L'Istituto Musicale Pareggiato "P. Mascagni" Di Livorno. Genesi e Storia PDF
L'Istituto Musicale Pareggiato "P. Mascagni" Di Livorno. Genesi e Storia PDF
L'Istituto Musicale Pareggiato "P. Mascagni" Di Livorno. Genesi e Storia PDF
CONSERVATORIO
PIETRO MASCAGNI
ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI LIVORNO
L’Istituto Musicale Pareggiato “P.
Mascagni” di Livorno. Genesi e
storia
Quando nel 1986, dopo un’interruzione di circa dieci anni, decisi di terminare il corso
di laurea in Lettere moderne, i pochi e non particolarmente impegnativi esami rimasti
da dare mi permisero di dedicarmi da subito alla tesi finale.
Non fui però io a sceglierne l’argomento, bensì lo squisito pragmatismo della relatrice,
professoressa Carolyn Dooley Gianturco (Storia della musica). Era evidente, sia a me sia
a lei, che non solo gli argomenti ipotizzati dieci anni prima ma anche i fronti di ricerca
sulla storia musicale toscana che da alcuni anni ci vedevano collaborare (ai quali altri se
ne erano aggiunti con la nascita presso l’Istituto “P. Mascagni” – soprattutto per merito
del prof. Federico Marri, in forza dal 1983 – di un Centro di Studi storici sulla musica
a Livorno) avrebbero richiesto, per risultati anche minimamente compiuti quali una tesi
di laurea richiede, tempi lunghi di documentazione che i miei impegni professionali non
concedevano.
Fu a questo punto che la prof. Gianturco, con mia sorpresa, mi propose l’argomento
‘Istituto P. Mascagni’: l’istituzione era sì molto giovane in confronto alle consorelle sto-
riche – come io avevo immediatamente obiettato – ma le vicende della nascita, anch’esse
pragmaticamente caratterizzate, le linee di indirizzo subito chiare e gli sviluppi esemplari
non solo a livello regionale (come la mia relatrice aveva potuto verificare dal suo arrivo a
Pisa nei primi anni ‘70) giustificavano a pieno e, anzi, rendevano interessante e, in quel-
la fase della vita dell’Istituto, anche utile in assoluto fare il punto con una trattazione
documentata; documentazione che, oltretutto, non avrei faticato molto a raggiungere e
ottenere in quanto residente in loco, docente ex-allieva, nonché in possesso dell”archivio
personale del principale fondatore del “Mascagni” (Cesare Chiti, mio padre).
E fu così che mi trovai, agevolata dalla disponibilità di materiali e persone ma come
imbarazzata dal razionalizzare su un’entità che – mi resi conto, presente in tutte le
fasi della mia vita, rappresentava per me una sorta di ‘sorella nella musica’ [per giunta
gemella: tempi di progettazione e gestazione perfettamente coincidenti!], a setacciare
dune costiere di dati archivistici, concedendomi via via brevi proficue nuotate nei ricordi
personali in funzione di sintesi.
All’epoca il timore di perdere oggettività rese la trattazione innaturalmente arida e
distaccata. Siccome però mi è stato detto più volte – spero non per compiacenza – che
a legger bene si ricava qualcosa in più degli scarni dati forniti dalle tabelle contenute
nel testo, ho acconsentito con piacere alla proposta di pubblicazione on line da parte
del valentissimo ex allievo ed ex collega, ma sempre amico prezioso, Fabio De Sanctis
De Benedictis, che ringrazio anche per la pazienza e il tempo impiegati nel convertire il
testo da software arcaici. Per la verità la proposta comprendeva anche la sollecitazione
all’aggiornamento del lavoro, che si ferma al 1987, con la trattazione relativa ai 30 anni
successivi: l’intralcio che avrei costituito di fatto per le Segreterie didattica e ammini-
strativa dell’Istituto, oberate di lavoro dal nuovo ordinamento degli studi e – non lo nego
– la mia pigrizia mi hanno indotto a declinare l’incarico ma anche ad invitare eventuali
altri all’impresa.
Rossana Chiti
i
Ringraziamenti
Ringrazio gli enti e le persone sottoelencati in ordine alfabetico che mi hanno concre-
tamente aiutata durante il lavoro di documentazione:
iii
Indice
0.2 Periodizzazione 9
Bibliografia 85
ABBREVIAZIONI
1
2
0.1 Premessa: per un inquadramento storico
Lo stato della documentazione sulla vita musicale livornese risente fortemente delle
dispersioni e distruzioni dovute alla seconda guerra mondiale. In seguito ad un sondag-
gio capillare nei possibili luoghi di conservazione recentemente iniziato si va assistendo
al lento affiorare di documenti e notizie che permetteranno in futuro di ricostruire un
quadro se non completo (quasi certa l’avvenuta distruzione di importanti fondi archivi-
stici) almeno pi organico di quello possibile attualmente. Può essere tuttavia utile per
inquadrare l’argomento in esame dare un elenco di fatti ed istituzioni d’interesse musicale
– con particolare riguardo all’educazione e all’istruzione – succedutisi in Livorno dalla
sua elevazione a città nel primo Seicento sino alla fine del secondo conflitto mondiale,
periodo al quale risalgono i primi progetti di fondazione dell’Istituto Musicale “Pietro
Mascagni”.
La prima notizia documentata di interesse parzialmente musicale contenuta in un
rescritto granducale del 13 aprile 1606 col quale, un mese dopo l’elevazione di Livorno
da castello a città, si istituisce il posto di un secondo maestro per l’istruzione primaria,
stabilendo che esso sia affidato ad un ecclesiastico “[...] con l’obbligo bensì di celebrare
la Messa e di suonar l’organo tre volte la settimana.” 1
Nel 1632, con la trasformazione in collegiata della pieve di S. Francesco, viene nomi-
nato il primo ‘maestro di musica della Cappella’, incarico per il quale viene designato
uno dei canonici componenti il Capitolo.2 Non noto per ora l’organico della cappella in
quest’epoca. Sul finire del secolo le cronache registrano, in occasioni particolarmente so-
lenni quali la festa della patrona S. Giulia o quella di Santa Cecilia, esecuzioni di musiche
a tre e quattro cori:
“[...] et perché la musica suddetta riuscisse migliore, et più gradita, sono stati
fatti venire di Lucca, et di Pisa, quattro dei migliori musici, con sonatori di
diversi strumenti [22 maggio 1686].” 3
In un almanacco del 1796 essa risulta composta del maestro di cappella, sette cantanti ed
un contrabbasso;4 in una pubblicazione analoga del 1847, all’indomani dell’attivazione,
avvenuta il 5 novembre 1846, del
“[...] servizio dei cantori stipendiati dal Governo, coll’assegno della paga del
Magiscoro, il quale stato esonerato dalla direzione del Canto Corale” 5
Avvisi di Livorno,1687-1704.
4 Almanacco di Livorno per l’anno bisestile MDCCXCVI,con l’aggiunta del decadario francese. Anno
di Livorno [...], in cui è contenuto anche un elenco dei maestri di coro della Collegiata succedutisi dalle
origini al 1930. La pubblicazione del 1847 citata nel testo la Nuova Guida civile e commerciale della
città e porto-franco di Livorno (Livorno, Antonelli,1847)
3
Anche presso la confraternita della Natività di Maria Sempre Vergine, una delle dician-
nove confraternite esistenti a Livorno ai primi del Settecento, avevano luogo esecuzioni
di oratori; le une e le altre venivano dedicate ai benefattori più importanti.6
Maggiore documentazione ci pervenuta a partire dalla data dell’apertura all’opera
in musica (1658) del Teatro S. Sebastiano, il primo teatro livornese.7 Al S. Sebastiano,
divenuto insufficiente per le esigenze di una città in rapidissima crescita e chiuso nel 1779,
seguì il Teatro degli Armeni, detto poi degli Avvalorati, inaugurato nel 1782.
Le rappresentazioni d’opera si succedettero numerose (fin dall’inizio favorite dall’inte-
ressamento diretto dei Medici, che avevano in Livorno una residenza), ed ebbero risonanza
extra-cittadina: le già citate cronache della fine del ’600 ci dicono che nel pubblico erano
spesso presenti dame e cavalieri lucchesi che si spostavano dalla loro città appositamente,
a volte via mare. Il repertorio alternava opere di autori famosi e di autori locali. È al
Teatro S. Sebastiano che nel 1686 ebbe le sue prime affermazioni in campo melodramma-
tico Francesco Gasparini, allora sconosciuto compositore, del quale furono rappresentati
Olimpia vendicata e Roderico.
Quanto agli esecutori, ipotizzabile per il ’600 la partecipazione di elementi locali e
non (attestata nei libretti delle rappresentazioni settecentesche), in analogia con quanto
già visto per le esecuzioni di musica sacra.
Riguardo alla formazione professionale degli elementi locali nei primi due secoli, non
risultano al momento istituzioni che, secondo l’uso del tempo, se ne assumessero il com-
pito. I tre ‘conservatori’ della città (Luogo Pio, fondato nel 1685 per le femmine; Pia
Casa di Rifugio, 1755, per i maschi; Real Conservatorio Militare, 1781, per i figli dei
militari) oltre a fornire l’istruzione primaria, indirizzavano i loro giovani ospiti alle pro-
fessioni nautiche se maschi ed ai lavori domestici se femmine. Né la musica teorica né
quella pratica paiono figurare neanche tra gli insegnamenti impartiti nel Collegio di S.
Sebastiano dei Padri Barnabiti (fondato nel 1633; dal 1650 anche scuola pubblica).
Al Collegio dei Padri Gesuiti (1709-1733) potrebbe riferirsi il libretto stampato a
Livorno nel 1763 di una Cantata ad una voce da tenersi dagli scolari del Collegio della
Compagnia di Gesù.8
Sembra che le molte accademie locali, compresa quella degli Avvalorati,9 che gestì il
teatro omonimo dal 1790 al 1878, fossero preferibilmente dedite a studi e discussioni di
argomento letterario o intellettuale. Dal 1807 Livorno fu la sede centrale dell’Accademia
italiana di scienze, lettere ed arti, attiva su scala nazionale ed internazionale, che elesse
a soci intellettuali di tutta Italia e di altre nazioni: ebbe una sezione musicale, nell’am-
bito della quale si svolsero dissertazioni e ‘concorsi’ ai quali parteciparono con successo
Giovanni Paolo Schulthesius, livornese di adozione, Agostino Pierotti e Carlo Gervasoni.
Altri soci livornesi della sezione musicale furono Ranieri Checchi e Tommaso Sogner.
Sembra pertanto che la formazione locale dei musicisti avvenisse fino a tutto il ’700 ed
oltre prevalentemente ‘a bottega’ presso singoli professionisti già esperti. In tale situazio-
ne non sarà stato infrequente il caso di persone che scegliessero di recarsi a studiare fuori
Livorno da didatti affermati: esempio tra tutti quello del grande violinista Pietro Nardini
(Livorno 1722-Firenze 1793), fino al 1740 a più riprese allievo di Tartini a Padova. A
sua volta poi Nardini, assunto nel 1770 l’incarico di direttore delle musiche della corte
ducale di Firenze, divenne in quella citt docente ricercatissimo. Va anche ricordato che
nel periodo intercorrente tra la fine dei suoi studi padovani e il 1760 egli insegn a Livorno
ed ebbe probabilmente tra i suoi allievi il concittadino Giuseppe Cambini.10
6 Presso BUP, Misc. Franceschi n.78, sono contenuti tre libretti di oratori eseguiti a Livorno nel duomo
di rappresentazioni locali (v. collezioni di libretti di BLL e BMF) e dalla registrazione di spettacoli da
parte di cronache e memorie dell’epoca (presenti presso ASF, ASL, BLL).
8 BUP, Misc.Franceschi n.38, 9: Cantata ad una voce da tenersi dagli scolari del Collegio della
Compagnia di Gesù “Perché rivolto ognor, ciechi mortali” (Livorno, Strambi, 1763).
9 Si contano circa trenta nomi di accademie sorte a Livorno tra la prima metà del ’600 e il primo ’800.
Soltanto dell’Accademia degli Avvalorati ci è pervenuto l’archivio (v. ASL, Fondo Avvalorati).
10 Altro allievo di Nardini fu il lucchese Filippo Manfredi (1729-1777). Nardini, Manfredi, Cambini (che
suonò poi la viola) e Luigi Boccherini (che suonava il violoncello) formarono a Firenze nel 1767 il primo
4
Nel già citato almanacco del 1796, nella sezione ‘maestri’ sotto la voce maestri di
musica, sono elencati 16 nomi (con relativo recapito): tre maestri ‘di Cimbalo e Canto’,
sei ‘di Violino’, due ‘di Violoncello’, due ‘di Flauto e Oboè’, due ‘di Corno da Caccia’,
due ‘di Mandolino’. Stranamente in nessuna parte della pubblicazione compaiono i liutai
della famiglia Gragnani né i cembalari della famiglia Cresci, tutti attivi a Livorno tra
’700 e ’800. Nessuna istituzione musicale, a parte la cappella del duomo, citata nel testo.
Del resto l’istantanea fornita dagli almanacchi dei decenni a cavallo tra ’700 e ’800
conferma l’immagine di una città ricca sul piano individuale di interessi intellettuali ed
artistici ma organizzativamente tutta volta alle attività economiche e nautiche. Tale
immagine dovette essere già chiara all’epoca agli stranieri se come pare uno dei figli di
Mozart, Karl Thomas, ai primi dell’800 tentò (inutilmente) a Livorno la fortuna come
commerciante di pianoforti.11
Per quanto riguarda la didattica musicale nella prima metà dell’800, la situazione
appare immutata, a parte l’aumento dei maestri privati, passati dai sedici del 1796 ai
trentuno del 1847. La sensibilizzazione provocata in campo pedagogico-educativo dal
diffondersi delle scuole di mutuo insegnamento con il conseguente innalzarsi del livello
culturale medio, dovuto sia all’incremento dell’istruzione pubblica sia al sorgere di nu-
merose scuole private, non si rifletté direttamente in campo musicale; a giudicare dalle
materie d’insegnamento, le 20 scuole particolari presenti a Livorno nel 1847 fornivano
in genere l’essenziale dell’istruzione elementare unita ad un indirizzo in campo com-
merciale.12 Per le altre scuole, la musica figura soltanto nell’ordinamento delle Scuole
israelitiche.
Durante tutto l’800 la vita musicale cittadina continuerà a ruotare soprattutto attorno
alle stagioni d’opera che si avvicendavano nei quattro teatri principali: oltre l’Avvalora-
ti, il Teatro dei Floridi (1806), il Rossini (1842), il Leopoldo (1847),detto poi Goldoni
(1847).13
A partire dai primi anni del secolo, però, un segno di aggiornamento dato dal nascere
di una serie di associazioni che, pur diverse per motivazioni e scopi, sono sintomo e
tramite del generalizzarsi di una pratica musicale14 non più vincolata alla lezione privata
od alla frequentazione di una cappella religiosa. Ne diamo un elenco, indicando quando
noto l’anno di fondazione:
(Torino, UTET, 1984), Biografie, vol.V. Ciò può contribuire a spiegare come dal ’700 in poi non solo gli
strumentisti (come in tutta Italia) ma anche i cantanti e gli studiosi nativi di maggior valore finissero
per abbandonare definitivamente Livorno ed aprire le loro scuole altrove (non raramente all’estero).
12 Tra le materie figurano spesso l’aritmetica mercantile e l’uso pratico delle lingue straniere. Solo
in due scuole la musica figura, come insegnamento impartibile “a richiesta” accanto alla scherma ed al
ballo (v. BLL, Sala Livorno, Misc.p.B. n.43). Anche i ragazzi ospiti presso il Rifugio appresero dal
1797 l’inglese, di crescente importanza commerciale, tramite un corso organizzatovi dall’Accademia dei
Floridi (v. BLL, Sala Livorno, B. Prato, Cronache, ms).
13 Nel 1850 il numero dei teatri cittadini, tra pubblici, privati ed arene, superava la decina. Oltre che
nei teatri pubblici rappresentazioni d’opera si tennero anche in altre sedi, a volte con compagnie locali
di dilettanti (v. BLL, Raccolta Minutelli, memorie teatrali).
14 V. la serie di prospetti statistici sugli allievi contenuta nell’opuscolo ‘Distribuzione dei premi agli
alunni [...] delle Scuole della Società promotrice della Cultura Popolare’ (Livorno, Vigo, 1876), in
particolare quello riguardante le professioni esercitate dagli allievi.
5
• Schola cantorum della chiesa di S. Benedetto (1872)
La Società per gli Esercizi Musicali, sorta per favorire esecuzioni di musica strumenta-
le, ebbe breve vita. Le successe la Società o Accademia Filarmonica, con intenti analoghi;
dotata di un’orchestra formata in buona parte da soci, che partecipava ai concerti periodi-
ci previsti per regolamento, organizzava anche attività didattica.15 Alla Banda Musicale
Volontaria erano ammessi solo soggetti ’abili’, tenuti per statuto a mantenersi tali coi
propri mezzi, pena l’espulsione.16 Presso la Scuola della Società per la Cultura Popolare
era impartito anche l’insegnamento musicale teorico elementare.17
È nella seconda metà del secolo diciannovesimo che vedono la luce le prime istituzioni
didattiche, volte alla formazione musicale professionale: una ‘Scuola gratuita di Stru-
menti a corda’ e l’Istituto ‘L. Cherubini’. La prima memore dell’imposto degli antichi
conservatori, fondata negli anni ’60 per iniziativa del musicista Oreste Carlini, aveva il
duplice obiettivo di fornire ai ragazzi poveri un mestiere e di preparare mano d’opera per
i teatri locali. Finanziata inizialmente dalle oblazioni di una società, si resse poi per la
munificenza del commendator Rodolfo Schwartz. Dal 1867 al 1880 ne fu direttore ed inse-
gnante di violino il livornese Fabio Favilli. Vi insegnò violoncello il fiorentino Alessandro
Jandelli. Nel 1873 aveva sede presso il Teatro Goldoni e contava venti allievi.18 Non si
ha notizia né di altre materie d’insegnamento né di altri insegnanti. L’Istituto ‘L. Che-
rubini’, inizialmente denominato ‘Istituto Musicale Livornese’, fu fondato nel 1875 dal
compositore e critico Alfredo Soffredini (Livorno 1854-Milano 1923), allora giovanissimo
e appena diplomato al Conservatorio di Milano, tanto pieno di entusiasmo da finanziare
personalmente l’iniziativa per quattro anni. I corsi, inizialmente a pagamento, divennero
gratuiti dal 1879, col formarsi di un comitato sovvenzionatore. In quello stesso anno
assunse la denominazione definitiva. Il Soffredini ne fu direttore ed insegnante fino al
suo ritorno a Milano. Animatore in quegli anni della vita musicale cittadina, nell’ambito
delle attività dell’istituto organizzò conferenze storico musicali e concerti, in occasione
dei quali vennero tra l’altro presentate in pubblico, nel periodo 1879-1882, composizioni
di Pietro Mascagni, allora promettente allievo del ’Cherubini’.19
Le principali istituzioni attive nei primi quaranta anni del ’900, oltre i teatri, furono le
due corali ‘G.Monaco’ e ‘Costanza e concordia’(poi ‘Mascagni’), il Circolo mandolinistico
‘G.Verdi’, l’Associazione ‘Amici della Musica’, che organizzava stagioni concertistiche con
interpreti di livello internazionale, e l’Orchestra Labronica, fondata nel 1937 dal direttore
e critico locale Emilio Gragnani, il più riuscito dei tentativi di costituire un’orchestra
stabile cittadina, alla storia della quale si collega quella dell’Istituto Musicale ‘Pietro
Mascagni’.
