamento delle condizioni del mercato del lavoro.
5. L’Ateneo può istituire, in base ad accordi di cooperazione interuniversitaria nazionale o
internazionale, Corsi di Master congiunti (ossia interuniversitari) di primo e di secondo livello.
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6. I Corsi di Master universitario possono essere attivati dall’Ateneo anche in collaborazione con
enti esterni, pubblici o privati.
1. Ai sensi della normativa in vigore, l’Università, anche in collaborazione con soggetti pubblici e
privati, sviluppa iniziative formative destinate all’educazione lungo tutto l’arco della vita, attivando
in particolare:
1) corsi di perfezionamento, per l’accesso ai quali è richiesto un titolo di studio di livello
universitario;
2) corsi di aggiornamento professionale;
3) corsi di educazione permanente e ricorrente e attività culturali per adulti;
4) corsi di preparazione ai concorsi pubblici e agli esami di Stato per l’abilitazione
all’esercizio delle professioni;
5) corsi di aggiornamento del proprio personale;
6) corsi di preparazione all’insegnamento (TFA).
2. Le modalità per l’attivazione dei corsi di perfezionamento di cui al punto 1) del comma
precedente - attività che, senza dare titolo, per la loro minore durata rispetto ai Master universitari,
provvedono comunque allo sviluppo e all’addestramento di competenze e capacità di livello
superiore - sono stabilite da un apposito Regolamento di Ateneo.
1. Gli Uffici delle Segreterie studenti rilasciano, in conformità alla Legislazione vigente, le
attestazioni, le certificazioni, le copie, gli estratti ed altri documenti relativi alla carriera
universitaria degli studenti, fatto salvo il diritto alla salvaguardia dei dati personali come previsto
dalle Leggi vigenti sulla certificazione e la trasparenza amministrativa.
2. Ai sensi dell’art. 3, comma 8, del D.M. 270/2004 “Modifiche al Regolamento Generale
sull’Autonomia” (D.M. 509/1999), gli uffici delle Segreterie studenti rilasciano, come supplemento
dell’attestazione di ogni titolo di studio conseguito, un certificato che riporti, secondo modelli
conformi a quelli adottati dai Paesi europei, le principali indicazioni relative al curriculum
specifico seguito dallo studente per conseguire il titolo, comprensive delle eventuali annotazioni di
merito. Tale certificato è strutturato secondo modalità definite dai Dipartimenti interessati e può
essere redatto, su richiesta dell’interessato, anche in lingua inglese.
3. Gli uffici delle Segreterie studenti rilasciano certificazioni relative alla carriera parziale
documentata dello studente in corso di studi, secondo le medesime modalità indicate al comma
precedente, previo riconoscimento degli esami fino ad allora sostenuti con esito positivo e dei
crediti ad essi corrispondenti.
1. L’Università progetta e adegua i propri corsi di studio tenendo conto dell’evoluzione scientifica
e tecnologica e delle esigenze economiche e sociali e assicurando adeguati livelli di qualità,
efficienza ed efficacia dei corsi stessi.
2. I corsi di laurea e di laurea magistrale sono istituiti e modificati nel rispetto dei criteri e delle
procedure dettati dal DM n. 270/2004 e dal DM n. 47/2013, dai correlati provvedimenti
ministeriali, dallo Statuto di Ateneo e dal presente Regolamento, nonché nel rispetto delle
disposizioni vigenti in materia di programmazione del sistema universitario. I corsi sono
disciplinati dai rispettivi ordinamenti e regolamenti didattici.
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3. I corsi di studio possono essere istituiti anche con denominazione formulata in lingua straniera
purchè prevedano che le relative attività formative si svolgano interamente nella medesima lingua.
4. L’istituzione, l’attivazione, la modifica e la disattivazione dei Corsi di laurea e di laurea
magistrale sono approvate dal Consiglio di Amministrazione, previa proposta del Consiglio di
Dipartimento interessato e parere del Senato Accademico, ovvero previa proposta del Senato
Accademico sentito il Consiglio di Dipartimento interessato.
5. In merito alle nuove iniziative didattiche devono essere acquisiti il parere di competenza del
Nucleo di valutazione dell’Ateneo, che stende un’apposita relazione tecnica, e il parere favorevole
del Comitato regionale di coordinamento universitario.
6. Le determinazioni relative agli ordinamenti didattici, di cui al successivo art. 19, sono assunte
previa consultazione con organizzazioni e rappresentanze delle professioni, dei servizi e della
produzione, con particolare riferimento alla valutazione dei fabbisogni formativi e degli sbocchi
professionali.
7. Acquisita l’approvazione del Ministero dell’Università e della Ricerca ai sensi dell’art. 11,
comma 1, della legge 341/1990, l’istituzione con modifica del presente Regolamento è disposta con
decreto del Rettore.
8. Entro il 31 dicembre di ogni anno accademico i competenti organi dell’Ateneo deliberano in
merito ai corsi di studio da attivare nell’anno accademico successivo, nel rispetto dei requisiti
determinati con DM 30 gennaio 2013, n. 47, e nell’osservanza degli obiettivi e dei criteri della
programmazione del sistema universitario e previa relazione favorevole del Nucleo di valutazione
dell’Ateneo.
9. Nel caso di disattivazione di un corso di laurea o di laurea magistrale, l’Università garantisce agli
studenti già iscritti la conclusione degli studi e il conseguimento del relativo titolo, disciplinando
comunque la facoltà per gli stessi studenti di optare per l’iscrizione ad altri corsi di studio attivati.
1. Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e di laurea magistrale, deliberati contestualmente alla
loro istituzione, sono approvati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai
sensi dell’art. 11 della legge 19 novembre 1990, n. 341 e sono emanati con decreto del Rettore. La
loro entrata in vigore è stabilita dal predetto decreto di emanazione.
Con le stesse procedure sono approvate le modifiche agli ordinamenti.