15 V. BLL, Sala Livorno, busta ‘Documenti relativi alla Filarmonica’. Non chiaro se vi sia un rapporto
tra questa Società Filarmonica e la Società Filarmonica Livornese che il Piombanti dice essere sorta nel
1877 e mantenere quattro scuole gratuite o semi-gratuite di solfeggio, strumenti a fiato, violino e viola,
violoncello e contrabbasso. Giuseppe Piombanti, Guida storica e artistica della città e dei dintorni di
Livorno, Bologna, Forni, 1969 (ristampa anastatica della seconda edizione, Livorno, Giuseppe Fabbreschi,
1903),p. 263, 350, 354. V. anche Arnaldo Bonaventura, Musicisti livornesi, Livorno, Belforte, 1930, p.
61.
16 Statuti della Banda musicale Livornese (Livorno, Pozzolini,1846).
17 V. nota 14. La diffusione della pratica musicale incrementa anche i relativi commerci: nella citata
guida del 1847 risultano attivi in Livorno sette depositi di musica, un deposito di pianoforti, due ac-
cordatori di pianoforti (qualificati anche come “istruttori di Pianoforte”); vi sono registrati, inoltre, due
fabbricanti di strumenti a fiato ed uno di strumenti a corde.
18 G. Piombanti, op. cit., prima edizione, Livorno, Marini, 1873, p.357.
19 Al momento non è noto se dopo il definitivo trasferimento del Soffredini a Milano l’Istituto
‘L.Cherubini’ sia rimasto attivo. V. Emilio Gragnani, Prospetto cronologico della vita e delle opere
di P. Mascagni, in AAVV, P. Mascagni [...], Livorno, Il Telegrafo, 1963.
6
Riferimenti bibliografici
” Serie cronologica di tutti quegli individui che [...] hanno servito [...]
la Chiesa Maggiore [...] di Livorno [...], ms.
Distribuzione dei premi agli alunni [...] delle Scuole [...] della Società
Promotrice della Cultura Popolare [...], Livorno, Vigo, 1876.
7
” ” "La vita musicale in Toscana nel secolo XIX",
in AAVV, La Toscana alla fine del
Granducato, Firenze,Barbera, 1909.
8
0.2 Periodizzazione
9
10
1. Prima fase: dalla fondazione all’inizio della gestione consortile
(18.I.’53 - 31.XII.’63)
[. . . ] quella ’Orchestra Labronica’ che, scaturita nel 1937 dal connubio fra
il mio cervello e la mia spregiudicatezza, potè vivere un paio di anni mercé il
volenteroso e disinteressato entusiasmo dei suoi componenti [. . . ].20
Su tale slancio generale e sulla sicura competenza del Gragnani più che su di una
organica progettazione l’istituzione potè reggersi fino al 1940, anno nel quale prima pro-
blemi interni e poi, in via definitiva, l’inizio degli eventi bellici determinarono il suo
scioglimento.
Tornata la pace, nell’ambito dell’opera di ricostruzione della vita musicale livornese,
la ricostituzione dell’orchestra stabile fu il primo obiettivo.
I superstiti della formazione discioltasi nel ’40, forti dell’esperienza precedente, assai
ridotti numericamente, cercarono di aggiungere all’entusiasmo di vecchia memoria fat-
tori più concreti. Era necessario assicurare alla nuova orchestra solidità e chiarezza nei
rapporti interni, tra i componenti del complesso,21 ed in quelli esterni, soprattutto con il
mondo impresariale. Ci fu realizzato attraverso una regolamentazione amministrativa e
disciplinare precisa e l’adesione alle associazioni sindacali di categoria, con la fondazio-
ne del Sindacato provinciale dei professori d’orchestra aderente alla Federazione Italiana
Lavoratori dello Spettacolo (F.I.L.S).
L’organico della disciolta Labronica era però stato decimato dalla guerra; per com-
pletare le file della nuova orchestra si rendeva necessario l’inserimento, oltre che di
strumentisti non locali, anche di parecchi non professionisti.
Apparve subito chiaro che l’unico presupposto per una garanzia di continuit di esisten-
za e di professionalità del complesso stava nel darsi la possibilità di formare localmente
futuri orchestrali con l’istituzione di una scuola musicale professionale, auspicata da anni
ma non ancora realizzata.
Pertanto al primo obiettivo (orchestra) se ne affiancò subito un secondo (scuola),
apparentemente subordinato, in realt posto sullo stesso piano già in fase di proposta.
Fu comunque intanto possibile rimettere insieme un organico sinfonico ridotto all’es-
senziale (45 elementi). Il lavoro di studio da parte del nuovo complesso inizi nel gennaio
del 1952, prima ancora che fossero avanzate richieste di sovvenzioni, sotto la direzione
dello stesso Gragnani.
Contemporaneamente fu intrapresa l’opera di sensibilizzazione nei confronti delle au-
torità cittadine allo scopo di ottenere un minimo di garanzie di finanziamento per poter
passare alla fase di stesura di progetti dettagliati per le due istituzioni.
In tale ambito, il 4 giugno 1952, nella Casa della Cultura, la nuova Orchestra La-
bronica tenne un ‘concerto di presentazione’, di fronte ad un pubblico di sole autorità
20 Emilio Gragnani, “Rinasce l’‘Orchestra Labronica’ ”, Il Tirreno, 5 giugno 1952, p. 3.
21 Si dovette tener conto anche della minore omogeneità del nuovo complesso, dovuta alla necessità di
inserire strumentisti non locali a completamento dell’organico.
11
ed invitati; precedette l’audizione una conferenza del professor Ugo Bernardini Marzolla,
dal titolo “Per la rinascita della cultura musicale a Livorno”. All’indomani del concerto
così si esprimeva il comitato promotore dell’orchestra:
Tanto il Direttore che gli orchestrali hanno prestato la loro opera gra-
tuitamente con la ferma fiducia che una volta riusciti a portare il complesso
ad un livello artistico che ne dimostrasse la vitalità e le possibilità avrebbero
potuto convogliare sull’iniziativa la simpatia e l’interessamento di tutti coloro
– Autorità e pubblico - che vedono nell’attività continua di un efficiente com-
plesso sinfonico un fattore importantissimo [. . . ]. I promotori dell’Orchestra
Labronica sono inoltre convinti che per completare quell’opera di diffusione
dell’educazione musicale prefissasi, l’attività dell’orchestra deve essere affian-
cata dall’istituzione di una seria ed efficiente scuola musicale, e stanno attual-
mente studiando un progetto finanziario per la realizzazione dei due obiettivi:
carattere di stabilità all’orchestra e istituzione di un ‘Liceo Musicale’. Tale
progetto potrà essere mantenuto nei limiti delle più modeste esigenze finan-
ziarie, ma la sua realizzazione dipenderà non tanto dall’entusiasmo e dalla
disinteressata passione dei promotori, quanto dalla benevola comprensione e
dal fattivo interessamento delle Autorità governative e cittadine [. . . ].22
Le risposte da parte degli enti locali si fecero poco attendere: il I giugno 1952 fu
approvato il primo contributo per la costituzione dell’orchestra,23 assegnato dall’Ammi-
nistrazione comunale, sindaco il dottor Furio Diaz.
Poco più di un mese dopo, il 10 luglio, convocata su iniziativa del presidente del-
l’Amministrazione provinciale dottor Giorgio Stoppa, si tenne nella Sala consiliare della
Provincia una riunione di autorità culturali ed amministrative cittadine, alle quali fu
presentato ufficialmente un progetto di massima dell’Orchestra Labronica includente le
due iniziative della scuola e dell’orchestra stabile. All’assemblea fu proposta poi la costi-
tuzione di un comitato promotore per la fondazione di una scuola musicale. La proposta
fu approvata ed il comitato si formò seduta stante nel seno dell’assemblea stessa. Esso
affidò ufficialmente all’Orchestra Labronica, e più precisamente ad un Comitato esecutivo
composto dai suoi dirigenti, l’incarico di redigere i progetti dettagliati ed i regolamenti
della scuola e dell’orchestra.
Non risulta che di tale riunione sia stato redatto alcun verbale. Un resoconto abba-
stanza dettagliato quello apparso su “Il Tirreno” dell’11 luglio ’52, nel quale sono anche
elencati gli intervenuti: oltre al dottor Giorgio Stoppa, il dottor Francesco Curto, se-
gretario generale della Provincia; il ragionier Armando Bartorelli e il professor Nicola
Badaloni, assessori comunali rispettivamente alle Finanze e all’Istruzione; il professor
Roberto Menasci, Provveditore agli studi; l’avvocato Aleardo Campana, presidente della
Società ‘Amici della Musica’; il dottor Enrico Galletta e la professoressa Liana Gra-
gnani de Botton, rispettivamente presidente e direttore artistico del Gruppo artistico
‘Diapason’; il commendator Paolo Fernandez Affricano, presidente del Comitato Estate
Livornese (C.E.L.); i direttori della Banca d’Italia, del Banco di Roma e del Banco di
Napoli Amodei, Baldassarre e Mastrosimone; i maestri Emilio Gragnani, Salvatore Or-
lando e Rodolfo Del Corona; il professor Cesare Chiti, presidente del Comitato direttivo
dell’Orchestra Labronica; il maestro Giorgio Ginocchi; la professoressa Itala Balestri Del
Corona, segretario del Sindacato Musicisti. Il resoconto riporta anche un sommario degli
interventi: il progetto di massima fu illustrato da Chiti; Stoppa e Bartorelli espresse-
ro l’impegno finanziario con il quale le loro Amministrazioni intendevano contribuire;
anche le banche cittadine promisero un loro contributo (che non risulta pervenuto); il
Provveditore agli studi espresse il proprio entusiasmo e il proprio impegno. Presero la
parola anche l’avvocato Campana, che rievocò storicamente l’Istituto ‘L. Cherubini’ e
22 AFC, Cenno storico, dattiloscritto su carta intestata ‘Orchestra Labronica’, senza data, firma ‘Il
comitato promotore’, 3 p.. Il direttore d’orchestra al quale si fa cenno è Aldo Priano, succeduto al
Gragnani, ritiratosi per motivi di salute.
23 ACoL, Giunta Municipale, deliberazione 1952/n. 850 dell’1 giugno ’52 (approvazione GPA 19 giugno
’52).
12
l’Accademia Filarmonica Livornese , ed i musicisti Gragnani, Orlando e Del Corona. Al-
cuni intervenuti espressero il desiderio che la scuola fosse intitolata a Pietro Mascagni,
desiderio al quale si associò l’articolista stesso.24
Il 14 luglio, a quattro giorni dalla riunione, la Giunta municipale deliberava il primo
modesto contributo specificamente finalizzato all’istituzione della scuola.25 Seguì il 9
agosto la deliberazione da parte del Consiglio provinciale di un contributo, abbastanza
consistente, “per l’istituzione ed il funzionamento di una scuola musicale”. Si dovettero
però attendere oltre tre mesi e mezzo (fino al 27 novembre) perché esso ottenesse la
definitiva approvazione da parte della Giunta Provinciale Amministrativa, presieduta
dal prefetto dottor Oscar Moccia.26
Nonostante tale poco incoraggiante ritardo il Comitato esecutivo inizi le sue sedu-
te di lavoro per la formulazione dei progetti e dei regolamenti delle due istituzioni, che
esso tenne a considerare fin dall’inizio ben distinte, specie amministrativamente. Unico
fu il gruppo degli elaboratori: impegnati in prima persona furono Cesare Chiti, Gior-
gio Ginocchi ed Ermanno Giunti (rispettivamente violino di spalla, viola e violoncello
nell’Orchestra Labronica), coadiuvati da tutti i colleghi dell’Orchestra e da altri concit-
tadini, tra i quali Emilio Gragnani, più volte ricordato, il compositore e critico Rodolfo
Del Corona ed il professor Ugo Bernardini Marzolla, anch’essi già rammentati. Ad essi si
aggiunse fin dai primi momenti Aldo Priano, violinista, lucchese, direttore stabile della
Labronica.
Tracce dell’elaborazione dei progetti si possono trovare in una serie di appunti perso-
nali del Chiti, comprendenti anche alcuni verbali, molto sommari, di sedute del Comitato
esecutivo.27 In ogni riunione si lavorò ad ambedue i progetti; si osserva per che il pro-
getto scuola fin ben presto per concentrare su di sé la maggior parte delle cure e degli
sforzi (compresi quelli volti a rimuovere le opposizioni prefettizie alle proposte di sovven-
zionamento). Ogni aspetto fu curato fin dall’inizio (struttura amministrativa, concorsi e
compensi per il personale, norme di ammissione degli allievi, tasse scolastiche ed esenzio-
ni dalle stesse, esigenze per la sede ecc.) per pervenire alla formulazione di un progetto e
di un regolamento il pi possibile esaustivi, tali cioè da permettere all’attività di procedere
con passi sicuri e regolari fin dal momento dell’apertura, che si voleva prossima.
L’Orchestra Labronica continuava intanto il suo lavoro di studio e di autodefinizione.
Il 5 novembre essa partecipò alle commemorazioni del 125o anniversario della morte di
Beethoven che ebbero luogo alla Casa della Cultura.28 Proprio in quegli stessi giorni gli
elaboratori dei progetti furono anche impegnati a documentare le controdeduzioni della
Provincia nei confronti del diniego opposto dalla Prefettura al già citato primo contributo
provinciale per la scuola.29
Nonostante le difficoltà per l’approvazione dei finanziamenti il progetto ed il regola-
mento della scuola furono definitivamente approntati.30 Per la sede, in mancanza di una
soluzione migliore il Comune mise a disposizione alcuni locali della Casa della Cultura.
Il 18 gennaio 1953 i quotidiani locali riportarono la notizia della nascita della Scuola
Musicale ’P. Mascagni’, dell’apertura delle iscrizioni e del bando di concorso per gli
24 Emilio Gragnani, “Decisa l’istituzione di una scuola musicale”, Il Tirreno, 11 luglio ’52, p.4.
25 ACoL, Giunta Municipale, deliberazione 1952/n. 1071, del 14 luglio ’52 (approvazione GPA 7 agosto
’52).
26 APL, deliberazioni del Consiglio Provinciale 1952/n. 331 (9 agosto ’52) e della Giunta Provinciale
nei mesi di settembre-ottobre 1945 si erano tenute alcune adunanze private tra musicisti che avevano per
argomento la fondazione a Livorno di un istituto musicale. Fra i partecipanti figurano alcuni tra i futuri
dirigenti ed insegnanti della scuola musicale ‘P. Mascagni’.
28 Essa eseguì le sinfonie n. 1 e n. 5. L’esecuzione fu preceduta da una conferenza di Mario Zafred.
29 APC, appunti citati.
30 Consorzio Provinciale per l’Istituto Musicale ‘P. Mascagni’. Istituto Musicale ‘P. Mascagni’. Rela-
zione sulla nascita, lo sviluppo e le prospettive [allegato alla domanda di pareggiamento ai Conservatori
di Stato], s.l., s.t., 1978, p. 1.
13
incarichi d’insegnamento.31 Il 2 marzo seguente le lezioni del primo anno scolastico
poterono avere inizio.32
1.2 Sede
La Scuola Musicale ’P.Mascagni’ fu ospitata fino all’estate del 1957 in tre locali dell’e-
dificio sede della Casa della Cultura, in piazza Guerrazzi, adiacenti alla sua sala mostre.
L’immobile era dotato anche di un locale (una ex-cisterna) adibito ad auditorium. In
esso si tennero i saggi di studio di questi primi cinque anni scolastici.
Nonostante la prontezza con la quale l’Amministrazione comunale mise a disposizione
tale sede, essa si rivelò subito insufficiente: l’inesorabilità degli incastri d’orario imposti
dall’infimo numero di aule era tale da impedire il tranquillo svolgimento delle lezioni;33
inoltre l’ufficio di segreteria, che nel periodo di presentazione delle domande di iscrizione
aveva trovato collocazione provvisoria in una stanza sovrastante il Mercato Centrale in
via Gherardi Del Testa, era qui rappresentato da un tavolo ed uno scaffale in un corridoio.
Questa prima sede fu sostituita nell’agosto 1957 dalla attuale, una villa del tardo
Seicento con aggiunte ottocentesche posta al n.116 di via Marradi, composta di piano
terra e due piani elevati. La villa, proprietà ed ex-sede dell’Amministrazione provinciale,
fu concessa dietro pagamento di un canone annuo di affitto puramente simbolico, su
proposta del presidente della Provincia, professor Guido Torrigiani.34
Di tale prestigioso edificio furono utilizzati durante il periodo in esame soltanto il
piano terra ed il primo piano: in totale 21 vani, dei quali uno destinato a sala dei
concerti e ad ambiente per le Esercitazioni orchestrali, dodici destinati ad aule, due ad
uffici, due a biblioteca, uno a sala d’attesa, uno a deposito, due adibiti ad abitazione del
custode; a questi si aggiungevano un atrio d’ingresso e tre vani di servizio.
L’assegnazione di una vera e propria sede costituì un punto chiave: il fatto che uno dei
principali ostacoli alla crescita dell’istituzione (l’altro era la precarietà dei finanziamenti)
fosse stato rimosso sancì la prima concreta definizione dell’ente, fino ad allora esisti-
to soltanto sotto forma di attività. Altro risultato fu una maturazione nella coscienza
d’identità: la fase ‘pionieristica’ poteva considerarsi terminata. L’ulteriore responsabi-
lizzazione e senso di fiducia che ne derivarono costituirono una spinta importante per
dirigenti ed amministratori verso la ricerca dei modi per giungere alla definizione ultima
dell’ente, quella giuridico - amministrativa, che porterà alla formazione di un consorzio
tra l’Amministrazione provinciale e quella comunale per la gestione della scuola.
gennaio 1953, p. 4; Rodolfo Del Corona, “Una Scuola di Musica istituita nella nostra città”, La Gazzetta,
18 gennaio 1953, p. 4.
32 La data del 2 marzo è riportata in una successiva delibera del Consiglio Provinciale (1969/n. 1568).
Il manifesto che annunzia l’istituzione della scuola e l’apertura delle iscrizioni riporta la data del 2
febbraio.
33 AIM, busta ‘Organizzazione corsi 1953-’54 e seguenti’, tabelle annuali e note varie sull’orario delle
lezioni.
34 APL, Giunta Provinciale, deliberazione 1957/n. 1227 del 17 giugno ’57 (approvazione GPA 25 luglio
14
cittadini, dal presidente e dal segretario della scuola, ai quali si affiancò un musicista
esterno ma attivo come gli altri due nell’OrchestraLabronica.36
Il I settembre 1956 fu emanato il decreto che forniva alla scuola l’autorizzazione mini-
steriale.37 Tanto la costituzione della società a responsabilità limitata quanto l’autoriz-
zazione ministeriale non provocarono trasformazioni né delle modalità dei finanziamenti
né della struttura amministrativa. Fin dal 1952 incluso i finanziamenti furono costituiti
integralmente dai contributi delle due amministrazioni locali, l’erogazione dei quali era
deliberata annualmente. Da parte dell’Amministrazione comunale, fino al 1956 i con-
tributi per la scuola furono assegnati all’articolo 9B, ‘Spese forzose, di rappresentanza,
di ricevimento ecc.’ del Bilancio annuale; in seguito, dal 1957 al 1962, fu stanziato un
contributo specifico, che dovette comunque essere rideliberato annualmente in quanto
facente parte del capitolo ‘Spese facoltative’.38
Da parte dell’Amministrazione provinciale il primo contributo, anche in questo caso
incluso tra le spese facoltative, fu stanziato tramite un procedimento di storno di parte
di una somma diversamente destinata. Ci rese necessaria una variazione nel bilancio
dell’anno in corso (1952) che portò alla istituzione di un nuovo articolo,39 sul quale
anche in seguito vennero imputati i finanziamenti per il funzionamento della scuola,
che, analogamente a quanto accadeva per quelli erogati dal Comune, erano soggetti a
deliberazione annuale.
Organo amministrativo della scuola fu sin dal primo anno di attività un consiglio di
amministrazione composto da un presidente (nella persona del presidente dell’Orchestra
Labronica) e sei consiglieri, dei quali due in rappresentanza rispettivamente del Comune
e della Provincia, due scelti tra i componenti dell’Orchestra Labronica e due appartenenti
al corpo docente. Con l’istituzione della società a responsabilità limitata il presidente
del Consiglio d’amministrazione assunse anche la carica di amministratore unico della
stessa e al gruppo degli amministratori si aggiunsero un segretario ed un tesoriere.40 Il
Consiglio d’amministrazione mantenne questa struttura fino al momento del passaggio
all’amministrazione consortile.
Riguardo al tipo di assunzione del personale, il primo inquadramento in ruolo po-
té avvenire soltanto dopo l’entrata in funzione del Consorzio , che sancì la definizione
giuridica dell’ente. Pertanto durante questa prima fase i compensi furono considerati
quali corresponsioni per prestazioni professionali. Per i docenti di cattedre ad organico
completo essi furono calcolati in base al numero delle ore di lezione effettivamente svolte,
con l’aggiunta di un’indennità di trasferta per i provenienti da fuori città. Per i docenti
di cattedre ad organico incompleto, per il segretario e per l’incarico della direzione fu
invece stabilito un compenso forfettario. Nel corso degli anni i compensi subirono alcuni
ritocchi per l’adeguamento ai costi.
Tra l’inizio dell’anno scolastico 1959-60 e la fine del ’61-62 si colloca temporalmente
l’iter intrapreso dalle Amministrazioni provinciale e comunale, d’intesa con il Consiglio
d’amministrazione della scuola, che, iniziato con la formulazione di uno schema di statuto
da parte della Provincia, si concluse il 12 settembre 1962 con il decreto prefettizio che
sanciva la costituzione di un consorzio tra i due enti finanziatori per la gestione della
36 La società cesserà in seguito la sua attività anticipatamente, il 31 dicembre 1963, con l’inizio della
gestione consortile (v. capitolo 2). Archivio della cameradi commercio, industria, artigianato e agri-
coltura di Livorno, copia dell’atto costitutivo della società (25 settembre 1956, dottor Piero von Berger
notaro in Livorno, n. 22750 Repertorio. Reg. 29 agosto 1956, n. 436 vol 201 mod I), sottoscritto da
Ermanno Giunti, presidente, Lores Morfini e Giorgio Ginocchi, segretario. Ivi, denuncia di modificazione
(28.12.1963) e di cessazione (2.5.1969) della società.
37 Consorzio Provinciale per l’Istituto ‘P. Mascagni’, relazione cit., p. 2. È al momento impossibile
pubblica)”.
39 Articolo 82/b “Contributo all’Orchestra Labronica per l’istituzione ed il Funzionamento di una Scuola
Musicale”.
40 Giorgio Ginocchi, “La Scuola Musicale ‘P. Mascagni’ ieri, oggi, domani”, La Provincia di Livorno,
15
scuola.41 Il “Consorzio provinciale per la gestione della Scuola Musicale ‘P. Mascagni” ’
iniziò la sua attività il I gennaio 1964.
1.4 Personale
Al momento dell’inizio dell’attività il personale direttivo e docente della scuola era
costituito da nove insegnanti più il direttore. Nei successivi dieci anni scolastici il nu-
mero dei docenti crebbe regolarmente in seguito all’istituzione di altri corsi principali e
complementari.
Nell’anno scolastico 1962-63, ultimo della fase in esame, il numero dei docenti, incluso
il direttore, era di 18.
Riguardo alle scelte per le assunzioni, il nucleo originario di nove insegnanti fu selezio-
nato da una commissione di docenti di conservatorio. Alle selezioni poterono partecipare
esclusivamente professionisti provenienti dal comune e dalla provincia di Livorno: con
questa limitazione si tese ad assicurare alla nuova istituzione stabilità e continuità di-
dattica formando un corpo docente composto da professionisti che avessero seguito da
vicino le fasi della progettazione, in alcuni casi partecipandovi direttamente.
Del piccolo nucleo di docenti del primo anno scolastico soltanto quello di Fagotto non
poté essere livornese; esso venne comunque scelto tra i collaboratori esterni dell’Orchestra
Labronica. Con criteri analoghi furono scelti i docenti che si aggiunsero nei seguenti dieci
anni, assunti annualmente con incarico rinnovabile o meno a seconda dei risultati didattici
ottenuti.42
Il primo direttore, Aldo Priano, fu nominato per chiara fama. Violinista e direttore
d’orchestra, portò alla scuola la sua esperienza di docente di conservatorio, importante
soprattutto in questa delicata fase degli inizi. Proprio tale attività di docenza, però, si
rivelò in seguito incompatibile con l’incarico presso la Scuola ‘P. Mascagni’. La direzione
pertanto passò con l’anno scolastico 1955-56 nelle mani di Cesare Chiti, titolare della
cattedra di Violino e viola e principale animatore e coordinatore – fin dalle prime informali
riunioni nel ’45 – del lavoro di progettazione della scuola, nelle quali rimase fino al 1980,
anno della sua morte.
Le funzioni di segretario furono espletate per tutta la prima fase da Giorgio Ginoc-
chi, anch’egli appartenente al gruppo dei progettatori, l’impegno orario del quale fu per
molto limitato dalla sua attività principale, che lo vedeva maestro di ruolo nella scuola
elementare.
Quanto al personale ausiliario, nei primi cinque anni, cioè finché la scuola fu ospitata
nella Casa della Cultura, non esistette personale specifico, essendo l’edificio già dotato
di un suo custode. Con il trasferimento nella nuova sede, per la sorveglianza e la pulizia
degli ambienti si rese necessaria l’assunzione di un bidello-custode, il quale stabilì la sua
residenza nei locali che, come già detto, erano stati adibiti a tale uso.
1.5 Corsi
Nel primo anno di attività (1952-53) i corsi principali in funzione furono cinque: Pia-
noforte (quattro cattedre,delle quali una con un numero di allievi ridotto), Violino e viola,
Violoncello, Contrabbasso, Fagotto. In questo primo anno l’insegnamento di Contrab-
basso fu affidato al docente di Violoncello poiché ambedue i corsi avevano ricevuto un
basso numero di iscrizioni (quattro in totale). Per le materie complementari fu sufficiente
l’istituzione del corso fondamentale di Teoria e solfeggio (due cattedre) in quanto nessuno
degli iscritti necessitava per il momento di alcuno degli altri insegnamenti, obbligatori
per anni di corso successivi al primo.
È da sottolineare, perch fornisce una conferma dell’imposto professionale e realistico
che fin dall’inizio si cercò di attuare, come tra tutti gli insegnamenti di strumenti a
fiato il primo ad essere istituito sia stato quello di Fagotto: era prevedibile che tale
41 Per l’esame dell’iter e dell’importanza del fatto v. 2.1.
42 V. oltre 1.5 e Appendice, tavola Avvicendamento dei docenti negli insegnamenti.
16
strumento, dotato di scarsa popolarità, avrebbe attirato poche domande di ammissione,
ma la richiesta di mercato era favorevole ai fagottisti; in ambito locale, inoltre, il fagotto
era l’unico strumento i cui posti nella rinata orchestra cittadina erano vacanti.
È parimenti da sottolineare la proposta del direttore al Consiglio d’amministrazione
di sospendere per il successivo anno scolastico le ammissioni al corso di Pianoforte, anche
in questo caso per mantenersi aderenti allo scopo primo dell’istituzione, la formazione di
professionisti ed in particolare di orchestrali, impiegando gli scarsi finanziamenti in altri
corsi più ricchi di sbocchi professionali.43
Coerentemente con questi intenti, nel successivo anno 1953-54 i corsi principali di
nuova istituzione furono Tromba, Trombone e Corno (i primi due affidati allo stesso
docente); il corso di Contrabbasso , che aveva visto raddoppiare il numero degli iscritti,
fu affidato ad un insegnante specifico.
Sempre nel 1953-54 furono istituiti il corso complementare di Cultura musicale ge-
nerale (detto comunemente ‘Armonia complementare’) ed il corso straordinario di Eser-
citazioni corali, affidati ad uno stesso docente, titolare anche di una cattedra di Solfeg-
gio; il corso di Pianoforte complementare, i cui allievi furono distribuiti tra i docenti di
Pianoforte principale.44
Altro corso istituito fin dal secondo anno di attività fu il Corso preparatorio, sorta
di corso propedeutico ante-litteram: di durata annuale e destinato a bambini al di sotto
dei dieci anni, aveva lo scopo di realizzare un primo contatto diretto con la musica
antecedente alla scelta (eventuale) di un corso di strumento; attraverso esso venivano
fornite anche le prime conoscenze tecnico grammaticali, ma soprattutto si dava una
possibilità all’allievo (ed al maestro nei suoi confronti) di verificare se fosse opportuno
intraprendere lo studio professionale della disciplina.
Questo corso apparve anzi subito come un mezzo per tentare di superare i limiti
ed i rischi propri degli esami di ammissione ad ogni scuola di musica, dovuti i primi
all’impossibilità di giudicare in pochi minuti e solo attraverso prove attitudinali le qualità
dei candidati, i secondi alle discriminazioni create dalla compresenza di candidati dotati
e candidati privi di un’antecedente preparazione musicale.45
Nell’anno scolastico 1954-55 furono istituiti il corso di Clarinetto ed i corsi com-
plementari di Storia ed estetica della musica e di Materie letterarie.46 La limitatezza
numerica dei locali ove si tenevano le lezioni e la permanente scarsità dei finanziamenti
non permisero l’attesa istituzione dei corsi di Flauto e di Oboe.47
All’inizio del 1955-56 la direzione della scuola passò dal maestro Priano al professor
Chiti, docente di violino, al quale venne affidato anche l’incarico del corso straordinario
di Esercitazioni orchestrali, l’unico di nuova istituzione in questo anno scolastico.
Il valore formativo di tale corso risultò subito chiaro.48 Oltre il merito didattico,
principale, esso ebbe anche quello, forse altrettanto importante nella fase di affermazione
e crescita nella quale si trovava la scuola, di fornire una pubblica prova dei risultati più
evidente di quelle date dai saggi di studio individuali o dalle Esercitazioni corali, pur
essendo queste ultime analogamente importanti sul piano formativo. Ciò contribuì forse
a far definitivamente superare quel “[...] certo senso di diffidente aspettativa sulla serietà
che era affidato agli insegnanti di Teoria e solfeggio, provennero di fatto sino al 1978-79 la maggior
parte degli ammessi. Con tale anno scolastico, dal quale ebbe effetto il decreto di pareggiamento ai
Conservatori di Stato (v. oltre), il corso dovette essere abolito in quanto non previsto dall’ordinamento
degli studi di conservatorio.
46 Il corso, previsto dall’ordinamento dei conservatori, era d’obbligo per gli allievi non in possesso
della licenza media e divenne superfluo (almeno formalmente) con l’estensione di tre anni dell’obbligo
scolastico.
47 AIM, busta cit., Relazione finale del 28 giugno ’55, cit.
48 AIM, busta cit., Relazione annuale del direttore al presidente, 15 ottobre 1956.
17
dell’iniziativa diffuso nell’ambiente musicale cittadino e anche nelle stesse famiglie degli
alunni [...]”,49 a suo tempo captato.
Nel corso dello stesso anno si estinse momentaneamente la classe di Contrabbasso,
per la quale solo due anni dopo iniziò una definitiva ripresa.
Per l’anno scolastico 1956-57, ultimo svoltosi nelle ristrettezze della prima sede, si
segnala solo il riaffidamento del corso di Contrabbasso, che contava un solo iscritto, al
docente di Violoncello, che lo mantenne anche per i successivi cinque anni scolastici, fino
a quando, cioè, il numero degli iscritti e la loro appartenenza ad anni di corso elevati non
impose la riassunzione del docente specifico.
Il 1957-58 fu il primo anno scolastico che si svolse nella bella sede di via Marradi.
Il senso di distensione fattiva e di entusiasmo provocati dal trasferimento traspaiono
dalla relazione annuale del direttore che conclude l’anno scolastico 1956-57, nella quale
espresso l’incitamento ad impegnarsi “adeguatamente alle pressoché ideali condizioni nelle
quali si svolgerà d’ora in avanti il nostro lavoro”.50 Con il 1957-58 poterono finalmente
essere istituiti i corsi di Flauto e di Oboe, con i quali si completò il quadro dei principali
insegnamenti di strumenti a fiato.
Negli anni tra il 1958 e il 1963, ultimo della prima fase, i movimenti maggiori avven-
nero all’interno dei corsi di Pianoforte principale e complementare, per i quali vennero
assunti, in via sperimentale e con un carico di allievi limitato, tre nuovi insegnanti. La
sperimentazione avrà termine con il 1963-64, primo anno scolastico della seconda fase, al
quale si rimanda.
Nel periodo suddetto le uniche variazioni avvennero nel 1959-60 per l’affidamento del
corso di Fagotto, che contava un solo iscritto, al docente di Oboe, e nel 1962-63, anno nel
quale al corso di Contrabbasso venne definitivamente assegnato un docente specifico. In
questo anno si tennero sperimentalmente una serie di lezioni, facoltative, di letteratura
e di storia della filosofia, affidate allo stesso docente di Materie letterarie.
Non ebbero invece effettuazione le Esercitazioni orchestrali, essendosi resa necessaria
una pausa di ripensamento per la ristrutturazione del corso, che stava cambiando fisio-
nomia ed esigenze per la sempre più numerosa partecipazione di allievi degli ultimi anni.
Tale interruzione non impedì peraltro agli allievi di corso avanzato di fare le loro ultime
esperienze di studenti in orchestra perché già dal 1961 essi venivano occasionalmente
inseriti, per tirocinio professionale, nell’Orchestra Labronica, la quale in occasione delle
manifestazioni pubbliche finali dell’anno scolastico 1962-63 sostituì la classe di Eser-
citazioni orchestrali nell’accompagnamento dei diplomandi, sotto la direzione di Piero
Santi.51
Alla fine del primo decennio di attività gli insegnamenti presenti presso la Scuola
musicale ‘P. Mascagni’ erano quindi i seguenti:
scuola.
50 AIM, busta cit., Relazione annuale del direttore al presidente, 15 ottobre 1957.
51 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente, 8 ottobre 1963.
18
1.6 Popolazione scolastica
Riguardo alle ammissioni, non è possibile per mancanza di dati precisi e completi
ricostruire la proporzione stabilitasi di anno in anno tra il loro numero effettivo e il
totale delle richieste presentate alla scuola.
Almeno a partire dal 1957-58, per, fu necessario procedere ad una selezione,52 inizial-
mente forse limitata alle richieste per i corsi più affollati (Pianoforte e Violino; poi anche
Clarinetto e Tromba).
Se in un primo momento la sovrabbondanza di domande d’ammissione sembrò signi-
ficare una positiva maggiore possibilità di scelta, le difficoltà si presentarono subito al
momento di stabilire i criteri per giungere ad un giudizio e quindi ad una graduatoria.
La tipologia dei richiedenti era assai varia, spaziando da elementi completamente privi
di conoscenze musicali e provenienti da famiglie assai modeste ad elementi con alle spalle
anni di lezioni private e famiglie culturalmente eccellenti.53
Fu subito evidente il rischio di discriminazioni di carattere economico-sociale non solo
tra candidati preparati e candidati non preparati ma anche tra candidati ben preparati
da buoni insegnanti e candidati mal preparati da insegnanti mediocri; ad esso si cercò
di ovviare facendo incidere in sede di valutazione il meno possibile il giudizio sull’even-
tuale esecuzione rispetto a quello sulle prove attitudinali (a loro volta, purtroppo, assai
limitate nella validità). Una selezione era comunque inevitabile: la risposta che una
scuola musicale professionale, anche se non abilitata a rilasciare diplomi con valore lega-
le, poteva dare alla domanda generale di conoscenze musicali non avrebbe comunque mai
potuto puntare sulla quantità degli ammessi ma sull’esempio dato attraverso la qualità
dell’insegnamento impartito.
Ricorre perciò più volte nelle relazioni del direttore di questi anni l’idea di attuare dei
‘corsi liberi’, cioè non vincolati ai programmi di stato, che avrebbero potuto soddisfare
un’ampia richiesta esplicando nel contempo altre importanti funzioni.54 Tali corsi non
poterono poi essere attuati perché l’impegno organizzativo da essi richiesto sarebbe stato
insostenibile.
Nei primi anni di attività l’afflusso di iscritti da località oltre i confini comunali fu
scarso. Per il 1957-58 le richieste di ammissione provenienti dalla provincia furono cinque,
e già tale piccolo numero fu motivo di soddisfazione.55
Nel periodo 1959-1961 per far conoscere meglio la scuola oltre i confini cittadini furono
tenuti in vari comuni della Provincia dei saggi-concerto, con programmi intenzionalmente
molto eterogenei, ai quali parteciparono allievi singoli di un po’ tutti gli strumenti, la
classe di Esercitazioni corali e quella di Esercitazioni orchestrali. Tali concerti costitui-
rono per allievi e docenti dei preziosi momenti di verifica del lavoro svolto, confortati da
buoni esiti di pubblico, ma non servirono a far affluire iscrizioni. Probabilmente si era
sperato in un travaso di giovani strumentisti dai corsi tenuti presso le bande musicali
locali alle classi di strumenti a fiato della scuola, ma ciò non si verificò. Nella relazione
finale dell’anno 1960-61 così si esprimeva il direttore:
“A mio parere questi Concerti-Saggio affermano sicuramente il valore della
nostra Scuola, ma non bastano a vincere il senso di soggezione e di ‘distanza’
che quelle popolazioni hanno verso le cose del Capoluogo”.
Così nel 1962 essi furono sospesi perché giudicati troppo onerosi sia dal lato organizzativo
sia dal lato economico.56
52 AIM, busta citata, Relazioe finale del direttore al presidente, 20 ottobre 1961.
53 A tutt’oggi [anno 1989, N.d.E.] la situazione, che era ed è estesa a tutto il territorio nazionale, non
è mutata. La causa di ciò è il permanere di una legislazione scolastica che non tiene debito conto del
valore formativo della musica, limitando l’educazione musicale ai tre anni della media inferiore senza
peraltro prepararne gli operatori. Va però sottolineata l’opera delle molte ‘scuole di musica’, sorte
spontaneamente nell’ultimo decennio, che hanno in parte supplito al vuoto istituzionale, soprattutto con
la parte del loro lavoro che si rivolge ai bambini al di sotto dei dieci anni. Purtroppo il numero di soggetti
che esse sono in grado di accogliere è percentualmente minimo.
54 V. più avanti 1.7.
55 AIM, busta cit., Relazione annuale del 15 ottobre del ’57, cit.
56 ivi, Relazioni finali del 20 ottobre ’61 (cit.) e del 30 ottobre ’62.
19
Un’analisi completa del movimento della popolazione scolastica è possibile solo in
presenza dei dati annuali precisi sui dimessi e sui nuovi iscritti di ogni corso principale,
dati disponibili al momento solo relativamente ad alcuni anni. Si osserva comunque che
i corsi sottoposti al maggior ricambio di iscritti furono quelli di strumenti a fiato e di
Contrabbasso.
Ciò era dovuto a due motivi principali: la disponibilità di posti in tali classi era
maggiore e quindi la selezione tra gli ammittendi quasi nulla; di conseguenza venivano
accettati frequentemente anche allievi in età pressoché adulta, che impegni di lavoro e di
famiglia costringevano poi regolarmente a dimettersi.