2. L’ordinamento didattico di ciascun corso di studio, nel rispetto di quanto previsto dalla classe cui
il corso afferisce, determina:
a) la denominazione, individuata coerentemente sia con la classe di appartenenza del corso
sia con le caratteristiche specifiche del percorso proposto;
b) la classe o le classi di appartenenza e il Dipartimento o i Dipartimenti a cui il corso sarà
annesso;
c) gli obiettivi formativi e i risultati di apprendimento attesi, formulati descrivendo il corso
di studio, il relativo percorso formativo e gli effettivi obiettivi specifici; indicando i risultati di
apprendimento dello studente secondo il sistema di descrittori dei titoli di studio adottato in sede
europea (conoscenza e capacità di comprensione, capacità di applicare conoscenza e comprensione,
autonomia di giudizio, attività comunicative, capacità di apprendimento); indicando il significato
del corso di studio sotto il profilo occupazionale e individuando gli sbocchi professionali anche con
riferimento alle attività classificate dall’ISTAT;
d) il quadro generale delle attività formative da inserire nei curricula;
e) i crediti assegnati alle attività formative e a ciascun ambito, riferendoli, quando si tratti
di attività relative alla formazione di base, caratterizzante, affine o integrativa, a uno o più settori
scientifico-disciplinari nel loro complesso;
f) la frazione dell’impegno orario complessivo riservata allo studio personale o ad altro
impegno di tipo individuale, per ciascuna categoria di attività formativa; tale impegno non potrà,
comunque, essere inferiore al 50% dell’impegno orario complessivo (art. 5, c. 2, del D.M.
16/3/2007), salvo nel caso in cui, per le lauree magistrali, siano previste attività formative ad
elevato contenuto sperimentale o pratico;
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1. I percorsi formativi di ciascun corso di laurea sono finalizzati al raggiungimento degli obiettivi
definiti nel relativo ordinamento didattico e comprendono:
a) attività formative negli ambiti disciplinari di base previsti per la classe di appartenenza
del corso;
b) attività formative negli ambiti disciplinari caratterizzanti la classe;
c) attività formative in uno o più ambiti disciplinari affini o integrativi rispetto a quelli di
base e caratterizzanti, anche con riguardo alle culture di contesto e alla formazione
interdisciplinare;
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d) attività formative autonomamente scelte dallo studente, purché coerenti con il suo
progetto formativo;
e) attività relative alla preparazione della prova finale per il conseguimento del titolo di
studio;
f) attività relative alla conoscenza di almeno una lingua dell’Unione europea diversa
dall’italiano;
g) attività formative non previste dalle lettere precedenti, volte ad acquisire ulteriori
conoscenze linguistiche, nonché abilità informatiche e telematiche, relazionali, o comunque utili
per l’inserimento nel mondo del lavoro, nonché attività formative volte ad agevolare le scelte
professionali, mediante la conoscenza diretta del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare
accesso, tra cui, in particolare, i tirocini formativi e di orientamento disciplinati dal Ministero del
Lavoro e della Previdenza sociale;
h) nell’ipotesi di corsi orientati all’acquisizione di specifiche conoscenze professionali e,
pertanto, all’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro, attività formative relative a stages e
tirocini formativi presso imprese, pubbliche amministrazioni, enti pubblici o privati, ivi compresi
quelli del terzo settore, studi professionali e collegi professionali, sulla base di apposite
convenzioni.
2. Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea devono assicurare agli studenti una solida
preparazione sia nelle discipline di base sia in quelle caratterizzanti, garantendo loro la possibilità
di un approfondimento critico degli argomenti, anche evitando la dispersione del loro impegno su
un numero eccessivo di discipline, di insegnamenti o dei relativi moduli.
3. Relativamente alle attività di cui alla lettera b) del primo comma, qualora nelle classi di
riferimento dei corsi di laurea siano indicati più di tre ambiti disciplinari per ciascuno dei quali non
sia specificato il numero minimo dei relativi crediti, gli ordinamenti didattici individuano i settori
scientifico-disciplinari afferenti ad almeno tre ambiti, funzionali alla specificità del corso stesso, ai
quali riservare un numero adeguato di crediti.
4. Per quanto riguarda le attività di cui alla lettera c) del primo comma, il numero minimo di crediti
attribuibili è pari a 18 (art. 3, comma 4, del DM 16 marzo 2007). Per tali attività possono essere
utilizzati settori scientifico-disciplinari non previsti nelle classi per le attività di base e/o
caratterizzanti. L’utilizzo come affini o integrativi di settori già inclusi nelle classi deve essere
adeguatamente motivato.
5. Per quanto concerne le attività di cui alla lettera d) del primo comma, il numero minimo di
crediti attribuibili è pari a 12 (art. 3, comma 4, del DM 16 marzo 2007). Agli studenti deve essere
garantita la libertà di scelta tra tutti gli insegnamenti attivati nell’Ateneo, consentendo anche
l’acquisizione di ulteriori crediti formativi nelle discipline di base e caratterizzanti.
1. I percorsi formativi di ciascun corso di laurea magistrale sono finalizzati al raggiungimento degli
obiettivi definiti nel relativo ordinamento didattico e comprendono:
a) attività formative negli ambiti disciplinari di base previsti per la classe di appartenenza
per i corsi a ciclo unico;
b) attività formative negli ambiti disciplinari caratterizzanti la classe;
c) attività formative in uno o più ambiti disciplinari affini o integrativi rispetto a quelli
caratterizzanti, e a quelli di base e caratterizzanti per i corsi a ciclo unico, anche con riguardo alle
culture di contesto e alla formazione interdisciplinare;
d) attività formative autonomamente scelte dallo studente, purché coerenti con il suo
progetto formativo;
e) attività relative alla preparazione della prova finale per il conseguimento del titolo di
studio. Per conseguire la laurea magistrale è richiesta la predisposizione e presentazione di una tesi
elaborata in modo originale sotto la guida di un relatore;
f) attività relative alla conoscenza di almeno una lingua dell’Unione europea diversa
dall’italiano per i corsi a ciclo unico;
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g) attività formative non previste dalle lettere precedenti, volte ad acquisire ulteriori
conoscenze linguistiche, nonché abilità informatiche e telematiche, relazionali, o comunque utili
per l’inserimento nel mondo del lavoro, nonché attività formative volte ad agevolare le scelte
professionali, mediante la conoscenza diretta del settore lavorativo cui il titolo di studio può dare
accesso, tra cui, in particolare, i tirocini formativi e di orientamento disciplinati dal Ministero del
Lavoro e della Previdenza sociale.
2. Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea magistrale devono assicurare agli studenti una solida
preparazione nelle discipline caratterizzanti, e in quelle di base e caratterizzanti per i corsi a ciclo
unico, garantendo loro la possibilità di un approfondimento critico degli argomenti, anche evitando
la dispersione del loro impegno su un numero eccessivo di discipline, di insegnamenti o dei relativi
moduli.
3. Relativamente alle attività di cui alla lettera b) del primo comma, qualora nelle classi di
riferimento dei corsi di laurea magistrale siano indicati più di tre ambiti disciplinari per ciascuno
dei quali non sia specificato il numero minimo dei relativi crediti, gli ordinamenti didattici
individuano i settori scientifico-disciplinari afferenti ad almeno tre ambiti, funzionali alla
specificità del corso stesso, ai quali riservare un numero adeguato di crediti.
4. Per quanto riguarda le attività di cui alla lettera c) del primo comma, il numero minimo di crediti
attribuibili è pari a 12 (art. 3, comma 4, del DM 16 marzo 2007). Per tali attività possono essere
utilizzati settori scientifico-disciplinari non previsti nelle classi per le attività caratterizzanti e per le
attività di base e/o caratterizzanti nel caso di classi riferite a corsi a ciclo unico. L’utilizzo come
affini o integrativi di settori già inclusi nelle classi deve essere adeguatamente motivato.
5. Per quanto concerne le attività di cui alla lettera d) del primo comma, il numero minimo di
crediti attribuibili è pari a 8 (art. 3, comma 4, del DM 16 marzo 2007). Agli studenti deve essere
garantita la libertà di scelta tra tutti gli insegnamenti attivati nell’Ateneo, consentendo anche
l’acquisizione di ulteriori crediti formativi nelle discipline caratterizzanti e di base (nei corsi a ciclo
unico).
1. I regolamenti didattici dei corsi di laurea e di laurea magistrale sono approvati dai Consigli di
corso di studio competenti o, nel caso in cui questi non siano stati costituiti, dai Consigli di
Dipartimento cui fanno riferimento i singoli corsi di studio.
2. Ai sensi dell’art. 11, comma 2, della legge 341/1990 e dell’art. 12 del DM 270/2004, il
Regolamento didattico di un corso di studio, specifica gli aspetti organizzativi del corso, secondo il
relativo ordinamento, quale definito nella Parte seconda del presente Regolamento, nel rispetto
della libertà d’insegnamento, nonché dei diritti-doveri dei docenti e degli studenti.
3. Nel rispetto del richiamato art. 12 del DM 270/2004 e tenuto conto delle linee guida per
l’istituzione e l’attivazione dei corsi di studio, definite con decreto del Ministro dell’Università e
della Ricerca 26 luglio 2007, n. 386, i regolamenti didattici dei corsi di studio, anche al fine di
migliorare la trasparenza e la comparabilità dell’offerta formativa, determinano:
a) gli obiettivi formativi specifici, includendo un quadro delle conoscenze e delle
competenze e abilità da acquisire e indicando i profili professionali di riferimento;
b) gli eventuali curricula offerti agli studenti e le regole di presentazione, ove necessario,
dei piani di studio individuali;
c) i requisiti per l’ammissione e le modalità di verifica;
d) l’elenco degli insegnamenti con l’indicazione dei settori scientifico-disciplinari di
riferimento e l’eventuale articolazione in moduli;
e) i crediti assegnati ad ogni insegnamento e le eventuali propedeuticità;
f) la tipologia delle forme didattiche adottate, anche a distanza, e le modalità della verifica
della preparazione;
g) le attività a scelta dello studente e i relativi crediti;
h) le altre attività formative previste e i relativi crediti;
i) le modalità di verifica della conoscenza delle lingue straniere e i relativi crediti;
l) le modalità di verifica di altre competenze richieste e i relativi crediti;
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
m) le modalità di verifica dei risultati degli stages, dei tirocini e dei periodi di studio
all’estero e i relativi crediti;
n) i crediti assegnati per la preparazione della prova finale, le caratteristiche della prova
medesima e della relativa attività formativa personale;
o) le altre disposizioni su eventuali obblighi degli studenti;
p) le modalità per l’eventuale trasferimento da altri corsi di studio;
q) le forme di verifica di crediti acquisiti e gli esami integrativi da sostenere su singoli
insegnamenti qualora ne siano obsoleti i contenuti culturali e professionali;
r) i docenti del corso di studio con specifica indicazione dei docenti di cui all’art. 1, comma
9, dei DD.MM, 16 marzo 2007, e dei loro requisiti specifici rispetto alle discipline insegnate;
s) le attività di ricerca a supporto delle attività formative che caratterizzano il profilo del
corso di studio,
4. Le disposizioni concernenti la coerenza tra i crediti assegnati alle attività formative e gli specifici
obiettivi formativi programmati sono deliberate dai Dipartimenti previo parere favorevole della
commissione paritetica di Dipartimento, da rendersi entro 30 giorni dalla richiesta. Decorso
inutilmente tale termine la delibera è adottata prescindendo dal parere. Qualora il parere non sia
favorevole, la deliberazione è assunta dal Senato Accademico.
5. Le modifiche ai regolamenti didattici dei corsi di studio sono approvate non oltre il mese di
febbraio dell’anno accademico precedente a quello della loro entrata in vigore.
Aggiornamenti agli elenchi degli insegnamenti dei corsi di studio possono essere disposti nel
manifesto degli studi, previa approvazione dei Consigli di Dipartimento di afferenza, purché ciò sia
espressamente previsto nei regolamenti didattici.
6. I regolamenti didattici dei corsi di studio sono sottoposti a revisione almeno ogni tre anni, con
particolare riguardo al numero dei crediti assegnati ad ogni attività formativa.
1. Entro e non oltre il 30 aprile, gli Organi competenti, con riferimento ai Corsi di laurea e di laurea
magistrale per i quali si è deliberata l’attivazione per il successivo anno accademico, programmano
le relative attività formative. Essi stabiliscono in particolare gli insegnamenti da attivare e le
modalità delle relative coperture, provvedendo, secondo criteri di funzionalità, competenza ed
equilibrata suddivisione dei carichi, nel rispetto delle norme di legge, statutarie e regolamentari,
all’attribuzione degli impegni didattici e dei compiti organizzativi di spettanza dei professori e dei
ricercatori, ivi comprese le attività integrative, di orientamento e di tutorato.