Il caso opposto tendeva invece a verificarsi nel corso di Pianoforte. Esso fu tenuto
particolarmente d’occhio dai dirigenti data l’alta percentuale di allievi che esso rappre-
sentava ed i rischi del dilettantismo, collegati per eccellenza a questo strumento. Ciò
nonostante esso non riuscì, salvo rarissime eccezioni, a fornire i risultati sperati. Lo
prova la nota a riguardo inserita nella relazione finale del direttore per l’anno scolastico
1962-63:
Mentre tale selezione s’impone in modo più naturale per gli altri strumenti,
per quanto riguarda il pianoforte la relativa facilità dei primi anni di studio
anche per gli elementi meno dotati trae spesso in inganno gli stessi insegnanti
che poi, anche per ragioni affettive, acconsentono con difficoltà a dimettere gli
alunni stessi. A questo si deve aggiungere l’insistenza delle rispettive famiglie
che, lungi dal far perseguire ai loro figli intenti professionali, si accontentano
anche dei troppo modesti progressi che questi riescono a conseguire e che alla
distanza si rivelano assolutamente inadeguati ai programmi scolastici.57
20
52/53 53/54 54/55 55/56 56/57 57/58 58/59 59/60 60/61 61/62 62/63
Pianoforte 38 37 33 37 39 61 56 52 46 55 65
Violino 14 18 14 16 19 20 20 16 16 15 16
Viola – – – – – – – – 1 1 1
VIoloncello 1 2 3 2 5 7 7 6 4 5 4
Contrabbasso 3 6 4 2 1 3 5 3 4 7 10
Flauto – – – – – 1 2 2 4 4 5
Oboe – – – – – 2 2 4 4 4 2
Clarinetto – – 2 6 4 6 7 6 13 9 9
Fagotto 2 2 3 3 2 3 3 1 1 2 1
Corno – 2 4 3 2 3 5 4 4 3 4
Tromba – 4 6 7 5 9 9 9 7 6 7
21
Trombone – 1 2 3 1 2 2 4 4 2 2
Corso preparatorio – 11 14 15 28 16 23 20 26 14 18
all’interno dei corsi poiché non sono al momento ricostruibili esattamente i dati sui ritirati e sui nuovi
ammessi.
61 Le oscillazioni nel numero degli iscritti al Corso preparatorio fanno caso a sé, date le caratteristiche
di annualità e non ripetibilità del corso stesso. L’aumento degli iscritti a Pianoforte non fu probabilmente
(manca la relazione del direttore relativa a questo anno scolastico) dovuto ad una scelta di gestione ma
conseguenza immediata della maggior disponibilità oraria per l’aumento di numero delle aule: ogni do-
cente, d’accordo con l’Amministrazione, portata a considerare l’efficienza dell’ente anche sotto l’aspetto
quantitativo per il ‘ritorno in popolarità’ che esso forniva e preoccupata a volte per la necessaria solu-
zione, accolse quanti più nuovi iscritti gli fu possibile. Va ricordato che il vincolo del carico di cattedra
non sussisteva ancora (v. 1.3).
62 Si tratta di una delle tre che furono aperte sperimentalmente tra il ’58 e il ’61 con un numero di
allievi ridotto, ed è l’unica di esse che ebbe una continuità di esistenza e di titolare (v. Appendice -
tavola Avvicendamento dei docenti negli insegnamenti.
22
Archi iscritti 31 pari al 21.5%
/ legni ” 17 ” ” 11.8% \
Fiati 20.8%
\ ottoni ” 13 ” ” 9.03% /
Pianoforte ” 65 ” ” 45.1%
La scelta di dare vita ad una scuola ad indirizzo professionale fu tanto decisa quanto
ardua sostenersi, specie nei primi anni. Bisogna infatti considerare che una tradizione
didattica di tale tipo a Livorno non aveva ancora avuto modo di stabilirsi. Di conseguenza
la preparazione ottenibile attraverso l’insegnamento privato era, nel migliore dei casi,
artigianale e quasi sempre assai diluita nel tempo.
Tale era il tipo di impegno cui molti dei primi iscritti alla scuola, e le loro famiglie,
erano preparati. Inizialmente, ai più l’unico vantaggio offerto dall’alternativa allo studio
privato apparve quello economico. La completezza del piano di studi da seguire ed i ritmi
di lavoro che i programmi di tutte le materie imponevano trovarono impreparati i primi
allievi e furono causa di richieste di esonero dalla frequenza di materie complementari,
di ritiri temporanei (per esempio, per chi frequentava l’altra scuola, in coincidenza con
la chiusura dei trimestri scolastici) o addirittura di ritiri definitivi.63
Per i primi tre anni scolastici, onde attenuare almeno sotto l’aspetto organizzativo
l’impressione di rigidezza ed evitare che l’imposto complessivo degli studi funzionasse da
deterrente presso un’utenza abituata come già detto ai modi e ai tempi delle lezioni pri-
vate locali, si credette opportuno e possibile tenere minutamente conto delle disponibilità
orarie giornaliere di ogni singolo iscritto.64 Tale scrupolo venne a cadere di necessità con
l’aumento di numero degli iscritti stessi e dei corsi effettuati. Nel giro di pochi anni, del
resto, la scuola con l’imposto del suo lavoro ed i risultati che esso produceva divennero
un dato di fatto accettato in partenza da coloro che vi si indirizzavano.
Sul piano dei risultati didattici, una conseguenza dello stato di impreparazione ai rit-
mi di lavoro che risultò subito evidente e che riguardò anche gli allievi non direttamente
responsabili fu il rallentamento nello svolgimento dei corsi complementari collettivi: Sol-
feggio, Armonia complementare, Storia della musica, Materie letterarie; in essi il compito
dei docenti fu oltre che difficile anche ingrato, in quanto tali materie, pur invitando per
loro natura, specie le ultime due, ad un approccio elastico, adattabile a tipi e gradi di
interessi diversi da parte della scolaresca, di fatto tale elasticità non permettono, a meno
di non rispettare i tempi di svolgimento dei programmi. Per i primi cinque anni i risultati
in tali materie furono pertanto piuttosto insoddisfacenti.65
In merito alla scelta di indirizzo che la Scuola ‘P. Mascagni’ aveva operato così si
esprimeva, a dieci anni dall’inizio dell’attività, l’ex-segretario Giorgio Ginocchi:
Giova a questo punto rilevare che l’avere imposto agli insegnanti e ai loro
alunni fin dal primo momento e in sé sfavorevoli condizioni ambientali lo svol-
gimento del programma annuale di studi analogo a quello dei Conservatori di
Stato fu atto lungimirante da parte dei dirigenti, ma oltremodo gravoso per
docenti e discenti. Sembrerebbe, a prima vista, che i dirigenti abbiano voluto
crearsi volontariamente degli ostacoli anziché cercare di appianare quanto pi
possibile quelli inevitabili e di per sé già grandi che si presentavano al compi-
mento del lavoro. Quest’obbligo di analogia programmatica ha certo limitato
la libertà degli iniziatori della scuola, ma l’ha anche consolidata e definita: la
63 AIM, busta ‘Atti 1953-1977’, dichiarazioni di ritiro da parte di allievi.
64 ivi, busta ‘Organizzazione Corsi 1953-54 e segg.’, tavole orarie della disponibilità degli allievi.
65 ivi, Relazioni annuali del direttore al presidente, cit.
23
libertà pressoché senza limiti di cui potevano essere partecipi nell’indirizzo da
dare alla scuola avrebbe con tutta facilità suggerito, anche involontariamente,
la dispersione, la faciloneria, la negligenza; mentre il limite, se ha impedito ed
escluso alcune possibilità, ha tuttavia compensato il sacrificio col suggerirne
ed evocarne altre che altrimenti non sarebbero venute in luce e che sono tanto
pi genuine e preziose quanto più difficili ed ardue sono state da raggiungere.66
Negli anni seguenti, tanto per il naturale assestamento quanto per la cresciuta espe-
rienza degli insegnanti, il rendimento dei corsi, compresi quelli principali, andò general-
mente migliorando.
Rimase critica sia per il numero di allievi sia per il rendimento la situazione dei corsi
di Corno, Fagotto e Contrabbasso: come gi accennato, a causa dello scarso numero di
iscritti nelle tre classi trovarono spesso accoglienza alcune richieste di ammissione che,
indirizzate in un primo momento ad altri corsi principali, non avevano avuto esito positivo
o per l’età troppo avanzata dei richiedenti o per la presenza di riserve sulle attitudini
degli stessi.
A rendere precaria la classe di Contrabbasso contribuì anche, nel caso di molti parecchi
allievi, il tipo dell’interesse, orientato verso la musica leggera e le possibilità che essa
offriva di guadagno immediato: possibilità che toglievano motivazioni ad uno studio più
lungo ed approfondito, causando prima una limitazione nell’impegno di studio e poi il
ritiro dal corso.
La tendenza alla precarietà degli iscritti nelle classi di Corno, Fagotto e Contrabbasso
e l’impossibilità di trovare per questi strumenti i docenti sul luogo causarono discontinuità
nello svolgimento dei corsi: per Corno e Fagotto la soluzione pi pratica apparve quella di
affidare ‘ad esaurimento’ i pochissimi e poco convincenti allievi rispettivamente ai docenti
di Trombe e trombone (dal 1963-64) e di Oboe (dal 1959-60).67 La classe di Contrabbasso,
come già detto, fu per sette dei primi dieci anni di vita della scuola affidata al docente
di Violoncello.
Il corso di Pianoforte, pur partecipando del generale assestamento, fu quello per
il quale continuamente si rese necessario l’incitamento alla severità ed ad un maggior
professionismo.
Fu soprattutto dall’osservazione del suo andamento che scaturì l’idea, ricorrente nelle
relazioni annuali più volte citate, di istituire dei ‘corsi liberi’, sotto la supervisione della
scuola, cui avrebbero potuto essere indirizzati tutti coloro per i quali o in sede di esame
di ammissione o dopo il periodo di esperimento68 fosse apparso sconsigliabile il prosegui-
mento dello studio professionale della musica; tali corsi, inoltre, realizzabili per tutti gli
strumenti, avrebbero potuto frequentare con soddisfazione anche soggetti già consapevoli
di non volersi o potersi dedicare a tale tipo di studio della disciplina come anche ragazzi
che volessero sperimentare la propria reale disponibilità prima di prendersi l’impegno di
un corso professionale. L’insieme dei ‘corsi liberi’ avrebbe potuto configurarsi insomma
come un’anticipazione di quelle scuole di musica che sarebbero sorte numerose a partire
dalla fine degli anni ’70.69 Purtroppo essi, come già detto, dovettero rimanere allo stato
di ipotesi, sia pure lungimirante.
Buon esito ebbero i corsi di Esercitazioni corali e di Esercitazioni orchestrali. Per le
prime si verificarono gli inconvenienti organizzativi dovuti alla stessa strutturazione del
corso: obbligatorio per legge per tutti gli iscritti, esso rischia per di risultare individual-
mente poco coinvolgente, a meno di un’organizzazione didattica e logistica di assoluta
puntualità, di solito difficilmente realizzabile.70 Il corso diede comunque buoni frutti
66 Giorgio Ginocchi, op. cit., p.21/32.
67 AIM, busta ‘Organizzazione Corsi 1953-54 e segg.’, Relazione finale dell’8 ottobre ’63, cit.
68 Fino all’anno scolastico 1986-87 per i nuovi ammessi la legge prevedeva un periodo di ‘esperimento’
della durata compresa tra i tre mesi e i due anni. A conclusione di esso un esame confermava o meno
l’ammissione, stabilendo in caso positivo l’anno di corso cui l’allievo veniva assegnato. Il Ministero
della Pubblica Istruzione con una decisione molto discutibile ha recentemente abolito tale periodo di
esperimento.
69 V. 1.6, nota 53.
70 AIM, busta ‘Organizzazione Corsi 1953-54 e segg.’, Relazione finale del 30 ottobre 1962, cit.
24
anche se andò soggetto ad oscillazioni d’interesse da parte dei partecipanti, il numero
medio dei quali fu, durante questa prima fase, di 25.
Diversa la vicenda delle Esercitazioni orchestrali: fin dall’inserimento in tale corso
l’allievo chiamato a svolgere un ruolo ben preciso, che può anche essere scambiato con
quello di un collega ma secondo una rotazione intenzionale e programmata. Il risultato
che esso ne riporta una crescita del senso di responsabilità e della consapevolezza del-
la propria funzione nei confronti dell’insieme, oltre che, naturalmente, della maturità
musicale in genere. La sua importanza fu sin dai primissimi anni tenuta ben presente
nell’imposto dei corsi della scuola, ed aiutò dirigenti, allievi e docenti71 a superare le
difficoltà organizzative che fanno da contorno a tutte le realizzazioni nel campo della
musica d’insieme.
Si è già detto che nel ’62-63 (e nell’anno successivo, primo della seconda fase) il corso
di Esercitazioni orchestrali fu sospeso per una pausa di ripensamento: nei primi anni l’or-
ganico della classe era stato omogeneo perché costituito interamente da allievi dei primi
anni di studio; il programma di studio era quindi consistito in partiture finalizzate a scopi
didattici (letteratura apposita, trascrizioni, facilitazioni, testi originali sufficientemente
semplici).
Col passare del tempo era andato crescendo il numero di allievi dei corsi avanzati e
con esso era maturata l’opportunità di mettere in programma anche partiture originali
di difficoltà media ed utili didatticamente. Andava crescendo, inoltre, anche il numero
dei diplomandi, ai quali consuetudine nei conservatori dare l’occasione di studiare ed
eseguire con la classe di Esercitazioni orchestrali un brano del repertorio con orchestra
dei rispettivi strumenti.
Si pensò in un primo momento di delegare per il tirocinio orchestrale degli allievi
la stessa Orchestra Labronica (così avvenne nei due anni di sospensione del corso), ma
ci avrebbe escluso dall’esercitazione gli allievi dei corsi inferiori; l’attività dell’Orchestra
Labronica era inoltre troppo discontinua. Pertanto con il 1964-65 il corso venne ripristi-
nato. L’organico medio della classe di Esercitazioni orchestrali fu durante questa prima
fase di 22 allievi, ai quali si affiancarono quando necessario da due ad otto tra docenti ed
ex allievi.72
Fin dal primo anno ebbero luogo saggi di studio pubblici, che in questa prima fase
furono impostati come saggi di classe (dedicati, cioè, ognuno ad allievi di un solo inse-
gnante o di più insegnanti con classi poco numerose). Essi si svolsero fino al 1956-57
nell’auditorium della Casa della Cultura,73 per poi trasferirsi nel 1957-58 nel salone della
nuova sede di via Marradi. Sempre dal ’57-58 ai saggi di studio si aggiunsero i saggi fi-
nali, una o due serate a conclusione delle manifestazioni scolastiche pubbliche, alle quali
partecipavano gli allievi che si erano maggiormente distinti nei saggi di studio, la classe
di Esercitazioni corali e quella di Esercitazioni orchestrali. Nella relazione finale dell’an-
no scolastico 1961-6274 si fa anche cenno ad ‘audizioni tra alunni’ (esecuzioni di fronte
ad un pubblico interno alla scuola, da tenersi nel corso di tutto l’anno scolastico), sulla
realizzazione delle quali non pervenuta alcuna documentazione.
Il rispetto dei programmi e dei loro tempi di svolgimento impose di seguire il proce-
dimento dei conservatori anche per l’eventuale ripetizione di anni di corso da parte di
allievi. In deroga a tali regole, per, che prevedono accanto alla promozione per esame
quella per scrutinio in caso di votazione eccellente riportata alla conclusione dell’ulti-
mo periodo dell’anno scolastico, il passaggio all’anno successivo avvenne, per ogni corso
frequentato, esclusivamente per esame.75
71 I docenti stessi entrarono più volte accanto agli allievi nelle file dell’orchestra scolastica, per sostenerla
e guidarla dall’interno. V. AIM, Programmi dei saggi annuali, riportanti la composizione dell’orchestra.
72 A loro volta i più eccellenti tra gli allievi di strumenti ad arco degli anni di corso più avanzati si
inserivano, oltre che nell’Orchestra Labronica, nell’Orchestra da camera ‘G.G. Cambini’[sic], complesso
formato da musicisti livornesi e toscani che negli anni ’60 sotto la direzione di Cesare Chiti svolse una sua
piccola ma qualificata attività concertistica incentrata sulla riscoperta della produzione del compositore
concittadino cui si intitolava.
73 V. 1.2.
74 V. nota 70.
75 L’obbligo dell’esame di passaggio potè essere mantenuto fino al pareggiamento ai Conservatori di
25
Delle commissioni degli esami di passaggio furono chiamati a far parte, come commis-
sari esterni, docenti di conservatorio, uno per commissione, provenienti prevalentemente
dall’ambiente fiorentino e scelti tra i più ricchi di esperienza ed accreditati. Il giudizio che
veniva loro richiesto, oltre che giovare all’autorevolezza formale delle commissioni stesse,
costituì per dieci anni una consulenza importante sia per l’aspetto tecnico sia in senso
generale di indirizzo, specie per le classi di Pianoforte, per il consolidamento dell’imposto
professionale.
Il commissario esterno partecipò anche ai pre-esami cui vennero sottoposti gli allievi
che avrebbero dovuto sostenere , da candidati esterni, esami di Stato presso conservatori
o istituti pareggiati; all’esito del pre-esame era subordinata la presentazione al relativo
esame , pena la sospensione o l’espulsione.
Con la crescita di esperienza e la maturazione del corpo docente, attestata fin dal 1962
dalla totalità delle promozioni degli allievi presentati ad esami di Stato e dal miglioramen-
to generale dei risultati degli esami interni, l’apporto dei commissari esterni non fu più
ritenuto indispensabile.76 Pertanto dall’anno scolastico 1964-65 le commissioni d’esame
divennero autonome.
ganizzazione Corsi 1953-54 e segg.’, Relazione del 30 luglio ’53, cit., e in APC, La biblioteca dell’Istituto
Musicale ‘P. Mascagni’, bozza dattiloscritta di relazione storica, senza autore, senza data, 5 p.
79 AIM, busta ‘Atti 1953-1977’, il presidente Ermanno Giunti al signor Carlo Gragnani, [Livorno] 7
settembre 1957.
26
Nel 1955 furono acquistati, sempre usati, un corno ed un fagotto di costruzione più
moderna.80 Con il trasferimento della sede il numero dei pianoforti a noleggio salì gra-
dualmente fino ad otto. Gli altri strumenti aumentarono di alcune unità.81 Il pianoforte
a coda utilizzato in occasione delle manifestazioni pubbliche annuali venne procurato
tramite noleggio temporaneo; dal 1962, però, fu fatta presente all’Amministrazione la
necessità di dotarsi stabilmente di uno strumento coda, sia pure di piccole dimensioni ed
usato, da utilizzarsi anche per le lezioni, soprattutto dei corsi superiori.82
Tutti gli strumenti in dotazione alla scuola (tranne pianoforti e il contrabbasso) ven-
nero dati in prestito gratuitamente agli allievi, in particolare a quelli dei primi anni, per
i quali, non essendo sempre certa la prosecuzione degli studi, l’acquisto in proprio dello
strumento dilazionabile.
27
28
2. Seconda fase: dall’inizio della gestione consortile al
pareggiamento ai Conservatori di Stato (1.I.’64 - 14.IX.’78)
l’argomento l’assessore Valdo Del Lucchese); ACoL, Consiglio Comunale, deliberazione 1961/n.189 del
28 aprile 1961 (introdusse l’argomento l’assessore Alvaro Ballantini).
88 GPA, ordinanza di rinvio in data 22 dicembre 1961. Le osservazioni che la precedettero sono riportate
ottobre 1961.
29
Seguì in data 12 settembre 1962 il decreto prefettizio che approvò definitivamente la co-
stituzione del Consorzio,90 che iniziò la sua attività il I gennaio 1964, all’indomani dello
scioglimento anticipato della Società a responsabilità limitata ‘Gestione scuole musicali’,
avvenuto il 31 dicembre 1963.
Con la costituzione del Consorzio le spese degli Enti consorziati per il funzionamen-
to della scuola passarono nei bilanci annuali dal capitolo ‘spese facoltative’ al capitolo
‘spese obbligatorie’. L’assunzione in via definitiva91 dell’onere da parte delle ammini-
strazioni locali sancì la trasformazione della scuola da attività privata ad ente pubblico,
giuridicamente oltre che didatticamente autonomo.
All’inizio della gestione consortile seguì da parte dell’Amministrazione il 25 luglio
1969 l’approvazione del regolamento organico. Nella stessa occasione fu adottato un
provvedimento che modificò la denominazione dell’ente da ‘Scuola’ in ‘Istituto’, onde
adeguarsi all’uso delle scuole musicali aspiranti al pareggiamento.92
Il regolamento organico, entrato in vigore con l’anno scolastico 1970-71, redatto dal
segretario amministrativo dottor Piero Freschi in collaborazione con il direttore e con la
consulenza dei docenti, incluse anche la prima pianta organica dell’ente: essa prevedeva,
tra personale docente, non docente ed amministrativo, 17 posti di ruolo. Ad essi si
aggiungevano inoltre quelli corrispondenti ad insegnamenti e cattedre da affidarsi per
incarico.
Negli anni immediatamente successivi si procedette al riassetto delle carriere e al
definitivo adeguamento ai livelli retributivi del personale dei conservatori statali.
Un nuovo regolamento organico fu approvato dall’Assemblea consortile in data 8
ottobre 1977: la nuova pianta organica in esso inclusa comprendeva, sempre tra personale
docente, non docente ed amministrativo, 42 posti di ruolo.93
Le due successive definizioni della pianta organica, l’adeguamento delle retribuzioni
e l’inquadramento del personale in servizio nei ruoli organici furono un adempimento
indispensabile anche in vista dell’imminente inoltro al Ministero della Pubblica Istruzione
della domanda di pareggiamento ai Conservatori di Stato.94
2.2 Sede95
Per i primi due anni della seconda fase i locali dell’edificio in condizione di essere
utilizzati furono i medesimi 21 della prima fase, 12 dei quali, come già detto, destinati
ad aule.
Nel settembre 1965 una prudenziale dichiarazione di inagibilità da parte dell’Ufficio
tecnico dell’Amministrazione provinciale, sopravvenuta in seguito a danneggiamenti pro-
vocati dal maltempo, colpì tutta la parte posteriore del primo piano, togliendo l’uso di
cinque aule, della scala principale e di un servizio. Per ovviare alle repentine condizioni
di ristrettezza furono adibiti ad aule anche la sala d’attesa e la direzione-presidenza, gli
unici due locali risultati adattabili a tale uso.
Il numero delle aule risultò perciò ridotto da dodici a nove.96
Ad arrecare ulteriore disagio, oltre la riduzione del numero, furono le reciproche in-
terferenze acustiche derivate dall’utilizzo continuativo di due aule adiacenti alla sala dei
concerti, fino ad allora evitato per non provocare i suddetti vicendevoli disturbi alle
lezioni e alle attività pubbliche pomeridiane.
Il restauro del settore retrostante del primo piano avvenne nella primavera del 1968.
Un anno dopo, nell’aprile 1969, dal ripristino di due stanze del secondo piano furono
ricavate una tredicesima ed una quattordicesima aula.
90 Decreto prefettizio in data 12 settembre 1962, 33238/Div., prefetto Di Giovanni.
91 Nello Statuto la durata del Consorzio è fissata in 29 anni, aumentabili tramite proroga.
92 ACM, Consiglio di amministrazione, deliberazione 1969/n. del 25 luglio 1969.
93 ivi, deliberazione 1977/n. dell’8 ottobre 1977.
94 V. capitolo 3.
95 Le notizie qui presentate sono dedotte da AIM, busta cit., relazioni finali del direttore al presidente,
diretti danneggiamenti.
30
Fu appunto durante l’anno scolastico 1968-69 che cominciò a dimostrarsi non dila-
zionabile un ripristino totale dell’edificio, includente anche i restauri esterni. Il motivo
delle sollecitazioni rivolte in merito a ciò all’Amministrazione era duplice: da un lato la
necessità di altre aule, dovuta all’aumento degli iscritti e all’istituzione di nuovi corsi; dal-
l’altro l’urgenza di fornire l’Istituto di una sede completamente funzionale quale requisito
fondamentale in vista dell’imminente richiesta di pareggiamento ai Conservatori.
I primi progetti di restauro generale risalgono al 1972. Nel frattempo, nel settembre
1971 avvenne il ripristino di altre tre stanze al secondo piano; con l’anno scolastico 1971-
72 il numero delle aule passò così da 14 a 17. Furono questi gli ultimi ampliamenti
attuabili a prescindere da lavori di restauro più radicali.
Tra il 1972 e il 1974 le proposte di soluzione al problema della sede si succedettero
numerose ed assai diverse nella loro natura.97
Nell’aprile 1974 l’Amministrazione provinciale deliberò infine il restauro conservativo
integrale dell’edificio. I lavori iniziarono alla fine delle lezioni dell’anno scolastico 1974-75
e si protrassero per circa due anni a causa dell’affiorare, fin dalle prime operazioni, di
elementi architettonici e decorativi risalenti alla originaria struttura seicentesca che vari
interventi ottocenteschi sui dettagli avevano completamente eclissato.
I nuovi rilevamenti, di indubbio interesse sia intrinseco sia relativo alla situazione
urbana locale,98 resero necessaria una revisione del progetto dei restauri. Essa comportò,
oltre il prolungarsi dei lavori, una quasi totale concentrazione degli interessi e delle energie
sulla ricostruzione, nei limiti del possibile, dell’aspetto originario dell’edificio. Se infatti
sotto il profilo artistico-monumentale il risultato dei restauri fu ottimo, non altrettanto
potè dirsi riguardo ad un fattore funzionale, fondamentale per una scuola di musica e
come tale oggetto di frequenti solleciti, durante il corso dei lavori, da parte dei dirigenti
dell’Istituto, quale quello dell’acustica ambientale.
L’alleggerimento delle intercapedini tra i piani e l’innalzamento dei soffitti avevano
provocato un forte aumento dei fenomeni di interferenza e riverberazione. Gli inconve-
nienti acustici furono immediatamente rilevati e segnalati al rientro nella sede restaurata,
avvenuto con l’anno scolastico 1977-78, ultimo della seconda fase, ma poterono essere
risolti, in buona parte ma non totalmente, soltanto dieci anni più tardi.99
Nei due anni scolastici 1975-76 e 1976-77, durante i quali avvennero i lavori di restauro,
l’Istituto ‘P. Mascagni’ trasferì provvisoriamente la sua attività in due sedi distinte: l’ex-
Caserma dei Carabinieri, in via Marradi, adiacente alla sede in restauro, ove furono
ospitati gli uffici, la maggior parte delle classi e i materiali della biblioteca; l’immobile
posto al n.127 di corso Amedeo, ex-scuola d’infanzia. Dal 1975-76 a causa della necessità
di recuperare altri spazi l’abitazione del bidello-custode non poté più avere collocazione
nei locali dell’edificio scolastico.
Poiché nessuna delle due sedi possedeva un ambiente atto ad ospitare manifestazioni
pubbliche, i saggi di studio furono tenuti per due anni in locali esterni. La soluzione
trovata, pur dettata dalla necessità e non agevole, rivelò a posteriori non pochi motivi
d’interesse, per i quali si rimanda ai paragrafi Imposto didattico e Attività extrascolastica.
Al rientro nella sede restaurata, avvenuto all’inizio del 1976-77, ultimo anno della
seconda fase, il numero totale dei locali ammontò a 27, così suddivisi: 19 aule, sala
dei concerti, due locali adibiti a biblioteca, cinque uffici. Ad essi si aggiungono l’atrio
di entrata, che i restauri hanno riportato alla struttura originaria di grande salone di
passaggio, e i servizi.
97 Gli indirizzi principali furono tre. Essi prevedevano rispettivamente:
1. il trasferimento totale in altra sede;
2. il restauro includente la demolizione e ricostruzione più razionale della parte posteriore dell’edificio,
aggiunta nell’ottocento con criteri ‘scenografici’ (vedi scalone e grande rostra vetrata);
3. il restauro conservativo di tutto l’immobile.
98 Come noto, sono pochissimi a Livorno gli edifici monumentali pre - ottocenteschi rimasti, e ridotti
a poche unità quelli nei quali la struttura originaria è ancora leggibile, come nel caso della villa in
argomento.
99 V. capitolo 3.
31
2.3 Personale
All’inizio della gestione consortile il personale direttivo e docente della scuola era
costituito da 16 insegnanti, incluso il direttore, per il quale fino all’anno scolastico 1976-
77 valse l’obbligo di docenza. Il personale in servizio era completato, come nella prima
fase, da un segretario-economo e da un bidello-custode.
Come già detto,100 l’approvazione della prima pianta organica avvenne il 25 luglio
1969, in una con quella del Regolamento organico e del cambiamento di denominazione
(da Scuola ad Istituto). Essa prevedeva 17 posti di ruolo, dei quali 12 per il personale
direttivo e docente, tre per il personale non docente e due per quello della segreteria
amministrativa.
Con l’entrata in vigore del regolamento organico, avvenuta con l’anno scolastico 1970-
71, nove delle dodici cattedre a ruolo furono assegnate per concorso interno ai rispet-
tivi docenti in carica, che le occupavano fin dalla loro istituzione. Le tre rimanenti,
unitamente ad altri sedici insegnamenti, furono affidate per incarico.
La nuova pianta organica, approvata l’8 ottobre 1977, comprendeva 42 posti di ruolo,
dei quali 31 per il personale direttivo e docente, nove per il personale non docente e due
per quello della segreteria amministrativa.
Durante questa seconda fase tutti i passaggi a ruolo del personale docente successivi
al già citato concorso interno avvennero in seguito all’applicazione delle leggi 1973/n.477
e 1978/n.463.101 Per quanto riguarda la scelta dei destinatari dei posti in organico, per
il personale non docente l’inserimento contrattuale nei ruoli degli Enti locali indirizzò
naturalmente l’Amministrazione verso il mezzo dei concorsi.
Per il personale docente, prima del pareggiamento l’equiparazione agli insegnanti
statali riguardò soltanto i livelli retributivi e non le modalità di scelta per le assunzioni.
Ciò permise di continuare, in accordo con gli enti consorziati, a procedere, come durante
la prima fase, pressoché ‘per chiamata’: le graduatorie formulate erano infatti il risultato
non di un concorso pubblico per titoli con precisi termini anche temporali2102 ma di
un sondaggio continuo, spesso preventivo, presso gli istituti pareggiati e i conservatori
limitrofi, nonché presso gli enti lirico-sinfonici, come l’orchestra del Teatro comunale di
Firenze.
Tale sondaggio permetteva di raggiungere direttamente giovani diplomati valenti e con
un fondato interesse per l’insegnamento che in quanto residenti nei confini della regione
offrissero anche una certa garanzia di continuità didattica.103 In questo senso va letto
anche il ricorso dell’Istituto a quelli tra i propri diplomati che già con il loro curriculum
di studi avessero dimostrato una vera e propria professionalità.
2.4 Corsi
Con l’anno scolastico 1963-64 il numero delle cattedre di Pianoforte principale passò
da tre a quattro con la conferma di uno dei docenti che erano stati assunti a loro tempo
in via sperimentale.104 Fino al 1966-67 a tale docente continuerà ad essere affidato anche
il corso di Pianoforte complementare.
Nello stesso ‘63-64 , a causa delle difficoltà già esposte nel primo capitolo, fu soppresso
il corso di Corno, con prospettiva di ripristino quando i tempi maturi avessero portato un
maggior numero di domande di ammissione e quindi anche una migliore selezione nelle
iscrizioni. Ciò avrebbe reso plausibile il mantenimento di un docente specifico. Ai rari
ed effimeri iscritti al corso di Corno l’insegnamento venne impartito, per i seguenti otto
anni scolastici, dal docente del corso di Tromba e trombone.
100 V. 2.1.
101 Nel 1973 l’assunzione del docente di Pianoforte complementare avvenne tramite concorso a posto di
ruolo.
102 AIM, Registri delle iscrizioni, Relazione del direttore al presidente per l’imposto dell’anno scolastico
32
In questo anno fu istituito inoltre il corso di Musica da camera e Quartetto d’archi,
affidato ad un docente specifico. Come già anticipato nel primo capitolo, non ebbe
invece luogo il corso di Esercitazioni orchestrali. Furono inoltre sospese per un anno le
Esercitazioni corali.
Nell’anno scolastico 1964-65 venne istituito il corso di Arpa. Cadde inoltre la necessità
di effettuare il corso di Materie letterarie, che fu soppresso.105 Da questo anno in poi
gli insegnamenti di Musica da camera e Quartetto furono affidati, quando effettuati, a
docenti di altri corsi.106
I mutamenti principali avvenuti negli anni scolastici tra il ’65-66 e il ’68-69 furono
dovuti all’istituzione di quattro nuove cattedre di Pianoforte.107
Nel 1969-70 furono istituite una seconda cattedra di Violino ed una nona cattedra
di Pianoforte. La sostituzione del titolare di Armonia complementare, al quale erano
affidate anche alcune ore di Teoria e solfeggio, venuto a mancare durante il precedente
anno scolastico, fu in parte risolta internamente col passaggio a tale cattedra del docente
già titolare di Teoria e solfeggio, a sua volta sostituito con l’assunzione di un nuovo
docente e l’affidamento di alcune ore residue al docente di Pianoforte complementare.
Nel 1971-72 furono istituite una terza cattedra di Violino ed una seconda di Solfeggio.
Fu inoltre definitivamente ripristinato il corso di Corno.
Nel 1972-73 fu istituito il corso di Viola108 e fu ripristinato il corso di Fagotto. In
previsione della sostituzione della cattedra di Pianoforte complementare - Solfeggio con
due distinte cattedre delle rispettive materie vennero inoltre aperte sperimentalmente
per un anno scolastico due cattedre aggiunte di Pianoforte complementare - Solfeggio ad
orario ridotto.
Con il seguente 1973-74 la sostituzione di cui sopra avvenne e portò all’istituzione di
una quarta cattedra di Teoria e solfeggio e di una cattedra di Pianoforte complementare
ad orario completo.109
Un altro corso istituito nel 1973-74 fu il corso straordinario di Esercitazioni bandi-
stiche: affidato al docente di Clarinetto, ad esso partecipavano gli allievi di tutti i corsi
di strumenti a fiato e qualche allievo di altri corsi, al quale erano affidati gli strumenti a
percussione.110
Negli ultimi quattro anni della seconda fase le variazioni da segnalare furono dovute
all’istituzione nel ’74-75 di una quarta cattedra di Violino e nel ‘75-76 di una seconda
cattedra di Flauto e di una seconda cattedra aggiunta, ad orario ridotto, di Tromba. Nel
‘77-78 le cattedre di Violino tornarono al numero di tre per la rinuncia all’insegnamento
da parte del direttore, dovuta a motivi di salute ed al crescente impegno richiesto dalla
direzione stessa.
Dal ’75-76 fino all‘81-82, ormai nella terza fase, il corso di Esercitazioni corali non
avrà effettuazione.
Alle soglie del pareggiamento ai Conservatori di Stato gli insegnamenti presenti presso
l’Istituto musicale ‘P. Mascagni’ erano i seguenti (i dati si riferiscono all’anno scolastico
1977-78):
Esercitazioni corali; nel ‘67-68 una sesta ed una settima; nel ‘68-69 un’ottava.
108 Più esattamente, ‘Viola con obbligo di Violino’. Conseguentemente cadde per la prima cattedra di
del corso anche ad allievi di strumenti a fiato, per i quali la legge non prevedeva purtroppo tale basilare
materia complementare.
110 Dal consenso cittadino che esso ricevette in occasione dei saggi annuali ebbe origine l’idea della
33
Corsi principali Corsi complementari
musicali avesse fatto seguito in tempi ragionevolmente brevi la ristrutturazione organica dell’educazione
ed istruzione musicale nazionale, la prima a tutt’oggi quasi inesistente, da inquadrare nella riforma
generale della scuola.
112 A tale incremento contribu, oltre l’istituzione dei nuovi corsi, l’apertura del corso di Teoria e solfeggio
a coloro che in seguito alla sempre più forte selezione non avevano trovato posto nelle classi di strumento.
113 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente,22 luglio 1971.
34
di pareggiamento ai conservatori occorreva affiancare al buon livello dei risultati altre
dimostrazioni di vitalità.114 Sempre a partire dal ‘66-67 anche i corsi di strumenti a
fiato, fino ad allora oscillanti nel numero degli iscritti, registrarono un deciso aumento
nelle domande di ammissione, al quale conseguirà, dopo qualche anno, il ripristino dei
corsi di Corno e di Fagotto. L’incremento delle iscrizioni apparve presto insostenibile:
Il nostro Istituto, infatti, non in grado di continuare a far fronte a simile ritmo
di incremento; potrebbe trovarsi in avvenire a non poter accogliere nemmeno
i più brillanti elementi messi in luce dagli esami di ammissione.115
114 “Tale affluenza, alla quale fu deciso di fare in qualche modo fronte, ha determinato la smisurata
dilatazione di alcune classi di strumenti a fiato (Flauto, Clarinetto, Tromba e Trombone) che sono venute
a trovarsi con oltre il doppio del normale organico.” AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al
presidente, 20 luglio 1972.
115 Ibidem.
116 V. anche 2.6.
117 V. 1.6; inoltre varie relazioni finali del direttore al presidente, in particolare quelle in data 20 luglio
35
63/64 64/65 65/66 66/67 67/68 68/69 69/70 70/71 71/72 72/73 73/74 74/75 75/76 76/77 77/78
Pianoforte 58 56 60 74 96 134 130 139 134 120 123 129 137 144 138
Violino 15 12 12 17 18 16 20 23 38 47 15 51 56 55 44
Viola – – – – – – – – – – – 1 1 1 7
VIoloncello 4 3 2 3 4 5 7 9 12 11 15 11 11 11 9
Contrabbasso 9 5 5 5 3 6 12 7 11 13 12 12 9 11 11
Arpa – 2 5 6 6 6 8 10 12 12 13 13 9 10 8
Flauto 4 3 6 9 10 10 8 14 22 23 22 22 27 30 28
36
Oboe 3 3 2 4 5 5 6 6 10 11 12 11 11 10 10
Clarinetto 4 8 6 8 8 12 18 14 19 18 17 20 20 22 21
Fagotto 1 2 – 1 1 – 2 2 4 8 10 9 10 9 7
Corno 2 – 1 3 – – – – 8 10 10 12 11 6 5
Tromba 6 4 5 6 10 13 15 13 17 14 15 13 11 10 13
Trombone 2 1 – – – – 1 2 4 4 6 7 5 6 7
TOTALI ANNUALI 131 117 119 170 212 285 307 317 391 416 422 456 423 446 423
Il numero degli allievi crebbe ancora leggermente nei seguenti 1972-73, anno di isti-
tuzione del corso di Viola,118 e 1973-74.
Con l’anno scolastico 1974-75 ed il suo totale di 456 iscritti l’Istituto toccò quello
che fino ad oggi stato il numero massimo di allievi. L’aumento complessivo di 34 iscritti
fu dovuto soprattutto all’istituzione della quarta cattedra di Violino e all’aumento degli
iscritti al Corso preparatorio ed al solo corso di Solfeggio.
Il calo del ‘75-76 ed il successivo recupero del ‘76-77 sono da attribuirsi alle oscillazioni
nel numero di iscritti al Corso preparatorio119 in quanto le variazioni numeriche degli altri
corsi si erano compensate tra loro.