Dovranno essere comunque assicurati il coordinamento generale delle attività didattiche di
pertinenza del Dipartimento e il miglior uso delle competenze disponibili, anche mercè mutuazioni
tra gli insegnamenti comuni a più corsi di studio.
Il ricorso per la copertura di insegnamenti a docenti non in servizio presso l’ateneo o a
collaborazioni esterne, da attuarsi con le procedure previste dalla normativa in vigore, deve essere
limitato ai casi in cui esso risulti di assoluta necessità ai fini dell’applicazione dei rispettivi
ordinamenti didattici.
2. Gli Organi competenti possono prevedere, in relazione ai rispettivi ordinamenti didattici,
l’organizzazione degli insegnamenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale in moduli integrati e
coordinati, comprensivi di parti della medesima disciplina o di discipline affini, affidate a docenti
diversi.
3. Gli insegnamenti si svolgono di norma entro un singolo semestre, ovvero si prolungano sull’arco
di due semestri. In relazione a esigenze specifiche, può essere previsto lo svolgimento degli
insegnamenti sull’arco di più semestri ovvero secondo diverse scansioni (trimestre, quadrimestre)
funzionali all’organizzazione didattica.
Il numero delle ore settimanali e la loro distribuzione sono determinate in relazione alla
programmazione degli insegnamenti e alle esigenze di funzionalità del calendario didattico.
4. Gli insegnamenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale sono di norma sdoppiati quando
ricorrano le circostanze previste dal punto 6 dell’art. 12 della legge n. 341/1990.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
1. Per essere ammessi a un corso di laurea occorre essere in possesso del titolo di scuola secondaria
superiore richiesto dalla normativa in vigore o di altro titolo di studio conseguito all’estero,
riconosciuto idoneo dagli organi competenti dell’Università.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
8. Lo studente può richiedere la sospensione temporanea degli studi per uno o più anni accademici
per iscriversi e frequentare corsi di studio presso università straniere, fatto salvo il possibile
riconoscimento dei crediti conseguiti all’estero all’atto della ripresa degli studi.
1. I Regolamenti didattici di ciascun corso di laurea e di laurea magistrale possono prevedere uno o
più curricula, costituenti l’insieme delle attività formative universitarie ed, eventualmente,
extrauniversitarie, con le eventuali propedeuticità, che lo studente è tenuto obbligatoriamente a
seguire ai fini del conseguimento del titolo.
Il piano di studi di ciascuno studente è comprensivo delle attività obbligatorie di cui al precedente
comma, di eventuali attività formative previste come opzionali e di attività scelte autonomamente,
nel rispetto dei vincoli stabiliti dalle classi di corsi di studio e dagli ordinamenti didattici. Tutte le
attività sono commisurate ai numeri di crediti per esse previsti nell’ordinamento didattico di
riferimento.
Il piano di studi è valido e può essere approvato solo ove l’insieme delle attività in esso
contemplate corrisponda ai vincoli stabiliti dalle classi di corsi di studio e dagli ordinamenti
didattici e comporti l’acquisizione di un numero di crediti non inferiore a quello richiesto per il
conseguimento del titolo.
2. I crediti acquisiti a seguito di esami eventualmente sostenuti con esito positivo per insegnamenti
aggiuntivi rispetto a quelli conteggiabili ai fini del completamento del percorso che porta al titolo
di studio rimangono registrati nella carriera dello studente e possono dare luogo a successivi
riconoscimenti ai sensi della normativa in vigore. Le valutazioni ottenute non rientrano nel
computo della media dei voti degli esami di profitto.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
1. I Regolamenti dei singoli corsi di studio, disciplinano le modalità di verifica del profitto dirette
ad accertare l’adeguata preparazione degli studenti iscritti ai corsi di studio ai fini della
prosecuzione della loro carriera universitaria e della acquisizione da parte loro dei crediti
corrispondenti alle attività formative seguite. Tali accertamenti, sempre individuali, devono avere
luogo in condizioni che garantiscano l’approfondimento, l’obiettività e l’equità della valutazione in
rapporto con l’insegnamento o l’attività seguita e con quanto esplicitamente richiesto ai fini della
prova. A seconda di quanto disposto dai Regolamenti dei corsi di studio, gli accertamenti possono
dare luogo a votazione (esami di profitto) o a un semplice giudizio di “idoneità”.
2. Gli esami di profitto possono essere orali e/o scritti in relazione a quanto previsto dal
Regolamento del corso di studio e alle determinazioni della struttura didattica, ferme restando le
attribuzioni specifiche dei professori ufficiali responsabili degli insegnamenti. Tutte le prove orali
di esame e di verifica del profitto sono pubbliche. Qualora siano previste prove scritte, il candidato
ha il diritto di prendere visione dei propri elaborati dopo la correzione.
3. In ciascun corso di laurea non possono essere previsti in totale più di 20 esami o valutazioni
finali di profitto; in ciascun corso di laurea magistrale non possono essere previsti in totale più di
12 esami o valutazioni finali di profitto; in ciascun corso di laurea magistrale a ciclo unico non
possono essere previsti in totale più di 30 esami, nel caso di corsi della durata di cinque anni, più di
36 esami, nel caso di corsi della durata di sei anni. Nel conteggio degli esami o valutazioni finali di
profitto vanno considerate le attività formative di base, caratterizzanti, affini o integrative e
autonomamente scelte dallo studente. Gli esami o valutazioni di profitto relativi a queste ultime
attività possono essere considerati nel conteggio come corrispondenti ad una unità. Le valutazioni
relative alle attività formative di cui alle lettere e), f), g) ed h) dell’art. 20, nonché quelle relative
alle attività di cui alle lettere e), f) e g) dell’art. 21 del presente Regolamento non sono considerate
ai fini del conteggio degli esami.
4. I Regolamenti didattici dei corsi di studio possono prevedere prove di esame integrate per più
insegnamenti o moduli coordinati. In questi casi i docenti titolari degli insegnamenti o moduli
coordinati partecipano collegialmente alla valutazione complessiva del profitto dello studente che
non può, comunque, essere frazionata in valutazioni separate su singoli insegnamenti o moduli.
5. Fatti salvi i casi di iterazione eventualmente consentiti dagli ordinamenti didattici, non è
consentita la ripetizione, con eventuale modifica della valutazione relativa, di un esame già
superato.