Nel 1977-78, ultimo anno della seconda fase, tutti i corsi ad eccezione di quello di
Tromba e trombone subirono un leggero decremento a causa della necessità di adeguar-
si progressivamente, nell’imminenza del pareggiamento, ai limiti di legge previsti per il
carico delle singole cattedre. La forte diminuzione che risulta nel numero degli allie-
vi di Violino fu dovuta in parte al passaggio di alcuni alunni di Viola allo strumento
definitivo.120
Alla fine della seconda fase la distribuzione della popolazione scolastica rispetto
ai gruppi di cattedre di strumento ed al Corso preparatorio era la seguente (i dati si
riferiscono all’anno scolastico 1977-78):
/ legni ” 66 ” ” 18.9% \
Fiati 26%
\ ottoni ” 25 ” ” 7.1% /
iscritti del corso di Viola, di recente istituzione, risultano sotto la voce ‘Violino’ perché da tale strumento
solitamente i giovani aspiranti violisti iniziano lo studio, in attesa che lo sviluppo corporeo permetta loro
di applicarsi allo strumento prescelto senza rischio di sforzi tendinei eccessivi.
119 V. capitolo 1, nota 61.
120 V. nota 118.
121 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente, 20 ottobre 1961.
37
un numero di iscritti quanto pi alto possibile all’altro, tendenzialmente più selettivo, di
una preparazione eccellente che garantisse l’inserimento nella professione nel quadro di
un mercato che l’aumento della domanda stava rendendo meno onnivoro.122
È però da rilevare come durante questa fase l’idea della necessità di una selezione più
severa non vada mai disgiunta da solleciti per la realizzazione di quei corsi musicali non
professionali dei quali già nella fase precedente si auspicava l’istituzione. In questa pro-
spettiva globale l’istituto particolarmente nella fase in esame vide inquadrata la propria
azione specificamente professionalizzante.
Corsi del genere suddetto non poterono avere un’organica realizzazione;123 la pro-
spettiva globale, nella quale i valori formativo-pedagogico e ricreativo del fatto musicale
ebbero una considerazione sintetica, generò per fin dal 1966 iniziative extrascolastiche
varie di inserimento nel tessuto sociale e cittadino (incontri con le scuole, aggiornamento
per insegnanti di scuola materna, ricostituzione della banda cittadina), con un buon an-
ticipo sugli anni ’80, nei quali alcune di esse, purtroppo a livello non ancora istituzionale
e in uno spirito troppo spesso consumistico, avranno la più ampia diffusione.
Durante la seconda fase la riflessione sugli inconvenienti derivanti dalla doppia fre-
quenza scolastica, riguardante la maggioranza degli iscritti, si fece più articolata: se da
tempo non vi erano più dubbi sull’opportunità del completamento culturale cominciò però
a delinearsi più chiaramente la natura delle difficoltà di integrazione e di coordinamento
tra i due percorsi formativi.
A tali difficoltà si cercò di sopperire da un lato col rendere il più possibile precisi e
circostanziati i metodi di insegnamento, dall’altro con il cercar di ottenere da parte degli
allievi la massima concentrazione, soprattutto in fase di studio personale.124
Particolarmente difficoltosa risultò l’applicazione di questi provvedimenti didattici al
corso di Pianoforte: esso rimaneva caratterizzato dalla presenza di un altissimo numero
di iscritti che anche dopo anni di frequenza continuavano ad avere motivazioni allo studio
generiche e per obiettivo più la preparazione sommaria dei programmi d’esame che non
una vera formazione tecnico-musicale.125
Per integrare la preparazione degli allievi pianisti si cercò di arricchire il loro curricu-
lum di studi, nel quale i programmi di stato non prevedono alcuna disciplina di musica
d’insieme, attraverso la frequenza alle lezioni di Musica da camera e ad un corso di ‘Pra-
tica di accompagnamento al pianoforte’ al quale parteciparono tutti gli allievi pianisti
dei periodi medio e superiore. Tale corso, di durata trimestrale, si tenne durante gli anni
scolastici tra il 1974 e il 1977, ebbe come fine immediato la preparazione delle esecu-
zioni inserite nei saggi di studio e fu tenuto da tre fra i docenti dell’Istituto che della
collaborazione pianistica avevano maggiore esperienza.
Per il corso di Violoncello terminò con l’anno scolastico 1969-70 un periodo di sei
anni di precarietà didattica dovuta alle discontinuità di metodo e di presenza dei docenti,
durante il quale il numero degli iscritti fu piuttosto scarso poiché data la situazione non
si ritenne opportuno incoraggiare l’afflusso al corso. Per il corso di Contrabbasso, pur
con l’aumento del numero degli iscritti la situazione rimase analoga a quella della prima
fase.
Non ebbero in pratica effettuazione rispettivamente fino al 1971-72 e al 1972-73 i corsi
di Corno e Fagotto. La difficoltà di reperimento dei docenti e la scarsità e precarietà dei
frequentanti suggerirono per questi corsi, come già detto nel primo capitolo, l’affidamento
provvisorio a docenti di strumenti affini (Tromba e Oboe). I risultati furono necessaria-
mente mediocri.126 La ripresa dei corsi negli anni suddetti con il riaffidamento a docenti
soluzione istituzionale che si inquadrò nella sperimentazione su scala nazionale di nuovi modelli di scuola
media superiore fu costituita dall’inserimanto dell’indirizzo musicale tra i piani di studio del locale Liceo
sperimentale ‘F. Cecioni’.
125 V. nota 122.
126 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente, 20 luglio 1967.
38
specifici avvenne ‘a pieno regime’ sia per il buon numero di iscritti127 sia per gli ottimi
risultati didattici.
Particolarmente interessante fu in questa fase il lavoro effettuato nei diversi corsi di
musica d’insieme. Il corso di Quartetto, affidato come quello di Musica da camera ad
uno o più docenti di strumenti ad arco,128 ebbe a differenza di quest’ultimo continuità
di effettuazione.
Assai più regolare e proficuo che in passato il lavoro svolto dal corso di Esercitazioni
corali, che si interruppe con l’anno scolastico 1975-76 per difficoltà organizzative dovute
al particolare dislocamento delle lezioni durante i lavori di restauro alla sede. Durante la
seconda fase la media delle presenze al corso fu di 39 allievi.
Il corso straordinario di Esercitazioni bandistiche, istituito nel 1973-74 ed effettuato
fino al ‘77-78, obbligatorio per tutti gli allievi di strumenti a fiato, fu ideato per offrire
una possibilità di far musica d’insieme – sia pure diversamente intesa – anche ad allievi
dei primi anni di corso e a quanti altri non potevano essere inseriti nei corsi di musica
d’insieme consueti. Ad esso parteciparono, come già detto, anche alcuni allievi di altri
strumenti, che trovarono impiego nella sezione delle percussioni. Il corso cessò in seguito
alla ricostituzione della Banda cittadina.129
Grande sviluppo ebbe in questa fase il corso di Esercitazioni orchestrali: con il molti-
plicarsi e lo stabilizzarsi delle classi di strumenti ad arco ed a fiato l’orchestra del corso,
che raggiunse un organico massimo di 60 elementi, non ebbe più bisogno del completa-
mento e del sostegno dei docenti.130 Per tale caratteristica, unita al buon livello delle
esecuzioni, portate anche fuori dell’ambito scolastico attraverso un’attività esterna piut-
tosto intensa,131 l’orchestra degli allievi dell’Istituto ‘P. Mascagni’ fu per molti anni un
esempio unico tra tutti i conservatori e gli istituti pareggiati della nazione.
I saggi di studio ebbero fino al 1969-70 l’imposto e la sede già avuti durante la prima
fase. Dal 1970-71 i saggi di classe furono sostituiti da saggi con programmi misti che
prevedevano la compartecipazione di classi di strumenti diversi:
A partire dall’anno scolastico 1971-72 tutti gli allievi di Pianoforte di corso medio e
superiore furono coinvolti negli interventi di collaborazione pianistica. Nel ‘73-74 e ‘74-75
i saggi del corso di Esercitazioni orchestrali si svolsero nella Sala maggiore del Palazzo
Granducale, concesso dall’Amministrazione provinciale, e al Teatro Goldoni, non potendo
per ragioni di capienza essere più ospitati dal salone dell’Istituto.133 I saggi del corso
di Esercitazioni bandistiche si svolsero nell’ambiente esterno dei parchi pubblici di Villa
Fabbricotti e della Fortezza nuova.
Negli anni scolastici 1975-76 e 1976-77 il salone dei concerti dell’Istituto rimase ina-
gibile a causa dei lavori di restauro. Pertanto l’effettuazione dei saggi di studio dovette
avvenire altrove. La soluzione trovata, sia pur dettata da necessità e logisticamente diffi-
coltosa, fu particolarmente interessante: in ognuno dei due anni i saggi furono ‘decentrati’
127 Ad aumentare il numero degli iscritti a Fagotto si procedette nei primi anni dalla restituzione
della cattedra consigliando l’opzione verso tale strumento a quanti non trovavano posto in corsi già
sovraccarichi.
128 Soltanto durante l’anno scolastico 1963-64 essi furono affidati ad un docente specifico, unico per i
39
in cinque sedi diverse situate in quartieri della città assai distanti tra loro ed eterogenei.
Le osservazioni sul tipo di pubblico, accorso numerosissimo e soprattutto diverso da quel-
lo abituale, composto in prevalenza dai familiari degli allievi, suggerirono per il secondo
dei due anni di fornire alcuni indirizzi per l’ascolto: le esecuzioni furono raggruppate
in varie serie di programmi a carattere storico-monografico da presentarsi in blocco in
ognuna delle sedi decentrate. Ai programmi di sala furono allegate schede introduttive a
cura di gruppi di studio formati dagli allievi del corso di Storia ed estetica della musica.
Gli spazi che in questi due anni ospitarono i saggi di studio furono la sala delle conferenze
del quotidiano “Il Telegrafo”, il Circolo Lavoratori Portuali, la Casa del Popolo del rione
‘Shangai’ (ambedue gli anni), il Cinema Coteto, il Circolo A.R.C.I. ‘La Rosa’(ambedue
gli anni), la Sala maggiore della Provincia, il teatrino del Villaggio scolastico nel rione Co-
rea, il teatro-cinema dell’Istituto Salesiano. Ogni serie di programmi storico-monografici,
che comprendeva musiche ed esecutori diversi da sala a sala, includeva un programma di
musica barocca, uno di musica del periodo classico, uno dedicato all’Ottocento ed uno
di musica moderna e contemporanea al termine del quale era previsto un dibattito. I
saggi che si tennero presso il Villaggio scolastico, pomeridiani, inclusero tutti e soltanto
gli allievi dei corsi inferiori e furono riservati ad un pubblico formato dagli studenti delle
scuole dell’obbligo cittadine.134
Con gli stessi criteri adottati nella prima fase si svolsero i saggi finali, che nel 1964-65
spostarono la loro sede dall’auditorium della Casa della Cultura alla Sala maggiore della
Provincia. Dall’anno scolastico 1973-74 i saggi finali si spostarono al Teatro Quattro
Mori, concesso dalla Compagnia dei Lavoratori Portuali54 e quindi (‘77-78) al Teatro
Goldoni.
Dal 1975-76 l’aumento numerico degli allievi diplomandi suggerì di dedicare un intero
programma a loro esecuzioni solistiche. Il numero dei saggi finali negli ultimi tre anni
della seconda fase salì pertanto a tre.
Per quanto riguarda il gruppo 1., le prime esecuzioni da parte di allievi che si aggiun-
sero ai saggi di studio annuali previsti per legge furono i già citati concerti-saggio che si
tennero tra il 1959 e il 1961 in località della provincia di Livorno.136 Come già detto, essi
si configurarono come trapianti di saggi fuori dell’ambiente cittadino, attraverso i quali si
cercò di attuare, oltre il tirocinio di fronte ad un pubblico non familiare, anche una forma
di propaganda sul lavoro svolto nella scuola per procurare iscrizioni in particolare alle
classi di strumenti a fiato. I programmi, molto eterogenei, riflettono l’origine prettamente
scolastica di tali esecuzioni, che ebbero peraltro sempre molto seguito di pubblico.
Un’attività svincolata da finalità immediate e per così dire ‘interne’ può essere fatta
risalire al 1970. Da tale anno in poi le esecuzioni, a carattere meramente concertistico o
con funzione esemplificativa, come nelle serie di incontri con le scuole, si articolarono in
programmi coerenti, appositamente scelti e preparati.
134 AIM, documentazione relativa alle manifestazioni pubbliche scolastiche.
135 Per la documentazione completa sulle manifestazioni extrascolastiche v. prospetti e documentazione
compilati e raccolti a cura della Segreteria dell’Istituto.
136 V. 1.6 . Ad essi si deve aggiungere un concerto-saggio a beneficio della cassa scolastica tenuto nel
40
L’attività concertistica ebbe ed ha tuttora a protagonisti i migliori tra i complessi di
allievi formantisi di anno in anno in seno ai corsi; caratteristica di alcuni di essi, soprat-
tutto dell’orchestra, il ricambio all’interno dell’organico dovuto all’esodo dei diplomati e
all’ingresso dei principianti.
Negli anni tra il ‘70 e il ‘78 i complessi orchestrali dell’Istituto effettuarono 22 con-
certi, i più importanti dei quali furono quelli tenuti dalla formazione sinfonica nel corso
delle edizioni della Rassegna dei complessi dei conservatori e degli istituti pareggiati sotto
l’egida dell’Ente Provinciale per il Turismo – E.P.T. di Pisa (direttori C. Chiti, M. de
Bernart, L. Parigi), i quattro tenuti dal Giovane gruppo strumentale nella sua tournée
in Provenza del dicembre 1971 (direttore Chiti),137 il concerto celebrativo del 30o anni-
versario della morte di P. Mascagni, che vide riuniti l’orchestra e il coro di voci bianche
dell’Istituto e la Corale ‘Mascagni’ (direttore I. Polidori).
Nello stesso periodo furono effettuate serie di incontri con le scuole materne, medie
inferiori e medie superiori della città, che si svolsero di volta in volta nel salone dell’Isti-
tuto, nelle sedi delle scuole stesse o nel Teatro Quattro Mori. In essi furono impegnati
docenti ed allievi rispettivamente in qualità di illustratori ed esecutori degli esempi musi-
cali. Sono da ricordare in particolare le serie di “Musica viva” per le scuole medie inferiori
(1974 e 1975), in collaborazione con la Società Italiana Educazione Musicale (S.I.E.M),
imperniati sull’aspetto timbrico e su quello formale, seguiti ogni anno da circa cinquemila
studenti; nel 1974 si svolsero inoltre nelle scuole materne interventi di animazione ai quali
parteciparono i più giovani tra gli allievi dei primissimi anni dei corsi di strumento.
Negli anni seguenti della prima fase gli interventi nelle scuole cittadine non ebbe-
ro più tale organicità in quanto mancò un’adeguata collaborazione da parte degli enti
direttamente interessati.138
Durante la organizzazione delle attività extrascolastiche si dovette comunque tenere
presente il fatto che esse costituivano per gli allievi oltre che un interessante tirocinio
anche una notevole mole di lavoro in più:
È necessario, però, porre in evidenza ancora una volta che tutte queste ma-
nifestazioni [. . . ], sia quelle interne che quelle parascolastiche, si realizzano
dovendo superare non poche difficoltà per l’impegno di tempo che richiedo-
no specie a quegli alunni che, in un modo o nell’altro, più frequentemente si
trovano a parteciparvi. [. . . ] Ci contribuisce a determinare una certa perples-
sità per l’accoglimento delle richieste, che sarebbero numerose, di prestazioni
esterne.139
Riguardo alle iniziative del gruppo 2., va ricordato che nell’anno scolastico ‘62-63 la
allora Scuola ‘P. Mascagni’ su invito del Provveditore agli Studi divenne sede di una se-
zione dell’Associazione Giovanile Musicale (A.GI.MUS), l’attività della quale consistette
nell’organizzare concerti pomeridiani destinati ai giovani, che furono ospitati nella Sala
della Provincia, nell’aula magna del Liceo-Ginnasio ‘G.B. Niccolini-F.D. Guerrazzi’ e nel
salone della scuola stessa. La sezione si sciolse di fatto dopo pochi anni.
Nel 1966 su richiesta dell’Amministrazione comunale si tennero ad opera, gratuita, di
docenti della scuola serie di lezioni di aggiornamento musicale per gli assistenti delle scuole
materne. Non fu possibile, nonostante i buoni risultati e il parere favorevole dell’Asses-
sorato alla Pubblica Istruzione del Comune, trasformare queste lezioni straordinarie in
un corso speciale, come era stato suggerito dalla scuola stessa.140
Altra iniziativa importante sorta nell’ambito dell’Istituto e da esso direttamente so-
stenuta fu la ricostituzione della banda cittadina, avvenuta ufficialmente nel maggio
1977 ma ipotizzata ed avviata già al momento dell’istituzione del corso straordinario di
Esercitazioni bandistiche nell’anno scolastico 1973-74:
137 Esso era un’orchestra d’archi formata da 15 allievi, diretta dallo stesso docente di Esercitazio-
ni orchestrali, con la quale collaborarono come solisti i migliori tra i neo-diplomati (v. Appendice,
Avvicendamento dei docenti negli insegnamenti).
138 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente, 5 ottobre 1974.
139 V. nota 138.
140 AIM, busta cit., Relazione finale del direttore al presidente, 22 luglio 1966.
41
Quanto sopra141 ha dimostrato comunque, ed ampiamente, che l’aspirazione della
nostra città alla ricostituzione della sua banda è anche superiore a quanto ci si potesse
aspettare: si dovrà quindi impostare la formazione di una banda che, magari mode-
stamente, risponda già dall’inizio a tale aspettativa. [. . . ]. Un simile complesso, ben
organizzato e sufficientemente disponibile, dovrà anche essere affiancato e potenziato da
una scuola a carattere bandistico; il tutto in una propria sede, con propria autonomia,
ben distinte dall’Istituto Mascagni.142
Il corso fu affidato al maestro Mario Del Zoppo, titolare della cattedra di Clarinetto.
Il successo di pubblico e di stampa riscosso dal saggio annuale del corso incoraggi Istituto,
ex-musicanti ed autorità ad unire gli sforzi per rifondare una banda cittadina. Allo stesso
Del Zoppo, già ‘organista-maestro di banda’ titolare del comune di Castagneto Carducci,
fu affidato il compito del progetto e della sua realizzazione. Un anno dopo (maggio ‘75)
pur senza una costituzione ufficiale, un complesso di ‘media banda’, composto da 19
allievi del corso e 23 musicanti locali preparati dallo stesso docente, prestò servizio in
occasione delle ricorrenze stagionali. Il Comune fornì le divise e ci valse come primo
riconoscimento. Nel novembre ‘75 iniziarono le lezioni della scuola annessa, tenute prima
dal maestro e poi da allievi del ‘Mascagni’ e da musicanti esperti. Fino al luglio 1976
le prove della banda e le lezioni della scuola per allievi musicanti dovettero svolgersi,
utilizzando le ore notturne e quelle della domenica mattina, presso l’Istituto, che rimase il
punto di riferimento dell’iniziativa fino a quando questa poté procedere autonomamente.
Nel luglio 1976 la banda ebbe una sua sede, provvisoria. Lo statuto dell’Associazione
Banda della città di Livorno fu approvato il 6 maggio 1977. Nel novembre fu nominato
il Consiglio direttivo, includente anche un rappresentante del Consorzio ‘P. Mascagni’.
Effettuata la ricostituzione del complesso il maestro Del Zoppo, al quale si deve ‘in toto’ la
rinascita dell’istituzione, ritenendo esaurito il suo compito lasciò l’incarico di direttore.143
del primo Consiglio direttivo, e il professor Giorgio Lopardo, docente dell’Istituto. Fonti: Archivio
dell’Associazione, M. Del Zoppo, “Appunti relativi alla ricostituzione della Banda a Livorno[...]”, ms..
144 Nell’ambiente amatoriale, dal quale principalmente le donazioni provennero, la pratica degli
42
organo positivo Agati Tronci del tardo Settecento, già collocato nella cappella di S. Tobia
ai Lupi, destinato all’Istituto dall’Amministrazione comunale, che si trova tuttora nella
sala dei concerti.
43
44
3. Terza fase: dal pareggiamento ai Conservatori di Stato
(14.IX.’78) all’anno scolastico 1987-88.
3.2 Sede
In seguito ai lavori di restauro avvenuti tra l’estate 1975 e l’estate 1977 tutti i locali
dei quali la sede di via Marradi dispone sono stati resi agibili. L’alleggerimento del carico
realizzato attraverso la soppressione di intercapedini e l’abolizione dei controsoffitti allo
scopo di lasciare visibili le trabeazioni originali seicentesche che erano tornate alla luce
provocò il verificarsi di interferenze e riverberazioni acustiche che limitavano fortemente
le possibilità di utilizzo delle aule. I cambiamenti intervenuti nella sede durante la terza
fase non hanno riguardato pertanto il numero dei locali ma il miglioramento della loro
funzionalità. Le applicazioni in tempi successivi di porte e pannelli isolanti e di strutture
fonoassorbenti hanno risolto o almeno migliorato le condizioni acustiche di molti ambienti
dando l’avvio ad una definitiva eliminazione degli inconvenienti.
Durante l’anno scolastico 1987-88 sono stati inoltre effettuati interventi per l’adegua-
mento alle nuove norme in vigore per i locali pubblici che hanno dotato la sede di uscite
ed illuminazione di sicurezza.
Con l’istituzione di nuovi corsi e in particolare di quello di Strumenti a percussione,
per il quale è necessaria almeno un’aula di studio a costante disposizione degli allievi
del corso che in genere posseggono in proprio soltanto alcuni degli strumenti e accessori
necessari, che sono numerosissimi ed hanno costi assai elevati, il numero totale delle aule
sta tornando ad essere ristretto. In conseguenza a ciò il Corso straordinario per artisti
148 Componevano la commissione ministeriale il maestro Firmino Sifonia, direttore del Conservatorio
di musica ‘L. Cherubini’ di Firenze, il maestro Pietro Grossi, compositore e violoncellista e il maestro
Giovanni Cicconi, docente di pianoforte dello stesso ‘Cherubini’.
149 Decreto del Presidente della Repubblica, 14 novembre 1978 (registrato alla Corte dei Conti, add 29
45
di coro, l’unico tra tutti ad essere svincolato dagli orari delle materie collettive comuni
agli altri corsi in quanto ‘autosufficiente’, ha potuto avere di volta in volta effettuazione
o attraverso il prolungamento dell’orario di apertura dell’Istituto alle ore notturne o
attraverso il dislocamento in sede diversa.
Le lezioni di Educazione fisica si svolgono in una delle palestre scolastiche cittadine,
variabile di anno in anno a seconda delle disponibilità orarie.
2. modifica della pianta organica tramite sostituzione di posti già esistenti con altri
di nuova istituzione.
46
In seguito al pareggiamento ai Conservatori su indicazione del Ministero della Pubbli-
ca Istruzione il Corso preparatorio dovette essere abolito e non fu più possibile accettare
iscrizioni al solo corso di Teoria e Solfeggio in quanto, secondo la visione ministeriale,
tali corsi avrebbero potuto dar luogo in sede di esami di ammissione a discriminazioni in
favore di candidati che li avessero precedentemente frequentati.
A causa del ridimensionamento dell’organico delle classi, urgente da tempo per ragioni
didattiche e reso improcrastinabile dal pareggiamento, i corsi di Armonia complementare
e di Storia ed estetica della musica non poterono più essere contenuti nelle cattedre pre-
viste dalla pianta organica; il problema che per il già menzionato blocco delle assunzioni
il fatto veniva a costituire poté essere provvisoriamente risolto affidando alcune ore di
insegnamento delle materie a due insegnanti titolari di Teoria e Solfeggio (corso che aveva
invece subito un calo di frequentanti a causa delle soppressioni imposte dal Ministero) in
possesso di un curriculum di studi e di titoli professionali ad esse pertinenti.152
Dal 1978-79 ebbe effettuazione il corso di Musica d’insieme per strumenti a fiato, che
fu affidato fino al 1980-81 ad un docente specifico, assunto con contratto professionale.
Non essendo previsto a tale data l’inserimento in pianta organica di tale posto,153 dal
1982-83 le esercitazioni nell’ambito di tale disciplina vennero effettuate sotto le cure di
due docenti di strumenti appartenenti rispettivamente al gruppo degli ottoni e a quello
dei legni. Nello stesso ’78-79, essendosi ormai realizzata la ricostituzione della banda
cittadina e della relativa scuola, fu soppresso il corso di Esercitazioni bandistiche.
L’assunzione a partire dal 1981-82 di un insegnante specifico per il corso di Eserci-
tazioni corali rese possibile dallo stesso anno l’istituzione di un Corso straordinario per
artisti di coro, già ipotizzato molti anni avanti.154 Affidato per la parte pratica ap-
punto al docente di Esercitazioni corali, il corso, che non previsto dall’ordinamento dei
Conservatori ed ha durata triennale, tende a fornire una preparazione professionale in
vista dell’inserimento negli organici dei cori degli enti lirico-sinfonici, dei teatri e di altre
strutture di produzione. Al corso pratico, dedicato allo studio della tecnica vocale e
del repertorio corale polifonico, cameristico, sinfonico ed operistico, affiancato un corso
teorico, tenuto da un assistente,155 nel quale vengono esaminati l’aspetto grammaticale
e quello storico. Alla fine del triennio il superamento di un esame porta al rilascio di un
attestato di fine-corso.
Negli anni scolastici 1981-82 e 1982-83 il posto di insegnante di Storia ed estetica della
musica fu coperto tramite supplenza annuale. Pur essendo prevista per il docente anche
la mansione di bibliotecario, i dirigenti non ritennero opportuno affidare nei due anni di
mancanza di un titolare tale delicato incarico ai supplenti annuali. Conseguentemente in
tale biennio il funzionamento della biblioteca fu sospeso.
Alla fine dell’anno scolastico 1987-88, ultimo della terza fase, il personale in servizio
presso l’Istituto ‘P. Mascagni’ costituito dal direttore, 40 docenti (dei quali 26 di ruolo,
10 supplenti annuali156 e 4 assunti con contratto professionale) e 10 non docenti (tut-
ti di ruolo). Siede attualmente al posto di direttore, rimasto vacante dall’agosto 1980
fino all’inizio dell’anno scolastico 1985-86, il maestro Alessandro Specchi, pianista con-
certista, già docente di Conservatorio, direttore e consulente artistico in varie sedi. Gli
insegnamenti impartiti sono i seguenti:
152 Di fatto tale soluzione ancora in vigore. Una situazione analoga si verificata per il corso di Musica
d’insieme per strumenti a fiato (v.oltre) e si protrae dai tempi antecedenti il pareggiamento per il corso
di Quartetto: queste discipline, che costituiscono materia d’esame per i diplomandi, sono affidate per il
momento a docenti già in servizio per altre materie poiché adesse non corrisponde nella pianta organica
alcuna cattedra. Ciò è dovuto alla scelta di dare la preminenza, nell’ambito delle nuove assunzioni
possibili, all’istituzione di nuovi corsi principali.
153 V. nota precedente.
154 AIM, busta ’Organizzazione corsi 1953-54 e seguenti, Relazione finale del direttore al presidente, 22
luglio 1971.
155 L’assistente assunto tramite contratto professionale.
156 Sono coperti per supplenza i posti relativi alle cattedre di Musica corale e direzione di coro, Pianoforte
principale (una cattedra), Chitarra, Corno, Fagotto, Tromba e trombone, Strumenti a percussione,
Teoria, solfeggio e dettato musicale (una cattedra), Esercitazioni corali e il posto di accompagnatore al
pianoforte per la classe di Canto.
47
Corsi principali Corsi complementari
48
78/79 79/80 80/81 81/82 82/83 83/84 84/85 85/86 86/87 87/88
(n. 2 allievi)
Canto - - - 12 11 13 14 12 12 11
Chitarra - - - - - - 114 11 10 10
Violino 42 41 42 42 42 37 33 26 32 32
Viola 8 6 8 6 9 8 11 9 10 10
Violoncello 12 10 8 11 11 13 12 8 8 8
Contrabbasso 11 8 9 9 9 9 9 11 10 9
Arpa 11 10 11 13 10 10 10 9 6 4
49
Flauto 27 26 26 25 26 24 24 24 24 24
Oboe 11 12 10 10 12 13 12 10 11 11
Clarinetto 19 13 13 16 14 15 13 14 14 14
Fagotto 10 9 7 5 7 6 8 9 11 11
Corno 8 8 7 10 8 12 12 11 9 8
Tromba 14 15 15 15 149 18 22 18 20 18
Trombone 5 4 6 8 6 6 7 7 4 3
Strum. a percussione - - - - - - 12 12 10 9
Tabella 5: ISCRIZIONI (1978/79 – 1987/88) - *dal 1987-88 Musica corale e dir. di coro
TOTALI ANNUALI 324 281 270 357 401 363 367 334 334 316
Mus. corale/Composizione iscritti 8 pari al 2.5%
Canto ” 11 ” ” 3.5%
Archi ” 59 ” ” 18.7%
/ legni ” 60 ” ” 19% \
Fiati 28.2%
\ ottoni ” 29 ” ” 9.2% /
Come già detto, la prescrizione della soppressione del Corso preparatorio e della
frequenza al solo corso di Solfeggio tendeva ad evitare il rischio di discriminazioni tra
gli ammittendi. Se l’abolizione della frequenza al solo corso di Solfeggio non ha avuto
ripercussioni interne sul piano didattico,157 la soppressione del Corso preparatorio, dal
quale erano provenuti finché era stato effettuato la quasi totalità dei nuovi ammessi, con la
conseguente diretta immissione nei corsi pratici e teorici regolamentari ha creato difficoltà
e rallentamenti nell’inserimento a carico dei soggetti privi di conoscenze musicali; questo
fatto ha finito per privilegiare, rendendo di nuovo attuale un rischio già a suo tempo
considerato158 e ben più grave perché coinvolgente interessi “di mercato”, gli ammittendi
preparati da lezioni private.
Riguardo ai problemi della doppia frequenza scolastica, la riflessione su di essa, ma-
turata anche in ambienti scolastici esterni all’Istituto, approdata in questa fase alla spe-
rimentazione, analoga a quelle in corso già da tempo presso alcuni conservatori, di un
corso di istruzione media superiore ad indirizzo artistico-musicale, attuata tra il 1979-80
e il 1987-88 all’interno del Liceo sperimentale ‘F. Cecioni’. Su tale esperienza così si
esprimeva il presidente dell’Istituto professor Guido Torrigiani alla fine del quinquennio
amministrativo 1981-1985:
alla lettura dei testi musicali attraverso un corso organico non privato.
158 V. 1.5, Corsi.
50
Gli anzidetti obiettivi hanno la loro motivazione centrale nel ruolo e nella
dimensione culturale del musicista moderno, al quale non si chiede più solo
di essere un virtuoso, ma di essere un operatore culturale nel senso più alto e
completo del termine.159
Dall’anno scolastico 1981-82 ebbe di nuovo effettuazione il corso di Esercitazioni corali,
che da tale anno ebbe per la prima volta un docente specifico. Ad esso venne altresì
affidato il Corso straordinario per artisti di coro. Durante la terza fase il numero medio
dei frequentanti stato di 80 allievi.
È da sottolineare la continuità didattica avuta dal corso di Esercitazioni orchestrali,
affidato dal 1977-78 ad un medesimo insegnante, titolare fino al 1986-87 di una delle
cattedre di Teoria e solfeggio. La media dei frequentanti è stata di 50 allievi.
Per i primi due anni della terza fase i saggi di studio mantennero lo stesso imposto
e la stessa sede degli anni immediatamente precedenti. I programmi ebbero il carattere
monografico già sperimentato in occasione dei saggi ‘decentrati’ del ‘76-77,basandosi
ognuno su musiche di particolari autori o periodi. I saggi finali salirono nel primo anno
a quattro e nel secondo a sette a causa dell’aumento numerico dei diplomandi, ai quali
nel ‘79-80 furono dedicati quattro dei sette programmi. Come di consueto parteciparono
ai saggi finali l’orchestra e le formazioni d’insieme preparate durante i corsi di Musica
da camera e Musica d’insieme per strumenti a fiato; fu invece esclusa la partecipazione
dei migliori allievi degli anni di corso intermedi poiché sempre più difficile era operare
una selezione a causa della crescita di numero degli elementi meritevoli, specie nel settore
degli strumenti a fiato. In questi primi due anni le sedi dei saggi finali furono il Teatro
Goldoni, il Cinema-Teatro La Gran Guardia e la sala dei concerti dell’Istituto.
Ai primi due anni seguì un periodo di cinque anni scolastici, compresi tra il 1980-81
e il 1984-85, durante i quali un’osmosi di caratteri e funzioni, solo in parte voluta, rese
meno netta la distinzione di fatto tra i due tipi di saggi, che prevedeva per i saggi di
studio la funzione di verifica pubblica del lavoro annuale delle classi e per i saggi finali
la presentazione ad un pubblico più vasto ed eterogeneo di esecuzioni selezionate ca-
ratterizzate da un più alto grado di compiutezza. Nei saggi finali furono infatti inclusi
anche interi saggi di classe, quali quelli dei corsi di Canto e di Composizione, seguendo
un criterio non intrinseco al fatto musicale ma legato ad una visione ‘esterna’ delle disci-
pline, privilegiante fattori quali la maggiore popolarità (Canto) e intenti di propaganda
(Composizione). Sempre dai saggi finali furono invece escluse le esecuzioni individuali
dei diplomandi, che rientrarono a far parte dei saggi di studio.
Anche riguardo alla sede, i saggi di studio, pur continuando a svolgersi prevalente-
mente nella sala dell’Istituto, furono pi volte ospitati nelle stesse sedi delle manifesta-
zioni finali, che in questo periodo ebbero luogo al Teatro Goldoni e nel suo ridotto, la
‘Goldonetta’, al Teatro Quattro Mori e inoltre nella chiesa del Sacro Cuore dei Salesiani.
A tale quinquennio, segnato dalla mancanza di un direttore titolare, ha fatto seguito
con l’anno scolastico 1985-86 una ristrutturazione generale delle manifestazioni scolasti-
che pubbliche, basata sulla loro doppia funzione nei confronti del lavoro didattico e del
pubblico. Due gli obiettivi principali: aumentare per tutti gli allievi la possibilità di
verifiche in pubblico dello studio fatto; offrire agli allievi già vicini al professionismo, non
necessariamente appartenenti ad anni di corso avanzati, occasioni che
oltre allo scopo di produrre pubblicamente i risultati dell’attività didattica dei
vari insegnamenti, si propongano anche come fasi intermedie di un processo
che tende a collegare, senza sussulti o traumi, la classe alla sala da concerto
o, comunque, al momento professionale.160
Alla precedente tipologia bipartita delle manifestazioni pubbliche scolastiche è stata
sostituita una tripartizione che prevede:
159 Istituto musicale ‘P. Mascagni’ [Guido Torrigiani], Il quinquennio 1981-1985. Relazione
dell’Assemblea Consortile, Livorno, Stamperia comunale, 1986.
160 Istituto musicale ‘P. Mascagni’, Saggi e concerti finali. Anno scolastico 1985-86, Livorno, Stamperia
comunale [aprile 1986], contenente i programmi delle manifestazioni pubbliche scolastiche. La citazione
tolta dalla presentazione a cura del direttore, maestro Alessandro Specchi.
51
1. esercitazioni di classe: si svolgono nel periodo dicembre-marzo, pomeridiane, nella
sala dell’Istituto; ad esse partecipano tutti gli allievi ed i gruppi, anche più volte,
con quei brani per i quali al momento utile una verifica pubblica, compresi studi,
esercizi e altri testi appartenenti alla letteratura prettamente didattica. La loro
funzione esclusivamente interna, con forte affinità di natura tra il pubblico, forma-
to di allievi e docenti, e gli esecutori, e un’agilità organizzativa che non prevede
diffusione preventiva di programmi.
2. saggi : i più vicini alla funzione ‘istituzionale’ prevista per legge, si svolgono nel
periodo aprile-maggio, serali, nella sala dell’Istituto e sono destinati a quegli allievi
e a quei gruppi da camera che in brani del loro programma di lavoro annuale
abbiano raggiunto una preparazione solida, tale da costituire al momento un punto
di riferimento per loro stessi e per il pubblico, esterno, anche se di fatto formato in
prevalenza di amici e familiari.
3. concerti finali : si svolgono in teatri, sale e chiese cittadine, con programmi a ca-
rattere monografico dedicati ad autori, forme, epoche ecc. Vi partecipano, oltre
le classi di Esercitazioni Orchestrali,di Esercitazioni corali e del Corso per artisti
di coro, allievi prevalentemente dei corsi superiori e gruppi da camera con una
preparazione ormai quasi professionale.
52
dell’Istituto stata chiamata a partecipare, sotto la direzione del docente del corso, alla
Festa Musicale Stiana (Stia, Arezzo - estate ‘87).161
Sempre nel quadro delle iniziative del primo gruppo si sono svolti ad opera degli allievi
36 incontri con le scuole del Comune e della Provincia di Livorno, 23 ad opera di gruppi
cameristici e 13 con la partecipazione dell’orchestra.
Le attività extrascolastiche del secondo gruppo si sono articolate in cicli di conferen-
ze, seminari, master classes, organizzazione di concerti, ai quali si deve aggiungere un
convegno di studi, primo risultato dell’attività di ricerca facente capo alla biblioteca.162
Tra le conferenze organizzate ed ospitate dall’Istituto si ricordano nel 1979 una serie
di incontri con compositori contemporanei con la partecipazione di Franco Donatoni,
Armando Gentilucci, Gaetano Giani-Luporini, Pietro Grossi, Arrigo Benvenuti; gli in-
contri “Il Fortepiano” (1986, lezione-concerto di Stanley Hoogland), “Tipologia dei teatri
d’opera e melodramma nel XVII secolo” (1986, Paolo Fabbri), “Analisi della vocalità fem-
minile attraverso l’arte di Maria Callas” (1987, Elio Battaglia), “Storia, metodi e tecniche
dell’Etnomusicologia” (1984, Pietro Sassu). Hanno partecipato con conferenze e lezioni
concerto, inoltre, Sergio Martinotti, Aldo Nicastro, Cesare Orselli, Mario Delli Ponti,
Paolo Cerasoli, Luigi Donorà, Ilio Barontini, Albarosa Lenzi, Giuseppe Rossi, Leonardo
Pinzauti.
I principali seminari, indirizzati prevalentemente agli allievi dell’Istituto, sono stati
tenuti da Hans Pizka e Domenico Ceccarossi su “Il Corno” (1982), da Bruno Canino su
“Nuovi modi di scrittura e nuove azioni pianistiche nella musica contemporanea” (1986),
da Edoardo Farina su “La prassi del Basso continuo nell’accompagnamento al clavicem-
balo e al pianoforte” (1987); particolarmente importante il Laboratorio di composizione
musicale, biennale, tenuto da Pietro Luigi Zangelmi (1986-1988, 23 lezioni).
La sala dell’Istituto ha inoltre ospitato concerti d’organo (1979-80) ed ospita tuttora
concerti-lezione dell’Università della Terza Età (UNI TRE), nei quali allievi e docenti
appaiono spesso in veste di esecutori. Continuativa e intensa la collaborazione con l’As-
sociazione ‘Aulos - Accademia Italiana dei Legni’, che ha sede in Livorno ed organizza
corsi ed attività di studio in campo tecnico-strumentale, organologico e storico.