6. Le Commissioni per gli esami di profitto per i corsi di laurea e di laurea magistrale sono
nominate dal Direttore del Dipartimento, su proposta dei professori ufficiali della materia; su
proposta dei direttori delle scuole di specializzazione con riguardo a queste ultime.
Le Commissioni sono composte da almeno due docenti (docenti universitari di ruolo, professori
aggregati o docenti a contratto). Quando il carico didattico lo richieda, esse possono articolarsi in
sottocommissioni. Le Commissioni esaminatrici sono presiedute dal professore ufficiale della
materia o, nel caso di corsi a più moduli o di esami integrati, dal professore indicato nel
provvedimento di nomina. In caso di assenza o di impedimento del presidente, questi è sostituito da
un docente (docente universitario di ruolo, professore aggregato o docente a contratto).
Compongono la Commissione, in aggiunta al presidente, professori e/o ricercatori del medesimo
settore scientifico-disciplinare o, in subordine, di settori affini, nonché, nei casi in cui non si possa
disporre in maniera sufficiente di docenti di ruolo, e nei limiti stabiliti dalle strutture didattiche,
cultori della materia dotati della necessaria qualificazione scientifica e didattica, nominati dal
Direttore del Dipartimento, su proposta del presidente della Commissione.
7. Ai fini del superamento dell’esame è necessario conseguire il punteggio minimo di 18 punti.
L’eventuale attribuzione della lode, in aggiunta al punteggio massimo di 30 punti, è subordinata
alla valutazione unanime della Commissione o sottocommissione esaminatrice. La valutazione di
insufficienza non è corredata di votazione. Nel caso di prove scritte, è consentito allo studente per
tutta la durata delle stesse di ritirarsi. Nel caso di prove orali, è consentito allo studente di ritirarsi,
secondo le modalità definite dai Regolamenti di Dipartimento, e comunque almeno fino al
momento antecedente la verbalizzazione della valutazione finale di profitto. Qualora lo studente si
sia ritirato o non abbia conseguito una valutazione di sufficienza, la relativa annotazione sul
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
verbale, utilizzabile a fini statistici interni all’Ateneo, non è trascritta sul libretto universitario dello
studente e non è riportata nella sua carriera universitaria. In ciascuna sessione d’esame, lo studente
in regola con l’iscrizione può partecipare, senza alcuna limitazione numerica, nel rispetto del
Regolamento del corso di studio, a tutti gli appelli di tutti gli esami.
8. La verbalizzazione può avvenire mediante la trascrizione cartacea sui verbali o mediante
procedura informatizzata.
9. Nel caso di verbalizzazione cartacea, il presidente della Commissione esaminatrice per le prove
di profitto è responsabile della compilazione e della custodia del verbale fino alla consegna dello
stesso alla competente segreteria.
10. Il calendario degli appelli è stabilito per ciascun insegnamento con le modalità previste dall’art.
26 del presente Regolamento.
Ogni eventuale spostamento della data d’inizio dell’appello deve essere comunicato con la
massima tempestività agli studenti, dandone notizia, con le relative motivazioni, al Direttore di
Dipartimento o al responsabile del corso di studio.
11. Per le valutazioni attraverso forme diverse dall’esame i regolamenti didattici dei corsi di studio
individuano le modalità di svolgimento e i soggetti responsabili.
12. Nella verbalizzazione in forma sia cartacea che informatizzata, il verbale di esame è firmato dal
Presidente, che assume la funzione di responsabile del procedimento amministrativo, ferma
restando la composizione della Commissione. Il procedimento di verbalizzazione dell’esame deve
garantire l’identificazione dello studente e la presa visione dell’esito da parte di quest’ultimo.
13. Gli appelli d’esame e di altre verifiche del profitto devono avere inizio alla data fissata e
devono essere portati a compimento con continuità. Ogni interruzione degli esami deve essere
verbalizzata. In caso di eventuali deroghe, per eccezionali motivi, il docente dovrà provvedere
affinché ne sia data tempestiva comunicazione agli studenti.
14. Se l’esame o la prova di verifica si concludono, per rinuncia del candidato assentita dalla
Commissione, senza la notificazione di un risultato finale, lo stesso non potrà sottoporsi ad una
nuova verifica prima che siano trascorsi almeno quattordici giorni dalla data dell'esame.
1. I Consigli di corso di studio o, nel caso in cui questi non risultino costituiti, i Consigli di
Dipartimento deliberano sul riconoscimento dei crediti nei casi di trasferimento da altro Ateneo, di
passaggio ad altro corso di studio o di svolgimento di parti di attività formative in altro Ateneo
italiano o straniero, anche attraverso l’adozione di un piano di studi individuale.
Nel caso in cui il trasferimento dello studente sia effettuato tra corsi di laurea appartenenti alla
medesima classe, la quota di crediti relativi al medesimo settore scientifico-disciplinare
direttamente riconosciuti allo studente non può essere inferiore al 50% di quelli già maturati.
I Consigli di corso di studio o, nel caso in cui questi non risultino costituiti, i Consigli di
Dipartimento deliberano altresì sul riconoscimento della carriera percorsa da studenti che abbiano
già conseguito il titolo di studio presso l’Ateneo o in altra università italiana e che chiedano,
contestualmente all’iscrizione il riconoscimento dei crediti formativi considerati riconoscibili in
relazione al corso di studio prescelto.
I crediti eventualmente conseguiti non riconosciuti ai fini del conseguimento del titolo di studi
rimangono comunque registrati nella carriera universitaria dell’interessato.
2. Può essere concessa l’iscrizione ad anni successivi al primo quando il riconoscimento riguardi
crediti formativi acquisiti in relazione ad attività di studio e ad esami sostenuti presso Università
straniere di accertata qualificazione, valutati positivamente a tal fine sulla base della
documentazione presentata.
3. I titoli accademici conseguiti presso Università straniere possono essere riconosciuti ai fini della
prosecuzione degli studi ai sensi della legge 21 luglio 2002, n. 148.
4. Possono essere riconosciuti come crediti, nella misura stabilita dagli Ordinamenti didattici dei
corsi di studio e secondo criteri predeterminati nei Regolamenti dei corsi, le conoscenze e abilità
professionali certificate ai sensi della normativa vigente in materia, nonché altre conoscenze e
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
abilità maturate in attività formative di livello post secondario alla cui progettazione e realizzazione
l’Ateneo abbia concorso.