Nei primi anni ‘80 l’Istituto ha inoltre fornito la sua collaborazione ai comuni della
Provincia per le stagioni concertistiche locali e per il reperimento di insegnanti per le na-
scenti scuole di musica, l’importanza delle quali alla luce del vuoto istituzionale in fatto di
formazione musicale di base è già stata sottolineata precedentemente.163 In questo stes-
so campo ha avuto purtroppo breve vita l’iniziativa dell’Istituto e dell’Amministrazione
comunale di Livorno di una serie di scuole di musica appoggiate alle 10 circoscrizioni
cittadine, terminata per scarsità di coordinatori disponibili e capaci di un lavoro orga-
nizzativo reso improbo dalla inevitabile inadeguatezza delle strutture ospitanti e dalle
difficoltà di formalizzazione giuridica dei finanziamenti.164
Per quanto riguarda i rapporti con altre istituzioni operanti nel settore musicale,
l’Istituto ‘P. Mascagni’ ha un suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione e nel
Comitato esecutivo della Fondazione Orchestra Regionale Toscana (ORT). Il direttore
dell’Istituto partecipa inoltre alla Commissione artistica della stessa ORT.
Dal 1980-81 l’Istituto affiancato al Comune, alla Provincia e alla Regione nella pro-
grammazione e nella gestione della stagione concertistica cittadina, alla quale ha for-
nito l’idea e la persona di un direttore artistico, Alessandro Specchi, attuale direttore
dell’Istituto stesso.
Come già detto nel secondo capitolo, l’Amministrazione consortile ha un suo rappre-
sentante anche nel consiglio della banda cittadina.
161 Il 24 luglio 1981 e il 19 marzo 1982 l’orchestra ha suonato in presenza rispettivamente del presidente
della Repubblica Sandro Pertini e del pontefice Giovanni Paolo II in occasione delle loro visite alla città
di Livorno.
162 V. 3.6.
163 V. capitolo I, nota 53.
164 La serie di scuole di musica, gestite dall’Istituto anche se indirettamente, costituiva anche un luogo
di tirocinio didattico ‘guidato’ per i neo-diplomati, che si trovano di solito ad affrontare l’insegnamento in
condizioni di impreparazione, giacché in musica, come del resto in ogni altro campo, la scuola italiana non
insegna ad insegnare e il tirocinio didattico avviene, quando avviene, in maniera casuale e improvvisata.
53
3.6 Biblioteca - Parco strumenti
Durante gli anni scolastici 1981-82 e 1982-83 l’attività della biblioteca fu sospesa in
seguito al pensionamento per raggiunti limiti di età della professoressa Anna Puccianti,
titolare della cattedra di Storia ed estetica della musica e dal 1964 bibliotecaria. L’attività
riprese all’inizio dell’anno scolastico 1983-84 con l’entrata in servizio del nuovo titolare,
professor Federico Marri, vincitore del concorso relativo alla cattedra suddetta, alla quale
a tutt’oggi associata la mansione di bibliotecario.
A partire dall’anno scolastico ‘83-84 la biblioteca è stata oggetto di un reimposto
generale e radicale volto a riordinare, potenziare e promuovere le attività di gestione,
organizzazione e ricerca che ad una biblioteca musicale possono riferirsi. Nel campo della
gestione stata intrapresa una nuova schedatura in vista dell’inserimento della biblioteca
dell’Istituto nel Sistema Bibliotecario Provinciale facente capo alla Biblioteca Labroni-
ca,165 nel quadro del quale essa assumerà compiti di biblioteca specializzata. La necessità
di uniformare i criteri catalografici ha indirizzato la scelta verso il sistema di classificazio-
ne Dewey. In vista dell’automazione stato inoltre elaborato un progetto di scheda per la
musica a stampa.166 Parallelamente al lavoro di schedatura, iniziato dal materiale biblio-
grafico, si è proceduto agli scarichi e alla formulazione di un piano di acquisti mirante a
integrare la dotazione della biblioteca, come già detto accumulatasi ‘casualmente’, anche
se a volte con acquisizioni di valore, del materiale musicale e bibliografico di base (opere
di consultazione, testi musicali fondamentali per ragioni storiche o didattiche ecc.).
Nonostante la limitatezza dei finanziamenti è da registrare il regolare aumento del
materiale bibliografico, tenuto aggiornato con l’acquisto delle più importanti nuove pub-
blicazioni italiane e attraverso l’abbonamento ai principali periodici musicali nazionali
(per un totale di 51 testate in corso, alle quali si aggiungono 45 testate che hanno cessato
la pubblicazione).
Dal gennaio 1988 la biblioteca è dotata di computer. Al bibliotecario è stato af-
fiancato con funzioni di aiuto-bibliotecario un dipendente facente parte del personale
amministrativo.
Altro aspetto importante del reimposto del quale la biblioteca stata oggetto l’avvio
di un lavoro di ricerca, archiviazione e studio di materiale documentario e bibliografico
relativo alla storia musicale di Livorno. L’iniziativa si inquadra nel progetto di un Centro
di studi annesso alla biblioteca, attualmente in attesa di concreta considerazione da
parte degli Enti. Nell’ambito di esso, in collaborazione con la Biblioteca Labronica e
con l’Associazione Toscana per la ricerca della fonti musicali (A.T.Mus) stata intrapresa
la schedatura della collezione di libretti d’opera della Labronica stessa, in buona parte
riferentisi a rappresentazioni locali sette-ottocentesche e quindi fonte importante per la
ricostruzione dell’attività dei teatri livornesi. Ha arricchito il futuro archivio storico la
donazione da parte del preposto del Capitolo della Cattedrale dei manoscritti musicali
superstiti della cappella del duomo di Livorno.
Tra le attività collaterali finora realizzate da ricordare il convegno di studi sulla figura
e l’opera di Ranieri de’ Calzabigi (in occasione del bicentenario gluckiano), svoltosi nel
1987 sotto la residenza di Carolyn Gianturco con interventi di Paolo Gallarati, Guido
Paduano, Gabriella Ravenni Biagi, Anna Laura Bellina, Bruno Brizi, Susanna Corrieri,
Enrico Masini.
Va ricordato che tra le biblioteche di istituti musicali pareggiati quella dell’Istituto
‘P. Mascagni’ attualmente è l’unica a promuovere attività di ricerca.167
Per quanto riguarda il parco strumenti, altre acquisizioni hanno aumentato durante
la terza fase la sua consistenza numerica, che nell’anno scolastico 1985-86 constava di
165 Alla Biblioteca Labronica di Livorno è stato affidato dal Ministero dei Beni culturali il compito della
sperimentazione del Sistema Bibliotecario Nazionale, nell’ambito della quale il Sistema Bibliotecario
Provinciale si colloca.
166 Per un esame del progetto, che per la sua novità ha interessato alcuni bibliotecari di Conservatorio,
cfr. Federico Marri, “Progetto di scheda automatizzata per la musica a stampa”, Bequadro, anno VII,
numero 27/28, luglio-dicembre 1987, p. 46/51.
167 V. AAVV, “Atti del I Convegno nazionale degli Istituti musicali pareggiati [Modena, 19/20 marzo
54
123 unità. Tra le acquisizioni più importanti del periodo sono da ricordare il dono da
parte della Compagnia Lavoratori Portuali di un pianoforte a gran coda Estonia168 e
la dotazione di strumenti e accessori del corso di strumenti a percussione, di recente
istituzione.
3.7 Conclusione
La storia dell’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’ appare caratterizzata da
due fattori: il primo, che riconduce alla genesi ed ai primi anni di vita dell’istituzione,
rappresentato dalla precocità della scelta, già operata in fase di progettazione, di dare ai
corsi un indirizzo professionale, unita all’auspicio costante di riuscire in altro ambito ad
allargare l’esperienza diretta della musica a quanti pi soggetti possibile in funzione sia
della diffusione di conoscenze sia del ‘filtraggio’ delle scelte; il secondo consiste nell’aver
mantenuto una visione realistica, non astrattamente accademica, delle scelte da farsi e dei
risultati ottenibili in quanto aderente alla situazione locale. In questa visione gli esempi
esterni di organizzazione didattica, spesso provenienti da nazioni nelle quali l’educazione
musicale ha ben altra considerazione, non costituiscono distantissimi modelli ma aiutano
a capire, nel bene e nel meno bene, la propria specificità. Lo stato di precarietà economica
nel quale versano gli Enti locali, diretti finanziatori degli istituti musicali pareggiati,
ha fatto sì che sempre più spesso negli ultimi anni, a Livorno come nelle sedi di altri
istituti, venissero formulate ipotesi di statizzazione.169 Il giudizio espresso su di esse
dagli operatori stato di volta in volta positivo o negativo a seconda che si sia posto
l’accento sui vantaggi finanziari e normativi o sul rischio di un coinvolgimento nello
sviluppo caotico e indiscriminato che ha caratterizzato i conservatori statali negli ultimi
venticinque anni, trasformati da scuole ‘artigianali’ carenti ma ben definite in organismi
spesso informi e abbandonati a se stessi da gestioni burocratizzate. Non è però l’opzione
per una delle due condizioni, istituto pareggiato o conservatorio, che può risolvere la
situazione, difficile per ambedue i tipi di scuola per motivi solo in parte diversi, bensì
l’insistere per l’approvazione di un progetto di riforma dell’istruzione musicale e della
scuola in genere che faccia finalmente uscire le istituzioni specifiche dalla precarietà e
dall’inerzia, all’interno del quale ‘scuole di musica’, ‘licei musicali’ e ‘scuole superiori di
musica’ abbiano una razionale distribuzione nel territorio ma anche e soprattutto una
precisa definizione di funzioni.170
168 Il dono fu dedicato alla memoria di Cesare Chiti, direttore dell’Istituto, da poco scomparso.
169 Per statizzazione s’intende la trasformazione di un istituto musicale pareggiato in conservatorio di
Stato.
170 V. nota 167. In campo musicale la riforma dell’istruzione appare inoltre come la prima condizione
per affrontare i mutamenti che conseguiranno all’‘apertura delle frontiere’ del 1992 in situazione di parità
nei confronti delle altre nazioni europee.
55
56
Appendice: Prospetti e tavole.
PRESIDENTI
Collaboratori
” Luciano FRESCHI
57
COMPONENTI IL CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE
BADALONI Nicola
BALLANTINI Alvaro
CHITI Cesare
FREDUCCI Aurelio
GINOCCHI Giorgio
MEINI Sergio
ORLANDINI Renato
ROMANI Agostino
58
1976 -1980 1981 -1985
TORRIGIANI Guido
dal 1986
CANNIZZARO Plinio
FERRARI Luciano
KUTUFÀ Lionello
MARTIGLI Walter
MORELLI Ruggero
NERI Piero
TORRIGIANI Guido
DIRETTORI
59
DIRETTORI f.f.
BIBLIOTECARI
AIUTO-BIBLIOTECARI
Stefano BONARELLI
SEGRETARI - ECONOMI
APPLICATI DATTILOGRAFI
Bruno MARABOTTI
Simonetta DANESI
Stefano BONARELLI
Graziella BERNARDI
60
PERSONALE AUSILIARIO
Nello ROSI
Giuseppe VERNASSA
Nadia DONATI
Viviano MONDOLFI
Oreste SERRINI
61
Quartetto ” ”
62
CIPRIANO Francesco Pianoforte 1970-71 ------>
63
FRANCONI Paola T. e solfeggio 1983-84
64
NICOLI Andrea Composizione (c.i.) 1981-82
65
TACCHI Andrea Violino 1975-76
Musica da camera ” ”
NOSIGLIA Sonia ” ” / ” ”
66
Tabella 7: AVVICENDAMENTO DEI DOCENTI NEGLI INSEGNAMENTI
67
52/53 53/54 54/55 55/56 56/57 57/58 58/59 59/60 60/61 61/62 62/63 64/65 65/66 66/67 67/68 68/69
Composizione*
(per. inferiore)
Canto
Pianoforte 38 37 33 37 39 61 56 52 46 55 65 56 60 74 96 134
Chitarra
Violino 14 18 14 16 19 20 20 16 16 15 16 12 12 17 18 16
Viola - - - - - - - - 1 1 1 - - - - -
Violoncello 1 2 3 2 5 7 7 6 4 5 4 3 2 3 4 5
Contrabbasso 3 6 4 2 1 3 5 3 4 7 10 5 5 5 3 6
Arpa - - - - - - - - - - - 2 5 6 6 6
68
Flauto - - - - - 1 2 2 4 4 5 3 5 9 10 10
Oboe - - - - - 2 2 4 4 4 2 3 2 4 5 5
Clarinetto - - 2 6 4 6 7 6 13 9 9 8 6 8 8 12
Fagotto 2 2 3 3 2 3 3 1 1 2 1 2 - 1 1 -
Corno - 2 4 3 2 3 5 4 4 3 4 - 1 3 - -
Tromba - 4 6 7 5 9 9 9 7 6 7 4 5 6 10 13
Strum. a percussione
Corso preparatorio - 11 14 15 28 16 23 20 26 14 18 16 14 26 42 57
Corso straordinrio
per artisti di coro
58 83 85 94 106 133 141 127 134 128 148 117 119 170 212 285
69/70 70/71 71/72 72/73 73/74 74/75 75/76 76/77 77/78 78/79 79/80 80/81 81/82 82/83 83/84 84/85 85/86 86/87 87/88
Composizione* 12 14 13 8 8 6+2
(per. inferiore)
Canto 12 11 13 14 12 12 11
Pianoforte 130 139 134 120 123 129 137 144 138 128 119 108 117 121 112 106 95 96 90
11 11 10 10
Chitarra
Violino 20 23 28 47 45 51 56 55 44 42 41 42 42 42 37 33 26 23 23
Viola - - - - - 1 1 1 7 8 6 8 6 9 8 11 9 10 10
Violoncello 7 9 12 11 15 11 11 11 9 12 10 8 11 11 13 12 8 8 8
Contrabbasso 12 7 11 13 12 12 9 11 11 11 8 9 9 9 9 9 11 10 9
69
Arpa 8 10 12 12 13 13 9 10 8 11 10 11 13 10 10 10 9 6 4
Flauto 8 14 22 23 22 22 27 30 28 27 26 26 25 26 24 24 24 24 24
Oboe 6 6 10 11 12 11 11 10 10 11 12 10 10 12 13 12 10 11 11
Clarinetto 18 14 19 18 17 20 20 22 21 19 13 13 16 14 15 163 14 14 14
Fagotto 2 2 4 8 10 9 10 9 7 10 9 7 5 7 6 8 9 11 11
Corno - - 8 10 10 12 11 6 5 8 8 7 10 8 12 12 11 9 8
Tromba 15 13 17 14 15 13 11 10 13 14 15 15 15 19 18 22 18 20 18
Trfombone 1 2 4 4 6 7 5 6 7 5 4 6 8 6 6 7 7 4 3
Strum. a percussione 12 12 10 9
Corso preparatorio 52 36 51 57 47 60 25 47 42
Corso straordinrio 58 84 53 38 40 39 36
per artisti di coro
307 317 391 416 422 456 423 446 423 324 281 170 357 401 363 367 334 334 316
corso allievi allievi pari al
usciti diplomati
CANTO 22 3 ” ” 13,6%
PIANOFORTE 548 99 ” ” 18,0%
VIOLINO 131 30 ” ” 22,9%
VIOLA 16 7 ” ” 43,8%
VIOLONCELLO 61 6 ” ” 9,9%
CONTRABBASSO 78 8 ” ” 10,3%
ARPA 52 3 ” ” 5,8%
FLAUTO 101 24 ” ” 23,8%
OBOE 49 11 ” ” 22,4%
CLARINETTO 82 22 ” ” 26,9%
FAGOTTO 38 7 ” ” 18,4%
CORNO 37 11 ” ” 29,7%
TROMBA 83 14 ” ” 16,9%
TROMBONE 21 8 ” ” 38,0%
I dati si riferiscono all’intero periodo 1953-1988. Il totale degli allievi usciti risulta
dalla somma di diplomati, dimessi e rinunciatari. Sono esclusi dall’indagine i corsi di Mu-
sica corale e direzione di coro, Chitarra e Strumenti a percussione, di recente istituzione,
che non hanno ancora prodotto alcun diplomato.
a) allievi (1956-1988)
70
BACCHELLI Rita Violino 1973 (Firenze)
71
CARLI Maria Franca Flauto 1985
72
CRESTACCI Giacomo Oboe 1985
73
FEDERIGHI Carlo Tromba 1976 (Firenze)
74
GIOVANNINI Enrico Violino 1979
75
MARCHESI Francesca Flauto 1979
76
PARRINI Claudio Fagotto 1980
77
RIZZELLI Stefano Viola 1986
78
SORRENTINO Mario Trombone 1963 (Lucca)
79
b) privatisti (1979-1988)
80
COMPAGNIN Enrico Fagotto 1988
81
GIULIANI Sabrina Viola 1988
82
NAVARRA Anna Maria Pianoforte 1985
83
STIAVELLI Riccardo Tromba 1986
84
Bibliografia
a) Documenti d’archivio
Archivio dell’Associazione Banda della città di Livorno, documenti relativi alla ricosti-
tuzione del complesso.
Archivio Del Zoppo, Mario, Appunti relativi alla ricostituzione della Banda a Livor-
no [ottobre 1973 - maggio 1979].
Archivio del Consorzio provinciale per l’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’, Sta-
tuto del Consorzio.
Archivio del Consorzio provinciale per l’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’, Rac-
colta delle delibere.
Archivio del Consorzio provinciale per l’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’, Re-
golamento dell’Istituto.
Archivio del Consorzio provinciale per l’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’, Isti-
tuto musicale ‘P. Mascagni’. Relazione sulla nascita, lo sviluppo e le prospettive, s.l.,
s.t., aprile 1978 [allegato della domanda di pareggiamento dell’Istituto].
Archivio del Consorzio provinciale per l’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’, Re-
lazioni dell’assemblea agli Enti Consorziati a conclusione dei quinquenni amministrativi
1976/1980 e 1981/1985.
Archivio dell’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’. Elenco e raccolta dei programmi
e dei manifesti relativi all’attività extra-scolastica.
Archivio dell’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’. Raccolta dei programmi dei
saggi e delle manifestazioni pubbliche scolastiche.
Archivio dell’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’. Registri generali delle iscrizioni.
Archivio dell’Istituto musicale pareggiato ‘P. Mascagni’. Registro generale dei diplo-
mati e dei diplomi e certificati sostitutivi rilasciati.
85
Archivio privato Chiti, appunti manoscritti e dattiloscritti relativi alla genesi della Scuola
‘P. Mascagni’, alla ricostituzione dell’Orchestra Labronica e alla storia della biblioteca
dell’Istituto.
b) Leggi e decreti
Repubblica Italiana, Decreto del Presidente della Repubblica, 14 novembre 1978, registra-
to alla Corte dei Conti in data 29 dicembre 1978 (registro n.136 Istruzione, foglio n.107),
concernente il pareggiamento dell’Istituto ai Conservatori di Stato.
Idem, Decreto del Presidente della Repubblica, 17 maggio 1986, registrato alla Corte
dei conti in data 27 agosto 1986 (registro n.67 Istruzione, foglio n.118), concernente il
pareggiamento della cattedra di Canto.
Idem, leggi 30 luglio 1973 n.477; 9 agosto 1978 n.463; 20 maggio 1982 n.270; 16 lu-
glio 1984 n.326.
Del Corona, Rodolfo, “Una Scuola di Musica istituita nella nostra città”, La Gazzet-
ta, 18 gennaio 1953, p.4.
Giunti,Ermanno, “La Scuola Musicale ‘P. Mascagni” ’, Rivista di Livorno, anno VI, 1956,
n.6, novembre - dicembre, p. 315/322.
Ginocchi, Giorgio, “La Scuola Musicale ‘P. Mascagni’ ieri, oggi, domani”, La Provin-
cia di Livorno, nuova serie, anno V n.2, marzo-aprile 1963, p. 21-32.
AAVV, “Atti del I Convegno nazionale degli Istituti musicali pareggiati [Modena, 19/20
marzo 1988]”, Bequadro, numero speciale, anno IX, n.33, gennaio-marzo 1989.
86