5. La disciplina di dettaglio del riconoscimento dei crediti è contenuta Regolamento di Ateneo
per il riconoscimento dei Crediti Formativi Universitari.
1. Il titolo di studio è conferito a seguito di prova finale, ai sensi di quanto disposto dai decreti
ministeriali sull’autonomia didattica.
2. Per accedere alla prova finale lo studente deve avere acquisito il quantitativo di crediti
universitari previsto dal relativo Ordinamento didattico.
3. Lo svolgimento delle prove finali è pubblico.
4. Per il conseguimento della Laurea Magistrale e del Dottorato di Ricerca la prova finale consiste
nella discussione di una tesi o comunque di un elaborato scritto o grafico, redatti in modo originale
dallo studente, sotto la guida di un relatore. Per il conseguimento della Laurea, la prova finale può
consistere in una esposizione finalizzata ad accertare il raggiungimento degli obiettivi formativi
qualificanti del Corso.
5. Le strutture didattiche disciplinano i seguenti aspetti generali:
a) le procedure per l’attribuzione degli argomenti delle dissertazioni e le tipologie delle stesse;
b) le modalità di designazione e le responsabilità dei docenti relatori, dei correlatori e dei membri
della Commissione giudicatrice;
c) i criteri di valutazione, anche in rapporto all’incidenza sul voto finale da attribuire al curriculum
degli studi seguiti.
d) i termini e le modalità per il deposito del titolo della tesi di laurea e degli elaborati scritti, nonché
per la consegna degli stessi presso la Segreteria di Dipartimento.
6. Gli Ordinamenti ed i Regolamenti didattici di Corso di Studio disciplinano i seguenti aspetti
specifici:
a) le modalità della prova, comprensiva in ogni caso di una esposizione dinanzi ad una apposita
commissione;
b) le modalità della valutazione conclusiva, che deve tenere conto dell’intera carriera dello studente
all’interno del Corso di Studio, dei tempi e delle modalità di acquisizione dei crediti formativi
universitari, delle valutazioni sulle attività formative precedenti e sulla prova finale, nonché di ogni
altro elemento rilevante.
7. Le Commissioni giudicatrici della prova finale abilitate al conferimento del titolo di studio sono
composte da Professori di prima e seconda fascia e da Ricercatori e nominate dal Direttore di
Dipartimento. Le funzioni di Presidente della Commissione sono svolte dal Direttore di
Dipartimento o da un Presidente di Consiglio di Corso di Studio, ove costituito, o da un
Coordinatore di Corso di Studio, ove nominato, o da altro docente di prima fascia nominato dal
Direttore, secondo un criterio di turnazione.
8. Potranno far parte della Commissione giudicatrice della prova finale anche Professori di
Dipartimenti diversi da quelli cui sono iscritti i candidati, nonché Professori a contratto in servizio
nell’anno accademico interessato, entro numeri massimi stabiliti dalle strutture didattiche.
9. Il Presidente della Commissione giudicatrice designa tra i componenti il segretario incaricato
della verbalizzazione. La verbalizzazione può avvenire mediante la trascrizione cartacea sui verbali
o mediante procedura informatizzata. Il verbale è firmato da tutti i componenti della Commissione
che hanno assistito alla prova.
10. Nei Corsi di Studio interdipartimentali la Commissione giudicatrice della prova finale dovrà
essere costituita da docenti dei diversi Dipartimenti interessati.
11. Le Commissioni giudicatrici per la prova finale esprimono la loro votazione in centodecimi e
possono, all’unanimità, concedere al candidato il massimo dei voti con lode ed ulteriori annotazioni
di merito. In caso di straordinario merito acquisito dal candidato durante il percorso formativo, la
Commissione giudicatrice può concedere, sempre all’unanimità, in aggiunta alla lode, il Plauso
accademico e/o, nel caso in cui siano stati raggiunti livelli di eccellenza nella qualità scientifica
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
1. Nel rispetto delle Leggi vigenti, l’Università aderisce ai programmi di mobilità studentesca
riconosciuti dalle Università e delle Istituzioni riconosciute dall’Unione Europea e ad altri
programmi internazionali risultanti da eventuali convenzioni bilaterali, ai vari livelli di Corso di
Studio. Nell’ambito delle collaborazioni internazionali, l’Università promuove e favorisce periodi
di Studio all’estero presso Università pubbliche dell’Unione Europea ed internazionali, anche
mediante un’adeguata diffusione dei programmi approvati, specifiche attività di tutorato dei docenti
nonché l’attivazione di appositi corsi di lingua straniera.
2. L’Università favorisce la mobilità secondo un principio di reciprocità, mettendo a disposizione
degli ospiti le proprie risorse didattiche ed attua l’assistenza di tutorato prevista dai regolamenti dei
programmi di cui al comma 1, nonché quella di collaborazione ai docenti ospiti, fornendo altresì un
supporto organizzativo e logistico agli scambi.
3. Il riconoscimento degli studi compiuti all’estero, della frequenza richiesta, del superamento degli
esami e delle altre prove di verifica previste e del conseguimento dei relativi crediti formativi
universitari da parte di studenti dell’Università è disciplinato dai regolamenti dei programmi di
mobilità e diventa operante con approvazione o (nel caso di convenzioni bilaterali) con semplice
ratifica da parte del Consiglio di Corso di Studio interessato o, nel caso in cui questo non risulti
costituito, da parte del Consiglio di Dipartimento.
4. La disciplina dettata dai regolamenti dei programmi di mobilità è integrata dagli atti normativi e
dalla deliberazioni predisposti ad hoc dall’Ateneo.
5. Il riconoscimento dell’idoneità di titoli di studio conseguiti all’estero ai fini dell’ammissione a
Corsi di Studio attivati presso l’Università, compresi i Corsi di Dottorato di Ricerca, è approvato,
previo parere delle Strutture didattiche interessate, dal Senato Accademico.
1. L’Università adotta particolari modalità organizzative per gli studenti “a tempo parziale”,
consentendo loro di fare fronte agli obblighi dovuti per il conseguimento del titolo di studio lungo
un arco di anni accademici superiore a quello previsto dalle norme in vigore senza cadere nelle
condizioni di fuori corso e potendo usufruire di una riduzione dell’importo dei contributi annuali
dovuti.
2. Le disposizioni in materia di carriera universitaria e di carattere amministrativo applicate alla
categoria di studenti disciplinata dal presente articolo sono contemplate nel Regolamento tasse
dell’Università.
1. I Regolamenti didattici di ogni Corso di laurea o laurea magistrale possono prevedere forme di
attribuzione dei crediti formativi universitari per studenti lavoratori o comunque impossibilitati, per
ragioni economiche o sociali, alla frequenza delle attività didattiche. In questo senso gli studenti
impossibilitati ad essere impegnati a tempo pieno nelle attività di studio chiederanno all’atto
dell’immatricolazione o delle successive iscrizioni di essere classificati come “studenti a tempo
parziale”, allo scopo di poter usufruire delle particolari normative che, a seconda dei Regolamenti
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
didattici, li esenteranno in forma parziale dalla partecipazione diretta alle attività formative messe a
disposizione dall’Ateneo.
2. Il riconoscimento dello status di “studente a tempo parziale” deve essere attestato nei documenti
personali dello studente.
3. Si considera “studente fuori corso” lo studente che, avendo frequentato le attività formative
previste dal Regolamento del suo Corso, non abbia superato gli esami e le altre prove di verifica
previsti per ciascun anno di corso e non abbia acquisito entro la durata normale del Corso
medesimo il numero di crediti necessario al conseguimento del titolo di studio. I Regolamenti
didattici dei corsi di studi possono prevedere l’obsolescenza dei contenuti conoscitivi dei corsi
seguiti e determinare nuovi obblighi formativi per il conseguimento del titolo.
4. Lo studente fuori corso decade dallo status di studente iscritto ad un Corso di Studi qualora non
abbia superato alcun esame o altra prova valutativa prevista dall’Ordinamento didattico per otto
anni accademici consecutivi.
5. Lo studente ha facoltà in qualsiasi momento della propria carriera formativa di rinunciare alla
prosecuzione degli studi intrapresi e ad iscriversi di nuovo allo stesso o ad altro Corso di Studio.
6. Lo studente decaduto o rinunciatario ha la facoltà di iscriversi nuovamente a qualsiasi Corso di
Studio potendo chiedere il riconoscimento dei crediti acquisiti nella carriera precedente qualora le
competenti strutture didattiche dichiarino la non obsolescenza dei contenuti conoscitivi relativi ai
corsi seguiti e per i quali lo studente medesimo abbia superato i relativi esami di profitto.
7. Agli iscritti a Corsi di Specializzazione o di Master che siano ammessi a frequentare un Corso di
Dottorato di Ricerca, sia presso la stessa, sia presso altra Università, si applicano le normative
vigenti.
b) per coprire eventuali lacune nel numero di crediti in determinati settori-disciplinari, dovute a
differenze di “peso” di insegnamenti analoghi tra il Corso di Studio di provenienza e quello di
destinazione, le strutture didattiche possono prevedere il superamento di speciali prove a carattere
integrativo (tesine, relazioni, esercitazioni, ecc.) volte a fare acquisire agli studenti in trasferimento
i crediti mancanti, rendendo più rapida l’integrazione;
c) riguardo ad attività formative non riconducibili a specifici settori scientifico-disciplinari, i
Consigli di Corso di Studio o, nel caso in cui questi non risultino costituiti, i Consigli di
Dipartimento procedono al riconoscimento, valutando, caso per caso, sulla base delle affinità
didattiche e culturali.
5. Le strutture didattiche possono prevedere il riconoscimento di crediti acquisiti dallo studente nel
caso di documentata certificazione (nel rispetto della normativa vigente in materia) da parte sua
dell’acquisizione di competenze e abilità professionali, nonché di altre competenze e abilità
maturate in attività formative di livello post-secondario alla cui progettazione e realizzazione
l’Università abbia concorso. I crediti relativi alla conoscenza di una lingua dell’Unione Europea
possono essere riconosciuti sulla base di certificazioni rilasciate da strutture, interne o esterne
all’Ateneo, specificamente competenti per ciascuna delle lingue.
6. Le strutture didattiche possono prevedere, in casi specifici e ben argomentati, la subordinazione
dell’accettazione di una pratica di trasferimento al soddisfacimento di criteri suppletivi, ivi
comprese prove di ammissione predefinite.
7. In relazione alla quantità di crediti riconosciuti, ai sensi dei commi precedenti, la durata del
Corso di Studio può essere abbreviata dal Consiglio di Corso di Studio, o, nel caso in cui questi non
risulti costituito, dal Consiglio di Dipartimento, secondo criteri stabiliti dalle strutture didattiche.
8. I cittadini italiani, anche se già in possesso di un titolo di Laurea o di Laurea magistrale, e gli
studenti iscritti a Corsi di Studio presso Università estere (o assimilabili ad esse) possono iscriversi,
dietro il pagamento di contributi stabiliti dagli organi accademici competenti, a singoli corsi di
insegnamento attivati presso i Corsi di Studio di ogni livello presenti in Ateneo, nonché essere
autorizzati a sostenere le relative prove d’esame e ad averne dalla Segreteria studenti regolare
attestazione utilizzabile per scopi professionali o concorsuali per i quali sia richiesto un
aggiornamento culturale e scientifico o un particolare perfezionamento delle competenze acquisite.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
6. Il Consiglio di Dipartimento, sentiti i docenti interessati, può approvare che uno o più
insegnamenti, di qualsiasi tipologia e durata, possano essere mutuati da un insegnamento di
analoga denominazione e contenuto di un altro Corso di Studi dello stesso o di altro Dipartimento,
previo assenso, in quest’ultimo caso, di tale struttura.
7. Il Consiglio di Corso di Studio o, nel caso in cui questi non risulti costituito, il Consiglio di
Dipartimento può deliberare lo sdoppiamento dei corsi di insegnamento quando ricorrono i
presupposti previsti dalla normativa vigente, tenendo presenti le particolari caratteristiche della
tipologia di tali corsi. Il Consiglio di Dipartimento attiva gli insegnamenti sdoppiati, fissa le
modalità di suddivisione degli studenti e verifica annualmente la permanenza dei presupposti che
hanno portato allo sdoppiamento.
8. Nel caso di insegnamenti sdoppiati all’interno di un medesimo Corso di Studi è compito della
Commissione didattica di Dipartimento verificare che i programmi didattici e le prove d’esame
siano equiparabili ai fini didattici e non creino disparità nell’impegno di studio e nel conseguimento
degli obiettivi formativi da parte degli studenti interessati.
1. L’offerta didattica dell’Ateneo è pubblica. L’Ateneo mette a punto periodicamente le forme e gli
strumenti che consentono di perfezionare la promozione e la diffusione della conoscenza relativa
all’offerta didattica, ai procedimenti organizzativi e alle decisioni assunte in merito, agli orari di
lezione, ai calendari di esame, agli orari di ricevimento dei Docenti e dei Ricercatori.
2. Per ogni attività didattica offerta dall’Ateneo viene resa pubblica la struttura o la persona che ne
assume la responsabilità gestionale.
3. II calendario delle lezioni, per ogni Corso di Studio, è affisso, prima dell'inizio delle lezioni, a
cura del Direttore di Dipartimento, che provvede altresì a darne comunicazione alla Commissione
paritetica di Dipartimento.
4. Gli orari di ricevimento dei Docenti e dei Ricercatori e il calendario degli esami di profitto e
delle altre prove di verifica e quello degli esami finali, con le relative scadenze, sono resi pubblici
dai Direttori di Dipartimento mediante l’affissione in appositi albi e mediante altre forme e
strumenti che essi riterranno di volta in volta opportuni.
5. La pubblicazione del Documento di Programmazione didattica (Manifesto degli studi) è curata
dall’Ateneo, in collaborazione con i singoli Dipartimenti.
6. L’Ateneo pubblica, a cura della Segreteria studenti, una guida pratica per gli studenti contenente
informazioni chiare e complete sullo svolgimento di tutte le operazioni amministrative necessarie ai
fini dell’immatricolazione e delle successive iscrizioni ai Corsi di Studio.
7. Ogni Dipartimento pubblica, prima dell’inizio delle lezioni, una guida finalizzata ad agevolare
gli studenti nell’orientamento degli studi. In essa sono descritti i curricula di tutti i Corsi di Studio
attivati presso il Dipartimento, specificando finalità, contenuti, prerequisiti obbligatori (o
comunque opportuni) di ciascun insegnamento; inoltre, sono indicati i riferimenti bibliografici
principali e le tipologie delle attività didattiche previste, comprese le modalità di espletamento delle
singole prove di valutazione.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
1. I tempi e i modi per ottenere l’immatricolazione e l’iscrizione agli anni successivi di qualsiasi
Corso di Studio sono chiaramente indicati, congiuntamente alle prescrizioni sui requisiti essenziali
da esibire, sulla documentazione da predisporre e le tasse da pagare, nel Documento di
Programmazione didattica (Manifesto degli studi) e nella guida prevista dall’art. 37, comma 6,
nonché negli altri strumenti informativi e pubblicitari previsti dall’Ateneo per consentire una
tempestiva e adeguata comunicazione a tutti gli studenti di tali informazioni.
2. Eventuali limitazioni quantitative e qualitative in materia di accesso ai Corsi di Studio (diversi
dai Corsi di Dottorato di Ricerca) vengono deliberate, a maggioranza assoluta dei componenti, dal
Senato Accademico, su proposta del Consiglio di Dipartimento interessato, e sono comunicate per
tempo agli studenti nelle forme previste dal comma precedente.
3. Eventuali subordinazioni delle immatricolazioni e delle iscrizioni agli anni successivi a
normative di selezione o di propedeuticità previste dai Regolamenti didattici devono essere
comunicate per tempo agli studenti nella forme previste dal comma 1, nel rispetto della normativa
vigente in materia di accessi.
4. Chi è già in possesso di Laurea o di Laurea magistrale e intende conseguire un ulteriore titolo di
studio del medesimo livello può chiedere al Direttore di Dipartimento l’iscrizione ad un anno di
Corso successivo al primo. Tali domande verranno valutate dal Consiglio di Corso di Studio
interessato o, nel caso in cui questo non risulti costituito, dal Consiglio di Dipartimento, il quale
delibererà in proposito.
5. Lo studente non può mai iscriversi contemporaneamente a due Corsi di Studio. A questo scopo,
la Segreteria studenti richiede, salvo deroghe concesse dal Rettore, che il diploma richiesto per
l’iscrizione sia esibito in originale. Se la contemporaneità venisse comunque rilevata, lo studente
decade dal Corso di Studio cui si è iscritto successivamente alla prima iscrizione.
1. La tutela dei diritti degli studenti nello svolgimento delle personali carriere di studio è di
spettanza del Rettore, il quale, coadiuvato dal Senato Accademico e dal Difensore degli Studenti,
provvede a curare le modalità particolari e ad attivare gli strumenti adeguati per il perseguimento
costante di tale scopo generale.
2. Sulle istanze concernenti la carriera di studio di qualsiasi studente provvede il Rettore, sentiti i
Consigli delle Strutture didattiche competenti.
3. I provvedimenti rettorali sulle istanze di cui al comma precedente sono definitivi.
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Università degli Studi di Foggia - REGOLAMENTO DIDATTICO DI ATENEO –Parte I
1. Espletate le procedure richieste, il presente Regolamento entra in vigore a decorrere dalla data
di emanazione del relativo decreto rettorale. Le strutture interessate sono tenute ad uniformarvisi
entro l’anno accademico 2012-2013.
Il Regolamento si applica in ogni caso, per quanto di pertinenza, ai Corsi di studio istituiti o
trasformati e attivati e disciplinati ai sensi del DM n. 270/2004 e dei successivi provvedimenti
ministeriali relativi alle classi di corsi di studio.
2. Delle disposizioni contenute nel presente Regolamento didattico viene data ampia pubblicità
all’interno dell’Ateneo con comunicazioni specifiche tramite il sito web dell’Ateneo e mediante
inserti nelle guide didattiche di cui all’articolo 37 del presente Regolamento.
3. All’entrata in vigore del presente Regolamento sono abrogate tutte le norme regolamentari in
contrasto con esso.
4. Per tutto quanto non previsto nel presente Regolamento, valgono le disposizioni normative in
vigore.
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